Non voleva farsi interrogare: 13enne scappa e cade dalla finestra

interrogare-tuttacronacaCosa non fa fare la paura dell’interrogazione! Una 13enne, studentessa di una scuola media di Vigevano, in provincia di Pavia, ha cercato di calarsi da una finestra per fuggire da scuola prima di entrare in aula. La ragazzina, appesa al cornicione a un’altezza di circa 5 metri, ha cercato di saltare su un muretto alto circa 3 metri ma le braccia non l’hanno retta ed è caduta a terra riportando una slogatura a un piede. Risultato, una slogatura a un piede. In un primo momento i carabinieri pensavano che la 13enne avesse tentato il suicidio ma poi si è scoperto che la studentessa stava fuggendo da un’interrogazione programmata che non voleva sostenere: una “bravata” insomma.

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Quei passeggeri fatti scendere dal bus per un litigio con l’ex

bus_roma-tuttacronacaDue giorni fa un autista di bus aveva fermato il suo mezzo, dal quale era sceso per effettuare una telefonata durante la quale ha gridato alla sua ex “mi hai rovinato la vita, tu e le tue richieste, lo vuoi capire che non c’ho più una lira?”, solo per poi far scendere tutti i passeggeri e riportare l’autobus al deposito. Mario (nome di fantasia), che ha continuato a piangere per tutto il giorno, cercando di nascondere la sua disperazione mentre singhiozzava una volta arrivato al deposito degli autobus, ha ripetuto ai suoi colleghi: “Scusate, scusate per quello che ho fatto, ho perso la testa”. Di lui, dicono che è un ragazzone “tranquillo, che non ha mai avuto intemperanze, un autista dell’Atac da anni, un padre, un marito separato disperato”. Lui stesso parla di disperazione: “Ho paura di perdere il lavoro, sarebbe una tragedia” dice l’autista, separato, con problemi economici, per quello stipendio quasi dimezzato dalle richieste della ex, mentre i colleghi parlano dei “turni stressanti, delle ferie non date, dei problemi personali che sommandosi alle condizioni di lavoro estreme portano a gesti irruenti come quelli di cui si è reso protagonista Mario” che non avrebbe avuto segnalazioni nella sua carriera per comportamenti “strani o violenti”. Chiede scusa, ma resta il fatto che ha interrotto il servizio pubblico alla presenza di testimoni e che dei passeggeri hanno dovuto trovare mezzi alternativi per giungere a destinazione. Ora, come spiega il Messaggero, “L’Atac è a caccia dell’identità dell’autista ribelle. Ad aiutare la commissione d’inchiesta dell’azienda il sistema di rilevamento satellitare delle vetture che dovrebbe segnalare lo stop forzato e non giustificato del mezzo. Visti la denuncia dei testimoni, l’orario esatto segnalato, si dovrebbe risalire ai turni assegnati e quindi a Mario. L’indagine interna è scattata due giorni fa. «È un episodio non banale che non possiamo sottovalutare e come tale avrà una risposta importante – spiega Vincenzo Saccà, direttore comunicazioni e relazioni esterne Atac – una volta identificato l’autista vogliamo capire il perché di quel gesto, ci facciamo carico di lui e della situazione critica che ha creato ai danni dei passeggeri». Mario rischia un procedimento disciplinare che potrebbe portare a 10 giorni di sospensione dal lavoro fino a conseguenze ben più gravi.”

Litiga al cellulare, fa scendere i passeggeri e va via con il bus! Scandalo a Roma

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Ormai il servizio pubblico di Roma sta collassando e l’ultimo episodio è da impallidire. Un autista atac ha, durante uan normale corsa, accostato l’autobus, è sceso dal mezzo e ha iniziato una drammatica telefonata, probabilmente con una donna con la quale stava litigando, che è durata diversi minuti. I passeggeri sono rimasti così in balia dell’autista che, nell’orario di lavoro, effettuava telefonate private. Quando la telefonata si è conclusa l’autista è salito sul mezzo e ha ordinato a tutti di scendere,q uindi ha richiuso gli sportelli  e ha inserito sul display la scritta “Deposito” ed è sfrecciato via. L’episodio si è verificato questa mattina a Monteverde Vecchio, sulla discesa di via Dandolo, linea 44. L’episodio è stato riferito dai passeggeri, che alle otto del mattino si sono ritrovati in mezzo alla strada ad aspettare la corsa successiva, costretti ad arrivare in ritardo al lavoro o a scuola.

