Roma si salva dal default: approvato il bilancio

marino-roma-bilancio-tuttcronacaL’aula Giulio Cesare, poco prima della mezzanotte, ha dato l’ok al bilancio e Roma si salva dal default, a seguito di una maratona durata poco più di due settimane. Il sindaco Marino, dopo l’approvazione della manovra di 6,5 miliardi di euro e’ stata approvata con 29 voti favorevoli, 16 contrari e un astenuto, ha commentato: “Dopo oltre un anno Roma ha il suo bilancio di previsione. Da oggi possiamo finalmente programmare le scelte future di questa città”. L’approvazione del bilancio era prevista in nottata ma la votazione e’ stata ‘accelerata’ dall’assenza di tutti gli esponenti del Movimento 5 Stelle durante la discussione degli emendamenti da loro presentati. La loro assenza ne ha causato la decadenza. Nel pomeriggio di ieri, era arrivato l’ok della giunta capitolina al maxi-emendamento al bilancio. Un documento che ha fatto ‘decadere’ tutti gli emendamenti presentati in consiglio comunale dalle opposizioni, circa 38mila. Spiega Marino:  “L’assessore al bilancio Morgante ha accolto quelle indicazioni delle opposizioni di aumentare le disponibilità in alcuni settori strategici. Credo sia stato saggio accogliere questi suggerimenti derivati dal dibattito in assemblea capitolina”. Il maxi-emendamento, infatti, raccoglie modifiche alla manovra e prevede spostamenti di alcuni capitoli di spesa: vengono dati 50mila euro per ogni Municipio, da destinarsi esclusivamente alla manutenzione stradale, centomila alla Protezione Civile e altri 100mila alla manutenzione di alberi e verde. Per un totale di quasi un milione di euro.  Per quel che riguarda la ‘manovrina d’aula’, denunciata negli scorsi giorni dal consigliere comunale radicale Riccardo Magi (Lista Marino) che ha parlato della possibilità di un accordo per chiudere il bilancio tra maggioranza e opposizione che prevedeva ‘oboli’ ai consiglieri, ha aggiunto Marino: “Assolutamente nessuna manovrina d’aula, sono tutte fantasie, basta guardare il testo”. Intanto l’opposizione ricorre al Tar: “Solo un commissario puo’ mettere le cose a posto – dice l’ex vicesindaco di Roma Sveva Belviso (Ncd) – e dare alla Capitale d’Italia nuovo respiro e nuovo sviluppo. Confidiamo nei magistrati amministrativi, cui abbiamo doverosamente sottoposto una montagna di irregolarita’ nelle procedure per l’approvazione del Bilancio. Una montagna di irregolarita’ alta come l’Everest”. La richiesta formale al Tar è di sospendere prima e poi annullare in sede di giudizio di merito la convocazione dell’Assemblea per la votazione e l’approvazione delle delibere propedeutiche all’approvazione del Bilancio, la dichiarazione di inammissibilità di tanti emendamenti, nonchè la proroga di venti giorni concessa dal Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per l’approvazione della manovra.

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“Test sull’utilità di Ignazio Marino”, video virale!

Test sull'utilità di Ignazio Marino - tuttacronaca

Ecco l’ultima fatica di Giorgio Croce Nanni, già conosciuto dal popolo del web per le sue irresistibili parodie sull’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno e che ora, con l’avvento del nuovo sindaco, ricomincia i suoi video satirici. L’ultimo è “Test sull’utilità di Ignazio Marino” come sindaco di Roma.  Nei panni dell’attore Jean Claude Van Damme interprete del “Volvo epic split”, Marino sfida le leggi della fisica per dimostrare l’utilità, tra le altre cose, della sua scelta di pedonalizzare via dei Fori Imperiali.

«In molti di voi si chiederanno l’utilità del mio essere sindaco di Roma. Molti di voi, tutti. Bene, ora sto per mostrarvi l’utilità. Se non avessi chiuso via dei Fori Imperiali, come avrei potuto fare questo?», dice mentre imita la spaccata di Van Damme a cavallo dei due tir Volvo. Il video termina con la frase: «Questo test è stato realizzato per dimostrare l’utilità di Ignazio Marino come sindaco di Roma. Il test, purtroppo è fallito miseramente». Ecco alcuni lavori di Giorgio Croce Nanni…

da “L’alba del giorno dopo” che ironizzava sull’apocalittica nevicata che colpì Roma nel febbraio del 2012:

