Una donna, una psicologa dell’animo femminile, un’educatrice… e poi una grande poetessa. Saffo, innamorata dell’armonia delle forme e capace di emozionarsi davanti alla luna:
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche la giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.

Saffo e l’incredibile viaggio all’interno della poesia d’amore. Per molti anni e ancora oggi da tanti ritenuta poesia al femminile… Ma può un emozione che scaturisce dall’immediatezza delle parole essere classificata?
Versi universali scritti da una delle personalità più geniali dell’Antica Grecia che tutt’ora ci fanno respirare l’aria di una donna che guarda il mondo con gli occhi di un’innamorata e che si stupisce davanti alla bellezza. Gelosa, drammatica e irascibile quando non è ricambiata nell’amore.
Nata da una famiglia aristocratica probabilmente da bambina fu costretta all’esilio in Sicilia per circa 10 anni a causa di lotte politiche che erano sorte in Mitilene. Quando tornò iniziò a insegnare in un tiaso, un colleggio femminile in cui alle ragazze di ceto medio alto venivano insegnate nelle arti e nelle lettere oltre che nella ritualità del focolare.
Durante l’insegnamento, trovò anche il tempo per dedicarsi ai componimenti poetici che poi l’hanno resa famosa e tramandata ai posteri. In un mondo greco che accettava l’omosessualità come passaggio necessario all’età adulta e la bisessualità come naturale attività della vita erotica di una persona, i componimenti di Saffo che alludono ai suoi rapporti con le fanciulle che frequentavano la scuola non destarono scandalo. Erano solo frammenti di un’arte letteraria altissima che si sublimava nella tematica dell’eros e dell’innamoramento.
Poco si sa del suo presunto amante Alceo. Sicuramente si incontrarono e Alceo fu folgorato dalla bellezza della fanciulla tanto da ritrarla in uno dei suoi componimenti più celebri. Quel che invece sembra certo è che la poetessa ebbe una figlia di nome Cleide, avuto dal matrimonio con Cercila di Andros.
Una leggenda, tramandataci attraverso gli antichi commediografi, narra l’ infelicità di Saffo, scaturita dall’amore non corrisposto per il giovane battelliere Faone (personaggio mitologico), la portò a suicidarsi gettandosi da un faro sull’isola di Lefkada, vicino alla spiaggia di Porto Katsiki.
Un inno alla vita e all’amore, una combinazione di parole capaci, quasi magicamente, di raccontare le nostre emozioni.

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