Zio Michele si è impiccato, lo scrive “Oggi”, ma poi arriva la smentita”

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La notizia è stata battuta dal sito online del settimanale “Oggi” che citando una fonte  ha scritto:

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Giallo di Avetrana, stando a una fonte di Oggi.it, Michele Misseri, il contadino che si era autoaccusato dell’omicidio di Sarah Scazzi, si sarebbe tolto la vita, impiccandosi. Per ora non si conoscono ulteriori dettagli, ma pare che l’uomo si sia suicidato in campagna.

Michele Misseri è stato condannato in primo grado a otto anni per l’occultamento di cadavere di Sarah Scazzi. Sua figlia Sabrina Misseri e la moglie Cosima Serrano furono giudicate colpevoli dell’omicidio di Sarah e per questo condannate all’ergastolo.

La fonte che cita Oggi è probabilmente il Corriere del Mattino che ha riportato, secondo il loro sito, alcune agenzie di stampa che parlavano del rinvenimento di zio Michele alle 16.30 di venerdì, impiccato ad un pino, paventando un’eventuale violenza precedente a causa delle ferite sul volto:

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E’ stato trovato morto oggi nelle campagne del salento in contrada Macchie alle ore 16,30 circa. L’anziano si è tolto la vita impiccandosi ad un albero di pino, nei pressi della masseria Montefiore non lontano dalla ferrovia. Sul posto sono intervenute tempestivamente le forze dell’ordine. Il medico legale ha subito constatato il decesso. L’anziano, più volte aveva minacciato il suicidio a causa dell’enorme depressione scaturita dalle vicende di cui è stato protagonista negli ultimi tempi. La scoperta è stata fatta da una coppia di fidanzati della zona che si era appartata nelle vicinanze. La sua auto presenta vistose ammaccature sulla fiancata destra e sul paraurti posteriore. Il RIS dei carabinieri della locale stazione sta indagando su possibili cause diverse dal suicidio, in quanto il cadavere presenta inoltre alcune ferite sul volto.

A smentire il tutto ci ha pensato il quotidiano locale La Voce di Manduria, che spiega:

Così la falsa notizia della morte di Michele Misseri per impiccagione ha intasato il centralino della caserma dei carabinieri di Avetrana e i contatti privati dei militari della caserma costretti anche loro a verificare la drammatica notizia. Ma il contadino, all’insaputa di tutto, si trovava beatamente nella sua villetta bunker di via Grazia Deledda.

Poi, dopo che tutte le principali testate hanno smentito la notizia, Oggi, ha provveduto a cancellare l’articolo dalla sua pagina online.
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Quando l’amore… spezza un ramo!

impiccato-salvo-tuttacronacaLa festa dei morti scelta come notte per mettere fine alla propria vita. Perchè continuare ad esistere se si ha il cuore spezzato? E un ventinovenne ha così deciso di uccidersi, per amore. E di farlo nel cimitero di Pontevigodarzere, nel Padovano, impiccandosi ad un albero. Verso l’una di notte, una donna che abita proprio davanto al camposanto l’ha visto arrivare con in mano una corda ed ha avvisato i carabinieri. Che sono accorsi ma comunque troppo tardi. Non per il giovane però, ma per salvare il povero albero. Il 29enne, infatti, dopo aver attaccato il cappio ha tentato di compiere il gesto estremo ma il ramo non ha retto il suo peso e si è spezzato. Il giovane, a terra, è stato soccorso e trasportato all’ospedale.

Cercano funghi… trovano un cadavere

impiccato-montericco-tuttacronacaDoveva essere un tranquillo pomeriggio dedicato alla raccolta dei funghi, ieri, per due escursionisti residenti a Monselice, nel Padovano. Attorno alle 17, gli escursionisti hanno imboccato il sentiero all’altezza della Casa Rossa su Monte Ricco, nei Colli Euganei, per poi abbandonarlo, addentrandosi tra la vegetazione. Eì stato allora che hanno fatto un macabro ritrovamento: un uomo impiccato a un albero, con il corpo in avanzato stato di decomposizione, quasi mummificato. Indossava scarpe da ginnastica, jeans e una t-shirt a maniche corte. Immediatamente i due uomini hanno lanciato l’allarme: poco dopo, i soccorritori stavano osservando a loro volta l’agghiacciante scena. Il suicida, del quale non è stato possibile procedere all’identificazione a causa del deterioramento, avrebbe scelto accuratamente l’albero a cui impiccarsi, per essere certo di non essere scorto dal sentiero. Lo stato del corpo e i vestiti indossati, lascerebbero pensare che siano trascorsi almeno due mesi dalla morte.

