Berlino parla cinese: Orso d’oro a Diao Ynan con “Black coal Thin ice”

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L’Orso d’oro quest’anno ruggisce in cinese. Con un doppio riconoscimento (premiato anche l’attore Liao Fan) il film Bai rin Yan Huo (Black coal Thin ice), del cinese Diao Ynan, ha conquistato la sessantaquattresima edizione della Berlinale. Il premio principale è andato ad un noir disperato che racconta il rapporto tra un ex poliziotto e una femme fatale, ritratto di una Cina che non ha più ideali, in un palmares che ha visto una forte dominanza di titoli asiatici e americani.

La miglior attrice è stata ritenuta Haru Kuroki per la sua interpretazione nel giapponese The little house.

Il Gran premio della Giuria è andato a Grand Hotel Budapest che aveva sfarzosamente aperto il festival. Wes Anderson, assente alla premiazione, ha mandato una missiva nel suo peculiarissimo stile: “Qualche anno fa alla Mostra di Venezia alcuni studenti mi premiarono con il Leoncino d’oro, ad un’edizione del festival di Cannes ricevetti una palmetta di cioccolato. È la prima volta che un festival importante mi tributa finalmente un premio in scala reale, un premio che mi eccita e mi commuove”.

Delusione in sala stampa per il riconoscimento a Richard Linklater e al suo film Boyhood che ha ottenuto soltanto l’orso d’argento per la regia. Il regista sul palco ha ribadito come questo film lungo dodici anni sia stato reso possibile da un gruppo di persone meravigliose, prima di tutto gli attori adulti Patricia Arquette e i giovanissimi Lorelei Linklater, sua figlia, e Ellar Coltrane.

Malgrado la massiccia presenza di titoli tedeschi, nove film in tutto e quattro in concorso, la Germania si è dovuta accontentare del premio alla sceneggiatura a Dietrich Brueggemann e Anna Brueggemann per il film Kreuzweg (Stations Of The Cross) che nelle quattordici tappe della crocifissione racconta il sacrificio di un’adolescente oppressa dalla famiglia cattolica.

Il premio più sorprendente è stato l’orso d’argento per il film che apre nuove prospettive al cinema tributato al novantaduenne regista francese Alain Resnais e al suo Aimer, Boire et Chanter.

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La cravatta giapponese ti aiuta a prendere la metro!

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13 linee e 274 stazioni metropolitane per la capitale nipponica, quindi è facile perdersi! Ma c’è chi ha studiato, almeno per gli uomini la possibilità di consultare la linea da prendere e la fermata a cui scendere in ogni istante. Basterà rovesciare infatti la cravatta (quelle del marchio Ara) per trovarci impressa la mappa della metro. La cravatta ha già avuto un notevole successo e ora viene prodotta anche per Osaka e Kyoto.

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Le scimmie mascherate servono al ristorante

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Poteva venire in mente solo a un ristorante giapponese l’idea di usare scimmie mascherate per servire al ristorante. il ristorante Kayabuki usa infatti per camerieri due scimmie: Fuku-chan e Yat-chan. Le povere bestie sono anche costrette a indossare le maschere per sembrare più umane. Le autorità sanitarie locali hanno acconsentito e le limitazioni poi sono arrivati dalla protezione animali imponendo che i due animali non lavorini più di due ore. I clienti sono soddisfatti e dicono che sono meglio di altri camerieri umani. Yat-chan, riesce anche a comprendere le ordinazioni dei clienti e a ricordarle: potrebbe anche portare una birra alla spina al cliente.  Ma perché sfruttare gli animali invece di pagare due camerieri? Perché far indossare maschere umane? Sembrerebbe proprio che l’animale peggiore sulla faccia della terra sia proprio l’uomo, che sfrutta e trova divertente costringere le scimmie a servire a tavola per aumentare il suo giro d’affari.

 

La mostra del British vietata ai minori

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La mostra del British Museum è per molti ma non per tutti! Così scatta il divieto che recita: ‘Minori di 16 anni solo se accompagnati”,  per quella mostra che dovrebbe richiamare l’attenzione di curiosi attratti dall’arte erotica giapponese. In esposizione, da ottobre, ci saranno le stampe nipponiche degli Shunga, genere che ha raggiunto il suo apogeo tra il XVII e il XVIII secolo. Quel divieto come ha spiegato il portavoce dello storico museo di Londra, è necessario per i contenuti di quest’arte in cui il sesso viene mostrato esplicitamente. In particolare saranno contenute nella mostra le scene erotiche di Katsushika Hokusai e quelle di Utagawa Toyoharu sulle “Cortigiane della casa Tamaya”, datate tra il 1770 e il 1780. Come ha detto il direttore Neil MacGregor “Si tratta di una scuola di formazione per prostitute e l’opera riassume tutte le conoscenze che una donna si riteneva dovesse fare proprie per diventare una cortigiana di talento”.

