Un successo manageriale per la Fiat, quello dell’acquisizione definitiva della Chrysler, ma in Italia i dubbi che questa operazione possa portare benefici restano alti. Nonostante la piccola ripresa del settore dell’auto che ha fatto segnare a dicembre un dato positivo che mancava ormai da troppo tempo, ciò che preoccupa è che da questa ripresa la grande esclusa è proprio la Fiat. A Termini Imerese si continua infatti a licenziare, stavolta a perdere posti di lavoro è proprio l’indotto con 174 operai che hanno perso il lavoro: 155 erano addetti della Lear, che per la Fiat produceva sedili e 19 erano quelli della Clerprem, che curava la fornitura di gomma piuma e materiali sempre inerenti ai sedili.
Queste le parole rilasciate da Roberto Mastrosimone, segretario provinciale Fiom di Palermo, intervistato da Giornalettismo:
È una vicenda che si trascina di anni, da quando la Fiat ha annunciato la chiusura di Termini Imerese, c’era un progetto di reindustrializzazione che però non è mai stato avviato. Così Lear e Clerprem nonostante avessero la possibilità di utilizzare la cig di licenziare i propri dipendenti. C’era la possibilità di utilizzare altri tre mesi di deroga, come hanno fatto altre aziende.