Grana Ikea: abbatte alberi vecchi di 600 anni?

ikea-tuttacronacaNel 2006 all’Ikea era stata rilasciata la certificazione della “Forest Stewardship Council”, l’ ong che promuove la gestione responsabile del patrimonio forestale nel mondo. Ora, tuttavia, la stessa FSC ha deciso la sospensione della certificazione in seguito ad un’indagine sull’operato della controllata Swedwood, che starebbe ricavando il legname in modo poco sostenibile. Spiega l’Huffington Post:
L’indagine era partita in seguito alla campagna lanciata dagli ambientalisti di “Protect the Forest”, secondo i quali la Swedwood avrebbe tagliato migliaia di ettari di foreste di 600 anni di età in Carelia, al confine tra Finlandia e Russia. Nella regione si trova infatti una delle ultime grandi foreste europee e Swedwood aveva la concessione per l’utilizzo di 700mila acri di territorio, a patto di risparmiare gli alberi secolari e i pendii a rischio di erosione. Come riporta il Sunday times, l’indagine avrebbe rivelato “gravi trasgressioni” alle regole, compreso l’utilizzo dei “biotopi chiave”, cioè degli alberi più antichi, per ricavare il legname.Simon Counsell, direttore esecutivo di Rainforest Foundation UK, ha confermato che molti alberi secolari sarebbero stati trasformati in mobili Ikea.

Nuova grana quindi per la multinazionale che avrebbe a disposizione circa l’1% delle risorse totali di legname del mondo e promuoverebbe da sempre la sostenibilità dei suoi prodotti e l’attenzione per l’ambiente. Linda Ellegaard Nordstrom di Protect the forest ha dichiarato al Sunday Times: “La relazione solleva diverse carenze, ma non descrive il problema principale: la frammentazione della foresta”. Non si è fatta tuttavia attendere la reazione di Ikea che tramite portavoce ha dichiarato: “Il legno è uno dei nostri materiali più importanti ed è usato in molti dei nostri prodotti. Per noi è importante offrire prodotti di arredamento di buona qualità a prezzi bassi. Tuttavia un prezzo basso non deve mai essere a scapito della qualità delle condizioni di produzione. La sospensione del certificato è assolutamente temporanea, le inadempienze riguardano principalmente questioni relative agli impianti e attrezzature dei nostri collaboratori. Siamo consapevoli delle nostre responsabilità, la maggior parte delle inadempienze è già stata corretta e ora siamo concentrati nel ripristinare al più presto il certificato FSC.”

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Sentenza shock per IKea Italia: la cucina prende fuoco, risarcite il cliente!

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E’ stata una sentenza emessa dal Tribunale di Napoli a condannare l’azienda svedese a risarcire un cliente con la risoluzione del contratto e la restituzione di 5190 euro, cioè l’intero valore della culcina modello “Applad” acquistata nel giugno di quattro anni fa. Il professionista napoletano aveva infatti denunciato al giudice monocratico la pericolosità della cucina poiché già al suo primo uso un fornello acceso aveva causato un principio di incendio. Il tribunale quindi aveva disposto una perizia per accertare l’effettiva pericolosità della cucina. L’ingegnere a cui era affidata la perizia ha poi sostenuto che e «il fornello in questione, in laminato melamminico, è realizzato con materiale non ignifugo, trattandosi di materiale combustibile infiammabile». Il consulente aveva anche aggiunto: «Del resto, nella stessa scheda tecnica del prodotto, sul sito internet della Ikea, risulta evidenziata l’avvertenza di non utilizzare la cucina con un piano di cottura a gas»  Per il giudice «il posizionamento del pannello in questione a ridosso del piano di cottura della cucina dotata di alimentazione dei fuochi a gas non è consentito e determina una situazione di pericolo potendosi sviluppare un incendio a causa della prolungata esposizione del pannello alla elevata temperatura dei fornelli più grandi»  Ikea, secondo la decisione del giudice, ha tenuto un comportamento che denota «una più che evidente gravità dell’inadempimento, considerato che il pannello non era affatto utiizzabile per i piani di cottura dei fornelli alimenttati a gas».