«Lo abbiamo visto spegnere il motore e telefonare» racconta Alice, una delle vittime dell’autista disperato. «Da quello che abbiamo sentito si intuiva che dall’altra parte del telefono c’era una donna, una ex moglie immagino. Gridava: “Mi hai rovinato la vita. Vaff*****o tu e le tue richieste, lo vuoi capire che non ciò una lira?” e giù insulti. Quando è tornato sull’autobus stava piangendo. Ci ha urlato “Scendete subito, brutti st****i”. Siamo scesi». L’autobus era pieno, a occhio si potevano contare una cinquantina di passeggeri. Nessuno ha osato opporsi alla furia del conducente: uno alla volta sono scesi tutti e infine hanno guardato il loro 44 allontanarsi in direzione viale Trastevere. Qualcuno ha chiamato un taxi, gli altri si sono pazientemente messi in attesa alla fermata di via Dandolo. Qualcuno ha comunque dato atto all’autista di non aver parlato al telefono mentre guidava.

Sul fatto è immediatamente intervenuto Bordoni di FI «In seguito alla notizia riportata da il messaggero.it sul conducente che questa mattina in via Dandolo a Monteverde Vecchio ha fatto scendere i passeggeri ed è ripartito inserendo sul display la scritta “Deposito” e abbandonando gli utenti sul marciapiede» il consigliere capitolino di Forza Italia Davide Bordoni ha disposto un’interrogazione urgente al sindaco per avere spiegazioni sull’accaduto e chiedere che l’azienda prenda provvedimenti adeguati.

«L’episodio di questa mattina – ha detto Bordoni – è estremamente grave e nonostante tutte le ragioni personali che abbiano potuto spingere il dipendente a compierlo, francamente non si capisce il motivo di un gesto che rimane incomprensibile e altamente non professionale. Spero che l’azienda prenda provvedimenti perché il compito di chi lavora al servizio dei cittadini è quello di garantire sempre e comunque professionalità e qualità nel lavoro che svolge», dice Bordoni.

Ma anche  Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio, è intervenuto sull’episodio:

«Quanto denunciato dal Messaggero.it è incredibile: presenteremo un’interrogazione al sindaco per fare chiarezza sull’episodio» e poi ha aggiunto: «Non vorremmo che un caso isolato finisse per gettare discredito sul lavoro prezioso e faticoso di tanti autisti. Al di là di quello che sembra, non tutto il personale di Atac si comporta come se i mezzi pubblici fossero di loro proprietà», aggiunge. «Ciò non toglie – conclude Onorato – che se corrispondesse al vero quanto raccontato dai passeggeri, l’azienda dovrà prendere provvedimenti esemplari».

Ridistribuite le deleghe della Idem

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Dopo le dimissioni della ministra sono state ridistribuite le deleghe della Idem: pari opportunità al viceministro del Lavoro, Cecilia Guerra, politiche giovanili a Kyenge, sport a Delrio. Dovremo attenderci nuove ripercussioni per la decisione di affidare le politiche giovanili alla Kyenge o si potrà fare silenzio e iniziare a lavorare?

La Germania difende la Idem?

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Le dimissioni di Josefa Idem vengono difese dalla Germania? Se la stampa tedesca è sempre pronta a “picchiare duro” sull’Italia, questa volta sembra prendere le distanze e non giudicare le dimissioni della Idem. La notizia, su gran parte della stampa, viene data senza enfatizzare il carattere negativo dell’intera vicenda, anzi su alcuni giornali si accusa anche il carattere razzista e sessista dei commenti polemici rivolti alla ministra.

Sicuramente il commento di Borghezio come sempre era fuori luogo e sopra le righe, ma non può essere riportato dai media tedeschi come esempio su una polemica che si è innescata a fronte di una irregolarità fiscale in un periodo drammatico che sta attraversando l’Italia, in cui ai cittadini viene chiesto l’ennesimo sforzo economico, con una tassazione eccessiva e invece, sembrerebbe, che c’è chi riesce a eludere anche l’Ici e l’Imu.

Perché la Germania non è pronta a condannare determinati comportamenti se continua a dire che gli stati membri devono fare i compiti? L’Italia non ha forse fatto i propri compiti mandando a casa la Idem?

