Nicole Bonamino è portiere di hockey in-line (gioca nel Gatte Nere Piacenza e difende anche la porta della Nazionale Italiana) e anche a Hockey su Ghiaccio, sempre in porta (col Real Torino Hockey Club). Non solo. E’ anche la prima atleta italiana a fare coming oute dichiarare la propria omosessualità. L’atleta ha rilasciato un’intervista a Lezpop.it spiegando che, secondo lei, in Italia è difficile fare coming out perchè “Penso sia per paura. Certo, alcuni rischi ci sono ad essere dichiarati. Perché finché giochi con la tua squadra non ci sono problemi, ma quando arrivi in Nazionale è un po’ diverso. Ad un mondiale rappresenti l’Italia e se a qualcuno non piace il tuo orientamento sessuale potresti essere fuori dalla squadra.” Per quello che riguarda lei: “Se andiamo avanti così le cose non cambieranno mai. La paura alimenta altra paura, invece bisogna mandare un segnale forte soprattutto per le ragazzine più giovani. Tra l’altro, non credo che alla mia allenatrice, Teresa Turillo, interessi troppo il mio orientamento sessuale. E poi, come potrebbero escludermi dalla Nazionale perché sono lesbica? Ci sono dei test fisici che provano le mie capacità atletiche.” Ma Nicole parla anche degli stereotipi nel mondo dello sport: “In certi ambienti è più facile essere lesbiche che gay. Ed è solo una questione di stereotipi. Per esempio dai giocatori di hockey ci si aspetta che siano virili. Mentre le donne che praticano alcuni sport sono già fuori da un certo stereotipo: anche se non sono lesbiche, spesso vengono percepite così (…)” E alla domanda: quando hai capito di essere lesbica? “Fino a 18 anni sono stata con un ragazzo, poi mi sono detta: ma perché devo mentire a me stessa e fare del male a lui? Così l’ho detto in famiglia.” E in squadra? “Alla squadra non mi sono mai dichiarata apertamente. Non hanno avuto mai la conferma ufficiale, ma è una cosa che si sapeva (…)”
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Arriva il primo coming out di un atleta italiano
Pubblicato da tdy22 in febbraio 12, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/12/arriva-il-primo-coming-out-di-un-atleta-italiano/
La tesi shock: fumo e alcool in gravidanza possono rendere gay il bebè
Dichiarazioni shock quelle del Dr. Dock Swaab, professore di neurobiologia all’Università di Amsterdam, che sostiene che fumare e consumare alcool in gravidanza potrebbe rendere il bambino stupido e omosessuale. Lo scienziato ha portato avanti uno studio secondo i risultati del quale lo stile di vita di una gestante potrebbe infuenzare non solo il quoziente intellettivo del nascituro ma anche la sua sessualità. E se il Dr. Swaab sostiene che bere, prendere droghe o vivere in una zona con alti livelli di inquinamento ha un impatto sullo sviluppo dei feti, la parte che maggiormente suscita polemiche è quella che riguarda l’influenza dei fattori esterni sullo sviluppo della sessualità del bebè. Stando allo studioso l’assunzione di ormoni sintetici e il fumo durante la gravidanza potrebbero aumentare le probabilità per le ragazze di diventare lesbiche o bisessuali, mentre bere e assumere droghe potrebbero abbassare il quoziente intellettivo di un bambino. “Le donne in gravidanza che soffrono di stress hanno anche maggior probabilità di avere figli omosessuali di entrambi i sessi perché il loro livello rialzato di cortisolo – l’ormone dello stress – influenza la produzione di ormoni sessuali fetali”, ha dichiarato lo studioso al Sunday Times. Tuttavia, il dottor Swaab ha riconosciuto che lo stile di vita ha solo una influenza minima e ha aggiunto che la genetica gioca il ruolo più importante nello sviluppo del bambino.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/19/la-tesi-shock-fumo-e-alcool-in-gravidanza-possono-rendere-gay-il-bebe/
“Rosalinda è gay, tutto ok”. L’outing di Claudia Mori
E’ la prima volta che Claudia Mori, moglie di Adriano Celentano, parla su un giornale dell’omosessualità della figlia Rosalinda. Come testata, ha scelto il Corriere della Sera, al quale ha spiegato che l’omosessualità di Rosalinda è stata sia accettata che capita sia da lei che dal marito.
