Fonsai e i 451mila euro a La Russa quando era ministro

fonsai-larussa-tuttacronacaNell’inchiesta Fonsai, che vede indagati per corruzione Salvatore Ligresti e Giancarlo Giannini, spunta un altro nome eccellente. Dagli atti dell’inchiesta di Milano emergerebbe infatti, secondo il quotidiano Repubblica, che quando era ministro della Difesa, tra il 2009 e il 2010, Ignazio La Russa percepì dal gruppo Fonsai 451mila euro come “parcelle spese sinistri” e “altre prestazioni di servizi”. “Non può sfuggire la singolare preferenza che Isvap esprime per il matrimonio Unipol-Fonsai”. È Fulvio Gismondi, ex attuario di Fonsai, a ricostruire davanti al pm di Milano Luigi Orsi tutte le fasi che portano alla fusione tra la galassia Ligresti e la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri, durante le quali ci sono stati controlli “morbidi” da parte dell’autorità di controllo, rapporti personali tra Salvatore Ligresti e Giancarlo Giannini, ma anche lettere in cui l’Isvap detta le condizioni di un matrimonio ‘obbligato’.  Nella sua testimonianza del 16 aprile 2012, gismondi ha svelato che “il 19 marzo scorso si è tenuta l’assemblea di Fonsai in vista della quale sia Consob che lsvap hanno inviato 2 distinte missive al Cda della società. Consob scrive a Fonsai e, sostanzialmente, chiede di sapere come la società intende risolvere il problema della ricapitalizzazione. Isvap, invece, chiede a Fonsai di precisare che il progetto di ricapitalizzazione è finalizzato alla fusione con Unipol. Si coglie in modo palmare il pregiudizio della vigilanza assicurativa, nella visione della quale esiste esclusivamente l’integrazione Unipol-Fonsai”.  Due giorni dopo, Gismondi è ancora più esplicito sul “carattere partigiano e pregiudiziale delle comunicazioni di Isvap a Fonsai e a Premafin”. Nel verbale si legge: “Si consideri innanzitutto la missiva da lsvap a Fonsai datata 12 marzo 2012. L’ultimo inciso di questa lettera recita: ‘si richiama l’attenzione di codesta società affinchè, nella rappresentazione agli azionisti, siano correttamente esplicitate motivazioni e destinazione dell’aumento stesso, in coerenza con le iniziative rappresentate a questa autorità'”.  ln sostanza, sottolinea Gismondi, l’Isvap chiede a Fonsai “di spiegare che l’aumento di capitale si va a fare secondo lo schema della integrazione con Unipol. A questo progetto l’Isvap fa riferimento quando scrive ‘iniziative rappresentate a questa autorità'”. “Per contrasto legga la nota Consob del 14 marzo scorso indirizzata a Fonsai. Vi si legge semplicemente che la società vigilata indichi quali iniziative sta promuovendo. Pure rilevante è la missiva Isvap a Fonsai del 16 marzo scorso che dà per scontata la salvezza di Fonsai attraverso la operazione con Unipol”.

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Cancellieri-Ligresti: parla il procuratore capo di Torino

caselli-tuttacronacaE’ il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, a prendere la parola in difesa del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, riguardo le telefonate intercettate con la famiglia Ligresti. Il procuratore, intervenendo a SkyTg24, ha spiegato che gli arresti domiciliari a Giulia Ligresti “sono stati concessi esclusivamente sulla base di due fatti concreti, obiettivi, provati: le condizioni di salute assolutamente incompatibili con il carcere (come una perizia di un qualificato professionista ha certificato) e la richiesta di patteggiamento intervenuta ben prima che ci fossero le telefonate dii cui le cronache di queste giorni sono piene”. “Assolutamente nient’altro, questo e soltanto questo”. E aggiunge: “Sarebbe arbitraria, sarebbe infondata qualunque ipotesi di circostanze esterne che in qualche modo abbiano influito sulle decisioni dell’autorità giudiziaria. Abbiamo agito, come sempre, in base alla legge e gli atti processuali sono lì a dimostrarlo”. Lo stesso concetto era stato esposto in una nota anche dalla procura di Torino. I domiciliari a Giulia Ligresti sono stati concessi per una serie di “circostanze obiettive” e “sarebbe arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne di qualunque natura”. Caselli sottolinea, in particolare, che “tutte le risultanze del fascicolo (ormai pubbliche e riscontrabili: documenti, acquisizioni processuali, atti d’indagine e accertamenti peritali) testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la concessione degli arresti domiciliari è avvenuta esclusivamente in base alla convergenza di decisive circostanze obiettive: le condizioni di salute verificate con consulenza medico-legale e l’intervenuta richiesta di ‘patteggiamento’ da parte dell’ imputata, risalente al 2 agosto e perciò di molto antecedente le conversazioni telefoniche oggetto delle notizie”.