IDEM si è DIMESSA!

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Dimissioni! Nel giorno della sentenza di Silvio Berlusconi non poteva essere altrimenti. Josefa Idem lascia l’esecutivo dopo essere stata investita dallo scandalo dell’Ici, della palestra e dei contributi pagati dal comune. Nonostante la ministra avesse espresso più volte la volontà di “riparare la situazione”, ma non dimettersi alla fine dell’incontro con il Premier è stata costretta a sciogliere ogni riserva e a lasciare vacante la sede del Ministero per lo Sport, le Pari opportunità e le politiche giovanili. D’altra parte lo aveva ripetuto Letta “non facciamo sue pesi e due misure”, se Silvio Berlusconi fosse stato condannato (come poi è avvenuto), la Idem era pressoché certo che si sarebbe dimessa. D’altra parte in Germania ci sarebbe stato il minimo dubbio sulle sue dimissioni? Lei stessa ha spiegato: “Ho voluto condividere con il premier le mie dimissioni. Avevo già deciso da giorni di fare questa mossa, dopo le accuse e gli insulti che ho ricevuto”. Aggiungendo poi: “Come ministro – ha continuato – ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del ‘gioco’. La ‘persona’ Josefa Idem già da giorni invece si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti”.

Idem “mi stanno massacrando”

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Ieri Letta aveva parlato in tv da Lucia Annunziata sul caso Idem e aveva usato parole decise sulla vicenda: “Parleremo e poi decideremo insieme”, “Dobbiamo essere garantisti e garantire opportunità e rispetto delle regole” e “Nessun doppio standard”. Ma intanto arrivano le dichiarazioni della Idem: “Vorrei che qualcuno mi credesse. Non ho bisogno di una poltrona. Porterò le carte ad Enrico Letta, gli spiegherò bene come sono andate le cose e poi aspetterò che lui si faccia la sua opinione” e poi ha aggiunto  “Mi stanno massacrando, questa vicenda è assurda. Esigo che mi si creda perché tutto è spiegato… Non sono furbetta, ho sbagliato ma ho chiesto scusa”. Per la Idem “c’e’ un clima di linciaggio, ma lascerò decidere a lui”.

 Ma ha ragione il ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili a sottolineare che la “vicenda è assurda”  ? Comunque si è passati da un “non mi dimetto” a “decideremo insieme”… Per fortuna che un premier può ancora decidere se rinnovare o revocare la fiducia a un ministro!

Scoppia il caso Idem… lunedì la decisione sulle dimissioni

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Forse siamo arrivati all’ultima pagaiata per Josefa Idem, travolta dallo scandalo per la vicenda Ici non pagata nella casa-palestra. Anche il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, del Pd, sul proprio profilo Facebook Rossi ha scritto: ”Della ministra Idem non convince soprattutto la frase ‘non lascio’. Avrebbe dovuto dire ‘penso di essere onesta, ma rimetto il mio mandato nelle mani del Presidente del Consiglio. Sta a lui decidere’. In politica si fa così”.

Anche la ex campionessa di salto in lungo Fiona May si è detta un po’ sorpresa dalla vicenda e ha aggiunto “bisognerà valutare la gravità dei fatti che le sono contestati. Posso dire che, se si tratta di una cosa grave, è giusto che lasci la carica di ministro. Josefa è abbastanza intelligente, può capire se sia o meno il caso di proseguire la sua avventura nel Governo. Lei è un simbolo per le donne, non solo delle sportive, e saprà sicuramente cosa fare. In ogni caso, questa storia mi lascia senza parole. Sport a parte, ognuno di noi nella vita deve sempre comportarsi correttamente.” poi ha concluso “Se mi dimetterei al suo posto? Certo che si: non avrei alcun dubbio.”

Ma anche Letta, intervistato dall’Annunziata, sembra perseguire la linea dura: “Domani pomeriggio incontrerò la ministra” e “insieme decideremo cosa fare”, ha detto. “Voglio vedere tutte le carte, dobbiamo essere garantisti e in grado di garantire che l’opportunità e il rispetto delle regole siano un elemento chiave del nostro governo”, ha sottolineato. “Nessun doppio standard”, ha concluso.