 

Quando il simbolo della protesta… è un peluche!

lupo-peluche-cina-tuttacronacaLa versione peluche targata Ikea del lupo di Cappuccetto Rosso è diventata il simbolo della protesta dei cittadini di Hong Kong contro il governatore locale Leung Chun-Ying. Il giocattolo, che costa 9.90 euro, è stato lanciato da un manifestante contro il presidente, il cui soprannome è “il lupo” e da quel momento ha preso il via il tama tam sui social network. A quel punto, il passo è stato breve: il lupo è stato sold out nei punti vendita del Paese e la sua pagina Facebook ha raggiunto i 30mila like. Il giocattolo deve la sua fortuna anche all’assonanza del nome in lingua cinese  – Lo Mo Sai – con quella di un’offesa.

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L’occupazione di Ikea crea disoccupazione!

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Ikea a Milano non la vogliono più. Forse è solo la concorrenza che spara sul mobilificio internazionale, ma forse invece il fenomeno va compreso in ogni sua forma. Secondo alcuni infatti i nuovi posti di lavoro creati dall’Ikea ne avrebbero distrutti molti di più. Basti pensare a tutti i mobilifici che sono costretti a chiudere non essendo competitivi con il colosso svedese. A quanta manodopera spesso specializzata si rinuncia? Quanti artigiani del legno vengono annientati dal fai da te che permette all’azienda di abbassare i costi?
La Confcommercio di Milano è scesa in campo contro il progetto di un nuovo insediamento, nel comune di Rescaldina a 30 chilometri da Milano e a 5 da Legnano:  74 mila metri quadrati di cui 22 mila destinati a ospitare mobili e arredamenti Ikea e altri 52 mila per una galleria commerciale a tutto campo.

È, ha scritto Dario Di Vico sul Corriere della Sera,

“il nuovo format dell’Ikea che ha visto una prima realizzazione a Villesse, in provincia di Gorizia e a ridosso della autostrada A4 e ora sbarca nell’Alto Milanese per poi puntare su Brescia”.

Il rischio, scrive ancora Il Corriere:

“quella che i commercianti denunciano come «un’overdose di centri commerciali» perché sull’asse Rho-Gallarate ne esistono già 13 oltre a un altro centro shopping sempre nel territorio di Rescaldina che occupa 46 mila metri quadri”.

Oltre ai danni che il centro Ikea provocherebbe per i negozi costretti a chiudere i battenti, nel corso di una assemblea di un centinaio di commercianti a Legnano e con la presenza di un paio di sindaci della zona, assessori e consiglieri regionali è stato denunciato

«un consumo di suolo di ulteriori 280 mila metri quadrati sottratti al verde e all’agricoltura in un’area già fortemente urbanizzata».

La Confcommercio aggiunge Dario Di Vico,

“contesta anche i dati sull’occupazione, secondo il suo ufficio studi per 840 nuovi posti di lavoro creati con l’insediamento Ikea se ne distruggerebbero 1.085 nelle piccole imprese della zona e quindi il saldo sarebbe negativo”.

[…]

“L’Ikea per ora non ha intenzione di replicare direttamente, ha affidato all’università di Castellanza uno studio sull’impatto del nuovo insediamento. Si sa che l’investimento sarà di 250 milioni di euro e che gli 840 saranno i soli posti di lavoro diretti ai quali va aggiunto il potenziale indotto. L’operazione non sarà tutte sulle spalle degli svedesi ma sono previsti dei partner immobiliari che si suddivideranno, ad esempio, i costi di realizzazione di nuove infrastrutture di viabilità stimati in 25 milioni”.

Ikea, conclude Di Vico,

“non sembra disposta a esaminare subordinate. O tutto o niente, ma siamo solo alla prima puntata”.

 

La crisi non contagia l’Ikea… pubblicità vivente a Parigi

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La crisi sembra proprio non aver contagiato Ikea che tra il taglio dei prezzi sui suoi prodotti e nuove forme di pubblicità sembra godere di ottima salute. L’azienda svedese, che produce mobili, ora sponsorizza in Francia, a Parigi, i suoi prodotti con una pubblicità vivente : davanti alla stazione di Saint Lazare ha fatto montare un bagno con all’interno una vera modella…

