L’aula Giulio Cesare, poco prima della mezzanotte, ha dato l’ok al bilancio e Roma si salva dal default, a seguito di una maratona durata poco più di due settimane. Il sindaco Marino, dopo l’approvazione della manovra di 6,5 miliardi di euro e’ stata approvata con 29 voti favorevoli, 16 contrari e un astenuto, ha commentato: “Dopo oltre un anno Roma ha il suo bilancio di previsione. Da oggi possiamo finalmente programmare le scelte future di questa città”. L’approvazione del bilancio era prevista in nottata ma la votazione e’ stata ‘accelerata’ dall’assenza di tutti gli esponenti del Movimento 5 Stelle durante la discussione degli emendamenti da loro presentati. La loro assenza ne ha causato la decadenza. Nel pomeriggio di ieri, era arrivato l’ok della giunta capitolina al maxi-emendamento al bilancio. Un documento che ha fatto ‘decadere’ tutti gli emendamenti presentati in consiglio comunale dalle opposizioni, circa 38mila. Spiega Marino: “L’assessore al bilancio Morgante ha accolto quelle indicazioni delle opposizioni di aumentare le disponibilità in alcuni settori strategici. Credo sia stato saggio accogliere questi suggerimenti derivati dal dibattito in assemblea capitolina”. Il maxi-emendamento, infatti, raccoglie modifiche alla manovra e prevede spostamenti di alcuni capitoli di spesa: vengono dati 50mila euro per ogni Municipio, da destinarsi esclusivamente alla manutenzione stradale, centomila alla Protezione Civile e altri 100mila alla manutenzione di alberi e verde. Per un totale di quasi un milione di euro. Per quel che riguarda la ‘manovrina d’aula’, denunciata negli scorsi giorni dal consigliere comunale radicale Riccardo Magi (Lista Marino) che ha parlato della possibilità di un accordo per chiudere il bilancio tra maggioranza e opposizione che prevedeva ‘oboli’ ai consiglieri, ha aggiunto Marino: “Assolutamente nessuna manovrina d’aula, sono tutte fantasie, basta guardare il testo”. Intanto l’opposizione ricorre al Tar: “Solo un commissario puo’ mettere le cose a posto – dice l’ex vicesindaco di Roma Sveva Belviso (Ncd) – e dare alla Capitale d’Italia nuovo respiro e nuovo sviluppo. Confidiamo nei magistrati amministrativi, cui abbiamo doverosamente sottoposto una montagna di irregolarita’ nelle procedure per l’approvazione del Bilancio. Una montagna di irregolarita’ alta come l’Everest”. La richiesta formale al Tar è di sospendere prima e poi annullare in sede di giudizio di merito la convocazione dell’Assemblea per la votazione e l’approvazione delle delibere propedeutiche all’approvazione del Bilancio, la dichiarazione di inammissibilità di tanti emendamenti, nonchè la proroga di venti giorni concessa dal Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per l’approvazione della manovra.
Sono 67 i comuni che rinnovano il primo cittadino di cui 11 sono anche capoluoghi di provincia. Naturalmente nel computo c’è anche la capitale. Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Lodi, Roma, Siena, Treviso e Viterbo in tutte il grande vincitore è l’astensionismo. forse è colpa delle istituzioni sempre più distanti dal cittadino, forse è colpa della scelta dei candidati… la flessione in media è di oltre 8 punti. Dati pesanti, che minano anche la credibilità di chi si troverà sulla sedia di primo cittadino. Certo pesa a Roma la scelta di entrambi i candidati, Gianni Alemanno e Ignazio Marino, di presentarsi al voto accompagnati dalle rispettive madri. Forse le porteranno anche al Campidoglio il primo giorno di insediamento? E’ un po’ come il primo giorno di scuola? Anche questa è politica!