 

fino a “La tempesta perfetta”:

passando per  “Gianni L’enigmista” il trailer parodia sul caos trasporti della Capitale:

Ora, nuovo sindaco, nuova satira. Ed è già fenomeno sul web. Questo è invece il video originale:

Tensione a Roma: i lavoratori della Metro C sul piede di guerra

metro-roma-tuttacronacaLavoratori in sciopero e protesta sui Fori Imperiali. Cantieri della metro C chiusi oggi a Roma, mentre camion, betoniere e gru sono stati parcheggiati nella strada che collega piazza Venezia al Colosseo. In piazza sono scesi tanto i sindacati quanto le imprese affidatarie e i lavoratori della Metro C, tutti a chiedere al Campidoglio che vengano sbloccati 253 mln di euro. Non è la prima volta che accade: già ad agosto era stata organizzata una protesta simile, bloccando via dei Fori imperiali mandando in tilt il traffico del centro storico. “Entro l’11 novembre doveva essere sbloccata la prima tranche, di 166 milioni di euro, che sarebbe servita per pagare gli stipendi arretrati – spiega il portavoce delle imprese affidatarie Nicola Franco – Oggi è il 12 e non è arrivato nulla. Perchè? Com’è possibile che il Campidoglio non rispetti un accordo preso? Se fossi il sindaco mi sarei già dimesso…”.

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L’ultima di Marino? Gaffe su Acea!

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Pochi giorni prima che Gianni Alemanno rimettesse il mandato da sindaco e venisse nominato Marino aveva blindato il contratto di un suo fedelissimo,  Giancarlo Cremonesi, alla presidenza di Acea. Il contratto prevede che mandarlo via prima della scadenza della carica significa comunque pagargli lo stipendio fino a fine mandato. Marino si è ritrovato in conclusione un management estraneo se non ostile alla sua Giunta. Ora il sindaco Ignazio Marino scrive,   direttamente a Gérard Mestrallet, numero uno di GdF-Suez, invocando un nuovo gruppo di manager “che abbia la fiducia di tutti gli azionisti di cui è espressione”.

Come spiega Paolo Foschi sul Corriere della Sera:

Marino dunque su Acea resta in situazione di grande difficoltà: pur essendo azionista di maggioranza, deve fare i conti con un management che non ha scelto e con un presidente, appunto Cremonesi, e almeno un consigliere di amministrazione, cioè l’ex parlamentare del Pdl Maurizio Leo, legati al centrodestra. E anche la lettera che aveva inviato ai vertici societari a fine settembre contestando «la gestione di tipo privatistico» sembra non aver avuto conseguenze. Secondo alcuni, quella lettera doveva essere il primo passo di una strategia più complessiva per formulare delle contestazioni formali al presidente e all’amministratore delegato Paolo Gallo e chiederne quindi la decadenza con addebito di responsabilità per non dover pagare il contratto fino alla scadenza del mandato. Ma – almeno allo stato attuale – questa strada sembra chiusa perché non sono emersi nella gestione diAcea elementi tali da giustificare l’azzeramento del vertice.

 

 

La casa di Gianni Alemanno visitata dai ladri

alemanno-ladri-tuttacronacaL’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, questa mattina era impegnato con una riunione dell’Anci. Anche la moglie e il figlio, uscito per andare a scuola, non si trovavano nell’abitazione sita in zona Balduina a Roma. Approfittando di queste assenze, i ladri si sono introdotti nella casa svaligiandola. Il bottino è ancora da quantificare. La polizia è sul posto.

Alemanno indagato!

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Indagini sull’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno per far luce nell’ambito dell’inchiesta su una presunta mazzetta versata da  Menarini Bus per la fornitura di 45 bus alla società Roma Metropolitane. Il reato ipotizzato dal pm Paolo Ielo sarebbe di finanziamento illecito. Da quanto i è appreso molti di coloro che sono oggetto degli accertamenti della Procura di Roma,  nell’ambito del fascicolo numero 25296/2012, erano già presenti in altri filoni d’inchiesta dei magistrati della Capitale in merito ad appalti e commesse. 

E’ stata anche concessa una proroga di altri sei mesi di indagine per svolgere altri accertamenti. Tra i soggetti d’indagine figurano anche  l’ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guargliaglini, il commercialista Marco Iannilli, l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, Riccardo Mancini, gli imprenditori Roberto Angelo Ceraudo ed Edoardo D’Inca Levis e i manager Francesco Subbioni e Fabrizio Franco Testa. 

