Il Miur, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha pubblicato ieri gli aggiornamenti sull’Anagrafe degli studenti universitari italiani che evidenziano la crisi del nostro sistema universitario, che risulta sempre meno attraente per gli studenti e sempre più incapace di trattenere le figure accademicamente rilevanti che forma con lauree e dottorati di ricerca. Nel giro di un decennio, il numero degli immatricolati è calato di circa 90mila unità: dai 338.000 iscritti nel biennio 2003/2004 ai circa 260.000 neodiplomati che si sono recati agli sportelli universitari per avere accesso a un corso di laurea. Le cause sono da ricercarsi in primo luogo nella crisi economica a cui si somma un inadeguato sistema di welfare studentesco. Ma non va neanche sottovalutata la sfiducia nutrita dai giovani: cresce infatti il numero di coloro che ritengono inutile un titolo universitario vista la carenza di prospettive lavorative. Al riguardo la Crui, Conferenza Rettori Universitari Italiani, ha provveduto a inviare un appello al neo premier Matteo Renzi chiedendo interventi in quattro punti:
1. Negli ultimi 5 anni abbiamo perso 10.000 ricercatori; sono rimasti fuori dall’Università per il continuo blocco del turn over. Serve un Piano straordinario per i giovani migliori: diamo loro un’opportunità, altrimenti serviranno altri Paesi.
2. Il diritto allo studio è insufficiente. 1 giovane su 4 non può studiare all’Università per censo, anche se ne ha diritto. Non è giusto, occorre ripristinare il diritto allo studio previsto dalla Costituzione.
3. Il Paese non cresce se non si rafforza l’alleanza tra formazione e mondo del lavoro in tutte le aree. Servono politiche che attraverso azioni di defiscalizzazione incentivino un rapporto più stretto tra Università e Imprese.
4. Siamo travolti da un delirio normativo senza logica che impedisce ogni movimento e una nuova progettualità. Occorre semplificare e dare più libertà alle Università di competere, ovviamente nel rispetto rigoroso della sostenibilità finanziaria e della ricca e differenziata identità e pluralità scientifica e culturale degli Atenei del nostro Paese”.