I nostri 7 giorni: una settimana all’insegna del terremoto

7-giorni

Settimana all’insegna delle scosse. E quando raggiungono una simile intensità è difficile non volerne sapere di più, farsi domande, scoprire dove siano avvenute. Talmente tanta curiosità che, in occasione della scossa di venerdì di magnitudo 5.2 il sito dell’Istituto nazionale di vulcanologia e geodinamica è collassato per le troppe visite. Ma non solo la forte scossa in Lunigiana, dove ancora si registrano eventi, in settimana hanno tremato anche l’Umbria e la Basilicata, ha destato paura una scossa nel veronese, così come il Canale di Otranto. E non è solo l’Italia ad essere “vittima” di questi momenti di paura: anche il Cile ha osservato i palazzi tremare e brividi di paura sono scivolati anche sulla Grecia, dove al largo di Creta si è verificata una scossa di magnitudo 6.1. La Terra trema dunque, forse sta provando a lanciarci dei messaggi, forse si sta semplicemente assestando, forse è stato il suo modo di “salutare” la Superluna che abbiamo ammirato nel cielo. E proprio nel mezzo di tutte queste scosse che hanno portato molti a dormire nei rifugi o in auto, a temere il ripetersi di tragedie come quelle degli anni passati (primi tra tutti gli abitanti dell’Emilia, che venerdì si sono riversati in strada temendo che l’incubo stesse ricominciando), un articolo ci ha colpiti in particolar modo. Parla di un terremoto che “potrebbe essere distruttivo” e che minaccia l’Italia. A parlarne è stato  Marco Mucciarelli, direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, laureato in fisica e professore universitario di Sismologia Applicata presso l’Università della Basilicata, che ha spiegato la sua teoria nel suo blog. Ma se ci si preoccupa di quello che accade “nel centro della Terra”, anche dal cielo può arrivare il pericolo che non guarda in faccia nessuno, non risparmia neanche i luoghi di culto. Infatti in questi giorni il santuario di Lourdes ha fatto le spese dell’alluvione che ha colpito la Francia, con tanto di grotta chiusa ai pellegrini. Ora il momento peggiore è passato e, ieri, il luogo dove la Vergine Maria sarebbe apparsa a Bernardette è stata riaperta. A ricordarci che tutto scorre, cambia, si evolve. A volte si ristabilisce la normalità, a volte si evolve, in un modo o nell’altro. E anche chi dorme è destinato a svegliarsi.

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Ma a volte terremoto è anche quella scossa personale che ti fa deviare dai binari della vita che hai sempre conosciuto. Ti colpisce all’improvviso e scombina piani e progetti. A volte si rivela implacabile anche sul piano fisico. E’ il caso della campionessa di motociclismo Alessia Polita, che ora dovrà fare i conti con la sua nuova vita, quella del dopo, quella che segue l’incidente che l’ha lasciata paralizzata. Altre volte, ancora, il terremoto è talmente potente da sbalzarti via dalla strada, dalla pista, dalla tua stessa vita. Com’è accaduto al pilota Allan Simonsen, che ha trovato tragicamente la morte durante la 24 Ore di Le Mans. Ma c’è anche chi quella scossa la provoca, la cerca, la desidera. E vorrebbe fosse l’ultima. Allora prende in mano una pistola e spara, contro se stesso o contro la vittima designata. Può essere un ex marito che non accetta la vita della donna prosegua senza di lui, o due ignoti su uno scooter che mirano al capo degli Irriducibili della Lazio Fabrizio Toffolo. Ma a privare dell’equilibrio immaginato sono anche quegli scossoni da calciomercato, come quello che aveva portato, ancora due anni fa, Neymar ad un passo dalla Juve per poi strapparglielo all’improvviso. Ed è anche quel batticuore che ti coglie quando la squadra per cui tifi potrebbe iniziare ad  avere un aspetto chiaro, le formazioni vengono dichiarate e tutto è pronto per la prossima stagione. E anche se ci saranno dei cambiamenti, tutto è previsto, l’importante è che ci siano quelle 11 magiche maglie in campo. Alla fine, l’importante è non aver paura di andare verso il futuro. E se anche un po’ d’apprensione si facesse sentire… ora Google ci promette l’immortalità. Forse dovremmo ancora aspettare un po’, ma nel frattempo rincuoriamoci: i miracoli sono sempre possibili. Anche quello di Papa Giovanni Paolo II è stato riconosciuto e ora Wojtyla si avvia per la strada della santità. Andiamo avanti senza paura dunque, ricordandoci che… a volte la realtà non è così come appare!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK! 