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Viaggi nell’era 2.0: il pacchetto comprende un giro all’Ikea

ikea-sant'antonio-tuttacronacaSon sempre molte le persone che trascorrono ore nei centri commerciali: un modo per approfittare dell’aria condizionata in estate e non camminare nel gelo quando arrivano i primi freddi. Si guardano le vetrine, magari si beve un caffè, c’è chi acquista qualcosa, molti si limitano ad osservare. Ma che dire se un’agenzia viaggi pubblicizza una gita “a Padova, tra cultura e shopping all’Ikea quota 66 euro a persona (pranzo incluso)”? L’annuncio comparso sulla pagina facebook dell’agenzia di viaggi Dart Travel di Pergine Valsugana. Forse chi conosce Padova potrebbe far notare che in una giornata difficilmente sarà possibile ammirare le bellezze della città, ma che la visita alla Basilica del Santo, prevista nel pacchetto, venga appaiata a un giro nel centro commerciale del mobile per eccellenza sicuramente non lascia indifferenti. Daniela Giardullo, dell’agenzia che ha organizzato la gita, spiega: “L’idea è arrivata da alcune clienti affezionate. Volevano organizzarsi per andare all’Ikea, visto che i mariti non le riuscivano ad accompagnare. Ci hanno interpellato ed è venuta fuori questa offerta”. A quanto pare, la risposta è stata entusiasta: “Avevamo già provato ad organizzare alcune uscite nei grandi outlet, ma non si erano concretizzate. Questa volta invece abbiamo già oltre venti partecipanti”. Una fortuna che comunque è limitata ad un segmento ben definito di persone. “Sono tutte donne, gruppi di amici oppure coppie composte da madre e figlia. Non abbiamo uomini o coppie di sposi”. L’organizzatrice conclude: “Andiamo all’Ikea soprattutto per cercare qualcosa di natalizio. Non abbiamo previsto acquisti ingombranti, tipo armadi o tavoli”.

Quelle polpette dell’Ikea che tutti vogliono…

ikea_food_tuttacronacaSecondo quanto riporta Wsj.de, all’Ikea sono state vendute in tutto, finora, 150 milioni di polpette. A dimostrazione che quando il gruppo svedese decide di lanciare qualche prodotto, ci riesce. Il settore alimentare del colosso fattura quasi 1.5 mld di euro all’anno, eppure il nome continua ad essere noto per i mobili nonostate la società stimi che saranno circa 700 milioni le persone che mangeranno nei loro 300 punti vendita. L’idea di offrire un luogo dove rifocillarsi, pausa necessaria negli enormi negozi dove si possono impiegare ore alla ricerca di quello che serve, venne circa 30 anni fa al direttore di una filiale, Sören Hullberg. Ad accomunare mobili e cibo è il comune denominatore dell’Ikea: prezzi bassi. Ecco che così sono arrivati piatti a casa di manzo, salmone, renna affumicata e le celebri polpette Köttbullar. A cui si aggiunge una specialità nazionale a seconda del Paese che ospita il locale. Michael Lacour, responsabile della divisione alimentare, spiega che lo scopo è tagliare i costi: “Stiamo sviluppando un menu nello stesso modo in cui progettiamo i mobili partendo dal prezzo finale”. E se a inizio anno aveva fatto tanto scalpore lo scandalo della carne di cavallo, rientrata l’emergenza, i clienti Ikea non hanno certo smesso di gustare le saporite, ed economiche, polpette.

Incontro ai cittadini: Ikea, Esselunga e Coop mantengono i prezzi

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Quell’Iva che si alza all’improvviso e apre la crisi di Governo, quando invece da tutti era atteso un rinvio al prossimo anno. Così ci sveglia una mattina e si costata che il passaggio è avvenuto e non senza dolore, perché dal 21% al 22% la differenza si sente. Ma c’è chi, come Ikea, Esselunga e Coop ha deciso di andare incontro ai propri clienti e di riassorbire l’aumento Iva abbassando il prezzo.

L’Ikea punta al cambiamento… anzi alla rivoluzione!

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Ritorno dalle ferie e Ikea già affila le sue “armi” per una nuova campagna pubblicitaria. In Spagna paese travolto e stravolto dalla crisi il colosso svedese dei mobili per casa e ufficio ha realizzato un video che si chiama  “Empieza algo nuevo” – “Comincia qualcosa di nuovo” – ed ha per protagonista un anziano signore che si ribella alla quotidianità rappresentata dalla solita panchina – e dai soliti “amici” – al parco. La sua rivoluzione parte da una semplice sedia pieghevole – ovviamente Ikea – che porterà con sé in giro per il mondo, alla scoperta di luoghi e culture.

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Insomma uno spot che infonde speranza per il futuro, che si rivolge agli anziani e che spazia per il mondo con quell’immediatezza propria della società odierna dove ormai per vedere un posto basta un click su google map.

Causa maltempo evacuata l’Ikea nel milanese

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La pioggia che è caduta copiosa sul Milanese ha fatto danni all’Ikea di Carugate. L’acqua si è infiltrata dal tetto ed è fluita dentro lo store. I clienti sono stati evacuati come hanno documentato messaggini e video degli utenti sui social network.