Fonsai: il ministro della Giustizia pronto a riferire in Aula

giulia_ligresti_fonsai-tuttacronacaDopo che da varie parti politiche si sono levate voci di richiesta di spiegazioni e dopo diverse accuse, ha preso la parola il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, replica sul caso di Giulia Ligresti spiegando che nella vicenda non vi è stata nessuna interferenza con le decisioni degli organi giudiziari, ma solo un intervento “doveroso” finalizzato ad impedire eventuali gesti autolesivi. La Cancellieri si è inoltre detta, in una lettera ai Capigruppo di Camera e Senato, “pronta a riferire in Parlamento”.

Cancellieri e Ligresti: dal mondo politico si levano richieste di chiarimenti

anna_maria_cancellieri-tuttacronacaBeppe Grillo e Lega Nord “unite” su un fronte comune: che il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri dia dei chiarimenti sulla “vicenda torbida” che la vedono coinvolta nella vicenda Ligresti per quel che riguarda il passaggio ai domiciliari di Giulia Ligresti. In un’tercettazione, risalente al 17 luglio scorso e in possesso dell‘Adnkronos, la si sente rivolgersi a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, dicendo: “Comunque guarda, qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda son veramente dispiaciuta”. Ma M5S e Lega non sono gli unici a voler capire. Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd, chiede chiarezza: “È opportuno che il ministro Cancellieri, alla luce di quanto viene riportato da una agenzia di stampa, chiarisca il senso delle parole da lei proferite nel corso di una telefonata con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti. Si tratta di una vicenda estremamente delicata su cui è necessario garantire la massima trasparenza. Bisogna inoltre fugare ogni dubbio che possano esistere detenuti di serie A e di serie B”. Ma la telefonata tra Cancellieri e Fragni non è l’unica intrattenuta tra le due famiglie. Il nucleo di polizia tributaria della Gdf di Torino ha scritto, in un’annotazione del 29 agosto scorso agli atti dell’inchiesta su Fonsai, “Dal monitoraggio delle conversazioni telefoniche è emerso che lo stesso ex direttore generale di Fondiaria-Sai”, Piergiorgio Peluso, figlio del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, “continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che di quelle societarie”. Come riporta l’Huffington Post, nella stessa annotazione la Gdf spiega le ragioni per cui è necessario ai fini delle indagini captare le conversazioni telefoniche della stessa figlia di Salvatore Ligresti e di Peluso.

Quest’ultimo, scrive la Gdf, “è stato dal mese di giugno 2011 al mese di settembre 2012 direttore generale di Fondiaria-Sai spa, con deleghe strategiche”. La posizione, si legge ancora nell’atto, “di top manager all’interno della società, ha fatto sì che Piergiorgio Peluso avesse stretti legami con la famiglia Ligresti e altri alti dirigenti del gruppo Fonsai”. Dalle intercettazioni, spiegano ancora i finanzieri, è emerso che Peluso “continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che di quelle societarie”.

