Alcune migliaia di insegnanti hanno preso parte, ieri, a una manifestazione svoltasi ad Ankara per protestare contro i progetti di riforma dell’ educazione del governo del premier Recep Tayip Erdogan. La polizia turca ha reagito disperdendo i presenti con la forza, utilizzando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray urticanti e impedendo loro di avvicinarsi alla sede del ministero dell’Educazione a Kizilay, nel cuore della capitale turca. Erano stati due dei principali sindacati della Turchia, la Confederazione dei dipendenti del settore pubblico Kesk e l’Unione del personale della Pubblica Istruzione Egitim-Senm, a convocare la manifestazione. Le violente polemiche sono sorte come reazione all’annuncio di Erdogan di chiudere migliaia di scuole private preparatorie alle grandi università. Inoltre, un dirigente del suo partito islamico Akp ha definito l’educazione mista “un errore” che, ha affermato, “sarà corretto”. L’opposizione accusa il premier di volere re-islamizzare il Paese.
Tutti gli articoli con tag islam
Ancora scontri in Turchia: protesta degli insegnanti
Pubblicato da tdy22 in novembre 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/24/ancora-scontri-in-turchia-protesta-degli-insegnanti/
La protesta anti-burqa costa alla Santanchè la richiesta di un mese di arresto
Nel settembre 2009, a Milano, in occasione della cerimonia di chiusura del Ramadan Daniela Santanchè promosse una protesta anti-burqa senza aver chiesto l’autorizzazione della questura. Per questo motivo, il pm del processo che l’ha vista imputata ha formulato una pena di un mese di arresto e una multa di 100 euro. In quell’occassione, la Pitonesse venne colpita allo sterno e riportò lesioni giudicate guaribile in venti giorni. A sferrare il colpo l’egiziano Ahmed El Badry, imputato assieme a lei e condannato a pagare 2mila euro di multa. Il pm ha chiesto che vengano riconosciute le attenuanti generiche alla Santanchè per il suo corretto comportamento processuale, anche perché “si è fatta interrogare”, e perché incensurata. Poi ha spiegato che per il reato di manifestazione non autorizzata “non è previsto il dolo”, ma solo la colpa: quella della Santanchè sarebbe stata di non chiedere l’autorizzazione nelle modalità previste dalla legge. Per quanto riguarda il suo aggressore, El Badry, il magistrato ritiene che vada punito con una multa senza la concessione delle generiche e nemmeno dell’attenuante della provocazione perché “ha colpito una persona, oltretutto di sesso femminile, che esprimeva opinioni”. La sentenza sarà pronunciata dal giudice monocratico dell’ottava sezione penale Elena Balzarotti il 2 dicembre prossimo.
Tornando a quel giorno di settembre di quattro anni fa, così il Corriere ricostruiva la movimentata giornata:
Nel certificato medico del dottor Roberto Antonio Paternollo si legge di una prognosi di «20 giorni» per «contusione emitorace sinistro e contrattura alla muscolatura latero cervicale sinistra». La paziente è Daniela Santanchè. È arrivata in ospedale, il Fatebenefratelli, alle 11.30, in codice verde, cioè il meno grave, dopo una «aggressione». Qualcuno l’ avrebbe colpita («Pugno in pancia» sostiene lei). La polizia si riserva di visionare i filmati delle videocamere dei propri agenti. C’ è stato parapiglia. Erano le 9.10, all’ esterno della Fabbrica del vapore, dove nel tendone del teatro Ciak si celebrava la fine del Ramadan, il mese sacro dei musulmani. La Santanchè manifestava «contro il burqa». Stamane la comunità islamica la denuncerà «per turbativa di culto» e perché «è stata lei, ad aggredire». Il