Bimbo soffoca per alcuni istanti dopo aver ingoiato una polpetta: è grave

polpetta-ikea-tuttacronacaStava consumando il pasto con la sua famiglia nel ristorante dell’Ikea di Bari un bambino molisano di soli tre anni che, dopo aver ingoiato una polpetta di carne, non riusciva più a respirare. I soccorritori del 118 l’hanno condotto nella rianimazione dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII dove ora il piccolo, che risiede a Campobasso, è ora ricoverato in prognosi riservata.

L’azienda veneta che assume solo stranieri!

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Sicuramente il caso di Giovanni Pagotto, fondatore e presidente di Arredo Plast Spa, holding di Ormelle, maggior fornitore di prodotti in plastica per l’Ikea, è un caso strano, ma che ci deve far riflettere. E’ strano che in questa azienda la crisi non si sente, l’impresa cresce e lui assume, ma la maggior parte sono stranieri.

«Uno che viene al colloquio di lavoro accompagnato dalla mamma, l’altro che, al telefono, ti risponde che è interessato ma non prima di tre mesi perché sta studiando per la patente. Ma si può?». Queste le prime parole di Giovanni Pagotto che poi aggiunge: Pochi giorni fa avevamo contattato un neolaureato in ingegneria aerospaziale, ci ha detto che sarebbe venuto se lo avessimo mandato all’estero. Gli ho risposto che volevo rifletterci due giorni ma quando l’ho richiamato per annunciargli che lo avrei inviato alla nostra sede canadese aveva già trovato un altro posto in Germania. Questi in Italia proprio non ci vogliono stare».

Eppure ci sono ingegneri che da lei hanno fatto carriera. La fabbrica di Motta che lavora solo per Ikea è diretta da uno di questi. «Si, però quando il ragazzo è arrivato lo abbiamo messo a “tirare bulloni”, mica in ufficio. Ha fatto strada un po’ alla volta ».

E gli altri? Gli ambienti qui sono puliti, la paga è quella del contratto e i superminimi non mancano. Cosa c’è che non va? «C’è che gli italiani non hanno fame. A 16 anni andavo in bicicletta da Ormelle a Conegliano per lavorare alla Zanussi, a 27 ero responsabile di mille operai. Prova a dirgli a questi qua che una volta al mese devono lavorare il sabato o la domenica. Capisco che fare i turni è un sacrificio ma le macchine qui non possono fermarsi».

Gli stranieri sono più disponibili, insomma? «Mi tocca dire di si. Qui dentro ce n’è da ogni parte del mondo, uomini e donne».

Comunque sia, il suo gruppo cresce sempre da anni. Uno stabilimento dopo l’altro, lei ha messo su un impero. Ikea pesa solo per un quinto o poco più del suo business ma è un’ottima credenziale. Segno che non è vero che in Italia non si possa fare industria. «Nel 2000 ho venduto la Glass Idromassaggio di Oderzo ad un gruppo americano. Mi hanno dato una cifra notevole e l’ho investita tutta in questi capannoni. Il fatto è che dieci anni più tardi gli stessi capannoni li avrei messi all’estero».

Perché? «Devo fare l’elenco? Burocrazia, tasse, costo del lavoro e dell’energia. Ecco perché per rimanere competitivo, e per certi prodotti lo siamo più dei cinesi, le mie macchine estremamente automatizzate non devono fermarsi mai. A tre giorni da un ordine Ikea vuole i prodotti in ogni suo negozio d’Europa».

A parte Ikea, i vostri clienti chi sono? «Le vendite sono per l’85% all’estero. Negli Usa la nostra controllata canadese rifornisce Walmart, la più grande catena di vendita al dettaglio del mondo. Ma i nostri articoli in plastica si trovano un po’ dappertutto nella grande distribuzione».

I conti come sono, fatturato a parte? «L’Ebitda è vicino al 14,5%, quando c’è in giro qualcosa di interessante da rilevare cerchiamo di farlo, e finora sempre con mezzi nostri».

E qualcuno che vi chieda di diventare socio c’è? «Più di qualcuno, ma i fondi d’investimento ragionano in un modo che mi piace poco. Fino a poche settimane fa stavamo dialogando con uno americano, poi le trattative si sono fermate. All’inizio volevano una quota di minoranza, poi hanno cominciato a parlare di 51% e abbiamo chiuso il discorso ».

