Gli organi della bambina ebrea che salvano la vita alla bimba araba

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Un tragico incidente ha strappato la vita a Yuval Nizri, una bambina israeliana di 11 anni. I genitori hanno però voluto donare gli organi della propria figlia e così quattro persone hanno potuto beneficiare di una nuova vita, tra queste anche una bambina araba di 10 anni, Miran, che ora ha un nuovo cuore e nuovi pomoni.

Il padre della bimba palestinese, dopo il trapianto, ha dichiarato a Ynet: “Un cuore ebreo batte in una bimba araba. Questa è la prova che i due popoli possono vivere insieme. E che la pace è possibile. Vorrei ricambiare questo dono e riportare in vita Yuval se solo fosse possibile. Siamo tristi e siamo in lutto. Porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Yuval. Per tutta la vita saremo grati ai suoi genitori che hanno salvato nostra figlia”.

In una dichiarazione scritta i genitori di Yuval hanno voluto ricordare la figlia: “Le parole non possono descrivere quanto Yuval fosse speciale e coraggiosa. Era la figlia che ognuno avrebbe voluto. Lei aveva così tanti progetti per il futuro. Ma in un istante sono andati in frantumi per sempre. I pazienti che hanno ricevuto i suoi organi aspettavano da tempo un trapianto. Yuval non ha avuto la possibilità di avere un futuro e di realizzare dei sogni. Spero che questa possibilità sia garantita ai pazienti che ha aiutato”.

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Palestinesi costretti a vivere sugli alberi o nelle grotte

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Dopo le ultime strette israeliane sui territori occupati, i palestinesi sono stati costretti a costruire le proprie case sugli alberi e nelle grotte. La notizia riportata da Asianews conferma anche che la politica degli insediamenti avanza incoraggiata da Tel Aviv. Secondo fonti locali sarebbe impossibile per gli arabi ottenere permessi per costruire le proprie abitazioni “Vogliamo costruire ma le autorità ce lo vietano – spiega un giovane imprenditore di Betlemme – se non possiamo farlo sul nostro terreno lo faremo sugli alberi”.

È così che Mazen Saadeh, proprietario di una piccola azienda agricola a Beit Jala, è riuscito ad aggirare le imposizioni delle autorità israeliane senza vedere distrutto il proprio lavoro. “Di solito – racconta – se alziamo di un centimetro la nostra casa Israele arriva e distrugge tutto l’edificio; è difficile andare avanti così”.

Quindi la soluzione era trovare un espediente e quello trovato da Mazen Saadeh è diventato presto un modello imprenditoriale.   Le stanze sugli alberi sono affittate a turisti stranieri e palestinesi, i quali possono usufruire di un ristorante e comprare i prodotti biologici dell’azienda. “È uno splendido modo di resistere – spiega Saadeh – così si può riportare la vita all’interno dell’area C”.

Nell’arco degli ultimi 10 anni, Israele ha demolito 448 abitazioni arabe lasciando senza casa circa 1800 persone. Dall’inizio del 2013 sono almeno 30 le case distrutte nella periferia orientale di Gerusalemme, ma sebbene gli espropri e le demolizioni forzate proseguano con regolarità, i palestinesi dell’area C si rifiutano di abbandonare il territorio. “Rimaniamo qui e portiamo pazienza – racconta Khalid Zir, padre di 5 figli e costretto a vivere in una grotta – a costo di patire il sole, la pioggia o la neve, resteremo qui”.

 

 

Soldati israeliani ballano a un matrimonio palestinese: sospesi

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Il filmato documenta i soldati israeliani che ballano a un matrimonio palestinese. Secondo i superiori questa è stata una grande offesa, tanto che i soldati che avevano preso parte al ballo in discoteca in occasione di un matrimonio sono stati sospesi. Non è la prima volta che i militari israeliani danno scandalo: qualche mese fa erano state le foto di alcune soldatesse in biancheria intima e armi in pugno a far scoppiare la polemica.

Israeliani e palestinesi riuniti sotto il segno della trasgressione.

Mikve Bar-tuttacronaca

A Gerusalemme, città santa non proprio nota per l’effervescenza della sua vita notturna, va in scena uno spettacolo molto apprezzato. Nel Mikve Bar, locale nel cuore della città a poca distanza dai quartieri degli ebrei ortodossi, un gruppo di drag queen si esibisce ogni settimana con cabaret e canzoni, mandando in visibilio il pubblico e facendo il tutto esaurito da due anni. Mikve è il bagno rituale ebraico di purificazione delle donne, ma di donne, almeno nel senso stretto del termine, non se ne vedono: ad aprire lo show è Gallina Port de Brass, inguainata in un abito nero, che, dopo essersi aggiustata la guepiere, inarca la schiena mettendo in mostra bicipiti e poderosi muscoli dorsali da ex cestista. Poi va in scena la “divina” Kiara Duple, seguita dalla “tagliente” Diva D e dalla “tentatrice” Talula Bonet. Prima di loro, il pubblico assiste a un video di streep tease al contrario: una giovane donna che invece di spogliarsi si riveste e alla fine indossa il tradizionale velo islamico, hijab.
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“Il Mikveh Bar è aperto a tutti, omosessuali e non, ebrei, arabi e cristiani”, dice Sharon, una organizzatrice della folli serate. “L’obiettivo è creare una zona franca per ogni abitante di Gerusalemme senza distinzioni, al riparo dai bacchettoni religiosi che ormai vogliono decidere ogni cosa nella nostra società”. E infatti per le “drag queen” non si tratta solo di divertimento: “Siamo un gruppo di attivisti israeliani e palestinesi che – spiega Elias Wakeem – ha deciso di manifestare il proprio dissenso contro l’attuale situazione politica in modo alternativo: non solo partecipando alle manifestazioni, ma mostrando alle nostre comunità, se pur attraverso la trasgressione, che la coesistenza è possibile”. Lo spettacolo si svolge in un turbinio di luci e colori e le due presentatrici della serata – Kiara Duple (israeliana) e Talula Bonet (palestinese) – alternano battute vietate ai minori in arabo a storielle piccanti in ebraico, in un continuo botta e risposta con la gente sotto il palco. La serata si conclude con un balletto a cui il pubblico è invitato a partecipare intonando le canzoni delle icone gay del pop mondiale, da Madonna a Lady Gaga, e con un inaspettato appello finale a supporto dei prigionieri palestinesi.

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Gli israeliani demoliscono le case dei palestinesi a Gerusalemme: scontri!

 

Le forze israeliane demoliscono le case a Gerusalemme Est: il bilancio è di 9 feriti e 7 arrestati.

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Morta la ragazza palestinese colpita alla testa dagli israeliani

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Facebook, il mondo e le sue stranezze! Israeliani “donino voti” a Palestinesi.

L’iniziativa è di un gruppo di ultra sinistra che ha inviato in arabo il messaggio per i palestinesi. Se un cittadino israeliano lascia il posto a uno palestinese si avrebbero più voti di sinistra e la destra verrebbe sconfitta.

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H. Clinton: per pace duratura servono trattative tra israeliani e palestinesi

Un palestinese ucciso ed altri 7 feriti a sud della Striscia di Gaza

 

Un militare ed un civile israeliano sono stati uccisi dal fuoco palestinese

 

Sale a 5 il numero delle vitime per questa settimana.

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