Vendesi Nutella? Si parla di Nestlé, Ferrero smentisce

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La Michele Ferrero, proprietario della nota industria che produce anche la Nutella, avrebbe ricevuto un’offerta dalla multinazionale Nestlé difficile da rifiutare. L’indiscrezione è poi diventata più evidente quando il quotidiano La Repubblica ha asserito che,  secondo «ricostruzioni attendibili», alla porta della Ferrero avrebbe bussato davvero una proposta allettante anche se «I contorni dell’operazione sarebbero ancora sfumati ma per sedurre la famiglia Ferrero ci vuole un progetto, non solo un prezzo molto generoso». Sempre il quotidiano afferma «Qualcuno si spinge perfino a dire che Banca Imi informalmente si starebbe occupando della questione. Fatto sta che la trattativa è in una fase talmente embrionale e delicata che si ha perfino paura a parlarne per evitare di far saltare l’affare prima di essersi seduti a discutere i dettagli».

Immediata la smentita della Ferrero e anche della banca Imi che dice di non aver ricevuto nessuna proposta, ma le indiscrezioni continuano.

Nestlé intanto oggi ha diffuso i conti relativi ai primi 9 mesi dell’anno. Il colosso alimentare ha riportato  vendite in crescita, ma lievemente sotto le attese. Da gennaio fino a settembre i ricavi del gigante svizzero sono saliti del 4% a 68,4 miliardi di franchi, con una crescita organica del 4,4% contro il +4,5% atteso dal mercato. Guardando al futuro, Nestlé ha confermato la guidance: “Ci aspettiamo che il nostro ritmo di crescita costante ci permetta di realizzare una crescita organica del 5% sull’intero anno insieme ad un miglioramento dei margini e degli utili per azione a valuta costante, così come un miglioramento della nostra efficienza del capitale”, si legge nella nota diffusa oggi.

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Il debito italiano, in balia degli scandali, ostaggio delle banche straniere

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Il debito italiano è controllato dalle banche straniere. E’ un gruppo composto da 20 banche di cui 17 sono straniere a controllare i circa 2 mila miliardi di euro che formano il debito italiano. Si chiamano “specialisti in titoli di stato” anche se poi non svolgono solo la funzione organizzativa, ma anche il “risultato finale”. Ma chi sono questi istituti di credito? Sicuramente alcuni nomi li abbiamo sentiti nominare, perchè sono i gruppi bancari più potenti degli Usa come ad esempio Merrill Lynch, Morgan Stanley, Citigroup, Jp Morgan e Goldman Sachs. Ma ci sono anche le banche inglesi Barclays, Hsbc, Royal Bank of Scotland… e francesi come Bnp Paribas, Crédit Agricole, Société Générale… e tedesche come Deutsche Bank e Commerzbank… naturalmente non poteva mancare la Svizzera con Ubs e Credit Suisse… poi una banca giapponese e una olandese! Ma le banche italiane chi sono? Imi (Intesa- SanPaolo), Unicredit e, udite, udite, Mps. E sì proprio la banca trascinata nello scandalo dei derivati è una delle tre banche italiane che controllano i nostri titoli di Stato… era ovvio, l’interessamento di Mario Monti a convogliare i soldi pubblici verso Il Montepaschi cercando di evitare lo scandalo che invece ha comunque travolto l’Istituto.

Ma se pensate ceh la Mps sia l’unica banca a controllare il debito italiano e ad avere degli scandali in corso vi sbagliate… la Barclays, che è ritenuta la banca più attiva nel collocamento dei titoli di stato italiani dal Dipartimento del Tesoro per l’anno 2012,  è coinvolta nello scandalo Libor.

Cos’è il Libor?

Ovver la Barclays avrebbe manipolato i tassi di interesse che vengono praticati sui prestiti alle imprese e i sui mutui hai cittadini. La banca inglese, attraverso una serie di operazioni finanziarie, sarebbe riuscita a lucrare denaro ai propri clienti alterando questi indici.

Insomma, il Tesoro italiano ha consegnato la medaglia d’oro per la gestione del nostro debito a una banca che negli anni scorsi si è divertita a manipolare i tassi interbancari.

Ma veniamo alla banca giapponese, la Nomura, accreditata per gestire il debito italiano, è la banca che insieme a Mps è coinvolta nello scandalo del derivato “Alexandria”.  E non è immune da scandali neppure la tedesca Deutsche Bank su cui sono ricaduti i sospetti dell’operazione Santorini, sempre in collaborazione con la famigerata Mps.

SIAMO IN BUONE MANI!

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