Tra gli altri soggetti, cui e’ stata notificata la proroga di altri sei mesi di indagine, ci sono anche l’ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guargliaglini, il commercialista Marco Iannilli, l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur e braccio destro dell’ex sindaco Alemanno, Riccardo Mancini, gli imprenditori Roberto Angelo Ceraudo ed Edoardo D’Inca Levis e i manager Francesco Subbioni e Fabrizio Franco Testa. A seconda delle posizioni, i reati ipotizzati dalla procura vanno dall’estorsione all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, dalla corruzione al favoreggiamento, al finanziamento illecito.

Il Fatto quotidiano si era già occupato del caso:  

Riccardo Mancini, l’ex ad di Eur Spa, è stato arrestato questa mattina a Roma dal Ros dei carabinieri. L’operazione si è conclusa oggi dopo un lungo lavoro condotto dei militari dell’Arma insieme al Nucleo polizia tributaria della guardia di finanza di Roma. Mancini è accusato di concussione e corruzione nell’ambito dell’inchiesta del pm Paolo Ielo su una presunta mazzetta da 800mila euro versata da Breda Menarini per l’appalto relativo alla fornitura di 45 autobus al Comune di Roma.

Romani sotto i ponti? Marino alza le tasse!!!

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Tempo di crisi, uan città degradata e dopo l’appello del sindaco Marino che è avvenuto a poche ore dalla crisi di Governo, quando ormai tutti già avevano sentore di una caduta, ora invece decide di stringere ilc appio intorno al collo dei romani: non si taglia, ma si alzano le tasse. L’Imu sulla prima casa a Roma arriverà molto probabilmente al 5,75%

Il Corsera scrive che Comune di Roma ha un buco di centinaia di milioni, certo non colpa di Marino, ma risalenti ai predecessori Walter Veltroni e Gianni Alemanno, tanto la colpa è sempre retrattiva:

“se la somma non sarà coperta dal governo, pagheranno le famiglie romane per un totale di 140 milioni (saranno esentato solo i nuclei con reddito Isee inferiore ai 6.500 euro). E se non bastasse, sarà aumentata anche l’aliquota Irpef”.

Sarebbero auspicabili anche

“azioni strategiche, a partire dal prepensionamento di 4 mila lavoratori”,

ma quelle si sa come vanno a finire in Italia, magari con altrettante riassunzioni perché i poveri impiegati comunali non ce la fanno in così pochi. E in ogni caso, nota Corsera:

“bisogna sbarcare il lunario”

e per quello, si sa, non c’è nulla di più sicuro che mettere le mani in tasca ai cittadini.

Non tutto il buco, o meglio la sua copertura, cadrà sulle spalle dei romani:

“Una parte degli altri soldi potrebbe arrivare dal trasporto pubblico. Secondo l’ex assessore Antonello Aurigemma (Pdl) «esiste una norma, nel decreto del fare, che consente alla Regione di attingere ai fondi Fas per pagare il suo debito». Se così fosse, al Comune finirebbero 188 milioni e verrebbe scongiurata anche la privatizzazione di Atac. Ma qualora queste misure non bastassero, i tagli potrebbero colpire anche i servizi sociali”.

Spiega ancora Corsera:

“Marino, per racimolare 867 milioni di euro, pensa di utilizzare soprattutto due provvedimenti. Il primo è il poter inserire, nella gestione commissariale pre-2008, tutta una serie di impegni economici assunti sotto il centrosinistra veltroniano. Tra questi, anche i mutui contratti per finanziare la metro C, l’opera pubblica più costosa d’Italia (3,5 miliardi previsti), più altre voci. Si tratterebbe, alla fine, di quasi 400 milioni di euro.

“Seconda azione, la vendita del patrimonio comunale, cui sta lavorando il vicesindaco Luigi Nieri, da realizzare tramite Cassa depositi e prestiti: l’istituto anticipa 200 milioni al Comune e poi vende gli immobili”.

Quanti clienti hanno i politici? Dopo Alemanno arrivano quelli di Marino?

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La politica è invasa dai clienti. Viene da chiedersi ma quanti  ne hanno i politici? Secondo Il Corriere della Sera, dopo i parenti di Alemanno la tradizione sarebbe passata nelle mani di Ignazio Marino che sembra aver ereditato volentieri dal predecessore il sistema che avrebbe trovato già oliato. Così Il Corriere della Sera grazie allo scoop di Paolo Foschi e Ernesto Menicucci, che “il Comune di Roma assume l’occupante”. Chi è l’occupante? Benedetta Cappon!

