Una denuncia corre su Facebook, dopo che sul social blu la foto che testimonia delle violenze subite da Ercole: un pestaggio gratuito, solo perchè l’omosessualità ancora fa paura.
A raccontare quanto è successo il sito “La Fenice Gay“, che ha denunciato la vicenda. L’aggressione, stando a quanto viene riportato, sarebbe avvenuta il 22 settembre scorso a Roma, la sera, quando Ercole si trovava su una panchina, impegnato a scrivere sul suo taccuino, alla fermata della metro Cipro. Ora l’associazione La Fenice, presieduta da Sergio Attanasio, sta fornendo assistenza legale alla vittima dell’ennesimo pestaggio omofobo. Il volto tumefatto è il risultato di incontro con una testa rasata. Nella ricostruzione si legge:
Seduto su una panchina vicino la fermata della metro Cipro sentendo qualcuno che mi rivolgeva la parola, smetto di scrivere.
-” scusa hai una sigaretta?“. Non distolgo lo sguardo dal mio taccuino e con noncuranza rispondo: ” mi dispiace non fumo”.
L’individuo che non avevo neanche focalizzato incalza: “ beh che stai a fare a quest’ora qui da solo seduto su questa panchina?“.
La mia voce esce con naturalezza così come la risposta .. Non ci penso neanche un istante.
-” prendo degli appunti frattanto che aspetto il mio compagno“.
La voce dell’individuo si trasforma divenendo minacciosa venate di rabbia .. Frustrazione di un essere di un essere incompleto.
A questo punto arriva l’insulto e Ercole alza lo sguardo e vede una testa rasata e degli occhi di ghiaccio. Tutto si svolge in un attimo: un pugno all’occhio destro che spacca l’arcata sopracciliare e il volto che si riempie di sangue, mentre altri tre pugni lo raggiungono a naso, nuca e viso. E gli insulti non si placano. Alla fine sopraggiungono “altri due individui” che si complimentano con l’aggressore per averlo picchiato “prima che arrivi qualcuno”. Il loro è un “hai fatto bene fratello”.
Conclude la ricostruzione:
I tre si allontanano, gasati, sento, da lontano le loro voci divertite. Io restò immobile dolorante e zuppo del mio sangue, li fermo, perso nella cognizione del tempo solo il dolore e il sangue che scorre a scandirlo. Non ho idea di quanto tempo io sia rimasto li accasciato prima del sopraggiungere del mio compagno.. Di sicuro so che per un attimo la mia stessa esistenza veniva riportata a cinquant’anni fa quando essere un omosessuale era una discriminante che si pagava nei casi più estremi con la vita stessa.