Arriva l’app per divorziare, dirsi addio nell’era 2.0 a suon di cellulare

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Sarebbe da non crederci eppure a rivelarlo è un settimanale svizzero: “Il Caffè”. Esiste una app per divorziare, disponibile con il sistema operativo iOS, Android e Windows Phone. Quindi prima di mandare a monte una vita ora è possibile consultare una “Guida alla separazione civilizzata”. Ma se poi invece avete bisogno di una “presenza umana” potete anche rivolgervi al divorce planner, nuove figure professionali per l’ accompagnamento pratico al divorzio.

Siamo sicuri che grazie  a questi rimedi non voleranno più piatti e bicchieri e si avranno divorzi meno aggressivi? Si può davvero trovare sostegno e mediazione grazie a un’app?  

 

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Arriva Play News… sostituirà Reader

play news- google- tuttacronaca

Gooogle ha appena annunciato la chiusura di Reader, il suo servizio per l’aggregazione di contenuti, ma è in arrivo una nuova iniziativa dal sapore molto Apple: Play News sarà un’edicola virtuale con le notizie del momento in evidenza, dal funzionamento a quanto sembra non dissimile da Newsstand, un servizio analogio di Cupertino. Intanto, è iniziato l’esodo degli utenti verso altri servizi di lettura news, per sostituire Reader, che non sarà più attivo dal prossimo luglio. E a beneficiarne sembra essere soprattutto Feedly.

Oltre 500mila nuovi utenti in 48 ore per il servizio di raccolta feed Rss simile a quello di Mountain View. Ancora non orfani e già molto delusi dalla scelta di Google, gli utenti non hanno perso tempo. Contestualmente alle proteste e petizioni online, la prima su Change.org ha superato 126mila firme virtuali, da subito si sono lanciati nella corsa all’alternativa migliore. Feedly era fra i più quotati e ha accolto a braccia aperte gli esuli di Reader. Il sito, al pari di altri in rete, consente di aggiornarsi ricevendo automaticamente notifica tramite ‘feed’ Rss di notizie e altri contenuti quando questi vengono pubblicati su siti e portali, senza doverli controllare di continuo. Il ‘boom’ di nuovi utenti non ha trovato Feedly impreparato: sul proprio blog si è impegnato a prendere in considerazione i consigli dei nuovi arrivati, ad aggiungere nuove funzionalità e ha annunciato di aver aumentato non solo i propri server ma anche – e di dieci volte – l’ampiezza di banda di connessione.

Complice della migrazione record il fatto che il passaggio da Google Reader sia molto semplice: chi accede a Feedly finchè Reader sarà attivo può scegliere di registrarsi attraverso l’account di Google Reader importando automaticamente tutti i propri feed Rss e loro organizzazione. Soluzione veloce non solo per il web sui browser Chrome, Safari, Firefox, ma anche per le applicazioni per Android e iOS: per tutte le piattaforme la sincronizzazione dei dati è in tempo reale. Graficamente Feedly è molto simile a Reader ma consente più modi di visualizzazione delle notizie – anche come magazine ricordando molto l’app di Flipboard – e integra più di un’opzione per condividere i contenuti, da Facebook a Evernote. Proprio Evernote poi sembra essere il prossimo bersaglio di Big G, con un servizio chiamato “Keep”, apparso brevemente sul web, forse per errore, che servirà proprio a conservare note e appunti.

Twitter adesso il cinguettio è musicale!

music- tuttacronaca- twitter-itunes

Cinguettii ritmati a breve su Twitter. Presto con Twitter si ‘cinguettera« non solo virtualmente ma anche con i brani preferiti: secondo indiscrezioni online, infatti, il microblog è pronto a lanciare entro marzo un’applicazione ad hoc per la musica per i suoi quasi 500 milioni di utenti nel mondo. Twitter Music, questo sarebbe il nome, secondo quanto riportato dal sito specializzato Cnet si avvarrà della collaborazione di SoundCloud, servizio di condivisione musica che distribuirà sull’app i contenuti via streaming. La novità segue la recente acquisizione della piattaforma ‘We Are Hunted’ e consisterebbe in un programma musicale che consente agli utenti di seguire artisti e canzoni preferite, ascoltarle, condividere gusti, ricevere consigli dalla platea online.
Dopo poche ore dall’annuncio-scoop di Cnet, tra l’altro, ‘We Are Hunted’ è diventato improvvisamente »non disponibile«. Nessuna delle due società ha finora commentato la notizia. L’app potrebbe essere utilizzata anche da chi non ha un account Twitter, elemento che potrebbe ulteriormente incrementare la potenziale platea di cinguettatori, ed essere in un primo momento su piattaforma iOS. Al momento l’unica integrazione prevista è quella con SoundClound e non con altri, pur popolari servizi streaming di musica come Spotify. Quest’ultimo, forte di un catalogo di 20 milioni brani, è da poco sbarcato anche in Italia e non è il solo. Ha appena debuttato nel nostro Paese Rdio, con 18 milioni di brani a disposizione e meccanismo simile. Anche l’integrazione social è sempre più pervasiva nel campo della musica: da poco Facebook ha rinnovato la sua timeline inserendo nel nuovo ‘feed’ di notizie una sezione Musica.