Artentato n.3: il manichino di Berlusconi trovato impiccato a Milano

berlusconi-artentato-tuttacronacaEra il 2011 quando in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano, fece la sua apparizione un manichino raffigurante Silvio Berlusconi. Il “corpo” era steso in una pozza di sangue finto e con un taglierino stretto in mano. Sul petto, la dicitura “Artentato”. I ragazzi che avevano posizionato il manichino, tutti con il volto coperto da un cappuccio, in un messaggio spiegavano che l’ex premier era solo ”La punta dell’iceberg di un sistema immobile che non è in grado di risolvere la crisi. LItalia non ce la fa più”. A distanza di quasi due anni (il manichino in quell’occasione comparve il 27 ottobre) il fantoccio rappresentante Berlusconi è tornato a Milano. Questa volta è stato trovato “impiccato” a un albero in piazza XXIV maggio. Accanto a lui un messaggio lapidario, redatto su dei fogli A4: ”La decadenza di Berlusconi, non impiccate l’Italia”. La polizia ha provveduto a rimuovere il manichino accanto al quale appariva la scritta “Artentato n.3″ e ora indaga per risalire agli autori dell’installazione, rivendicata anche questa volta dalla Brigata Artistica che torna a prendere di mira Berlusconi dopo la parentesi contro i veli e i burqa. L'”Artentato n.2”, infatti, comparso il 3 dicembre 2011, rappresentava una donna velata crocifissa che era stata appesa sul tetto del Mondadori Multicenter in piazza Duomo, ancora una volta a Milano.

A Viterbo 18enne si impicca a tromba delle scale

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E’ stato ritrovato impiccato alla ringhiera delle scale in un condominio a Viterbo il 18enne che si è impiccato questa mattina. A dare l’allarme alcuni condomini dello stabile che lo hanno notato intorno alle 11.30 con il cappio stretto al collo. Inutili i tentativi di rianimarlo del 118, per il giovane non c’era più nulla da fare. I carabinieri ora stanno cercando un eventuale biglietto che possa spiegare il gesto.

35enne s’impicca dopo aver perso il lavoro

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Era senza lavoro e ha deciso di farla finita. Così muore a 35 anni un operaio ritrovato impiccato nel bosco nei pressi della sua  abitazione a Brusasco, nel torinese. I familiari hanno poi raccontato la loro apprensione perché da tempo l’uomo era depresso proprio a causa della mancanza di lavoro. Aveva cercato di trovarne uno nuovo, si era proposto più volte, ma gli esiti erano sempre stati negativi. Ieri era scattato l’allarme, quando a pranzo i parenti non avevano visto rincasare il 35enne. Dopo lunghe ricerche il corpo è stato ritrovato nel bosco.  L’ennesima vittima della crisi!

 

Omicidio nel perugino: si è suicidato il sospettato

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Francesco Cristofari, 50 anni e sospettato dell’omicidio di Roberto Burnelli, è stato trovato morto impiccato a un albero vicino a un casolare in una zona boscosa tra Marsciano e Gualdo Cattaneo. Sono stati i carabinieri e volontari a fare il ritrovamento, avvenuto non distante dal casale di famiglia. L’ipotesi è che Cristofari si sia suicidato dopo aver compiuto il delitto ieri mattina, quando ha tagliato la gola, probabilmente dopo averlo colpito alla testa con un bastone, a Burnelli. Subito dopo il delitto era stata una dipendente dell’azienda, compagna della vittima, a lanciare l’allarme: arrivando sul luogo aveva infatti udito un urlo del commerciante e visto scappare il suo ex marito, che si era allontanato con un furgone Fiat Fiorino dell’azienda poi trovato abbandonato nella zona di Gualdo Cattaneo con, all’interno, diverse tracce di sangue. A seguito della segnalazione, i carabinieri del comando provinciale di Perugia avevano quindi avviato una battuta per le ricerche che erano state però ostacolate dalla pioggia e il vento che avevano interessato tutta la provincia.

Ancora mistero sulla morte del ristoratore. Parla il fratello.

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Dopo l’intervista rilasciata dal fratello di Alberto Boi, il ristoratore sardo trovato impiccato ad un albero nel giardino della sua villa, il mistero sulla morte dell’uomo s’infittisce. Una famiglia unita, senza segreti, dove si parlava e i problemi si risolvevano insieme. Sembra proprio che non ci fosse motivo, a parte la separazione dalla moglie, per cui Alberto Boi si potesse levare la vita. Nessuno poteva immaginare un gesto del genere e Olivio, il secondo dei quattro fratelli Boi e proprietario dello storico ristorante Mamutones non riesce proprio a farsi una ragione di questo gesto.

Alberto non aveva dato alcun segno di cedimento? Vi sembrava sereno?

“Prima di tutto, voglio scacciare ogni dubbio. Non si tratta di salute o di depressione. Negli ultimi giorni mio fratello era lo stesso di sempre, il solito gran lavoratore. Non si fermava mai. Anche questa mattina era uscito di casa per tagliare l’erba, controllare l’orto, i due cavalli e le due pecore che aveva in questo piccolo terreno. Per lui quest’aia rappresentava una fuga dalla quotidianità”. Dice Olivio.

