
“Penso ci siano dei tempi della politica e non voglio entrare in questo confronto, non sta a me. Stiamo lavorando sodo con una tabella di marcia molto fitta e per quanto mi riguarda non stiamo perdendo tempo”. Così la Boldrini risponde, dallo studio di otto e mezzo, a Matteo Renzi che oggi criticava la “perdita di tempo”. La Presidente della camera prosegue “Non sta a me dare dei contributi alla soluzione dello stallo. Ci sono i partiti, sto lavorando con altre figure per portare avanti degli impegni. Abbiamo fatto una commissione speciale per sbloccare i pagamenti della P.A., questo significa non essere sordi e in questi limiti stiamo facendo la nostra parte”.
Altro nodo dolente sono le commissioni e la Boldrini sicuramente sta facendo quanto è in suo potere: ”Ci sono due scuole di pensiero: alcuni partiti dicono che non si può fare, altri sì. Prendo atto di questa posizione, mi è stato chiesto di fare indicare i nomi dei componenti ma oltre questo non posso andare. Ho inviato una lettera ai gruppi per dire di pensare i componenti delle commissioni”.
Sulla credibilità della politica? “E’ doveroso da parte di chi riveste ruoli istituzionali fare in modo che i cittadini guardino con rispetto alle istituzioni. Chi ha ruoli istituzionali deve essere rispettabile, conquistarsi il rispetto con lo stile di vita, con la sobrietà. E’ dal Palazzo che bisogna dare il buon esempio. In Italia prevale il cinismo, ma la politica deve avere al centro i valori, i principi. La politica senza valori è fare solo gli interessi privati. Dobbiamo dare il segnale che, in un periodo di sacrifici per tutti, anche noi siamo pronti a rinunciare a qualcosa. Solo così la politica riacquista credibilità agli occhi delle persone”. Ma poi sui tagli agli stipendi dei parlamentari c’è un freno. Proprio lei che insieme a Grasso erano stati i precursori dimezzandosi lo stipendio afferma “Arriveremo a tagliare gli emolumenti dei parlamentari per poi passare a considerare la condizione dei dipendenti della Camera. Non indebolire l’istituzione ma rafforzarla. Sarà tutto graduale e assorbibile, la Camera in generale funziona benissimo, con professionalità. Non vogliamo intaccare la qualità di chi lavora, ma salvare più risorse possibili”. Sembra quindi che per il futuro prossimo venturo, qualche generazione potrà vedere queste somme diminuite, ma non è certo per ora. Il problema di fondo è sull’istituzione che si potrebbe indebolire se viene ridotto l’emolumento… ma un professore quindi non ha nessuna autorevolezza e non rappresenta nessuna “istituzione”? Non è forse il braccio operativo del ministero della pubblica istruzione, oltre ad essere colui a cui è affidato il futuro di una nazione? Sembra si no se l’istituzione per essere tale ha bisogno di uno stipendi a diversi zeri!
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