E’ Amnesty International a raccontare l’ultima atrocità che sta avvenendo in Egitto dove le forze di sicurezza egiziane hanno investito e incendiato il primo piano della struttura sanitaria di Rabaa al-Adawiya, vicino al sit in più numeroso, la tendopoli sgombrata con un’operazione durata dieci ore.
Uno studente di medicina ha riferito che l’edificio è stato evacuato dopo l’assalto delle forze di sicurezza che lo hanno investito con un fitto e sostenuto lancio di gas lacrimogeni. Il primo piano è stato incendiato. “Ho visto i cecchini – prosegue il giovane – appostati sui tetti degli edifici vicini. Indossavano vestiti neri. Un ufficiale mi ha colpito con il calcio del fucile e mi ha spinto verso le scale. I poliziotti ci hanno ordinato di radunare i cadaveri e i pazienti. Il piano al quale prestavo servizio stava bruciando”.
Secondo altri testimoni era impossibile fuggire e non si potevano portare in salvo neppure i feriti: “All’esterno si sparava a tutto spiano, una guardia dell’ospedale è stata colpita a morte”. Un’infermiera dell’ospedale da campo della stessa località ha raccontato che due uomini in nero e uno vestito con abiti civili hanno puntato le armi contro di lei: “Lo hanno fatto attraverso una finestra. L’uomo in borghese mi ha gridato di aprire la porta e ha chiesto se dentro c’erano armi. Ho risposto che avevamo solo morti e feriti”.