Le prove nel laboratorio Srmd Caltrans di San Diego, una struttura della Università di California, hanno mandato in pezzi l’illusione di tranquillità che animava i cittadini che abitano la new town dell’Aquila. Durante le prove infatti si sarebbe spezzato un isolatore antisismico che avrebbe invece dovuto proteggere agli abitanti. Scusanti? Nessuna solo che le leggi in vigore in Italia e in Europa non prevedono i controlli più sofisticati che invece avvengono negli Usa. Soprattutto in California, dove il terremoto è davvero di casa, vengono simulate scosse in tre direzioni contemporanee, arresti frequenti e cambi di direzione. Secondo Alessandro De Stefano e di Bernardino Chiaia, i periti del Gip Marco Billi i simulatori, almeno 200 dispositivi uguali a quello che si è rotto, sarebbero “non del tutto idonei allo scopo” . Come riporta l’Huffington:
Nei giorni scorsi il giudice del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella ha condannato a un anno con rito abbreviato Mauro Dolce, responsabile del progetto C.a.s.e., i 4500 alloggi nuovi teoricamente a prova di sisma che Berlusconi inaugurò con grande copertura mediatica. Lo stesso magistrato ha disposto il rinvio a giudizio con rito ordinario di altri due indagati, Gian Michele Calvi, direttore dei lavori, e Agostino Marioni, all’epoca dirigente dell’Alga spa., l’impresa che aveva costruito i meccanismi antisismici oggetto dell’inchiesta.
De Stefano e Chiaia avevano suggerito che si cercassero tutti i dispositivi “anomali” dei quali non avevano una mappa. Dopo aver capito dove erano stati collocati si sarebbe dovuto decidere se era il caso di sostituirli immediatamente o se era più opportuno sottoporli a “una approfondita campagna di prove”. I duecento apparecchi che dovrebbero neutralizzare le scosse del terremoto erano per loro un angosciante punto interrogativo. Non si sapeva dove fossero. La ditta fornitrice, l’Alga di Milano, non aveva comunicato che erano stati utilizzati «fino all’evidenza dei fatti».
La perizia è stata commissionata nell’ambito di un processo per «turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture» aperto dalla Procura della città colpita dal terremoto il 6 aprile 2009. L’appalto sottoposto ad accertamenti era quello di 7300 isolatori sismici costati 7 milioni e 124 mila euro. La fornitura era stata assegnata per un terzo alla Fip di Padova e per gli altri due terzi all’Alga di Milano. Nove apparecchi sono stati prelevati e messi a disposizione dei giudici. Quattro dell’Alga e due della Fip sono stati mandati a San Diego. A differenza di quello dell’Alga, il materiale della Fip si è dimostrato «perfettamente idoneo allo scopo».