Josefa Idem e quei contributi pensionistici pagati dal Comune

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In conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro delle Pari opportunità Josefa Idem ha oggi dichiarato: “Non sono una cittadina infallibile, ma sono una cittadina onesta e non permetterò a nessuno di dubitarne. E’ mia intenzione continuare a impegnarmi per il bene del paese”. Ha quindi respinto ogni ipotesi di dimissioni. Ma intanto hanno preso avvio le verifiche della procura di Ravenna sulle carte che il Comune, attraverso la polizia municipale, ha trasmesso ieri al palazzo di giustizia di Ravenna sulla casa-palestra e il pagamento dell’Imu del ministro dello sport Josefa Idem. Ma se questo non bastasse, a riprova che non c’è due senza tre, è scoppiata un’altra grana, questa volta relativa ai contributi pensionistici, che rischia di complicare ulteriormente la sua posizione. A “svelare” questa nuova pecca dell’ex campionessa, è stato Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione che ha dichiarato che nel 2006, prima della sua nomina come assessore allo sport, sarebbe stata ‘virtualmente’ assunta dall’associazione Kajak, alla cui presidenza c’è marito Guglielmo Guerrini, con lo scopo, stando al consigliere, di addebitare al Comune gli oneri previdenziali. Infatti il Comune paga gli oneri previdenziali agli assessori che, per svolgere la propria funzione, si mettono in aspettativa dal proprio lavoro dipendente. Quindi Ancisi ipotizza che il rapporto di lavoro fosse “fittizio e strumentale”: la Idem è stata infatti la prima e unica dipendente dell’associazione, e le ha versato i contributi solo per dieci giornate lavorative. Dopodichè, con l’aspettativa, per gli undici mesi in cui la Idem ha svolto il suo ruolo di assessore, gli oneri sono stati addebitati al Comune che ha versato una somma di 8.642 euro. Poi, del rapporto di lavoro con l’associazione, più nessuna traccia.

Catena umana: tanti “mi piace” in Facebook, pochi in piazza

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Ci si aspettava arrivassero in oltre 20mila alla manifestazione di Catena Umana in Piazza del Popolo, a Roma. Ma sembra solo in pochissimi abbiano risposto all’appello pubblicato in Facebook:

Chiedere all’attuale Governo di dare la massima priorità e provvedere urgentemente (e non in 18 mesi) alla MODIFICA COSTITUZIONALE PER ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO E TRASFORMAZIONE DEL SENATO IN CAMERA DELLE REGIONI CON ANNESSI COMPITI ANCHE REGIONALI (e conseguente eliminazione delle provincie). Quindi, la MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE volta al ripristino delle preferenze, nonché a stabilire la presenza di due grandi poli (stile USA), con RIDUZIONE del 50% dei parlamentari ALLA CAMERA DEI DEPUTATI e l’introduzione del Referendum propositivo.
Ovviamente, completate queste riforme propedeutiche, ci aspettiamo che Governo e Capo di Stato si ritengano dimissionari ed indicano nuove elezioni.

Alcuni dei presenti hanno la tenda sulle spalle, pronti a trascorrere intere giornate protestando: “Abbiamo i permessi della Questura fino a domenica” spiega il portavoce Lorenzo Pupeschi. Questo perchè, ora che Costituzione e Diritti umani sono stati violati, l’unica soluzione è l’uscita dall’euro. Ma non solo, vogliono anche la “nazionalizzazione delle banche”. Il portavoce continua a spiegare: “Non siamo gli unici a dirlo. L’ha ribadito anche Vittorio Feltri a Piazza Pulita l’altro giorno. Lì però rientrano i giochi di Silvio Berlusconi che prende le distanze dall’Europa. Ci sono trattati internazionali che non si possono sottoporre a referendum abrogativo”. Ma è tutto scritto sulla Costituzione (art.75 ndr). “Esattamente poiché questi trattati non sono stati votati da nessuna assemblea legittimata dal popolo”. “Le faccio un esempio sulla sovranità monetaria. Se lo Stato stampasse i soldi necessari alle imprese questi problemi non ci sarebbero più. invece dobbiamo andare di tasse, sacrifici”. I presenti non si sentono rappresentati politicamente e “Sicuramente il MoVimento è stata una grande speranza, un voto di protesta, ma il cambiamento non è stato fatto. Grillo ha detto che ad Ottobre ci saranno le macerie. Grillo può permettersi di aspettare, il popolo no”. Ma il popolo non si è visto, sono ancora in pochi, nonostante si speri “nei cittadini che scendano veramente in piazza”. Ma non si perde la speranza. “Noi aspettiamo, su Fb c’era una larga adesione. Oggi la gente lavora”. Si va avanti dunque, aspettando se chi ha cliccato il “mi piace” arriverà.