Questa la sua storia riportata dal Corriere della Sera:

“Da portavoce del teatro Valle occupato a impiegata nelle istituzionali e austere stanze del Dipartimento alla cultura del Campidoglio. È il salto professionale di Benedetta Cappon, 33 anni, figlia dell’ex direttore generale della Rai Claudio, assunta con contratto a tempo determinato dall’amministrazione di Roma Capitale su proposta dell’assessore Flavia Barca (e quindi a chiamata diretta, cioè senza bando pubblico). Benedetta Cappon, che prima di diventare la voce degli ‘occupanti’ del teatro Valle era stata capo ufficio stampa dell’Eliseo, è una delle tredici persone assunte con delibere della giunta guidata da Ignazio Marino nell’ultimo mese, paradossalmente proprio mentre all’interno dello staff dello stesso sindaco c’era chi provava a studiare, come misura salva-bilancio, il prepensionamento di circa 5000 dipendenti comunali in esubero. L’ipotesi per adesso è accantonata. (…) Appena insediata l’assessore Barca aveva annunciato agli uffici la volontà di ‘inserire delle nuove professionalità’. Dopo pochi giorni, la prima novità: Rosi Nicolai, dipendente del Comune che lavorava al Dipartimento cultura dai tempi di Gianni Borgna assessore (e che era rimasta con tutte le giunte, compresa quella di Alemanno), tornata da un periodo di ferie non ha ritrovato il proprio posto. Flavia Barca aveva deciso infatti di privarsi della sua collaborazione (dopo aver ricevuto tantissime attestazioni di stima e solidarietà, Rosi Nicolai è stata poi ripescata nella Commissione cultura dell’Assemblea capitolina).

A breve giro di posta, dopo la rimozione della collaboratrice storica dell’ufficio, è stato quindi approvata la delibera che prevede l’assunzione a tempo determinato della Cappon e di altre due persone, Valerio Mingarelli e Mariangela Modafferi, selezionate perché – fra i vari motivi – ‘in considerazione delle numerose e rilevanti funzioni politico-istituzionali assegnate all’assessore, si rende necessario individuare dei collaboratori che, per esperienza, capacità personali e professionali, siano in grado di coadiuvare il medesimo nell’espletamento del proprio mandato’. Tutti selezionati ‘intuitu personae’, cioè a chiamata diretta a causa del «carattere fiduciario» dell’incarico. Le retribuzioni per tutti e tre i neo-assunti ammontano a circa 22 mila euro lordi all’anno, più un misterioso ‘emolumento unico’ stabilito con ‘note protocollari’ firmate dall’assessore che però, pur essendo citate, non sono allegate alla delibera (come del resto i curriculum delle persone selezionate, non ancora disponibili sul sito Internet di Roma Capitale)”.

L’odissea della Metro C: riapriranno i cantieri a Roma?

metroc-roma-riapertura-tuttacronacaIl sindaco di Roma Ignazio Marino ha annunciato che, durante una runione, Roma metropolitane e Metro C hanno stabilito “i contenuti di una possibile intesa sul programma dei lavori della Metro C e sul superamento delle attuali criticità che hanno portato alla chiusura dei cantieri”. Il primo cittadino ha inoltre spiegato come “Metro C si è dichiarata disponibile a riaprire il cantiere se entro il prossimo 10 settembre si dovesse pervenire all’intesa: per questo il 4 settembre ci sarà una riunione al ministero delle infrastrutture con tutto i finanziatori dell’opera”. Sempre in merito all’intesa, Marino ha anche riferito, al termine della giunta capitolina tenutasi ieri che “I tempi di consegna, ovvero con passeggeri che possono scendere alla stazione, che probilmente verranno indicati nella riunione del 4 settembre e che possiamo già informalmente annunciare, saranno: per la fermata Lodi nel settembre 2014 e San Giovanni nell’inverno del 2015”. E ha aggiunto: “Stiamo finalmente arrivando in quel territorio che auspicavamo: chiarezza di tempi, di costi, di programmi per i cittadini e per Roma”. Anche Alemanno si è espresso al riguardo: “E’ sicuramente una buona notizia il fatto che stia terminando il braccio di ferro tra Consorzio Metro C e amministrazione comunale. Ma questo non può nascondere il fatto che nulla di significativo sia stato aggiunto a quanto già stabilito nelle basi contrattuali dell’affidamento dei lavori”. Ha quindi tenuto a sottolineare che “I tempi di consegna sono all’incirca quelli previsti, gli impegni e le penalità che il consorzio sta ribadendo sono sostanzialmente quelli che erano già stati assunti e che qualsiasi general contractor deve firmare al momento di definire l’appalto. Quindi, nonostante le enfatiche dichiarazioni del sindaco Marino, tanto rumore per nulla”.