RIOT, quando il gioco si fa duro!

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Se non vi siete trovati nel “posto giusto” al “momento giusto” nessuna paura arriva Riot. Potrete prendere parte agli scontri  in piazza Tahrir, in Egitto, o al violento degenerare della manifestazione degli “indignati”, che mise a ferro e fuoco Roma nell’ottobre 2011. Scontri e ancora scontri attendono solo voi!  Una start-up italiana, infatti, è al lavoro su un videogame per smartphone, chiamato Riot (“Rivolta”), che permetterà agli utenti di vestire i panni dei protestanti o delle forze dell’ordine in accese guerriglie urbane che si ispirano ai fatti realmente avvenuti in Egitto e nel nostro paese.

Capo del progetto un 26enne regista di Firenze, Leonard Menchiari, che ha ideato il gioco non solo a scopo ludico, ma come strumento per provare a capire che cosa si provi nelle condizioni critiche determinate da tali scontri: “In Riot igiocatori sperimenteranno i due lati di una battaglia che non ha vinti nè vincitori”. Il denaro raccolto attraverso il videogame, inoltre, servirà per viaggiare in Europa ed Egitto per documentare in tempo reale i futuri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Per realizzare il progetto Menchiari si è affidato a una piattaforma di crowdfunding, IndieGoGo, attraverso cui ha già raccolto (e superato) la somma prefissata: 15mila dollari. Ai “donatori” che hanno versato almeno 5$ andrà una copia del gioco per iOS o Android. “Vivendo in un paese che sta affondando per il debito e la corruzione – si legge sulla pagina web dedicata al gioco – è praticamente impossibile trovare fondi in Italia per dare vita al gioco, e quindi vi chiediamo aiuto”.

Il gioco sicuramente avrà successo, ma possiamo anche pensare se è etico prima di mandarlo in comemrcio e istigare alla violenza? Poi piangeremo qualche morto, nella vita reale  a causa di una realtà virtuale troppo aggressiva?  Ma il comemrcio si sa, è senza scrupoli! Meglio piangere poi, che prevenire ora!

Smartphone e Firefox… un matrimonio perfetto!

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Firefox arriva sugli Smartphone e spera di bissare il successo come nel 2004. Firefox infatti si sostituì a Explorer  diventando il leader dei bowser Internet in pochissimo tempo. Jay Sullivan, vice presidente Prodotti di Mozilla afferma: «Quando Firefox è arrivato sul mercato dei browser lo ha cambiato offrendo una scelta che ha favorito l’innovazione. Pensavamo che fosse necessario una situazione simile nel mondo mobile e siamo convinti che possa essere una gran cosa avere un’alternativa aperta alle piattaforme IOS e Android». L’annuncio al Mobile World Congress di Barcellona della discesa in campo di Firefox OS avviene alla presenza di ben 14 partner, tra cui Telecom Italia.
A Barcellona Mozilla presenta anche l’ultima versione del browser Firefox per Android (quello per IOS non ci può essere a causa delle restrizioni tecniche imposte da Apple) e le ultime novità del Firefox Marketplace, il negozio online di applicazioni per il mobile basate sull’HTML5, sul cui sviluppo e successo Sullivan è più che ottimista. «Il web è realmente l’unico ecosistema che rimane e molti sviluppatori di applicazioni per Android e IOS usano l’HTML5. Noi non facciamo altro che raccogliere tutto ciò e trasformarlo in apps, dando la possibilità agli utenti di scoprirle e implementando anche un sistema di pagamento per alcune di esse. Il nostro è un modello aperto e pensiamo che ci potranno essere anche altri marketplace di app basate su HTML5 che potranno essere utilizzate con il nostro Firefox OS».

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