C’è una diretta correlazione tra trivellazione e terremoto? Il cosidetto “fracking” sta mettendo in allarme la popolazione della padania. Una società milanese infatti, la Exploenergy, ha deciso di scavare i 300 milioni di metri cubi di metano lasciati lì dall’Agip negli anni ’50, e ritenuti “marginali”. Ma in tempo di crisi si “raschia il barile” ed ecco quindi che è partita la domanda regolarmente depositata presso il ministero dello Sviluppo economico. I lavori non partiranno, causa burocrazia e autorizzazioni necessarie, prima del 2016, ma l’allerta è già stata lanciata, le trivellazioni si teme che possano scatenare terremoti.
Ma quale è il vero rischio e quale la correlazione tra trivellazione e terremoto?
«C’è un nesso tra trivellazioni e terremoto». Ad affermarlo fu Beppe Grillo a fine maggio. «A Berna è in corso un processo dopo che una scossa di magnitudo 3.7 si è verificata in seguito a una trivellazione fino a 7.000 metri di profondità per la grande centrale geotermica».
E’ invece notizia di ieri, il terrore che si è creato in Svizzera, nel Cantone di San Gallo, per una serie di terremoti causati dalle trivellazioni. come riporta un articolo redatto da “green Me”:
Nei giorni scorsi si sono avvertite diverse scosse, legate a un progetto di sfruttamento della geotermia, che sono terminate proprio quando la trivella si è fermata.
Le scosse, fino a una magnitudo di 3,6 sulla scala Richter, si sono verificate a partire dai primi di luglio mettendo in allarme la popolazione locale. San Gallo è una città di oltre 70 mila abitanti, quindi l’apprensione è stata grande. Il 14 luglio il Servizio Sismico Svizzero ha iniziato a monitorare la situazione nei pressi del sito geotermico e il grafico che ne è risultato spiega la situazione meglio di mille parole:
Molte scose sotto magnitudo 1 tra il 17 e il 18 luglio e moltissime altre fino a 3,6 a cavallo tra il 19 e il 20 luglio. La situazione ha spinto la società che sta trivellando a interrompere i lavori venerdì 19 per questioni di sicurezza. Anche perché, durante la perforazione del pozzo, c’era stata una grossa fuga di gas che è stata bloccata pompando in profondità 650 metri cubi (cioè 650 mila litri) di acqua e fango.
Il Servizio Sismico, però, ha continuato a monitorare la situazione e a rilasciare bollettini giornalieri fino al 26 luglio. Scriveva il 22/07:
Da quando le aziende municipalizzate di San Gallo hanno sospeso, lo scorso venerdì, i test e le stimolazioni, e le condizioni all’interno del pozzo di trivellazione si sono normalizzate, l’attività sismica nei pressi del pozzo è rimasta stabile alle grandi profondità. Nonostante la situazione si sia nel frattempo calmata, ci si aspettano ulteriori microsismi e non si può escludere l’avvento di scosse di maggiore intensità. Stando alle prime stime, potrebbe passare più di un anno prima che l’attività sismica torni ai livelli naturali osservati finora.