Durante il dibattito generale sulla sfiducia, i parlamentari grillini, per protesta in Aula hanno fatto squillare i loro cellulari. L’azione di protesta è stata fatta per ironizzare sulla telefonata della Cancellieri per il “caso Ligresti” .L’iniziativa dimostrativa è stata messa in scena dal M5S mentre parlava la loro collega Giulia Sarti. Quasi alla conclusione del discorso della parlamentare pentastellatamentre la Sarti ribadiva: «in Italia esistono cittadini di serie A ed altri di serie Z», i deputati hanno fatto squillare i loro cellulari, dirigendoli verso il ministro e gridando ‘dimissioni, dimissioni!’. Poi è intervenuta il Presidente della Camera, Laura Boldrini ordinando: «Colleghi togliete questi telefonini»
Ancora una gaffe targata 5 Stelle: dopo le sirene, l’attentatore di Nassiriya e “Pino Chet”, ora una proposta che lascia a bocca aperta. La deputata Giulia Sarti ha scritto in Facebbok: “Possiamo dire che siamo governati da un branco di ANALFABETI e FESSINI?”. Dopo di che, la proposta di una riforma decisamente azzardata per il nostro sistema pensionistico. Si legge sul post: “In Italia abbiamo 23.431.319 pensionati, i quali percepiscono complessivamente € 270.469.483.350. Se noi garantiamo a tutti i pensionati 5000 euro al mese ci rimangono €153.312.888.350. Domanda: quanti redditi di cittadinanza possiamo garantire sapendo che la nostra proposta vale circa 30 miliardi?”. L’errore è grossolano, visto che 5mila euro al mese per tutti i pensionati significherebbe spendere oltre 1400 miliardi di euro. Considerato che il Pil italiano è di 1600 miliardi ne rappresenterebbe la quasi totalità. In queste ore, il M5S, ha presentato al Senato una mozione per attribuire un aumento di 518 euro annui a 2 milioni di pensioni minime. Il post, che ha raccolto non pochi commenti anche in Twitter, è stato in seguito rimosso.
Polemica in rete per un post pubblicato in Facebook da una parlamentare del Movimento 5 Stelle che prende a modello Roberto Corsi, un commerciante di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. E invita anche a “diventare tutti” come lui. Il problema è che questo appello sembra un incitamento all’evasione fiscale, una pratica che i grillini hanno sempre attaccato duramente.
Si legge sulla pagina di Giulia Sarti: “Dovremmo diventare tutti Roberto Corsi: “Oggi sono 43 giorni che ho deciso di buttare fuori lo Stato dal mio negozio”. Roberto Corsi, piccolo commerciante di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. La voce è ferma. Decisa. Ha la piena consapevolezza delle proprie scelte. “Ho portato il registratore di cassa fuori dal negozio e non emetto più scontrini. Offro ai miei clienti uno sconto del 21%. Ogni volta che vado dal commercialista è una roulette russa. Sei congruo, non sei congruo. Spia gialla, spia verde, spia rossa”. Consegnando al sindaco il suo documento di identità, Corsi è stato irremovibile: “La dovete accettare signor sindaco. Preferisco essere clandestino in Italia perchè almeno posso guadagnare 36 euro al giorno, quanto prendono i clandestini”. “Sono stanco – conclude – Sto lottando per i miei figli. Mi sono rimaste solo le mutande.”
L’M5S rischia di perdere consensi dopo che gli hacker si sono introdotti nelle mail di alcuni esponenti del Movimento e hanno sottratto loro alcune mail. Dai computer oltre che essere state sottratte mail tra Grillo e Casaleggio sono anche state violate foto private e alcuni scatti hard che ora potrebbero diventare pubblici. Tra le caselle di posta violate ci sarebbero quelle di Giulia Sarti e Stefano Vignaroli che avevano inizialmente negato l’attacco, oltre al gruppo dirigente del movimento. Una vera e propria violazione della privacy che mira a strumentalizzare il materiale privato a scopi pubblici. Un atto indegno. Non si fa politica gettando fango gli uni sugli altri, ma con proposte concrete.
«Martedì occuperemo la Camera perché vogliamo che si formino le commissioni permanenti, staremo lì fino a mezzanotte. Questa storia che senza il governo non si possano formare non sta in piedi. Poi daremo la nostra solidarietà al magistrato Nino Di Matteo minacciato di morte dalla mafia e faremo tutto quello che è in nostro potere per costringere le istituzioni a discutere delle responsabilità politiche legate alle stragi degli Anni Novanta». Lo afferma Giulia Sarti, deputata dell’M5S,
La Sarti smentisce anche di aver proposto di dare la fiducia a Bersani nell’incontro di venerdì scorso tra Beppe Grillo e i parlamentari del movimento. «Ho sostenuto la necessità di passare all’attacco. Ho detto: presentiamo i punti chiave del nostro programma e affianchiamoli con dei volti, estranei alla politica, che li sostengano. È stato spiegato che sul tema avevamo già votato. E che per ora saremmo andati avanti come sempre. Lui ha concluso: siete ovviamente liberi di discutere ciò che volete. Noi Cinque Stelle siamo tutti uguali, non ci sono leaderismi. Chi vede Grillo come un kapò è fuori dal seminato. Anche venerdì ci ha ripetuto: io per voi ci sarò sempre, vi farò da garante, ma ho superato i 60 anni e non ho più le forze per continuare a passare da un palco all’ altro in giro per l’Italia. Vuole che cresca una classe di persone in grado di portare avanti questo progetto»conclude così la Sarti la sua intervista su la Stampa.
Alla buvette di Montecitorio “i prezzi che ho visto mi sembrano ancora un po’ troppo bassi”. Giulia Sarti, neo eletta con il M5S esce dalla Camera quando è oramai finita la conta delle schede e, dopo aver passato la mattinata in Aula è affamata e perplessa. “Sono emozionata per questa giornata, ma sono anche colpita dalla lentezza dei lavori. Si perde una quantità di tempo inutile mentre il Paese deve essere governato”, afferma la parlamentare.
“Una delle prime cose da fare è correggere queste storture e agire sui regolamenti per evitare inutili perdite di tempo”. Fermata dai cronisti non si tira indietro e dispensa a chi glielo chiede il suo numero di cellulare; poi si congeda: “Ho una fame da lupo vado a mangiare o alla buvette o in mensa. Dove, francamente, due euro e mezzo per un piatto di pasta mi sembrano ancora un po’ troppo pochi”.In realtà i prezzi sono saliti con il governo Monti. Prima erano ancora più stracciati. Dopo palazzo Madama anche il bar della Camera aveva infatti ritoccato i prezzi all’insù. L’accoppiata cappuccino e cornetto dal 2012 costa ora 20 centesimi in più e il panino dai 30 ai 50 centesimi supplementari. Il cappuccio è infatti passato da 1 euro ad 1,10 e la brioche da 80 a 90 centesimi. Il caffè da 70 a 80 centesimi. Più “sostanzioso” l’aumento (20 centesimi) per l’orzo, per il decaffeinato (da 1 euro ad 1 euro e 20) e per il cappuccino decaffeinato (da 1 euro ad 1 euro e 30).
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