ragazzo con il gesso Torniamo al parapiglia. Di certo c’ è che la Santanchè finisce a terra, ci rimane tre minuti circa. Piange, le fa male il torace, l’ ha picchiato contro l’ asfalto. Attorno, c’ è un ragazzo, musulmano, con un braccio ingessato; è giovane, dicono sia uno dei ragazzi che vendono i tappeti per la preghiera. È particolarmente agitato, teso. La polizia lo terrà da subito d’ occhio (a tarda serata contro di lui non era stato emesso alcun provvedimento). È stato il ragazzo a sferrare quell’ eventuale pugno alla leader del Movimento per l’ Italia? Se sì, noi non lo abbiamo visto, e nemmeno la polizia o la stessa Santanchè. Forse le videocamere? Siamo a pochi metri dal cancello della Fabbrica del vapore, in via Procaccini, a ridosso della centrale Chinatown. Circa 4 mila le persone che pregano. Ci sono uomini. Bambini. E donne. Alcune coperte in volto. Coperte «dal burqa» sostiene la Santanchè. «No, il burqa è afghano, nemmeno sa… questo è il niqab» dice Abdel Shaari. Shaari è il direttore del centro culturale islamico di Milano. Invita a «non cedere alle provocazioni». In dieci non lo ascoltano, ribattono alla Santanchè e ai suoi, che sono una trentina. Tra loro, qualcuno prende di mira una donna e urla: «Ti puzza il fiato, sei brutta, fai schifo». Come risposta, alla Santanchè, ma non riusciamo a capire da quale bocca e volto, arriva un insulto («Put…») e una minaccia («Domani muori»). Gli scudi della polizia La polizia abbassa gli scudi per farci delle transenne, e dividere. Shaari ordina a una ventina di ragazzi di organizzare un cordone davanti all’ ingresso. La polizia ne allestisce un secondo, più compatto e duro. Un po’ ci si calma. Alle 11 Daniela Santanchè, che non intende andarsene, manda a chiamare Shaari. «Voglio entrare e vedere». Permesso accordato. Avvicina un gruppo di ragazze, distribuisce i volantini; si ferma davanti a una signora coperta dal velo, fissa il marito, gli dice: «Liberala. Devi liberarla». La donna non fiata, il marito nemmeno. Solidarietà dal ministro Mariastella Gelmini, le accuse di una «sceneggiata premeditata» da parte del radicale Silvio Viale. A tardo pomeriggio, uscita dall’ ospedale, Daniele Santanchè spiega: «Dovessi ricapitarmi l’ occasione, lo rifarei. Perché gli agenti non hanno fermato quelle donne avvolte dal burqa? E se sotto avessero avuto delle armi, delle bombe? E se si facevano esplodere?». La comunità islamica sostiene che lei abbia provocato. «Falso. Io mi batto per far rispettare la legge». Oggi in Questura A Shaari è giunto un messaggio dell’ Unione delle comunità islamiche in Italia, per condannare l’ azione di «un gruppetto di squadristi». Shaari dice: «Era una bella occasione… Avevamo la possibilità di parlare dei nostri problemi. Niente, non ci è stato permesso». Quali sono i vostri problemi? «Non abbiamo una moschea. Dobbiamo pregare in luoghi provvisori, eppure, in tutti questi anni, abbiamo dimostrato di non creare mai problemi a Milano e ai milanesi». Da quand’ è iniziato a ieri, il Ramadan, nonostante per un mese abbia appunto spostato migliaia di persone da un quartiere all’ altro, non ha avuto effetti collaterali: nessun incidente di percorso, come riconosciuto dal Comune. A Daniela Santanchè, il dottor Paternollo del Fatebenefratelli ha raccomandato di «evitare sforzi» e ha prescritto Aulin e Toradol. Se non lei direttamente, i suoi hanno tentato – confermano gli inquirenti – di togliere il velo ad alcune donne. Tre, per l’ esattezza. Oggi Shaari, le accompagnerà in Questura «per la denuncia contro questa signora che ci ha rovinato la festa».