Contare su liquidità propria non può continuare all’infinito se volete allargarvi. Mai pensato alla borsa?«Si, ma non è ancora il momento. Adesso il valore del titolo non rispecchia mai quello reale. Ci vorranno almeno due o tre anni prima che una quotazione torni ad essere una scelta interessante».

Riflettiamo!

La tenda per le catastrofi la progetta Ikea.

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Reinventarsi una casa dopo la catastrofe non è facile. A dare una mano ci pensa Ikea, con Ikea Foundation,  la fondazione dedicata ai progetti di aiuto e di assistenza fondata dalla nota catena di megastore dell’arredamento, che ha progettato un nuovo tipo di tenda per i profughi. Ogni anno, milioni persone nel mondo perdono la propria abitazione a causa di calamità naturali o di guerre e così possono trovare sollievo attraverso la tenda componibile,  costituita da pannelli rigidi e pannelli solari sul tetto per generare elettricità. La struttura costa di più delle normali tende, ma ha una durata maggiore, rendendo quindi il costo competitivo rispetto ad esse: attualmente, le tende sono già in uso in Libano e in Iraq. L’ennesimo business o un aiuto concreto?

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Ikea e i mobili per le case delle bambole… piccoli clienti crescono?

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Tempo di crisi e se i mobili non si vendono bisogna andare a cercare su mercati che possano aiutare i mobilifici a far quadrare i bilanci. Così l’Ikea, il colosso svedese, produrrà mobili per le case delle bambole. Dopo un’attenta ricerca che ha messo in luce come i bambini desiderino poter giocare con una casa delle bambole simile a quella in cui si trovano a vivere, l’Ikea ha deciso di aprire a questo mercato. In fondo l’arredamento svedese è molto diffuso nel mondo e soprattutto le bambine sembrano stanche di giocare con i mobili di stile classico che spesso si trovano nelle case delle bambole… lo ritengono un arredamento fuori moda e preferiscono il gusto moderno. Forse il mobilificio svedese avrà pensato che è anche meglio abituarli sin da piccoli ai mobili Ikea… piccoli clienti crescono?

Arriva l’auto fai da te: quasi un gioco… ma funzionante!

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La Toyota ha presentato la sua nuova auto elettrica, la Camatte 57s, all’ultima fiera dei giocattoli di Tokyo. Uno scherzo? No, perchè l’auto si monta e si smonta, come se si trattasse di una costruzione di mattoncini Lego o un mobile Ikea, pure essendo perfettamente funzionante. Ma è anche pensata per i più piccoli, come assicurano dalla causa automobilistica: “Sarà la vettura in grado di unire ulteriormente genitori e figli”. L’auto è personalizzabile grazie ai vari colori per la carrozzeria, disponibili 57 pannelli, e montando i pedali in modo che i bambini possano raggiungerli agevolmente. Ma per avvicinare i figli alla guida serve responsabilità, quindi   sarà necessario utilizzarla in un campo aperto oppure su una pista per go-kart. Al momento, comunque, l’auto resta soltanto un concept.

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La tazza difettosa dell’Ikea!

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E’ decisamente un anno difficile per l’Ikea. Prima i problemi legati alle polpette e alle torte che erano vendute al ristorante interno del mobilificio, ora i problemi vengono riscontrati sui prodotti. Il difetto è stato riscontrato su una tazza, la cosiddetta Lyda, che si è potuta acquistare dall’agosto 2012 e all’aprile 2013. L’oggetto infatti presenta delle anomalie e qualora venga versato all’interno un caffè o un té, la tazza va in frantumi. E’ quindi inutilizzabile per lo scopo che dovrebbe adempiere.  La notizia è stata diffusa dopo che all’azienda sono arrivate “venti segnalazioni di rottura durante l’uso, in dieci casi sono state riportate alcune lesioni”.

La Finocchiaro ribatte a Renzi: “miserabile”!

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Sono ancora fresche le dichiarazioni di Matteo Renzi secondo il quale non è possibile proporre i nomi di Marini e Finocchiaro per la corsa al Colle perché non rispettano la condizione base di un candidato in grado di coinvolgere “la maggioranza più alta possibile”. Il primo è un senatore bocciato dagli elettori abruzzesi durante l’ultima chiamata alle urne mentre la seconda è semplicemente improponibile da quando si è recata all’Ikea per far compere accompagnata dagli uomini della scorta relegati al ruolo di “spingicarrello”.