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Il terzo Papa è ai Fori Imperiali ed è praghese!

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Somiglia a Karol Wojtyla, ma dice di essere praghese. Staziona ai Fori Imperiali a metà strada tra Piazza Venezia e Colosseo, in completo bianco, con tanto di zuccotto, croce al collo e libro aperto in grembo, a simulare un testo sacro… un Papa perfetto! In realtà l’uomo di mezza età chiede le elemosina, ma la trovata è geniale.

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Uno sguardo alla Turchia… con gli occhi allucinati di un assassino! Alì Agca.

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Tutti conoscono Alì Agca come colui che tentò di uccidere Karol Wojtyla. Ma chi è Alì?

Sin dalla sua elezione a Papa Karol Wojtyla si oppose prepotentemente al comunismo. Il Kgb lo mise quindi nella lista nera e progettò la sua uccisione. Il problema era capire chi potesse portare a termine uno degli assassini, che se fosse riuscito, sarebbe entrato nella storia. Così il Kgb si rivolge ai servizi bulgari, i quali a loro volta chiedono a quelli turchi. Loro hanno l’uomo giusto: Alì Agca! C’è un unico problema, Alì è in carcere… ma i servizi segreti non hanno nessun problema a farlo evadere e inserirlo in un gruppo estremista di destra denominato i “lupi grigi” guidata dal Oral Celik il quale chiede a Agca di uccidere il giornalista e direttore del quotidiano liberale “Milliyet”, Abdi Ipekci.

13 maggio 1981. Agca e piazza San Pietro. Mano sul grilletto e colpo che parte e colpisce Giovanni Paolo II. Il Papa non muore, ma il 22 luglio 1981 Agca viene condannato all’ergastolo. I giudici non credono alla tesi della difesa che presenta il turco come un fanatico musulmano che voleva uccidere il capo della chiesa di Roma, ma piuttosto a un associazione eversiva che ha spinto Agca a compiere il gesto.

E’ il 1982 quando il killer turco cambia versione ed inizia a parlare di una pista bulgara in cui erano coinvolti gli agenti segreti del Kds.

Dopo il Natale dell’83 Giovanni Paolo II, fa visita all’attentatore nel carcere di Rebibbia.

La sentenza del 29 marzo 1986 non riusci tuttavia a dimostrare la tesi del complotto bulgaro.

Il 20 febbraio 1987 il Papa ricevette in udienza la madre ed il fratello di Ali Ağca i quali gli chiesero di intercedere per la grazia.

La buona condotta in carcere del terrorista turco diminuì la pena. Dopo una serie di revisioni della condanna.

Il 13 giugno 2000, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concede la grazia dopo che la Santa Sede si era dichiarata “non contraria” al provvedimento. Subito dopo la scarcerazione Agca viene estradato in Turchia dove sconta 10 anni per l’omicidio del giornalista ucciso anni prima.

E’ il 2010 quando Alì esce dall’istituto di pena di Sincan, alla periferia di Ankara. Ai giornalisti che gli chiedono un’intervista dichiara di essere in realtà il Cristo, di voler riscrivere la Bibbia ed preannuncia l’apocalisse.

Un personaggio da approfondire e studiare soprattutto per i collegamenti tra la chiesa e la politica dei Paesi dell’Est. Per analizzare i rapporti tra i servizi segreti bulgari e turchi e per capire la speculazione che ci fu nell’addossare la colpa a un singolo senza indagare ulteriormente su associazioni di estrema destra che ebbero un ruolo centrale nel tentato omicidio di Papa Wojtyla.
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