Non c’era neanche un’ombra nella vita di Alberto? Il suo gesto non può essere collegato alla chiusura del ristorante di via Metastasio?

“No. Quell’episodio è il classico ago nel pagliaio. Gli affari andavano benissimo. Però, in effetti, c’era qualcosa che non stava andando per il verso giusto. Era nell’aria una separazione con la moglie. L’unico problema, al momento, era questo”.

 Suo fratello era una persona molto legata alla famiglia?

“Tanto. Era lui il primo a organizzare le riunioni con tutti i fratelli durante le festività ed era legatissimo ai suoi due figli. Hanno solo 8 e 10 anni. L’ultimo Natale lo abbiamo passato tutti insieme nel suo ristorante, il Gallura ai Parioli”.

I rapporti tra voi fratelli sono buoni.

I rapporti tra noi non erano buoni, ma ottimi. Siamo arrivati dalla Sardegna 41 anni fa e abbiamo cominciato come lavapiatti. Poi, piano piano, con la massima umiltà e senza mai un litigio, ognuno di noi è riuscito ad aprire il proprio ristorante. Non saremo gente di cultura, ma siamo dei gran lavoratori”.

Non si era mai confessato con qualcuno di voi?

“No, ripeto: il suo gesto è stato tanto tremendo quanto improvviso e imprevedibile. Tra noi non ci sono mai stati segreti. Se mi avesse detto come si sentiva, ci saremmo stretti intorno a lui. Siamo stati sempre una famiglia molto unita”.

Una separazione che forse non riusciva ad accettare o forse qualcosa di cui non aveva messo al corrente la famiglia, la morte di Boi è comunque un suicidio che lascia aperti molti interrogativi.

Ombre sul suicidio del ristoratore romano. Si è impiccato?

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Alberto Boi, 52 anni, a Roma era conosciuto in quanto proprietario di diversi ristoranti sardi tra cui anche il famoso “Gallura” si Parioli e “I due otri” di Corso Francia. Oggi il suo corpo è stato ritrovato appeso ad un albero e inizialmente si è pensato che potesse trattarsi di un suicidio anche perché l’uomo stava per separarsi dalla moglie. Poi i famigliari, sentiti dalla polizia del commissariato di Flaminio, hanno dichiarato che non avrebbe mai manifestato segnali di depressione e sono iniziati i primi dubbi sull’ipotesi del suicidio. Il corpo è stato rinvenuto da un suo amico all’interno del giardino della sua villa in via Bomarzo. Ora la polizia farà altre indagini prima di  archiviare il caso come suicidio, anche perchè la vittima non aveva problemi economici e non ha lasciato nessun biglietto per spiegare il suo gesto.

Notissimo proprietario romano di ristoranti a Roma, s’impicca.

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Un noto ristoratore romano, proprietario di numerosi ristoranti tra cui il «Gallura» ai Parioli, «I due otri» in zona Corso Francia e il «Costa Rei» in centro storico, è stato trovato morto impiccato a un albero nella sua proprietà in zona Due Ponti-Flaminia Nuova.

Litiga con i genitori e s’impicca… tragedia nel napoletano

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Una tragedia che non ha un perché e che ha gettato nella disperazione la comunità di Roccarainola, nel napoletano. Un ragazzo di tredici anni si è impiccato ieri sera a un albero. Il corpo e’ stato trovato intorno alla mezzanotte dai carabinieri in Via Cirillo. Sia i rilievi dei militari dell’Arma sia le prime valutazioni del medico legale escludono qualsiasi altra causa della morte eccetto il suicidio. L’albero cui si e’ impiccato era poco distante dalla sua casa. Ancora non chiaro il motivo del gesto.
Il corpo del ragazzo è stato trovato dal papà che era uscito per cercarlo. Secondo gli accertamenti dei carabinieri, l’adolescente si era allontanato da casa, ieri sera, dopo un litigio con i genitori che, comunque, a parere degli investigatori, non sarebbe la causa all’origine del gesto. Il ragazzo, secondo quanto accertato fino ad ora, non ha lasciato alcun biglietto.

Trovato impiccato il primo imputato dello stupro mortale alla ragazza sul bus!

Ram Singh - indiano- rape- stupro-suicidio-tuttacronaca

Ram Singh, l’imputato principale del mortale stupro di gruppo ai danni di una ragazza di 23 anni il 16 dicembre scorso a New Delhi, si e’ impiccato oggi all’alba nella sua cella. Lo hanno reso noto le autorita’ carcerarie nella capitale indiana. Singh, insieme ad altre cinque compagni fra cui un minorenne, aveva fatto salire la ragazza su un autobus in movimento per poi violentarla e causarle ferite che ne causarono il decesso in un ospedale di Singapore

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