«Non ho mai provato alcun senso di colpa, semplicemente perché non esiste alcuna colpa e diversità da “riparare”. Mia figlia Rosalinda non sempre l’ho capita e non sempre ho condiviso certi suoi atteggiamenti o dichiarazioni. Ma mai per i suoi orientamenti sessuali. Io credo fermamente che questi ragazzi vadano aiutati non a cambiare, maa sopportare questa società violenta e razzista».
Rosalinda, nel tempo, ha cambiato il modo di parlare della sua attrazione per le donne: dà l’impressione di essere passata da un rifiuto a una maggiore serenità. Pensa che sia quel rifiuto ad averle creato problemi, ora superati, con l’alcol?
«Sì, credo che lei non si accettasse fino in fondo. Penso alle sue interviste, dove parlava di amare tutto: un albero, un tramonto, una statua, un bambino… Lei è anche questo, ma oggi sono portata a pensare che fosse un modo per mandare dei segnali. A un certo punto l’abbiamo convinta a farsi guidare in un percorso di conoscenza di sé. E credo che questo cammino “guidato” abbia avuto un ruolo importante. La questione dell’alcol potrebbe essere collegata a questo».
Le cose tra voi due sono cambiate?
«Recentemente, d’accordo con Adriano, ho deciso di parlarle apertamente, dicendole che per noi non sarebbe cambiato nulla sapendo dei suoi orientamenti sessuali. Lei sarebbe rimasta la nostra figlia amorosa di sempre, che vorremmo vedere più felice e serena perché la nostra felicità è direttamente legata alla sua. Vorrei solo averlo fatto prima. E penso che comunque Rosalinda abbia fatto benissimo a rivelare la sua natura: non è una malattia o un errore che andrebbe “corretto”. Sono altre le tendenze da correggere!».
Pubblicato da tdy22 in novembre 27, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/27/rosalinda-e-gay-tutto-ok-louting-di-claudia-mori/
La bimba che ritrova la serenità grazie all’affidamento a una coppia lesbica
Nei giorni scorsi ha fatto discutere la decisione di un giudice di Bologna di affidare, su parere favorevole dei Servizi Sociali, a due uomini di mezza età, conviventi, con un buon reddito, una bimba di tre anni, che li ha sempre visti come “zii”. Eppure in Italia già in passato una simile decisione si è rivelata felice. Come dimostra una storia ripresa da Repubblica e che narra le vicende di una bambina che vive serenamente ormai da cinque anni con una coppia lesbica. Sono trascorsi quasi sei anni da quando la piccola è stata affidata a una vicina che lei considerava anche una sorta di baby-sitter, pronta a prendersi cura di lei “quando la mamma era incapace di seguirla, persa dietro ai suoi fantasmi. Così i giudici, quando hanno dovuto trovarle una famiglia, non hanno avuto dubbi. Il tribunale dei Minori di Genova e gli assistenti sociali nel cercare una famiglia o una persona cui affidare Marta – è un nome di fantasia così come quello di Paola – hanno pensato alla vicina. Ma il giorno in cui è stata convocata per la pratica di affido, Paola ha voluto chiarire una circostanza che riteneva importante: ‘Voglio che sappiate che io ho una relazione con una donna con la quale convivo da tempo’.”
Non fu un’informazione insignificante per i giudici e gli psicologi, perché nel momento in cui un bambino viene trasferito ad un’altra famiglia devono essere analizzati tutti i fattori potenzialmente traumatici, quelli che rappresentano un cambiamento significativo rispetto alla situazione originaria. Quindi una città diversa, consuetudini mutate, altri bambini presenti nel nuovo nucleo, e anche le abitudini, il carattere e lo stile di vita del genitore affidatario.
