Ancora 300 milioni per restare in Afghanistan… perché?

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“L’operazione in Afghanistan deve essere rifinanziata alla fine di settembre. Chiederemo al parlamento la fiducia che ha sempre dimostrato a ranghi compatti: si tratta di una cifra tra i 250 e 300 milioni di euro”. L’annuncio è del Ministro della difesa, Mario Mauro, intervistato su Rai 3 ad Agorà. “Quando in questi giorni ripetutamente mi si chiede perché siamo in Afghanistan – ha aggiunto Mauro – mi preme ricordare che 6.500 Scuole sono state aperte da quando c’è Isaf. Dieci anni fa c’erano 900mila iscritti a scuola ed erano tutti maschi; oggi ce ne sono 6 milioni e mezzo e il 35 percento è composto da donne. Se prima solo il 30 percento della popolazione aveva accesso ai servizi sanitari, oggi siamo al 67 percento e da quando c’è Isaf sono stati costruiti 120 ospedali. Tra un anno restituiremo la piena sovranità agli afgani che avranno il compito di fermare quel fattore che dieci anni fa ha portato alla destabilizzazione, non solo in Afghanistan, ma in tutto il mondo”.

Tutto questo per 300 milioni di euro e basti pensare che stiamo supplicando l’Europa per 400 milioni da utilizzare in due anni, per l’occupazione giovanile? Con 300 milioni, cambiando il capitolo sul bilancio dello Stato non potremmo investire sul lavoro? Eppure la nostra Carta ci ricorda che la Repubblica è basata proprio sul lavoro, non sulle missioni all’estero… è compito di ogni stato aiutare chi è in difficoltà, ma è davvero etico investire nella missione in Afganistan quando gli italiani non arrivano a fine mese?

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Montecitorio è vuoto mentre Mauro ricorda La Rosa

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La voce del ministro della Difesa, Mario Mauro, che riferisce a Montecitorio sull’attentato risuona nell’Aula vuota. Ormai è certo che è stato un 20enne a salire sul blindato Lince italiano e a lanciare all’interno del mezzo un ordigno che ha causato la morte del capitano Giuseppe La Rosa.  “Profonda amarezza” esprime il ministro della Difesa… amarezza anche a vedere quell’Aula vuota? E’ dignitoso che mentre si sta rispondendo a un’interrogazione parlamentare in ricordo di un nostro militare caduto in Afghanistan si debba avere Montecitorio vuoto?

Sarebbe un 20enne l’attentatore che provocato la morte di Giuseppe La Rosa

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Il ministro della Difesa Mario Mauro ha riferito a Montecitorio sull’attento a Farah, in Afghanistan, nel quale ha perso la vita il capitano Giuseppe La Rosa. A salire sul blindato Lince per lanciare all’interno del mezzo l’ordigno, sarebbe stato “un giovane, di circa 20 anni”. Il ministro ha poi espresso “profonda amarezza” per “l’Aula della Camera vuota” durante la sua informativa. Rivelando il fatto che l’attentatore fosse un adulto, Mauro ha anche fatto notare che l’attacco terroristico “si è completato con un’azione di vera e propria guerra psicologica, con la diffusione dell’informazione che l’attentatore fosse un bambino di 11 anni, facendo percepire quasi un atto eroico e di partecipazione popolare”. Ha poi sottolineato che il governo intende “proseguire la partecipazione alla missione Isaf in Afghanistan, concludendola secondo i tempi stabiliti nel 2014”.

Il rientro del capitano Giuseppe La Rosa

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E’ arrivata questa mattina, all’aeroporto militare di Ciampino, la salma del capitano Giuseppe La Rosa, ucciso in Afghanistan mentre, a bordo del Lince, rientrava alla base avanzata di Farah. Ad accogliere il militare, oltre ai familiari più stretti, i vertici militari: il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli e dell’Esercito, Claudio Graziano oltre al nuovo Capo della Polizia, Alessandro Pansa. Presenti anche il premier Enrico Letta e il ministro della Difesa, Mario Mauro, mentre Napolitano prenderà parte ai funerali che si terranno alle 18. Ieri intanto la comunità della missione Isaf lo ha ricordato al suono di una cornamusa, al comando di Kabul.  

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La Bonino smentisce sul bimbo killer “solo propaganda talebana!”

