Boschi nel mirino: tra l’imitazione e le dimissioni dei sottosegretari

maria_elena_boschi-tuttacronacaDopo le dimissioni di Antonio Gentile e un’interrogazione del Movimento 5 Stelle che chiede delucidazioni sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosgretario alla cultura, Maria Elena Boschi, ministro delle riforme e dei rapporti col Parlamento risponde in Aula: “Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia”. Boschi ricorda anche che il procedimento che riguarda la Barracciu è alle fasi iniziali e spiega: “L’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela degli indagati per esercitare i diritti di difesa, non è un’anticipazione di condanna”. “All’esito del procedimento il governo valuterà se chiedere le dimissioni del sottosegretario”, aggiunge la ministra.”Il sottosegretario Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza polita ed amministrativa arricchita anche dall’esperienza al Parlamento europeo: fattori che le consentiranno di dare un contributo al governo”.

Ma intanto la neo ministra è già stata “ripresa” da Virginia Raffaele:

La trasmissione di ieri di Ballarò è iniziata ieri con l’imitazione, da parte di Virginia Raffaele, della ministra Boschi e mostra l’intervista nello studio del Ministero. “Ministro, come pensa di risolvere i problemi del Paese?”: la Boschi-Raffaele ripete meccanicamente una sfilza di proposte di riforme, del tutto uguali a quelle elencate da Renzi in ogni occasione (non a caso sul web la ministra è soprannominata “Renzie girl”). Ma alla domanda “E dove intendete reperire le risorse per fare tutto ciò?”, la Boschi-Raffaele si blocca e parte uno stacchetto in cui lei ammicca in favore di telecamera, con il vento tra i capelli e musica anni 80 in sottofondo. Così per tre volte, finché non scompare come una vera diva. Come sottolinea l’HuffPost, l’imitazione arriva dopo che le ministre del Governo Renzi hanno preteso di essere giudicate per i loro meriti politici piuttosto che per il loro aspetto, in seguito alcaso mediatico dell’inviato de “Le Iene” Enrico Lucci, accusato di aver rivolto alla ministra battute sessiste. La deputata Pd Alessandra Moretti aveva dichiarato in proposito: “È una settimana che si è insediato il nuovo Governo, eppure l’attenzione di alcuni media sembra concentrarsi unicamente sui dettagli fisici delle neoministre”. Subito su Twitter si sono riversati i commenti di telespettatori e utenti entusiasti dell’imitazione della Raffaele e polemici per la presunta “doppia” morale con cui sarebbero stati trattati lo sketch di Ballarò, da una parte, e il servizio delle Iene, dall’altra.

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Marco Travaglio e il governo “La Qualunque”

travaglio-governo-laqualunque-tuttacronacaE’ Marco Travaglio a mettere sotto la lente d’ingrandimento, dalle colonne del Fatto Quotidiano, il “caso Gentile”, che ieri ha rinunciato all’incarico da sottosegretario del governo Renzi. Il giornalista sottolinea come il politico avesse ragione a dire “Io sono trasparente”, perchè tutto “era chiaro e lampante”. A partire da chi è passando per quello che ha fatto al quotidiano L’Ora della Calabria. Ma per Travaglio era anche chiaro il motivo della sua nomina da parte di Alfano e, soprattutto, perchè il nuovo premier non potesse cacciarlo.

Il nostro eroe è un ex craxiano poi berlusconiano ora alfaniano che controlla pacchetti di voti con i soliti metodi e ha sistemato l’intera famiglia nei posti pubblici che contano: il fratello Pino è assessore regionale ai Lavori pubblici; il fratello Raffaele è segretario della Uil; il fratello Claudio è alla Camera di commercio; il figlio Andrea è revisore dell’aeroporto di Lamezia e superconsulente dell’Asl (ora indagato per truffa, falso, abuso e associazione a delinquere: la notizia che non doveva uscire); la figlia Katya era vicesindaca di Cosenza, cacciata per una struttura affidata all’ex marito; la figlia Lory è stata assunta senza bando alla Fincalabra dallo stampatore che poi non ha stampato il giornale. Per tacere di nipoti e cugini, tutti piazzati fra l’Asl, la Camera di commercio e Sviluppo Italia. Al confronto Cetto La Qualunque è un dilettante.

A questo punto, il giornalista analizza “il ricatto bello e buono” che sarebbe in corso:

Se Epifani sedesse ancora in Largo del Nazareno e Letta a Palazzo Chigi, Renzi li avrebbe cannoneggiati come quando voleva cacciare Alfano e la Cancellieri (“Siamo su Scherzi a parte?”, “Come si fa a governare con Alfano?”, “Cambiamo verso”). Invece ora il segretario e il premier è lui, dunque ha mandato avanti il portavoce Guerini a dire che “Gentile l’ha indicato Alfano”: come se i sottosegretari non li nominasse il premier. Il guaio è che le pressioni di Tonino il Cinghiale per bloccare la notizia del figlio indagato erano proprio finalizzate a non pregiudicare la nomina a sottosegretario. Poi Renzi l’ha nominato lo stesso: non un plissè sullo scandalo del figlio indagato, né su quello del giornale silenziato. Tonino La Qualunque doveva diventare sottosegretario a ogni costo perché porta voti al governatore Scopelliti, che porta voti ad Alfano, che porta voti a Renzi. È tutto trasparente: un ricatto bello e buono che non finisce con la fuga del Cinghiale. Il premier che vuole “cambiare l’Italia” s’è messo nelle mani dei “diversamente berlusconiani” che in realtà sono come i berlusconiani, se non peggio (solo Scalfari può nobilitarli come “nuova destra repubblicana”).