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Borghezio attacca il ministro Josefa Idem a Klauscondicio

borghezio-idem

L’europarlamentare della Lega Mario Borghezio è stato intervistato da Klaus Davi a Klauscondicio ed ha parlato della vicenda in cui è coinvolta il ministro Josefa Idem. Il politico ha affermato “Non auguro la galera, ma la gogna certamente». E continua: “Io non ce l’ho con la signora Kyenge, ce l’ho invece contro questa ministra Idem. Forse le vere pu****e non sono quelle che esercitano la professione, sono quelle piene di ipocrisia, politicamente parlando, che dicono una cosa e ne fanno un’altra. Forse le vere pu****e sono certi personaggi, donne ma anche uomini, che prostituiscono la funzione di servizio che chi ha uno stipendio pubblico dovrebbe sentire di avere nei confronti dell’azienda che li paga, dell’istituzione che gli da anche degli onori e dei piccoli privilegi o dei grandi privilegi”. E ancora: “Siamo di fronte a un personaggio che è stato testimonial del nostro Ministero delle Finanze, della campagna per gli adempimenti fiscali e la prima a non adempiere è proprio la signora Idem”.

Renzi vuole “farlo davvero, questo benedetto Pd” e mira alla segreteria

renzi

Matteo Renzi ormai è pronto, come dichiara in un’intervista al Foglio: “Vorrei candidarmi alla segreteria perché ci tengo davvero al Pd e sono sicuro che è solo con un partito innovativo, leggero, scattante, agile, e per questo non fragile, che possiamo cambiare l’Italia, imporre un bipolarismo di fatto, conquistare gli elettori degli altri partiti e dare una mano al governo, con lealtà ma senza piaggeria: preparandoci come è giusto che sia all’appuntamento con le prossime elezioni smettendola di smacchiare i giaguari, smettendola di farci dettare l’agenda dai nostri avversari, smettendola – che palle! – di farci governare dalle correnti e cominciando a farlo davvero, questo benedetto Pd”. Il sindaco di Firenze spiega poi: “Io sono pronto, sto già lavorando, ho un piano, sto preparando un documento, e mi affascina l’idea di poter fare nel Pd quello che Tony Blair fece nel 1994 con il New Labour”. Tuttavia “non voglio farlo a tutte le condizioni, il segretario; e non voglio che qualcuno pensi che soffra di ansia da posizionamento, che stia lì a brigare e a tramare per voler fare chissà che cosa, e che mi sia rotto le scatole di fare il sindaco e che non sappia stare senza un incarico nazionale importante”. Renzi tiene anche a dare una rassicurazione: “Questa volta non mi faccio fregare: se non mi fregano con le regole, e se non provano a restringere la partecipazione come hanno fatto con ottima lungimiranza in altre occasioni, io ci sono; se vogliono fregarmi, se vogliono mettermi i bastoni in mezzo alle ruote, se vogliono continuare a far rimanere il Pd ostaggio delle correnti e se vogliono trasformare le primarie in una specie di Renzi contro il resto del mondo, non so se ne vale la pena”.

Josefa Idem verso le dimissioni?