Marta ora ha 10 anni e in questi anni si è costruita un’ottima intesa affettiva con la coppia lesbica con cui vive. Paola e la compagna ne hanno l’affidamento reversibile, il che significa che qualora la madre naturale dovesse ritrovare il suo equilibrio, nonché una minima indipendenza economica, potrebbe riprendersi la figlia. Erano stati gli assistenti sociali a segnalare al Tribunale dei Minori il caso della bambina nel 2007. I genitori, con il padre quasi sempre assente, soffrono di gravi problemi di disagio e non sono in grado di occuparsi della figlia. Questo ha spinto Paola, che si era già occupata più volte della bimba, ad offrirsi per l’affido e il Tribunale, dopo aver istruito la pratica, decide che non ci sono ostacoli. La bimba incontra la madre periodicamente, alla presenza di una psicologa. Da parte sua, la donna non ha mai sollevato obiezioni nè mostrato conflittualità nei confronti della coppia che si sta prendendo cura della bimba. In questi anni, grazie alle periodiche verifiche cui vengono sottoposti tutti gli affidamenti. è emerso che non solo non sussistono problemi, ma anche che la piccola è molto affezionata a Paola e alla compagna: due genitori dello stesso sesso che sono stati in grado di offrire a Marta quella serenità che non poteva trovare con i genitori naturali.
Pubblicato da tdy22 in novembre 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/17/la-bimba-che-ritrova-la-serenita-grazie-allaffidamento-a-una-coppia-lesbica/
La cameriera è lesbica: il cliente le nega la mancia
Siamo abituati a vedere pubblicati in rete scontrini che mostrano quanto salato può diventare il conto di una semplice colazione, ma che venissero utilizzati dai clienti per mostrare il proprio disappunto sugli orientamenti sessuali di chi porta loro le ordinazioni è molto più raro. Eppure è accaduto. Dayna Morales è un ex marine a cui piacciono le donne e che attualmente lavora come cameriera in un locale di Bridgewater, nel New Jersey, l’Asia Bistrò. La donna, invece di trovare i 10 dollari di mancia che le spettavano, ha infatti trovato l’attacco omofobo di un cliente scritto sullo scontrino. “Mi dispiace, non lascio nessuna mancia perché non condivido il tuo modo di vivere”. Sconvolta e indignata, ha deciso di pubblicare la foto in Facebook, ma certo non si aspettava la reazione del popolo del web. Non solo in molti hanno condiviso lo scatto, ma da tutti gli States sono giunti messaggi di supporto e anche donazioni, via PayPal, per un totale di oltre 1.200 dollari.
Pubblicato da tdy22 in novembre 15, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/15/la-cameriera-e-lesbica-il-cliente-le-nega-la-mancia/
Torna Lady Gaga ed è ovazione al gay Pride di New York
Non poteva certo mancare Lady Gaga al Gay pride. Così venerdì sera la cantante è tornata sul palco per la prima volta, a New York, dopo l’intervento all’anca che l’ha costretta a interrompere il “Born this way tour”.
Lady Gaga ha cantato l’inno americano, con la bandiera arcobaleno in mano, durante il Gay Pride nella Grande Mela. Durante il discorso ha detto: “Non siamo una nicchia, siamo una parte imponente dell’umanità e io credo che sia tempo che le strade siano sicure. Chiedo la salvaguardia dei nostri diritti”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/29/torna-lady-gaga-ed-e-ovazione-al-gay-pride-di-new-york/
Orgoglio gay… da New York a San Francisco, ma anche Google festeggia
Nella giornata mondiale dell’orgoglio gay, in occasione del gay pride che si terrà a New York, l’Empire State Building, simbolo della Big Apple festeggia con i colori arcobaleno. D’altra parte è nata proprio a New York nel 1970 la parata del gay pride in memoria della “rivolta di Stonewall” avvenuta un anno prima. Stonewall Inn era infatti un locale per omosessuali molto noto a New York che fu teatro di forti scontri tra polizia e comunità gay.
Ma se New York festeggia anche San Francisco si tinge di arcobaleno. Il Council Hall (municipio) è stato infatti illuminato con i colori della bandiera del movimento gay, diventando così una vera e propria festa per gli occhi.
Quest’anno, grazie anche alla storica sentenza della Corte Suprema degli Usa, i festeggiamenti sembrano essere iniziati in anticipo e con un coinvolgimento maggiore da parte di tutta la popolazione, una festa che sta investendo tutte le più grandi città Usa.
Anche Google festeggia con un Easter Eggs. Se si prova a cercare le parole “gay”, “lesbica”, “transgender” (e i loro sinonimi) o l’acronimo “lgbt”, la barra di ricerca diventa arcobaleno. Sono giorni che l’azienda di Mountain View ha voluto unirsi ai festeggiamenti della comunità lgbt per la sentenza.
Pubblicato da tdy22 in giugno 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/29/orgoglio-gay-da-new-york-a-san-francisco-ma-anche-google-festeggia/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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