Il problema del nuovo presidente del Consiglio, ora, è che anche lui dovrebbe dare una ripulita: nel suo governo ci sono infatti indagati del Pd:

Quagliariello difendeva il Cinghiale dalla “barbarie” perché “non è neanche indagato”. Cicchitto alludeva alle “pagliuzze e travi”, cioè agli indagati del Pd nel governo Renzi: Barracciu, Del Basso de Caro, Bubbico e De Filippo. Così l’Ncd, che di indagati non ne ha, dava pure lezioni di legalità a Renzi. Renzi è spregiudicato, ma non stupido: sapeva benissimo che Gentile non poteva restare e l’ha fatto sapere all’Ncd. Ma ha preferito che lo licenziasse Alfano, il quale adesso ha il coltello dalla parte del manico: come potrà Renzi tenersi la Barracciu e gli altri tre? L’effetto-domino innescato dall’uscita di Gentile non può che essere benefico. Ma non per Renzi: a meno che non decida di prendere in mano la situazione anziché subirla. Gli basterebbe fare un discorso onesto agli italiani: “Nell’esordio convulso del mio governo, ho gravemente sottovalutato la questione morale, aprendo le porte a gente che doveva restare fuori. Chi vuole cambiare l’Italia non può lasciare che il Sud sia rappresentato da personaggi accusati di abusare del loro potere con rimborsi gonfiati, familismi e clientele”. E accompagnare alla porta Lupi, i quattro inquisiti del Pd e gli imbarazzanti vice della Giustizia, Costa e Ferri. Se non lo farà, invierà al Paese un micidiale messaggio di gattopardismo, simile alla cinica e disperante metafora giolittiana: “Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo deve fare la gobba anche all’abito”. Ieri fra l’altro s’è scoperto che negli anni 80 Gentile era stato arrestato (e poi assolto) per una storia di fidi facili miliardari; e che il giudice che fece scattare le manette era Nicola Gratteri. Renzi ha rischiato di trovarseli tutti e due nel suo governo. Poi Napolitano ha levato tutti dall’imbarazzo: ubi inquisitus, magistratus cessat.

Gentile fa un passo indietro: lascia l’incarico di sottosegretario ai Trasporti

gentile-diissioni-tuttacronacaDopo le infinite polemiche di questi giorni, il neo sottosegretario ai Trasporti Antonio Gentile, ha deciso di lasciare il suo incarico. E’ stato lui stesso a comunicare la sua scelta inviando una lunga lettera al presidente del Consiglio Renzi e al presidente della Repubblica Napolitano, oltre che ad Angelino Alfano. Gentile fa una “riflessione amara” per quanto è accaduto a lui e spiega che tornerà a “fare politica nelle istituzioni, come segretario di presidenza, e nella mia regione come coordinatore aspettando che la magistratura smentisca definitivamente le illazioni di cui sono vittima”. Si legge nella missiva: “Lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l’acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell’esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito”. “Non ritornerò – prosegue – sui motivi pretestuosi e strumentali organizzati ad arte per ‘mascariare’ in modo indegno la mia persona, nonostante fossi immune da qualsiasi addebito di natura giudiziaria. Ciò che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda – sottolinea Gentile – l’ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell’attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria è tornato nel medievalismo più opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria”. E ancora: “Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico, che è incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poter esercitare il suo incarico. E’ una riflessione amara, ma reale, di un segmento dell’Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo”. “Nel mio caso, oltretutto, non bisogna nemmeno citare il garantismo, giacché non sono indagato di niente: eppure, sono divenuto carne da macello, per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione. Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura, con i suoi tempi che mi auguro siano più brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima. La riflessione che vi lascio – conclude Gentile – è, però, attuale e riguarda la necessità di riequilibrare un sistema la cui agibilità è messa a rischio da chi oltraggia la nostra Costituzione, ritenendola un orpello inutile e non, invece, il tempio di saggezza e di rispetto qual è”.