Pubblicato da tdy22 in novembre 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/18/la-protesta-anti-burqa-costa-alla-santanche-la-richiesta-di-un-mese-di-arresto/
Indossa un crocifisso: sospesa dalla conduzione del telegiornale
Siv Kristin Saellmann. E’ questo il nome della giornalista della Nrk che è stata licenziata perchè ha indossato una piccola croce di pietre scure, forse brillanti neri, durante la conduzione di un tg. Una simile condotta offenderebbe l’Islam e così, in ottobrel, la Saellmann è stata rimossa dal suo posto di lavoro. La protesta è giunta dalla risentita comunità islamica locale, molto consistente e formata soprattutto da persone provenienti dai paesi africani e del Medio Oriente: “Non c’è neutralità nel suo abbigliamento”. L’ex capo della giornalista, Anders Sarheim, ha riferito al norvegese Vart Land che la richiesta di sospensione era “semplicemente dettata dalle politiche normalmente adottate dalla tv in tema di abbigliamento”. Secondo il responsabile, “i norvegesi adottano una politica chiara, e cioè che gli anchor vestano in modo neutrale… noi li incoraggiamo ad evitare di esibire gioielli che possano tradursi in simboli politici o religiosi”. Da parte sua, la Saellmann ha sostenuto non fosse sua intenzione provocare: “Non ho mai pensato che questa croce, lunga non più di un centimetro e mezzo e che mi era stata regalata da mio marito durante una recente vacanza a Dubai come semplice gioiello, potesse causare tanto clamore. Non ho indossato la croce per provocare. Sono cristiana ma finora ho visto croci un po’ ovunque, anche come oggetti di moda, e non credo che la gente reagisca per questo”. A The Local ha inoltre spiegato di non aver apprezzato che “queste persone estranee abbiano potuto telefonare e dire al mio capo cosa io debba o non debba indossare”. Tuttavia, ha concluso, “non voglio che le persone che mi guardano mentre faccio il mio lavoro di conduzione mi considerino in qualche modo di parte, voglio essere il più neutrale possibile”. Il caso della giornalista, in uno Stato dove il tasso d’immigrazione è molto alto e dove alcuni giorni fa un richiedente asilo originario del Sud Sudan che doveva essere espulso dalla Norvegia ha compiuto una strage su un autobus uccidendo tre persone, fa ricordare anche due casi simili accaduti in Gran Bretagna negli anni scorsi. Era il 2006 quando Fiona Bruce, giornalista della Bbc, finì sotto la lente di ingrandimento dei suoi dirigenti a causa di un pendente a forma di croce: fu deciso che poteva continuare a portarlo. Più recentemente, un’impiegata della British Airways è stata sospesa dal lavoro per essersi rifiutata di togliere o coprire la catenina con un minuscolo crocifisso che portava al collo. La compagnia aerea affermò che simboli religiosi e gioielli non erano consentiti dal regolamento e dovevano essere portati sotto le divise.
Pubblicato da tdy22 in novembre 12, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/12/indossa-un-crocifisso-sospesa-dalla-conduzione-del-telegiornale/
Arrestato l’aggressore del soldato francese
Il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ha annunciato, tramite comunicato, l’arresto del presunto aggressore del soldato francese. Si tratta di un giovane di 22 anni, arrestato questa mattina nella banlieue di La Verrière, che, secondo alcune fonti, sarebbe un elemento vicino all'”islam radicale”. Cédric Cordiez, ferito sabato scorso alla Defense, alle porte di Parigi, mentre era in servizio di pattuglia, è uscito ieri dall’ospedale. Valls, nel suo comunicato, ha espresso anche “gratitudine ai poliziotti della brigata criminale. L’inchiesta, condotta sotto la guida della procura antiterrorismo, dovrà stabilire i percorsi, l’ambiente e le motivazioni di questo giovane”.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/29/arrestato-laggressore-del-soldato-francese/
Topless jihad… l’ultima provocazione delle Femen!
Le Femen lanciano una mobilitazione internazionale per la liberazione di Amina Tyler, la giovane attivista tunisina che osò postare su Facebook una sua foto a seno nudo sfidando apertamente il costume del suo Paese, di certo non abituato a vedere donne che si denudano in pubblico. Le attiviste ucraine hanno deciso di chiamare la protesta con un nome che non mancherà di suscitare reazioni di rabbia nel mondo musulmano – “Topless jihad”, ovvero guerra santa in topless – e invitano a manifestare in tutto il mondo davanti alle ambasciate della Tunisia.
Pubblicato da tdy22 in aprile 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/03/topless-jihad-lultima-provocazione-delle-femen/
Imam accusato di essere “agli ordini di Washington”
L’imam della moschea Nour ha fatto appello alla jihad contro i “miscredenti” e contro il Ennahdha, accusato di essere “agli ordini di Washington”. L’imam ha assunto la carica dopo la morte di Aymen Amdouni, rimasto ucciso nell’assalto ad una caserma della Guardia Nazionale.
Pubblicato da tdy22 in novembre 2, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/11/02/imam-accusato-di-essere-agli-ordini-di-washington/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
Two sides of God (dog)
Mexico and beyond
..a lifestyle blog filled with recipes, photography, poems, and DIY
NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'
A fantastic photo site
Just another WordPress.com site
Photographer
Niente che ti possa interessare.....
Legendary Whining and Dining World Tour.
Just another WordPress.com site
Serial killers and true crime
"Solo quando amiamo, siamo vivi"
*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*
The Adventures of Danda and Yaya