La Notte dei Fori e le proteste contro la discarica: Alemanno in prima linea

-nottefori-alemanno-tuttacronacaLa Notte dei Fori interrotta da chi protesta contro la discarica al Divino Amore e, tra i manifestanti, appare anche Gianni Alemanno, che finisce sotto accusa nelle parore del governatore del Lazio: “E’ lui a fomentare la folla”. Nicola Zingaretti, in una nota, scrive: “Non mi sorprende Alemanno che fa il sabotatore. Non ha mai amato, nè pensato a Roma, ma solo a se stesso. La città l’ha usata e continua oggi con questa aggressione contro la voglia dei romani di riappropriarsi della propria città. Una vicenda penosa”. E sempre nei confronti del predecessore, è duro il commento di Marino: “Non faccio e non farò mai polemica politica, ma apprendere che rappresentanti che provengono legittimamente da una storia culturale che risale al fascismo, come Gianni Alemanno e il senatore Augello, che hanno avuto percorsi di vita ispirati a quelli della dittatura, oggi si comportano con uno stile che dimostra la loro diversità culturale. L’aver capeggiato la protesta credo che sia un fatto positivo ed emblematico perché marca la differenza tra chi ama Roma e quando parla di potere lo usa come un verbo, poter fare e migliorare, e chi lo usa, come loro, come un sostantivo: il sostantivo ‘potere”’. Rispetto ai manifestanti che lo hanno ‘accompagnato’ nella passeggiata in via dei Fori Imperiali, il sindaco ha parlato di ”gruppetti di tre o quattro persone rispetto a una folla di 100-150 mila persone”. A non rimanere è stata il presidente della Camera Laura Boldrini che, dopo aver fatto una passeggiata in via dei Fori Imperiali con il sindaco Ignazio Marino, è andata via, senza fare il previsto intervento per l’inaugurazione. “Mi dispiace, ma vai avanti così” ha detto rivolta al primo cittadino prima di allontanarsi. E se il neo eletto ha assicurato ad alcuni dei manifestanti che li incontrerà lunedì mattina alle 11 in Campidoglio, Donatella Scafati, comandante facente funzione dei vigili urbani di Roma, è rimasta ferita alla testa da uno stendardo agitato da un manifestante. L’urto le avrebbe procurato un’ecchimosi con tumefazione. Scafati non si è recata in pronto soccorso ed è ora a casa dove ha ricevuto una chiamata da parte del sindaco di Roma Marino.

Metro bloccata e potatura: traffico in tilt a Roma

metroaroma-tuttacronacaTraffico in tilt a Roma in zona Ostiense. Non solo la metro B si è fermata a causa di un problema elettrico, tanto che uno dei convogli è rimasto bloccato sul ponte a San Paolo e i passeggeri sono stati fatti scendere proprio lì. Ad aggravare la situazione il fatto che via Ostiense è stata chiusa per permettere la potatura degli alberi.

Metro B in tilt: Alemanno si prende la sua rivincita

alemanno-marino-tuttacronacaLa Metro B in tilt a causa dei rami caduti sulla rete elettrica per il maltempo. Dopo le molte polemiche sui mezzi pubblici con al centro Gianni Alemanno, ora l’ex sindaco si prende la sua rivincita con chi l’ha battuto alle ultime elezioni. Eccolo quindi attaccare Ignazio Marino via Twitter: “Metro B bloccata, traffico e alberi abbattuti, ignaziomarino invece di giocare a fare il team leader a Tivoli vieni a fare il sindaco a Roma”.