Tutti contro Gentile: “faccia un passo indietro o lo mandino via”

antonio-gentile-tuttacronacaDa quando è stato nominato a sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, Antonio Gentile è al centro della polemica e la situazione non accenna a cambiare. Anzi. Dopo che ieri Travaglio e Gramellini ne hanno invocato le dimissioni, oggi gran parte dei direttori delle principali testate chiedono un passo indietro. Il Fatto Quotidiano ha raccolto l’opinione di Ezio Mauro (Repubblica), Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Enrico Mentana (TgLa7), Roberto Napoletano (Sole24ore), Mario Calabresi (La Stampa). Cinque direttori e una sola posizione: Gentile è opportuno che se ne vada, che sia una scelta volontaria o imposta. Tutto è nato perchè l’esponente del Nuovo Centrodestra avrebbe bloccato l’uscita di un quotidiano locale calabrese, L’Ora della Calabria, per oscurare la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del figlio. Con una nomina tanto scomoda, il coordinatore della segreteria del Pd Lorenzo Guerini ha voluto mettere le cose in chiaro parlando a Repubblica: a volere la nomina di Gentile è stato Alfano. Quindi proprio il ministro degli Interni è tenuto a riflettere sui danni che può avere sulla coalizione. Certo è che Gentile sottosegretario non piace a molti anche dentro il Pd, soprattutto locale. Ieri dalla Calabria, paese di provenienza del politico nella bufera, sono arrivate forti spinte perché il neosottosegretario lasci la propria carica.

Il primo passo falso del governo Renzi: le due nomine imbarazzanti

problemi-renzi-tuttacronacaPasso falso per Matteo Renzi e il suo nuovo governo, nello stesso giorno in cui viene resa nota la lista di viceministri e sottosegretari, e si scopre che il ministro Lupi è indagato in Sardegna, impossibile non notare la nomina di Antonio Gentile (Ncd) a sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti e quella di Francesca Barracciu (Pd) alla cultura. Entrambi sono infatti coinvolti in vicende recentissime, impossibile che i collaboratori del premier non ne fossero a conoscenza. gentile-tuttacronacaCosì si legge sull’Huffington Post:

Il primo, Gentile, l’uomo di Angelino Alfano in Calabria, è toccato da una inchiesta sulla sanità calabrese ed è stato chiamato in causa nella censura del quotidiano L’Ora della Calabria. Questo ultimo fatto è accaduto nella notte tra il 18 e il 19 febbraio, quando dalla redazione del quotidiano diretto da Luciano Regolo vengono inviate le pagine alla tipografia per la stampa. In prima pagina una notizia clamorosa, in esclusiva: il figlio del senatore Antonio Gentile, Andrea, è indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione per delinquere. Il direttore Regolo dice di ricevere una telefonata dal tipografo che si propone come mediatore della famiglia Gentile: il giornale potrà uscire soltanto se epurato della notizia. Regolo naturalmente si rifiuta di eseguire l’ordine, ma il tipografo insiste e secondo le parole del direttore usa un linguaggio mafioso: “Attenzione perché quando il cinghiale viene ferito, poi ammazza tutti”.

Regolo riferisce che quste parole di minaccia sarebbero state usate anche con l’editore del quotidiano, Alfredo Citrigno, che comunque aveva già tentato di convincere Regolo a togliere quella news. La direzione però è irremovibile, e nella notte un improbabile incidente alle rotative impedisce che il quotidiano esca. La notizia è stata poi pubblicata lo stesso 19 febbraio nel sito online del quotidiano, mentre Regolo ha convocato una conferenza stampa per denunciare il brutto episodio, poi ripreso dalla stampa nazionale. Sul caso la Procura di Cosenza ha aperto un fascicolo, mentre Antonio Gentile ha respinto qualsiasi implicazione nell’episodio. E a quanto pare il neo premier non si è posto un problema di opportunità politica per sua presenza nel governo.

Quello del senatore calabrese non è l’unico nome fuori logo nella lista dei sottosegretari. Renzi infatti ha ripescato a sorpresa Francesca Barracciu (Pd), candidata alle regionali della Sardegna e poi costretta a fare marcia indietro perché coinvolta in una inchiesta sui fondi regionali sardi che ha portato lo scorso novembre all’arresto dell’ex capogruppo Pdl Mario Diana, del consigliere Carlo Sanjust (Pdl) e dell’imprenditore Riccardo Cogoni. Barracciu è accusata di peculato in una indagine che ha coinvolto quasi tutti i gruppi consigliari. Secondo gli inquirenti i fondi destinati ai gruppi sarebbero stati utilizzati a scopi personali.

Il ministro Lupi indagato in Sardegna

maurizio-lupi_indagato-tuttacronacaIl ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e l’attuale responsabile dell’autorità portuale di Olbia Fedele Sanciu risultano indagati dalla procura della Repubblica di tempio Pausania per concorso in abuso in atti d’ufficio. L’inchiesta riguarda la nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. L’indagine è scattata a seguito della nomina a commissario di Sanciu, ex senatore del Pdl. Quello che la procura vuole chiarire sono competenze e titoli accademici necessari per ricoprire l’incarico, anche dopo aver ricevuto un esposto, da un consigliere provinciale, che ha chiesto alla magistratura inquirente di verificare la congruità dei requisiti in relazione all’incarico assegnato. Come ricorda Repubblica, un fatto analogo era accaduto alcuni mesi fa, con una inchiesta avviata dalla Procura di Cagliari, per la nomina dell’ex senatore del Pdl Piergiorgio Massidda, al vertice del porto del capoluogo.