La Finocchiaro, che quando le foto della sua incursione al punto vendita del colosso svedese sono state pubblicate ha reso una volta di più evidente come i soldi degli italiani siano trattati con il massimo disprezzo, non ha atteso molto per far pervenire la replica. “Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l’impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà nè il mio Paese, nè il mio partito. Trovo che l’attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti”. In realtà sembra la senatrice del Pd stia scivolando sullo specchio che cerca invano di scalare, perché è quanto meno offensivo per l’intelligenza delle persone parlare di dignità dopo aver dimostrato come i soldi, che non ci sono per saldare i debiti alle aziende, possono essere spesi per recarsi a riempire un carrello presso il punto vendita di un’industria straniera. Ma forse è “miserabile” far presente agli italiani da chi potrebbero essere governati…

La Finocchiaro però, indignata, prosegue nel suo sfogo affermando di trovare “inaccettabile e ignobile” che sia un’esponente del suo stesso partito ad attaccarla. “Sono dell’opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato”. Certo, detto da uno degli esponenti di quello stesso partito che cerca in tutti i modi di tagliare fuori Renzi, iniziando con l’escluderlo dalla rosa dei grandi elettori, quanto meno fa riflettere. Spaventa che, foto in mano, ancora ci si rifiuti di ammettere la verità e c’è da dire che la senatrice ha perso una grande occasione per dimostrare le “qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico ed un uomo di Stato”: ammettere di aver sbagliato invece di negare l’evidenza e, se proprio ritiene “miserabile” l’atteggiamento di Renzi, porsi su un piano diverso, magari di dialogo invece che sbarrare la porta subito dopo aver puntato il dito contro chi, anzi, ha evitato affermazioni ben più gravi nei suoi confronti. Come dimenticare infatti che il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura? Sarebbe “onesto” affidarle quell’incarico dopo che il 24 ottobre scorso il marito Melchiorre Fidelbo è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata e abuso d’ufficio e quindi dovrà nuovamente presentarsi di fronte alla giustizia? Fidelbo guida infatti la Solsamb srl, società che ha ottenuto, senza gara, a Catania, l’affidamento dell’appalto per l’informatizzazione del Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre ricevendo così un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, secondo la Procura. Insomma, anche senza l’Ikea, la Finocchiaro non rappresenta la stella più fulgida verso cui guardare!

Le strane lasagne di Ikea… dall’alce al maiale!

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Ikea blocca la vendita delle lasagne di alce in 18 paesi europei dopo che sono state trovate tracce di carne di maiale. “Abbiamo ricevuto conferma che una parte della produzione contiene carne di maiale in quantità molto piccola, circa l’1%”, ha detto la portavoce Tina Kardum precisando che in commercio ci sono 17.000 confezioni. Lo stop avviene dopo che Ikea è già stata colpita pesantemente dagli scandali sul cibo: dalle polpette che contenevano crane equina invece che di manzo alle torte al cioccolato con batteri fecali.

Calano le vendite anche all’Ikea… altro che polpetta di cavallo, è una polpetta avvelenata!

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Primo calo del fatturato per Ikea. Già, la crisi colpisce anche il colosso svedese che dal 1989, cioè quando aprì il primo grande magazzino vicino a Milano, in Italia è sempre cresciuta. L’anno scorso il gigante dell’arredamento e dei prodotti per la casa svedese ha infatti accusato un calo di fatturato del 2,6% pur raggiungendo la sempre ragguardevole cifra di 1.598 milioni di euro. Intanto il marchio multinazionale ha messo a punto controlli più rigidi sugli approvvigionamenti alimentari, che gli permettono di rimettere in commercio torte e polpette bloccate nelle scorse settimane. «La pressione sui consumi si fa sentire», ammette l’amministratore delegato di Ikea Italia, Lars Petterson, alla presentazione del report ambientale, sociale e delle risorse umane di un gruppo che comunque non intende toccare gli investimenti e i livelli occupazionali, oggi ben oltre i 6.200 dipendenti, dei quali l’89% a tempo indeterminato, spesso part-time. A proposito del personale, Ikea conferma in Italia le sue politiche ‘friendly’ per dipendenti gay, lesbiche, bisessuali e transgender, con un’equiparazione di queste coppie di fatto agli eterosessuali sposati: recentemente ha concesso un permesso matrimoniale a un addetto che ha sottoscritto l’unione civile introdotta dal Comune di Milano.

Peccato che nessuno si è dimenticato degli scontri con la polizia dei facchini dei SiCobas  a dicembre che rivendicavano contratti di lavoro che non fossero vere e proprie violazioni ai diritti dei lavoratori.