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Pugni tesi tra Italia e Afghanistan dopo l’attentato in cui è caduto Giuseppe La Rosa. Secondo il  ministro degli Esteri, Emma Bonino, non sarebbe vera la notizia del bambino di appena 11 anni che avrebbe ucciso nel sud dell’Afghanistan. La notizia sarebbe stata diffusa solo per “propaganda talebana” . Inoltre sottolinea la titolare della Farnesina: “Dai contatti del ministro della Difesa Mauro emerge che l’attentato sia stato realizzato da un adulto”.

 

Giuseppe La Rosa: il capitano ucciso da un 11enne talebano

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I talebani hanno rivendicato l’agguato teso oggi ai soldati italiani del Lince a Farah, in Afghanistan, in cui ha perso la vita il capitano Giuseppe La Rosa. A cmopiere il gesto sarebbe stato un ragazzino che loro descrivono come “coraggioso, eroico ragazzino afghano di 11 anni che ha lanciato la granata”.

Giuseppe La Rosa, 31enne di Barcellona Pozzo di Gotto, a pochi chilometri da Messina, nella sua pagina Facebook  si definiva “Pigro, pigro, pigro…”, ma le sue azioni dimostrano che non indugiava nell’ozio. Il 18 marzo si era laureato in Scienze Politiche all’università di Torino ed era alla sua seconda missione in Afghanistan. Stando al suo comandante, era “ufficiale solare, sempre disponibile”. Nella pagina aveva postato alcune tappe della sua vita, tra le quali una foto il giorno della laurea, in cui sorride, in giacca e cravatta e con in mano una copia rilegata della sua tesi. A seguire, la scritta: “…Fatto!” e uno smile. Mentre l’immagine principale del profilo è di lui in divisa, appoggia sullo sfondo del mare della costa Messinese. Tanti sono i messaggi lasciati, ma quello con più repliche è il semplice e sentito: “Ciao capitano…”. Giuseppe La Rosa era addetto all’Ufficio operazioni e addestramento del 3/o Reggimento bersaglieri di Capo Teulada – una delle unità più decorate dell’Esercito composta da un comando di Reggimento, una Compagnia di supporto logistico e un Battaglione bersaglieri – ed era partito a marzo per l’Afghanistan. All’estero era stato anche in missione in Kosovo.

Afghanistan un morto e tre feriti italiani…

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Ancora un morto italiano nelle “missioni di pace”, ancora l’Italia chiamata a piangere uno dei suoi militari impegnati su territori di guerra. Ancora quell’ipocrisia di pensare che si possa andare armati in un paese sconvolto dalla guerra e ritornare tutti sani e salvi a casa. Quanto ci costano le missioni di guerra lo abbiamo detto più volte (più di 700 mln di euro nel 2012), ma poi ci sono i morti… una vita umana è un patrimonio irrisarcibile. Eppure il governo nonostante la crisi, non limita le missioni. Quante manifestazioni sono state inascoltate? Quante volte il popolo italiano ha detto basta? Eppure l’invio di soldati in zone di guerra continua…  L’attacco oggi è avvenuto nella zona di Farah,  l’area più meridionale e a rischi del settore ovest dell’Afghanistan affidato al controllo dei militari italiani. Secondo le fonti ufficiali, “elementi ostili” avrebbero attaccato un Lince mentre tornava alla base dopo aver svolto un’attività congiunta con i militari afghani. Il morto sarebbe il capitano del Terzo Bersaglieri, Giuseppe La Rosa, nato a Barcellona Pozzo di Gotto e viveva a Casamassima (Bari).  Il ferito più grave è il maresciallo capo dei bersaglieri (8vo Rgt) Giovanni Siero, originario di Desenzano del Garda.

Il Presidente Napolitano ha espresso profondo cordoglio e ha espresso l’auspicio che i militari feriti nell’attacco possano superare questo momento critico.

Anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Pietro Grasso, a margine di un convegno di industriali testimonia la sua vicinanza alle famiglie dei militari coinvolti nell’attentato. “Esprimo il mio cordoglio alle famiglie. Continuiamo a pagare un pesante tributo a costruire la stabilizzazione di quell’area. Faccio i miei auguri di pronta guarigione ai feriti ed invio un ringraziamento a chi opera ad Herat e Kabul dove ci sono i nostri militari”.

Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha espresso “profondo cordoglio” per la morte del militare italiano. E, nel rivolgere “sentimenti di grande vicinanza alla famiglia del caduto”, ha auspicato “pronta guarigione per gli altri tre soldati rimasti feriti, sulle condizioni di salute dei quali viene tenuto costantemente informato dal capo di stato maggiore della difesa”.

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