Dopo la sua decadenza per carenza di titoli era stato rinominato, ma come commissario straordinario del Porto, da Lupi dopo vari ricorsi al Tar da chi accampava maggiori diritti per quell’incarico. La parola finale il 29 gennaio l’ha posta il Consiglio di Stato respingendo la richiesta di sospensiva della sentenza che aveva estromesso Massidda dalla presidenza. Lupi lo aveva ricollocato commissario ed era scattata l’inchiesta del pm di Cagliari con l’accusa di abuso d’ufficio per il ministro verso il quale dovrebbe essere il tribunale dei ministri a procedere.

I medici non somministrano Stamina: “a tutela della nostra dignità”

Spedali_Civili-tuttacronacaNegli Spedali Civili di Brescia, nonostante il via libera alla somministrazione del metodo Stamina, le infusioni sono praticamente sospese. Sono nove i medici appartenenti al gruppo Internal Audit Stamina che hanno fatto un passo indietro “a tutela della nostra dignità personale” scrivendo al commissario Ezio Belleri e chiedendo “eventualmente di procedere ai trattamente Stamina su formale disposizione del legale rappresentante per ogni singolo caso ordinato dai giudici”. La risposta di Belleri non si è fatta attendere e il commissiaro ha detto che “provvederà a comunicare gli ordini dei giudici personalmente a ciascun operatore, rimettendo agli stessi di decidere, in scienza e coscienza, e sotto la propria responsabilità professionale, se procedere o meno all’effettuazione del trattamento. In caso di rifiuto, i pazienti interessati e i giudici che hanno emesso l’ordine verranno tempestivamente informati del fatto che l’azienda si trova nella impossibilità di proseguire i trattamenti in corso e di avviarne di nuovi”. A questo punto la somministrazione di Stamina a Brescia è in fase di stallo, e ci sono pochissime probabilità che possa riprendere.

Il pm accusato di concussione: “Pretendeva sesso dalla moglie di un accusato”

deceglie-tuttacronacaDonato Ceglie, pm simbolo della lotta all’ecomafia del casertano e che indaga da anni sui veleni nascosti sotto terra, pretendeva e otteneva sesso dalla moglie di un condannato. Sono questi i veleni con cui ora ha a che fare. E dallo scorso dicembre su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Barbara Sargenti di Roma. Le accuse sono di concussione e violenza sessuale, perché “induceva — si legge nell’atto — Maria Rosaria Granata, 46 anni, moglie di Gaetano Ferrentino, a instaurare e proseguire una relazione sentimentale che gli procurava indebitamente rapporti sessuali”. Abuso che sarebbe iniziato a Santa Maria Capua Vetere e proseguito anche dopo che Donato Ceglie, era il 2011, viene trasferito alla procura generale di Napoli. Accuse fermamente respinte dall’indagato, a cominciare da quella di violenza. Per la difesa, la relazione con la Granata sarebbe un evento successivo al rinvio a giudizio del marito.

Stamina: otto avvisi di garanzia a medici e manager. Vannoni indagato

stamina-tuttacronacaStando a quanto riporta La Repubblica, sarebbero in arrivo otto nuovi avvisi di garanzia nei confronti di medici degli Spedali Civili di Brescia e manager della Regione Lombardia che hanno facilitato l’ingresso nella struttura pubblica del metodo Stamina di Davide Vannoni. Il quotidiano riporta anche la denuncia al presidente di Stamina per esercizio abusivo della professione, e violazione della privacy, presentata a i Nas di Torino da Paola Neri Grazia, la mamma di Nicole, dopo la diffusione di un video della piccola su Youtube. Al vaglio della Procura di Torino ci sarebbero le posizioni di “Marcello Villanova, fisioterapista presso l’ospedale privato Nigrisoli (120 posti letto), autore di un paio di pubblicazioni sulla Sma”. E “Immacolata Florio, la pediatra che ha parlato della salute di alcuni bambini malati. Quindi Luca Merlino, dirigente della Regione Lombardia, tra i primi pazienti trattati da Stamina. E poi alcuni dirigenti medici degli Spedali Riuniti, Ermanna Derelli, direttrice sanitaria, Arnalda Lanfranchi, responsabile laboratorio, Carmen Terraroli, responsabile segreteria scientifica comitato etico, Gabriele Tomasoni, responsabile anestesia rianimazione, Fulvio Porta, oncologo pediatra”.