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Giù i surgelati -30%. Troppe truffe!

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Lo scandalo della carne di cavallo spacciata per manzo avrebbe provocato un crollo del 30% degli acquisti in Italia di primi piatti pronti, surgelati e ragù. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti sugli effetti di una emergenza che ha portato al ritiro di circa 200 diversi tipi di confezioni di prodotti alimentari in 24 diversi Paesi sulla base del monitoraggio effettuato dal portale eFoodAlert.net. Per evitare il ripetersi in futuro di altre emergenze e dipanare ogni dubbio sulle effettive caratteristiche del cibo che si porta a tavola occorrono – continua la Coldiretti – interventi strutturali come l’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta per farla conoscere ai consumatori e scoraggiare il proliferare di passaggi che favoriscono le truffe.

DOPO LE POLPETTE AL CAVALLO, ECCO LE TORTE AI BATTERI FECALI!

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Torte con batteri fecali all’Ikea. Il gigante svedese ha annunciato oggi che ritirerà dalle sue caffetterie in 23 Paesi dei dolci risultati contaminati. Ikea ha spiegato all’Afp di aver preso questa decisione dopo la distruzione da parte delle dogane cinesi di 1.800 torte chiamate “chokladkrokant” (“croccanti al cioccolato”, una torta alle mandorle con cioccolato, crema di burro e caramello) intercettate nel porto di Shanghai a novembre. Da una serie di test è emerso che contenevano “un livello eccessivo di batteri coliformi”. Normalmente poco pericolosi per i consumatori, questi batteri sono solitamente la spia “di una contaminazione fecale, anche se non è sempre il caso”, ha spiegato all’Afp un microbiologa dell’Autorità per la sicurezza alimentare svedese, Mats Lindblad. Le torte ritirate sono state prodotte da un fornitore svedese, Almondy.

Secondo una portavoce di Ikea, Ylva Magnusson, la concentrazione dei batteri rinvenuti nella “chokladkrokant” non poneva un pericolo grave per la salute pubblica. “Vi sono indicazioni secondo le quali la concentrazione dei batteri scoperti è bassa ma dobbiamo conoscere la cifra esatta e sapere cosa sia accaduto”, ha aggiunto.

Hotel a moduli targato Ikea, il primo entro l’anno a Milano!

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Aprirà entro la fine dell’anno a Milano il primo hotel nato dall’inedita alleanza fra Marriott e Ikea. La joint venture prevede la realizzazione di una nuova catena di hotel, in tutto 50 alberghi economici, che nei prossimi cinque anni dovrebbero sorgere in Europa. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che l’alleanza dovrebbe essere annunciata oggi. La filosofia della catena alberghiera sarà la stessa che ha garantito il successo dei mobili Ikea: prodotti economici ma con un bel design, insomma «cheap-but-cool». E gli hotel punteranno proprio ad offrire un’accoglienza di stile e calorosa, ma a prezzi contenuti. Target di riferimento chi viaggia per affari e i turisti «low cost» che però non rinunciano a un certo tipo di comfort. Harald Mueller, dirigente Ikea e responsabile del progetto, ha spiegato al quotidiano svedese Svenska Dagbladet il piano e ne ha descritto la strategia: «Stiamo cercando da tempo immobili in tutta Europa. Elimineremo tutto ciò che è superfluo, come ad esempio i ristoranti, al posto dei quali metteremo una buona colazione, Internet ad alta velocità e una reception efficiente senza formalità da adempiere quando si lascia l’albergo».

La catena si chiamerà Moxy e Ikea vi investità 500 milioni di dollari. Stando al progetto, gli hotel saranno aperti vicino a centri dirigenziali, aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana. Di 150-300 camere, avranno come principale target quello dei giovani.
Gli hotel non avranno mobili o il design tipico di Ikea che, invece, propone nuove tecniche di costruzione per contenere i costi, quali ad esempio l’utilizzo di moduli prefabbricati da assemblare, questi sì, proprio come i noti mobili svedesi.

Le polpette di cavallo dell’Ikea!

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C’è, non c’è, c’è di nuovo! Le polpette dell’Ikea sono sotto stretta osservazione da alcuni giorni. Test che smentiscono e affermano. Alla fine c’è la conferma definitiva: tracce di carne di cavallo sono state trovate nelle polpette Ikea. Lo ha comunicato il produttore svedese delle polpette di Ikea, secondo quanto fa sapere l’Agenzia svedese della sicurezza alimentare. I test fatti dal fornitore, Dafgaard, hanno confermato la presenza di tracce di carne equina nei prodotti.La quantità rilevata sarebbe tra 1% e il 10%.