Un cappuccino ad arte o l’arte del cappuccino?

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Se c’è il cappuccino fatto a opera d’arte perché non ci può essere l’opera d’arte nel cappuccino? Ed ecco che la  giapponese 26enne Kazuki Yamamoto, dipendente di un bar ha creato la sua “arte soffice” in tazza. La schiuma si trasforma in scultura e così la colazione può essere allietata tanto da un simpatico micetto che si affaccia sorridente sul bordo, quando dal collo della giraffa che svetta fuori dalla tazza. Opere d’arte effimere… basta un sorso per farle scomparire!

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Terremoto in Giappone nella notte: 24 persone ferite

terremoto giappone - tuttacronaca

Stando ai dati della Japan Meteorological Agency (Jma), il bilancio attuale di un terremoto di magnitudo 6.3, che ha colpito la scorsa notte, alle 5.33 ora locale, la prefettura di Hyogo, in Giappone, è di 24 feriti non gravi. Pur non essendoci il rischio tsunami, una task force è stata istituita dal governo mentre il premier Shinzo Abe ha disposto che siano raccolte le informazioni relative ai danni a persone o cose. Per quanto riguarda le centrali nucleari, non sono stati segnalati danni.

Scossa in Giappone, torna il terrore a Kobe e si temono danni!

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Una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito la zona centrale del Giappone, al largo del porto di Kobe, nella parte orientale dell’isola maggiore, Honshu, senza provocare un’allerta tsunami. Lo dice l’agenzia geosismica giapponese. La scossa, definita “pericolosa” da diverse agenzie di stampa, è stata pienamente avvertita sulla terraferma, in un’area in cui risiedono più di 157mila persone.
Il sisma, avvenuto a solo 5 chilometri di profondità, potrebbe aver causato danni in superficie che saranno accertati solo nelle prossime ore.

Harakiri nel cuneese, uomo si suicida con tecnica giapponese!

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Si e’ suicidato facendo harakiri con un grosso coltello da cucina. La vittima, G.M., 47 anni di Trinità, Cuneo, era molto depresso e da quando era morta la madre l’anno scorso, non si era piu’ ripreso. A trovare il cadavere in una pozza di sangue i carabinieri, chiamati da un vicino di casa. In un primo momento e’ stato ipotizzato l’omicidio, ma le indagini hanno appurato che l’uomo si e’ tolto la vita secondo l’antica pratica giapponese.

Shock Yoko Ono… gli occhiali insaguinati di John per dire “basta armi!”

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Gli occhiali insanguinati del marito e un appello a irrigidire le leggi americane sul possesso delle armi. Così Yoko Ono, in occasione del 44esimo anniversario del suo matrimonio con John Lennon, è intervenuta su Twitter e Facebook. L’80enne artista di origine giapponese, vedova del cantante scomparso 33 anni fa, ha voluto celebrare la ricorrenza sottolineando in questo modo il suo impegno pacifista e attivismo umanitario.

Yoko Ono ha postato l’immagine degli occhiali insanguinati del marito, ucciso all’età di 40 anni da Mark Chapman a New York l’8 dicembre 1980, accompagnando l’immagine con questa frase: “Più di 1.057.000 persone sono state uccise da armi da fuoco negli Stati Uniti da quando John Lennon fu colpito e ucciso l’8 dicembre del 1980. Insieme cerchiamo di riportare l’America ad essere la terra verde di pace. La morte di qualcuno che si ama è un’esperienza che ci svuota. Dopo 33 anni, nostro figlio Sean ed io sentiamo ancora la sua mancanza.”

Kiki, le consegne a domicilio e la grande animazione di Miyazaki!

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Arriva Kiki, consegne a domicilio di Hayao Miyazaki. Continua, infatti, il recupero dell’animazione giapponese di qualità degli scorsi due decenni grazie all’opera illuminata della Lucky Red, che si è proposta di distribuire tutte le opere dello Studio Ghibli, fondato nel 1985 dal celebre regista Hayao Miyazaki insieme al collega e mentore Isao Takahata. La storia è quella di Kiki, irresistibile streghetta vivace ma un po’ goffa. Compiuti i 13 anni, Kiki si mette in cerca di una città bagnata dal mare in cui completare il suo anno di apprendistato, in compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji. I due arrivano nella città di Koriko, dove Kiki riesce a guadagnarsi da vivere con un servizio da witch express, ossia facendo consegne a domicilio a cavallo della propria scopa di saggina. Superate le difficoltà iniziale, la giovane strega, grazie ai propri poteri magici ed al valore dell’amicizia, riesce a rendersi indipendente, ma non tutto fila liscio.