Presidente di banca indagato uccide la moglie e il figlio. Poi si toglie la vita

omicidio-suicidio-firenze-tuttacronacaIn un’abitazione a San Piero a Ponti, nel comune di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, sono stati rinvenuti tre cadaveri. Si tratta del 67enne Lamberto Albuzzani, presidente della Banca di Credito Cooperativo Area Pratese, della moglie 66enne Maria Bellini e del figlio Marco, 23 anni. Accanto al corpo dell’uomo i militari dell’arma hanno trovato un fucile da caccia regolarmente detenuto e questo fa ipotizzare che l’uomo abbia prima ucciso moglie e figlio per poi togliersi la vita. L’allarme è stato lanciato dai vicini, che hanno udito i colpi di arma da fuoco. Il cadavere dell’uomo sarebbe stato trovato vicino alla porta d’ingresso, mentre quelli delle altre due persone si trovano dentro l’abitazione, dove non sono stati trovati biglietti che possano spiegare il gesto.  L’uomo era indagato dalla Procura di Prato in un’inchiesta sulla gestione dell’istituto bancario. I reati ipotizzati dalla Procura di Prato nei confronti di Lamberto Albuzzani erano quelli di ostacolo alla vigilanza, utilizzo di falsi strumenti finanziari e falso in bilancio, ma gli inquirenti definiscono “marginale” la sua posizione nell’inchiesta, che vede indagate anche altre persone. L’indagine è condotta dalla guardia di finanza. Accertamenti sono in corso anche da parte della Banca d’Italia.

Che pasticcio Bob Dylan! Indagato a Parigi per ingiurie

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Bob Dylan, icona anni’60, artista eccletico che oltre alla musica si è anche distinto come scrittore, poeta, pittore, attore e conduttore radiofonico, è indagato a Parigi con l’accusa di «ingiurie» e «incitamento all’odio». Il cantautore americano, noto per il suo impegno politico e in favore dei diritti umani, è finito sotto accusa, sulla base di una denuncia presentata da un’associazione croata, per aver paragonato, in una recente intervista, i croati ai nazisti e al Ku Klux Klan. Ha far iscrivere l’autore di  Mr. Tambourine Man, nel registro degli indagati è stato il Consiglio della comunità e delle istituzioni croate di Francia (CRICCF), per alcune dichiarazioni rilasciate alla rivista Rolling Stone. L’intervista era stata pubblicata nel mese di settembre 2012 dall’edizione americana del giornale, e poi tradotta, un mese dopo, nell’edizione francese. A Rolling Stone l’artista dichiarava: «Se avete il Ku Klux Klan nel sangue, i neri possono sentirlo, anche oggi. Così come gli ebrei possono sentire il sangue nazista e i serbi il sangue croato».

La denuncia (presentata nel dicembre del 2012) riguardava del resto anche i vertici della pubblicazione. «Si tratta di incitamento all’odio. Il paragone non viene fatto sui criminali croati, ma su tutti i croati. Noi non abbiamo niente contro Rolling Stone in quanto rivista, né contro Bob Dylan come cantante», ha sostenuto Vlatko Maric, segretario generale del CRICCF.

Appare evidente che il cantante si riferisse agli eccidi perpetrati dagli ustascia croati filo-nazisti contro i serbi e forse anche alle atrocità del conflitto nella ex-Jugoslavia. Ma nell’intervista non c’è alcun riferimento storico preciso. Il caso verrà ora esaminato dalla 17esima camera del tribunale di Parigi, specializzata nei reati a mezzo stampa.

Salvini, Calderoli e Borghezio in manette: manifestazione per Lancini

salvini-calderoli-manette-tuttacronacaL’8 novembre è stato arrestato il sindaco di Adro, nel Bresciano, il leghista Oscar Lancini, con l’accusa di falso e turbata libertà degli incanti. Oggi sono state oltre mille le persone che, nel paese, hanno preso parte alla manifestazione a sostegno del primo cittadino. Presenti anche il senatore leghista Roberto Calderoli, l’europarlamentare Mario Borghezio e il segretario lombardo Matteo Salvini, oltre a numerosi amministratori locali del Carroccio, con tanto di manette ai polsi. Per Borghezio “l’arresto di Lancini è stata una por***a”. Duro anche Salvini: “Lo Stato fa le leggi per svuotare le carceri e liberare i criminali e poi arresta gli amministratori che governano per il bene della loro gente”. Il corteo è giunto fino aal’abitazione di Lancini, che ha salutato con la mano dalla finestra pur non mostrandosi. Salvini ha detto: “Se tra una settimana non ti hanno liberato, domenica prossima verremo a liberarti noi”. Si è invece mostrata la moglie del sindaco, che ha ringraziato il politico e ha riferito ai giornalisti: “Mio marito è distrutto. Non sta più mangiando da una settimana”.

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Ecclestone confessa: “Ho pagato tangenti a Prost e Jordan”

bernie-ecclestone-tuttacronacaBernie Ecclestone l’ha ammesso: bustarelle milionarie l’hanno aiutato a mantenere il controllo sul circus della Formula Uno. Delle tangenti hanno beneficiato anche alcuni dei protagonisti più in vista di quel mondo, come Alain Prost e Eddie Jordan, il cui consenso Ecclestone ha letteralmente comprato con una regalia da 10 milioni di dollari. Al riguardo, Ecclestone ha specificato: “Pagata direttamente sul loro conto corrente privato, non su quello delle scuderie che rappresentavano”. Come spiega La Stampa:

Ma più che un pentimento, quella del patron della F1 assomiglia molto ad un’ammissione di colpevolezza fuori tempo massimo. E oggi forse anche superflua, dal momento che la sua integrità nel paddock è sempre stata considerata inversamente proporzionale al talento di businessman. Ciononostante le sua dichiarazioni, raccolte dall’Alta Corte di Londra, sono destinate a far rumore. E non poco, considerato il peso specifico dei personaggi tirati in ballo: Prost, Jordan e Tom Walkinshaw (i primi due ex team principal delle omonime scuderie, il terzo a capo della Arrows). L’episodio – rivelato dallo stesso Ecclestone – risale al 1998 quando si discuteva il rinnovo del «Patto della Concordia» tra la società di marketing di Ecclestone, la Federazione Automobilistica Internazionale e ile scuderie partecipanti al mondiale. Per convincere alcuni team ad accettare la sua proposta economica Ecclestone non ha dunque esitato ad aprire la sua cassaforte personale, comprandosi così il voto dei rispettivi team principal. Secondo la testimonianza di Ecclestone, sia Jordan (oggi opinionista della Bbc) che Prost, quattro volte campione del mondo, hanno accettato i versamenti provenienti dalla Valper Holdings, una sussidiaria della Bambino Holdings, il trust della famiglia Ecclestone. «Ma non bisogna considerarla una tangente perché nessuno dei tre era un dirigente né ricopriva cariche pubbliche. E non so che fine abbiano fatto quei soldi. Io li ho pagati perché accettassero la mia proposta», si è giustificato Ecclestone. Il patron della F1 ha raccontato l’episodio nell’ambito del processo che lo vede imputato di corruzione nei confronti del banchiere Gerhard Gribkowsky al fine di indirizzare a proprio favore la vendita dei diritti commerciali della Formula 1.

Oscar Lancini, il sindaco leghista arrestato nel Bresciano

oscar-lancini-tuttacronacaE’ stato arrestato oggi e si trova agli arresti domiciliari il sindaco di Adro, nel bresciano, Oscar Lancini, noto per aver tappezzato con il simbolo del sole delle Alpi la scuola elementare del paese di cui è Primo Cittadino. Il leghista è indagato con altre 23 persone perchè avrebbe favorito alcune aziende nella gara d’appalto per la realizzazione di alcune opere in paese ed è accusato di falso in atto pubblico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. All’apprendere la notizia il leader della Lega ha commentato: “Sono veramente sorpreso” e aggiunto: “Conosco da tanto tempo Oscar Lancini. È un bravo sindaco, una persona onesta, sono certo che dimostrerà la totale estraneità dalle accuse mosse”. Da parte sua Salvini ha detto all’Ansa: “A Oscar Lancini tutta la mia solidarietà, nella convinzione che uscirà pulito da questa faccenda” e, sul suo profilo Facebook, ha scritto: “puzza di attacco alla Lega che cresce e fa paura. Oscar Lancini è uno dei migliori sindaci che ci siano in giro, amato e super-votato dai suoi cittadini, che hanno ottimi servizi senza essere massacrati da nuove tasse. Lancini, da buon leghista, ha sempre lavorato per favorire la nostra gente e le nostre imprese ovviamente nel rispetto della Legge. A qualcuno questo non piace. A me sì!”. Lancini, imprenditore 48enne, figurava tra i candidati del suo partito alla Lega al Senato alle scorse elezioni politiche ma non era stato eletto. Divenne famoso nel 2010, per aver negato la mensa ai bambini della scuola elementare del paese, l’istituto comprensivo ‘Gianfranco Miglio’, i cui genitori non erano in regola per il pagamento, oltre che per la vicenda dei simboli leghisti. Nel secondo caso, fu necessario l’intervento dell’allora ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini, per rimuovere i simboli del Sole delle Alpi e Lancini fu anche condannato dalla Corte dei Conti per questa vicenda al pagamento di circa 10.600 euro con suoi sei assessori. Èinoltre indagato per peculato su denuncia della Cgil, perchè aveva inviato alle famiglie di Adro delle lettere su carta intestata del Comune per replicare ad alcune prese di posizione della stessa Camera del Lavoro di Brescia.

Chiamparino, ex sindaco di Torino, è indagato per abuso d’ufficio

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L’ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, risulta indagato nell’inchiesta aperta dalla procura sulla gestione dei locali notturni dei Murazzi, sul lungo Po. L’accusa nei suoi confronti è di abuso in atti d’ufficio per le situazioni di irregolarità riscontrate dal pm Andrea Padalino. Immediata la risposta di Chiamparino, che ha deciso di mettere a disposizione del consiglio generale della Compagnia di San Paolo il mandato di presidente.

Dipendente del Comune di Macerata si suicida, era indagato

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Giuseppe Garufi, 60 anni, indagato per truffa e peculato, è stato trovato impiccato, oggi verso l’ora di pranzo, in un appartamento di sua proprietà dove si recava saltuariamente. Garufi, dipendente del comune e addetto al servizio certificazione, era sospettato di essersi impossessato delle somme versate da cittadini extracomunitari per le marche da bollo necessarie per ottenere i ricongiungimenti familiari e di aver appiccato un incendio per cancellare le prove.