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Enrico Letta si fida di Josefa Idem, che ha ammesso che sono emerse alcune irregolarità nei pagamenti di Ici e Imu, ed è lo stesso premier ad assicurare: “Faccio fiducia su quello che ha detto il ministro Idem ieri”. Con lui si schiera dalla parte dell’ex atleta anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando: “Non penso si debba dimettere – dichiara – saprà spiegare le ragioni del comportamento che le viene contestato”. Ma ci sono i magistrati di Ravenna determinati a far luce sulla vicenda: “La Procura è molto interessata al caso e attende le carte”. E infatti si seguono con attenzione gli sviluppi della vicenda per capire se si possa configurare anche un’ipotesi di reato. La pista da seguire potrebbe essere in particolare quella dell’abuso edilizio. “Se non arriva qualcosa a breve lo andremo a chiedere noi. La Procura si attiverà a brevissimo per verificare se si sono commessi reati”. Ma il grande interesse è sulla scena politica, con i partiti d’opposizione pronti ad accender la miccia. La Lega Nord ha già presentato una mozione di sfiducia sia alla Camera sia al Senato. Se “fosse successo in Germania – dichiara Roberto Maroni – la ministra sarebbe già stata licenziata: siamo in Italia, quindi serve una spintarella, una mozione di sfiducia. Mi sembra veramente incredibile che, come è successo, uno predica bene e razzola male. Poi si cade sulla buccia di banana”. Della stessa opinione anche Crosetto di Fratelli d’Italia e la collega Meloni. Gabriella Gianmarco, invece, se la prende con Enrico Letta: “Assurdo che il premier abbia deciso per un’intervista di revocare al sottosegretario la delega alle Pari Opportunità mentre sulla spiacevole vicenda del ministro Idem, il Presidente del Consiglio non abbia sentito il dovere di proferire nemmeno una parola di censura. Mi sembra una differenza di trattamento davvero inaccettabile. La comoda logica dei due pesi e delle due misure, a seconda dell’appartenenza politica, continua purtroppo a caratterizzare la sinistra”. Ma stando a Pasquale Laurito, come si legge nella sua nota politica, “il ministro Josefa Idem starebbe seriamente valutando di dimettersi in seguito alle polemiche per la sua palestra e l’Ici”. E aggiunge:  “Le fonti ufficiali affermano che non si arrivera’ all’uscita dal governo, ma il primo indizio concreto e’ arrivato oggi dalla mancata presenza del ministro in commissione Giustizia dove era attesa per una audizione”. In Germania, continua la Velina citando il leghista Buonanno, “paese di origine del ministro, per molto meno i ministri si dimettono, tanto piu’ da un governo che non riesce a trovare le risorse necessarie proprio ad abolire l’Imu sulla prima casa”.

I guai di Josefa Idem tra case e palestra abusiva

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Il ministro delle Pari Opportunità Josefa Idem Idem avrebbe dei conti in sospeso per quanto riguarda il pagamento dell’Ici, con una palestra censita come abitazione e lavori di ristrutturazione irregolari, lo riporta un’inchiesta del Fatto Quotidiano già anticipata da La Voce di Romagna. Il periodo incriminato andrebbe  dal 2008 al 2011, quando l’ex campionessa risultava residente in via Carraia Bezzi nella frazione di Santerno a Ravenna, mentre marito e figli erano residenti  in via Argine Destro Lamone, una strada poco distante. Il 4 febbraio di quest’anno, il ministro ha chiesto il cambio di residenza raggiungendo così la famiglia. Due abitazioni dunque, ma nessuna seconda casa. Stando ai documenti del Comune pubblicati dal Fatto Quotidiano, “con riferimento all’Ici risulta che i contribuenti hanno considerato abitazione principale sia il fabbricato di Carraia Bezzi che il fabbricato di Argine Destro Lamone, e conseguentemente non hanno corrisposto l’Ici per gli anni 2008 al 2011, fruendo dell’esenzione prevista per legge”. Arriva quindi il 5 giugno 2013, data in cui l’edificio di via Bezzi è diventato “altra bitazione” la Idem ha corrisposto le tasse arretrate con “un versamento a titolo di ravvedimento operoso”. Ma c’è anche una seconda irregolarità, che interessa la Jajo gym, la palestra della Idem: risulta coincidere con la residenza del ministro di via Bezzi. Il locale, aperto al pubblico, è un’associazione dilettantistica ma censito come abitazione. In questo spazio sarebbero stati effettuati lavori di ristrutturazione senza alcuna autorizzazione. Il capogruppo grillino Nicola Morra depositerà oggi un’interrogazione che potrebbe portare anche alle dimissioni di Josefa Idem, anche se Fabrizio Matteucci, del Pd, si è già schierato in difesa del ministro spiegando: “Gli accertamenti erano già stati autonomamente avviati dagli uffici competenti” ma “non vengono divulgati perché, come in tutti i casi simili, l’azione dell’Amministrazione e degli uffici competenti è ispirata ai principi dell’imparzialità e dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”.

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