Nasce nel 1925 e subito la nonna prende il ruolo della madre e lo avvicina alla letteratura classica e al teatro Nō e Kabuki. Il ruolo ossessivo della nonna verso il nipote divenne il tema principale del suo romanzo Confessions of a Mask. Nel 1931 viene mandato in una delle migliori scuole di Kyoto, dove inutilmente cercarono di avviarlo alla carriera militare, ma Yukio, invece, si iscrisse al gruppo letterario e in breve le sue poesie furono pubblicate sulla rivista della scuola.
Il suo primo romanzo importante è The Forest in Full Bloom. Qui si sente la lezione classica di quella letteratura romantica giapponese caratterizzata dall’amore spirituale come forza che permette all’individuo di essere libero e il distacco dalla società per coltivare i propri interessi.
Scrittore controverso sia per la sua latente ( o forse non tanto latente) omosessualità che per le sue idee da molti etichettate come fanatismi di destra, è oggi ritenuto uno dei più grandi scrittori a livello internazionale. Un uomo capace di mettersi a capo di un suo personale esercito, 100 giovani selezionati dallo stesso Yukio.
Una personalità sicuramente poliedrica e contraddittoria che lo porterà nel 1948 a entrare a far parte della rivista letteraria Kindai Bungaku legata ad ambienti di sinistra. Lui, patriota e uomo di destra, probabilmente voleva solo entrare in contatto con uomini di cultura. Nei suoi romanzi, infatti, si astenne sempre dal giudicare le fasi politiche del suo paese e a prendere posizione.
L’arte e la passione per i libri. Quel premio Nobel che sfugge dalle mani di Yukio Mishima per andare al suo maestro Kawabata.
Mishima e l’amore. Costretto a sposarsi a 32 anni con una donna per mettere a tacere le accuse di omosessualità e tranquillizzare la sua famiglia. Una moglie trovata attraverso gli omiai, incontri per matrimoni combinati, e messa subito in ombra con una serie di rigide regole. Quasi una schiava più che una consorte.
Il suo esibizionismo legato all’egocentrismo che per tutta la vita lo portò ad essere al centro dell’attenzione nel bene e nel male.
I viaggi. Definì New York “Tokio tra 500 anni” e si innamorò invece della Grecia. La culla del classicismo vista con gli occhi romantici di un giapponese che era stato seduto nel salotto dei baroni Rotschild a Parigi e aveva partecipato alle conferenze della Michigan University.
LA MORTE. Il vero tema di Mishima che attraversa tutta la sua letteratura e che lo porterà allo show del suo suicidio nel 1970 dopo aver catturato un generale dell’esercito.
Eccessi, egocentrismi e altissima letteratura in una figura da scoprire e rileggere con gli occhi del 21° secolo.