Galbani lascia l’Italia? A Rischio 226 posti di lavoro

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La crisi è passata? Per Galbani sembra invece che l’Italia non dia le giuste prospettive per seguitare la produzione nel nostro PAese e così il gruppo  francese Lactalis della famiglia Besnier vuole chiudere due stabilimenti, l’impianto Galbani di Caravaggio (Bergamo) e quello Cademartori di Introbio (Lecco), specializzato nella produzione di Gorgonzola e Taleggio, situato vicino a delle grotte naturali di stagionatura. Il nuovo piano industriale prevede infatti di ridistribuire i volumi produttivi negli stabilimenti di Casale Cremasco (Cremona), Certosa di Pavia e Corteolona (Pavia), dove verrebbero ricollocati i lavoratori, con percorrenze medie superiori ai 50 km per il trasferimento. A rischio ci sarebbero quindi 226 posti di lavoro. I sindacati hanno indetto lo sciopero per il 7 febbraio. Ma c’è chi vede in questa ristrutturazione un progetto per abbandonare l’Italia e andare a produrre all’estero.

In una nota sindacale si legge:

”Il coordinamento unitario esprime un giudizio estremamente negativo in quanto tale decisione modifica sostanzialmente la strategia del gruppo francese, decidendo di intervenire in modo drastico sulla struttura Lactalis Galbani in Italia”.

  

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“Ora raddrizziamo la nave Italia”, Mentana lancia l’amo e Saviano abbocca

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I media stanno raccontando istante per istante una di quelle imprese destinate a fare la storia del mondo. Le caratteristiche l’evento le ha tutte e non c’è da stupirsi che i più grandi media del mondo stiano puntando i loro obiettivi sull’Isola del Giglio e sulla tragedia della Concordia. Così Enrico Mentana dalla sua pagina Facebook, lancia un fatwa proprio sul grande evento che ogni sta catalizzando l’attenzione di milioni di spettatori:

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Lanciato l’amo a pochi minuti di distanza, per pura coincidenza (anche sfortunata), Saviano abbocca e scrive sul suo profilo Facebook:

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Insomma il siparietto è completo, ma sicuramente se Saviano è stato il primo, non sarà sicuramente l’ultimo a cadere nella rete…

Parla il padre di Beatrice Papetti: uccisa una seconda volta dalle leggi italiane.

beatrice_papetti_tuttacronacaGabardi El Habib, il magrebino che si era costituito una settimana dopo aver investito e ucciso la 16enne di Gorgonzola Beatrice Papetti, è uscito dal carcere ed è agli arresti domiciliari. La decisione è stata così commentata dal padre della ragazza, Nerio Papetti: “Le leggi italiane hanno ucciso mia figlia per la seconda volta”. Per l’uomo è infatti “assolutamente inaccettabile” che il gip abbia disposto i domiciliari per l’investitore. Ha quindi aggiunto che “non è normale che accadano disgrazie simili e il responsabile vada fuori. Ho amici e colleghi stranieri che mi raccontano di come sia severa la legge nei loro Paesi, questa persona ha la famiglia all’estero, scapperà. Le leggi italiane hanno ucciso mia figlia per la seconda volta”. Dopo l’arresto, il pm di Milano, Laura Pedio, titolare delle indagini condotte dai carabinieri, aveva chiesto il carcere come misura cautelare per il marocchino, mentre la difesa, con l’avvocato Giovanni Marchese, aveva chiesto i domiciliari, spiegando anche che l’uomo “non è un pirata della strada”. Alessandro Santangelo, gip di Milano, ha disposto i domiciliari perchè, da quanto si è saputo, è una misura idonea a garantire le esigenze cautelari: principalmente il pericolo di reiterazione del reato e poi quelli di fuga e di inquinamento probatorio. L’uomo, infatti, è accusato di omicidio ma nella forma colposa mentre l’altro reato contestato, l’omissione di soccorso, non prevede la misura cautelare.

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Si è consegnato il pirata della strada che ha investito, uccidendola, Beatrice

beatrice-papetti-tuttacronacaBeatrice Papetti è morta il 10 luglio a Gorgonzola, in provincia di Milano, travolta da un pirata della strada che poi è fuggito. I carabinieri del comando provinciale di Milano erano sulle sue tracce ma oggi è stato lui stesso a presentarsi spontaneamente, sembrerebbe in preda al rimorso. Ad aver investito la 16enne è stato un 39enne magrebino ora finito in manette per omicidio colposo e omissione di soccorso. L’uomo, provvisto di regolare permesso di soggiorno, ha spiegato di non aver visto che la ragazza stava attraversando la strada.