Giulia Ligresti ai domiciliari: l’intervento della Cancellieri

cancellieri-ligresti-tuttacronacaI legali di Giulia Ligresti, arrestata con altri tre componenti della famiglia il 17 luglio, avevano chiesto che la donna fosse mandata ai domiciliari: richiesta respinta dal giudice per le indagini preliminari. Un mese dopo, il 17 agosto, la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, intercettata, parla al telefono con il cognato, Antonino Ligresti. Nel corso della chiamata la si sente dire: “La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri”. Ed è così, come spiega Repubblica, che il ministro della Giustizia viene trascinato negli atti dell’inchiesta su Fonsai che è costata l’arresto all’intera famiglia del finanziere siciliano. Si legge sul quotidiano:

Chiamata direttamente da Antonino, il ministro della Giustizia risponde, e si attiva. Parla con i due vice capi di dipartimento del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, per “sensibilizzarli” sul fatto che Giulia Maria Ligresti soffre di anoressia. Il 28 agosto, dopo che il ministro della Giustizia si è interessata della sua situazione in cella, finalmente Giulia vede aprirsi le porte del carcere. “Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione” spiega più tardi Cancellieri, davanti al procuratore aggiunto, Vittorio Nessi, che è volato a Roma per sentirla e che ha cercato di ricostruire l’intera vicenda. E la parentesi che la riguarda si chiude rapidamente senza alcun risvolto penale: non c’è un nesso provato tra il suo attivarsi e la scarcerazione della donna.

Ottavia Giustetti ricorda ancora che “La vicinanza tra il ministro e la famiglia dell’ingegnere di Paternò è un fatto noto, come pure che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, sia stato dirigente della compagnia assicurativa Fondiaria Sai. Il nome di Peluso compare spesso nelle carte dell’inchiesta torinese, mai però in veste di indagato. “Essendo io buona amica della Fragni da parecchi anni – ha spiegato il ministro al procuratore – ho ritenuto, in concomitanza con l’arresto dell’ingegnere e delle figlie, di farle una telefonata di solidarietà sotto l’aspetto umano”. Cancellieri e Fragni si sentono più di una volta per telefono. Tanto che la compagna di Salvatore Ligresti, quando la situazione della figlia Giulia non trova soluzione, parla con il cognato e suggerisce di contattarla come ultimo tentativo.” Alcuni giorni dopo, il ministro Cancellieri racconta ai magistrati l’accaduto: “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria la quale, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”. Ma oltre all’intervento del ministro, in procura a Torino arriva un fax con un referto redatto dalle psicologhe dell’istituto penitenziario dove la Ligresti è detenuta: parla dello stato di depressione della donna e certifica che le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere. Il tutto senza che siano state avanzate richieste di feed back sulle condizioni di salute della detenuta, la situazione della quale li obbliga a nominare un medico legale, il quale, accertato l’effettivo disagio della detenuta, fa in modo che in pochi giorni alla Ligresti vengano concessi i domiciliari.

A Giulia Ligresti i domiciliari…

 giulia ligresti-tuttacronaca

A Giulia Ligresti, figlia del noto ingegnere Salvatore, arrestata nell’ambito dell’inchiesta Fonsai, sono stati concessi i domiciliari. Secondo il medico legale, Roberto Testi, la donna sta male, rifiuta il cibo e in carcere avrebbe perso sei chili. I pm titolari dell’inchiesta, Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, hanno quindi chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari.

I legali della donna, intanto, hanno trovato anche l’accordo sul patteggiamento, a poco meno di tre anni e al versamento di un milione di euro, che se avvenisse entro il giorno dell’udienza, consentirebbe al giudice di decidere già in giornata. Diversa la posizione della sorella, Jonella Ligresti, che ha invece rifiutato qualunque richiesta di patteggiamento.

A sostegno dell’imprenditrice si è schierato nei giorni scorsi Beppe Grillo, che sul suo blog ha ospitato l’opinione dell’imprenditore e giornalista, Marco Di Gregorio, che ha affermato: “Possiamo festeggiare. In questa calda estate la giustizia Italiana ha trovato il colpevole, anzi, la colpevole, di 50 anni di ruberie della ‘grande’ impresa nostrana. Si chiama Giulia Ligresti, in carcere nonostante gli operatori abbiano dichiarato le sue condizioni di salute incompatibili con la detenzione e, soprattutto, nonostante abbia richiesto il patteggiamento. Cioè l’ammissione di responsabilità”.

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