La casa di Garufi era stata perquisita giovedì insieme a quella del fratello, Guido, consigliere comunale di Centro Democratico e a sua volta indagato. Qui sarebbero stati sequestrati i documenti bancari e alcuni promemoria. L’incendio all’archivio dell’ufficio Urbanistica era scoppiato lo scorso 11 agosto. Garufi era stato dipendente di quell’ufficio fino a pochi giorni prima, con mansioni relative all’idoneità degli appartamenti affittati ai cittadini stranieri, poi era stato allontanato dal servizio. Secondo gli inquirenti Guido Garufi è indagato per ricettazione, in quanto in più occasioni avrebbe ottenuto dal fratello delle somme provenienti dall’attività illecita (in media 15 euro a pratica, ma Giuseppe Garufi avrebbe preteso anche somme non dovute).

Raoul Bova indagato per evasione fiscale: chiesti 1,5 milioni di euro

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Prima il giallo sulle condizioni di salute, poi il gossip che ha ventilato un possibile divorzio. Ora Raoul Bova torna nuovamente a far parlare di sè. Questa volta, però, si tratta di un’accusa di evasione fiscale. Infatti, delle transazioni non giustificate sul conto della Sammarco Srl, società in mano a Bova (20%) e alla sorella (80%) che dal 1996 cura i diritti d’immagine dell’attore, sono finite nel mirino della procura di Roma che ora indaga sull’attore. E’ Il Messaggero che spiega che tale mossa avrebbe consentito a Bova di pagare un’aliquota più bassa: l’evasione si attesterebbe attorno ai 680mila euro. Su queste basi, la procura aveva chiesto un sequestro preventivo per equivalente, ma Gip e Riesame avevano rigettato la richiesta in quanto l’azione dell’attore non avrebbe evidenziato rilievo penale. Secondo il giudice, si trattava dunque di un illecito perseguibile “esclusivamente con gli strumenti amministrativi”. La Cassazione, al contrario, ha imposto al Riesame la riapertura del caso e divalutare se “possa configurarsi come penalmente rilevante”. Nel caso venisse accertata una condotta fraudolenta, l’attore rischia il sequestro dei beni. La cifra dovuta allo Stato, attualizzata e incrementata dagli interessi, è di 1,5 milioni di euro. L’attore, da parte sua, ha fatto sapere di di “attendere con animo sereno i risultati dell’accertamento”.

Posta non recapitata a Porto Recanati: personaggio noto al centro delle indagini

posta-non-recapitata-portorecanati-tuttacronacaRisale allo scorso venerdì la notizia che i carabinieri avevano scoperto, a Porto Recanati (Macerata), un locale adibito ad ammassamento di corrispondenza. Qui sarebbero state rinvenute migliaia di lettere. Le indagini erano partite a seguito di alcune segnalazioni di lettere mai giunte a destinazione. Non è stato reso noto se si trattasse di missive importanti, ma la mancata consegna è perseguibile dalla legge italiana, con l’aggravante del ritardo e della distruzione. Durante le indagini, al centro dell’attenzione degli inquirenti, è finito un portorecanatese denunciato alla procura della Repubblica di Macerata per vari reati. Da quanto trapelato, si tratterebbe di persona molto in vista che avrebbe ricoperto un ruolo anche nella vita pubblica e che avrebbe dovuto recapitare la posta ordinaria nella località marchigiana per conto di un’impresa privata. Costui avrebbe infatti avuto in assegnazione l’incarico in subappalto, mentre Poste Italiane è estranea a questa vicenda. Le indagini procedono coperte da una spessa coltre di riserbo e tenderebbero anche a chiarire come si sia arrivati appunto all’assegnazione dell’incarico, come questo sia stato espletato nel corso del tempo e se la persona al centro dell’attenzione degli investigatori, e nella cui abitazione sono state rinvenute le missive, sia ancora a Porto Recanati. L’inadempienza nel servizio si sarebbe protratta per oltre un mese.

 

Il deputato di Fratelli d’Italia Cirielli indagato

edmondo-cirielli-tuttacronacaLa Procura della Repubblica di Salerno indaga sull’ex presidente della Provincia di Salerno, ora deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli. Il politico è indagato per corruzione aggravata e abuso d’ufficio aggravato. Cirielli, in passato, ha anche ricoperto la carica di presidente della commissione Difesa della Camera.