Kiki, consegne a domicilio è stato già distribuito in dvd nel 2002, ma il film è del 1989. Nel 2010, poi, è stato presentato in versione sottotitolata con un nuovo adattamento a cura di Gualtiero Cannarsi all’interno del Festival Internazionale del Film di Roma 2010 col titolo Il servizio consegne della strega. Nelle sale cinematografiche, a disposizione del grande pubblico, lo si vedrà a partire dal 24 aprile 2013: una sfida, dunque, quella di puntare alla qualità dell’animazione di Miyazaki, tanto accostante e discorsiva quanto ricca di sfumature e spunti tematici, ma da sottoporre a “sguardi” forse recentemente assuefatti ad altri tipi di immaginari cinematografici, al 3D, all’effettistica dilagante. Il 15 marzo la Lucky Red ha rilasciato il trailer: un’occasione, per gli indecisi, per valutare l’opportunità di un viaggio nel passato stimolante almeno quanto quello di Kiki.

Mettete i (cavol)fiori nei vostri cannoni!

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Fra arte contemporanea, gusto green e autentica provocazione d’autore l’artista giapponese Tsuyoshi Ozawa porta avanti il progetto Vegetable weapons da almeno una dozzina d’anni. Dal 2001, infatti, viaggia per il mondo immortalando giovani donne che sfoderano pistole e fucili confezionati esclusivamente utilizzando frutta, verdura e pochi altri cibi.

L’aspetto curioso – dove la creatività si sposa al simbolismo e all’impegno, anche nei confronti del concetto di sostenibilità ambientale – è che ciascuna è chiamata a costruire il proprio armamentario con prodotti locali, tipici della zona e del Paese in cui vive. Realizzato lo scatto – spesso ambientato in luoghi simbolici, magari proprio rovine di guerra o zone abbandonate delle varie metropoli – il progetto da artistico prende una svolta e si fa decisamente social: mitragliatori al porro e peperoni, bazooka cappuccina e verza, semiautomatiche ai broccoli e pomodoro vengono smontati e gli ingredienti cucinati in un pasto che la fotografa nipponica consuma insieme alle sue improvvisate modelle.

Promuovere la pace con piglio ironico, questa l’idea di fondo, ma con una ricerca artistica altrettanto seria, perfino filosofica, vista la trafila che ogni serie di immagini si porta dietro. “ Ozawa combina incontri fortuiti della vita quotidiana, situazioni e materiali per realizzare lavori che guidano l’attenzione verso idee e temi centrali per la vita sociale e politica di quei Paesi”, ha scritto di lei la Queensland Art Gallery di Brisbane, in Australia – sfrutta i suoi scatti per discutere di conflitti, guerra e ingiustizie. Insomma, l’arte come dialogo”. E stimolo, aggiungiamo. Nata nel 1965 a Tokyo, la Ozawa – che non è nuova a progetti così trasversali – ha un curriculum di tutto rispetto: ha esposto non solo in Asia ma in mezzo mondo. Dalla stessa Tokyo alla Asian Fine Arts Factory di Berlino passando per l’Olanda, Los Angeles e Vienna. La Tsuyoshi “ ha dimostrato che utilizzando gli stessi ingredienti che si usano per un piatto o uno stufato si può realizzare una scultura di un fucile d’assalto. Immaginate Giuseppe Arcimboldo imbracciare un Ak-47”, ha detto di lei il critico statunitense Doug MacCash.

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Sushi in the city! Arriva il naked sushi!

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Da oltre quattro secoli le geishe in Giappone diventano “piatti” per servire il sushi, poi la tradizione si è spostata anche in America e ha preso il nome di Naked sushi o body sushi.  Questa pratica di feticismo sessuale giapponese ora approda anche a Milano. Il locale, proprio come la tradizione giapponese, offre una ragazza nuda sulla tavola e uno chef che la ricopre in modo artistico di sushi e altri cibi. La temperatura dei cibi è molto vicina alla temperatura del corpo umano proprio per la modalità con cui viene servito, che viene visto da alcuni come un difetto e da altri un vantaggio.

Opera d’arte o donna oggetto?

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