Funerali di Beatrice Papetti, tra palloncini e applausi

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Sabato triste a Gorgonzola in provincia di Milano, oggi è infatti il giorno dell’addio a Beatrice Papetti, la ragazza investita da un’auto pirata il 10 luglio.

Sono tantissime le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Beatrice, tante che la grande chiesa del centro di Gorgonzola non è riuscita a contenerle tutte. In molti hanno ascoltato la funzione dal sagrato e dalla piazza antistante, nonostante il sole a picco e la temperatura proibitiva.

Palloncini bianchi e un lungo applauso hanno salutato il feretro di Beatrice Papetti, all’uscita dalla chiesa dei Santi Protaso e Gervaso, a Gorgonzola.

Durante la celebrazione del funerale, a cui hanno partecipato non solo parenti e amici di Bea, come veniva chiamata da tutti, ma anche l’intera comunità di Gorgonzola, il parroco ha rivolto le sue preghiere alla giovane vittima e alla sua famiglia, composta dal padre Nerio, la mamma Roberta e la sorellina Francesca.

”C’è buio oggi nella comunità – ha detto durante l’omelia – c’è buio nelle vite della famiglia di Beatrice a cui non possiamo fare altro che tendere la mano. Questa morte è frutto della follia e della meschinità di una persona. Non lasciamo che questo ci tolga la fiducia nel prossimo. Ricordiamo insieme gli occhi blu della piccola Bea”.

Ad aprire il corteo funebre, verso il cimitero, una cinquantina di motociclisti, amici di Nerio Papetti, amante delle moto e volontario del 118, che hanno attraversato Gorgonzola interamente chiusa per lutto, come disposto dal sindaco.

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Auto pirata stronca la vita a una 16enne a Milano

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E’ stata uccisa da un auto pirata, la 16enne, Beatrice Papetti, che la scorsa notte, a Gorgonzola, nel milanese, è stata investita mentre attraversava una strada a bordo della sua bicicletta. La ragazza era in compagnia del cugino 18enne, quando è sopraggiunto il veicolo, probabilmente una monovolume che dopo l’incidente non si è fermata, anzi ha accelerato per darsi alla fuga. I ragazzi stavano tornando a casa poco dopo la mezzanotte quando attraversando la strada Padana Superiore, la 16enne è stata travolta dal mezzo che si dirigeva a forte velocità verso Gessate. Da quanto si è appreso i due ragazzi non hanno attraversato sulle strisce pedonali e soprattutto hanno scelto un punto in cui c’è una scarsa visibilità proprio per la mancanza di illuminazione pubblica idonea a illuminare quel tratto di strada. Inutili  soccorsi chiamati dal cugino rimasto illeso. Ora i carabinieri di Cassano hanno aperto un’indagine.

Mentre gli inquirenti stanno verificando se le telecamere della zona hanno registrato l’auto pirata, il padre della ragazza, Nerio Papetti, ha lanciato un appello: “Questo criminale si consegni”, e ha aggiunto: “Io faccio il volontario su ambulanza e dico fermati perché quando investi una persona non puoi non avere la coscienza di fermarti e invece andare via”.

Una mail per salvare Lasi!

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Doveva morire, condannata a morte a causa di una malformazione del muso: il cosìdetto naso “a fucile”. Nel canile dove era ospitata in Spagna a Saragozza quell’anomalia l’aveva fatta sempre restare dietro le sbarre, tutti gli adottanti preferivano cani più “normali”. Così fu deciso di abbattere l’animale. Salvata in extremis da un gruppo di volontari italiani, che era venuto a conoscenza del caso, ora è stata portata a Gorgonzola in provincia di Milano. Ora si cercano dei padroni che abbiano voglia di prendersi cura di lei. Laura, una delle volontarie che l’hanno salvata spiega: “Lasi ha due anni e mezzo, scoppia di salute e il suo è solo un difetto estetico”. Basta  una mail per accoglierla in casa: nineter@teletu.it

 

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