I guai del patron della Formula 1: Ecclestone indagato

ecclestone-incriminato-tuttacronacaIl patron della F1, incriminato dalla procura di Baviera, è chiamato a rispondere davanti ai giudici di corruzione dell’ex banchiere Gerhard Gribkowsky. L’ambito dell’inchiesta riguarda la vendita dei diritti del circus detenuti dalla Bayern-LB. L’accusa per “Nonno Bernie” è di aver pagato 44 milioni di dollari l’ex banchiere tedesco Gerhard Gribkowsky al fine di convincerlo a cedere i diritti alla CVC, il fondo d’investimenti britannico di cui lo stesso Ecclestone è direttore esecutivo. L’inchiesta, partita nel 2011, aveva già portato a una condanna a otto anni e mezzo di carcere per Gribkowsky, che ha confermato di aver ricevuto il denaro da Ecclestone nel 2006 e 2007. Ora si aggiunge un elemento, portato alla luce dall’accusa, una tangente che Ecclestone avrebbe pagato attraverso una fondazione a nome della moglie e alcune società fantasma domiciliate ai Caraibi e nell’Oceano Indiano. Senza contare che, nel periodo relativo al pagamento, Gribkowsky non avrebbe potuto ricevere denaro in quanto dipendente di una banca pubblica. La versione di Ecclestone, che ha sempre negato ogni coinvolgimento, è di aver girato dei soldi all’ex banchiere che aveva minacciato di ricattarlo.

Vaticano nel caos: primi arresti

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Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha arrestato questa mattina un alto prelato, Nunzio Scarano, un religioso con un ruolo di spicco all’Apa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, l’organismo che gestisce i beni della Santa Sede). Insieme a lui sono stati arrestati anche un funzionario dei Servizi Segreti, Giovanni Maria Zito, un funzionario dell’Aisi, e un broker finanziario italiano che lavora soprattutto all’estero, Giovanni Carenzio. Tra i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la calunnia, all’interno di una indagine che riguarda ingenti somme che sono rientrate dalla Svizzera. L’ammontare sarebbe di circa 20 milioni cash di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato. Per questo «servizio», Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro. Gli arresti arrivano il giorno seguente allo shock per le accuse di pedofilia che ieri avevano interessato il cerimoniere pontificio: Don Franco Camaldo

 

Monsignore indagato per riciclaggio

Monsignore Nunzio Scarano-tuttacronaca

Monsignore Nunzio Scarano, religioso salernitano, è, insieme ad altre 56 persone, indagato per riciclaggio, come confermato da fonti della Procura di Salerno. Il prelato Scarano è addetto tecnico di prima categoria dell’Apsa in Vaticano, l’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica che gestisce i beni della Santa Sede in Italia.

GIGI RIVA INDAGATO!

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La leggenda del calcio italiano è rimasto coinvolto nello scandalo dello stadio Is Arenas di Cagliari. Indagato per falso ideologico con l’editore de L’Unione Sarda, Sergio Zuncheddu, e il deputato del Pdl Mauro Pili per i fatti che risalgono allo scorso 19 febbraio quando Riva andò a fare visita a Cellino insieme a Pili. Al centro della vicenda ci sono le presunte false dichiarazioni fatte al momento di entrare a Buoncammino, perchè se è vero che i parlamentari posso entrare in carcere senza autorizzazioni è anche vero che possono essere accompagnati da collaboratori che li seguono per ragioni d’ufficio che devono anche specificare di non svolgere attività giornalistica.

Tramontana su Tremonti, ristruttura la casa gratis e viene indagato!

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Tremonti nei guai per una casa ristrutturata gratuitamente. L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti è indagato a Roma, secondo quanto si apprende, per finanziamento illecito di parlamentare in relazione alla ristrutturazione gratuita dell’appartamento di via del Campo Marzio, a pochi passi dal Parlamento, affittato dal deputato Pdl Marco Milanese e abitato, fino all’estate del 2011, dall’allora titolare del dicastero dell’Economia.
La vicenda giudiziaria, al vaglio del pm Paolo Ielo e della quale parla anche il tg La7, ha preso spunto dagli accertamenti sugli appalti della Sogei, la società generale di informatica controllata dal ministero dell’Economia. Si tratta di uno dei filoni dell’inchiesta napoletana, finito nella capitale per competenza territoriale, sulla cosiddetta P4, partita dai controlli svolti sull’attività di Marco Milanese, ex consulente politico di Tremonti. L’ipotesi di lavoro del magistrato verte sull’eventualità che l’imprenditore Angelo Proietti, titolare della Edil Ars, abbia pagato di tasca propria, tra 2008 ed il 2009, i 250 mila euro di lavori eseguiti nell’immobile di 200 metri quadrati di via del Campo Marzio per entrare nelle grazie del ministro Tremonti e per consolidare il legame con Milanese il quale, in Sogei, aveva un peso specifico non indifferente in materia di nomine e di affidamento di appalti. Nell’inchiesta del pm Ielo sono indagati gli stessi Milanese e Proietti.

BERLUSCONI INDAGATO A NAPOLI: CORRUZIONE!!!

silvio berlusconi -indagato - napoli - corruzione
Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, è indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. L’indagine, condotta anche da magistrati della Dda, riguarda la presunta erogazione di una somma di denaro, pari a tre milioni di euro, al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio al Popolo delle Libertà.
Sulla vicenda, oltre ai pm della Dda Francesco Curcio, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio, indagano i magistrati Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta sul faccendiere Valter Lavitola che lo scorso anno portò al coinvolgimento del senatore De Gregorio. L’inchiesta di Napoli su Silvio Berlusconi è infatti condotta da un pool di magistrati di due sezioni della Procura del capoluogo campano, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia.
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