Dopo l’esplosione dello scandalo la compagnia svedese aveva deciso di ritirare i prodotti dagli store in 25 Paesi, Polonia, Austria, Ungheria, Repubblica dominicana, Gran Bretagna, Portogallo, Finlandia, Germania, Italia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Romania, Repubblica slovacca, Repubblica ceca, Svezia, Thailandia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Hong Kong, Francia, Cipro, Irlanda e Malaysia.

Al di là del caso Ikea, nel solo Portogallo le autorità hanno requisito 79 tonnellate di prodotti a base di manzo che contenevano carne di cavallo negli ultimi giorni e hanno deciso di aprire un’indagine penale nei confronti di cinque aziende locali. I sequestri, rende noto l’Agenzia per la sicurezza alimentare portoghese, sono stati eseguiti in compagnie che lavorano, impacchettano e distribuiscono carne alle grandi catene della vendita al dettaglio. In un comunicato sul proprio sito web, l’Agenzia rende noto inoltre di avere anche richiamato dai negozi quasi 19mila confezioni di cibi precotti come lasagne, hamburger e polpette dopo avervi trovato carne equina.

NIENTE CAVALLI PER L’IKEA… I TEST SULLE POLPETTE SONO NEGATIVI!

polpette ikea carne equina

Nessuna traccia di carne equina nelle nostre polpette. Il produttore svedese delle polpette di carne vendute all’interno degli store di Ikea in tutto il mondo respinge le accuse di contaminazione del prodotto con carne equina. «Su 320 test effettuati nelle ultime tre settimane sul nostro prodotto – ha detto Ulf Dafgaard, amministratore delegato della Dafgaar, la ditta che produce le polpette per conto di Ikea – nessuno ha rilevato la presenza di carne di cavallo». Oltre a eseguire le analisi in proprio, ha aggiunto Dafgaard, ci siamo rivolti anche a un laboratorio esterno e l’esito non è cambiato.

 

L’azienda, ha aggiunto Dafgard, sta continuando i suoi test, affidati ad un laboratorio esterno. Ikea ha accolto con favore la notizia dei risultati della Dafgard, ma «continua i propri test», ha detto la portavoce Ylva Magnusson. «Le autorità ceche – puntualizza – hanno concluso che c’erano tracce di carne di cavallo» nelle polpette, «ma non è stata in grado di indicare la quantità perchè impossibilitate a eseguire i test. Abbiamo quindi proceduto noi inviando un campione» del lotto «incriminato» «a un laboratorio in grado di gestire la quantificazione». I paesi coinvolti dallo stop alle vendite delle polpette sono a ora Austria, Belgio, Gran Bretagna, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia, così come Thailandia. I negozi Ikea in Norvegia, Svizzera, Russia, Stati Uniti e Australia non sono stati coinvolti perchè ricevono le polpette da fornitori locali.

 

Carne di cavallo in polpette Ikea… ritirate dalla vendita!

Polpettesvedesi
Gli ispettori della Repubblica Ceca hanno trovato carne di cavallo nelle polpette preparate in Svezia per il gruppo Ikea. Lo riferisce l’agenzia locale Ctk, precisando che i servizi veterinari hanno segnalato la scoperta all’Agenzia europea per l’allerta sui cibi. L’Ikea ha sospeso le vendite dell’alimento in Italia e Svezia.
Ikea blocca polpette in Italia – Le tracce di carne equina sono state scoperte in campioni di polpette, preparate da un unico fornitore svedese, la Familjen Dafgard, e non ancora messe in vedita al pubblico in un’Ikea di Brno. Intanto, mentre resta da appurare se la carne equina è presente anche nei negozi Ikea degli altri Paesi europei, il gruppo ha annunciato di aver bloccato in Italia la vendita del lotto di polpette prodotto dalla stessa Familjen Dafgard da cui proveniva la partita “anomala” in questione. “Abbiamo bloccato il lotto di quel produttore nei punti vendita in Italia”, ha detto un portavoce. “Le nostre polpette devono essere fatte di carne di manzo e di maiale”, ha puntualizzato. Ikea condurrà delle analisi sulla partita sospetta sia “sulla consistenza dei componenti che sulla eventuale presenza di tracce di Dna”, ha aggiunto. Secondo Nbc, Ikea ha bloccato la vendita delle polpette anche in Svezia.

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