Dirigenti Rai nel mirino della giustizia: mazzette per lavorare

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L’imprenditore Pietro di Lorenzo, un mese fa, aveva scritto alla commissione parlamentare di vigilanza, ai capigruppo dei partiti, ad alcuni ministri e senza mezzi termini aveva dichiarato: “Ho rifiutato di pagare tangenti ad alcuni funzionari e per questo a viale Mazzini non mi fanno più lavorare”. Le sue parole non sono cadute nel vuoto e per i dirigenti Rai arrivano le prime iscrizioni nel registro degli indagati., a finire sotto inchiesta proprio i capistruttura dell’Ente di Stato che avrebbero ostacolato l’attività della sua Ldm. Dopo le sue affermazioni, infatti, la Procura di Roma ha disposto delle verifiche e ora si vuole accertare, come spiega il Corriere della Sera, “se anche i vertici, informati di quanto era accaduto, possano essere chiamati a rispondere delle irregolarità che sarebbero state compiute da chi aveva il mandato di organizzare le «prime serate» di Raiuno e Raidue”. I programmi di cui si parla sono quelli di grande richiamo, come I raccomandati, Butta la luna, Ciak si canta, ma anche fiction che hanno ottenuto un buono share. Di Lorenzo ha dichiarato: “Faccio altro, sono un imprenditore di successo ma resto convinto che questo sistema debba essere stroncato e solo per questo ho deciso di rivolgermi alla magistratura”, ma resta il fatto che 7 anni fa, quando il rapporto con la Rai era idilliaco, il fatturato dell’azienda fu di 18 milioni di euro, adesso è sceso a 2 milioni. Nella denuncia presentata, vengono elencati i “soprusi” subiti da quella che si definisce come “una banda di dirigenti Rai infedeli” a cui fanno seguito i nomi degli alti funzionari che lo avrebbero boicottato: l’ex capostruttura di Raiuno Giampiero Raveggi, ora in pensione; sua moglie Chiara Calvagni, attuale capostruttura dell’Ufficio Risorse; Chicco Agnese, responsabile dei palinsesti di Raiuno. Tutti ribattono che le accuse sarebbero “campate per aria, chiariremo tutto”, ma intanto, nonostante l’istanza ipotizzasse il reato di concussione, i magistrati contestano l’abuso d’ufficio. Nell’esposto si legge: “Fu proprio nel 2006 che Raveggi mi chiese in prestito 5.000 euro. Mi accorsi ben presto che non voleva un prestito ma somme di ben altra portata, nonché una serie di ‘favori’ da elargire a persone a lui vicine. Quando rifiutai di versare una tangente da 100 mila euro, ho subito vessazioni che hanno portato la Ldm ad essere praticamente azzerata dalla Rai”. La tesi dell’imprenditore è che i suoi format siano andati in onda con una controprogrammazione forte “in modo da farli risultare un flop”, mentre gli ospiti scelti per partecipare “sono stati contrattualizzati soltanto all’ultimo momento e con cachet molto inferiori alle richieste”, infine, alcuni show e fiction sono stati “cancellati senza alcuna spiegazione”. Spiega il Corriere che “Tra i testimoni indica tra gli altri Fabrizio Frizzi, Claudio Lippi, Martina Colombari, Elisabetta Canalis.” In un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, Di Lorenzo ha parlato di pressioni subite dall’ex sindaco Gianni Alemanno affinchè il programma Ciak si canta fosse presentato da Eleonora Daniele. Per lo stesso programma, in un capito della denuncia si legge “quanto accaduto con il figlio di Agnese, perché suo padre mi chiese di farlo lavorare e quando un dirigente della mia società lo contattò si sentì chiedere un ingaggio da 6.000 euro a puntata come operatore di clip esterne per il programma”. Pensando si trattasse di un equivoco, l’imprenditore ne parlò “con lo stesso Agnese, ma lui mi rispose seccato che allora la cosa non gli interessava più”. Nella denuncia ha quindi aggiunto: “Ho le prove di convocazioni in Campidoglio dei direttori generali Mauro Masi e Lorenza Lei, dei direttori di Raiuno Fabrizio Del Noce e Mauro Mazza, del direttore dei rapporti Istituzionali Guido Paglia”. I pm sono a conoscenza di tutti i dettagli e la Daniele sarà interrogata come testimone la settimana prossima.

Alemanno e il web!

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Ha perso in modo inappellabile. Tra Gianni Alemanno e Ignazio Marino per la corsa a primo cittadino della capitale ci sono stati 36 punti percentuali. Alemanno non ha nascosto la sconfitta, si è commosso con i suoi e ha dovuto abbandonare la poltrona. Ma la notizia non poteva passare inosservata in rete e così i network si sono scatenati, creando anche un hashtag ad hoc #ciaogianni:

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La moglie di Alemanno è consulente di Alfano contro il femminicidio

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Isabella Rauti, moglie di Gianni Alemmano, è consulente del ministro dell’Interno Angelino Alfano per le politiche in contrasto della violenza di genere e del femminicidio.

“La nomina di Isabella Rauti, individuata per l’alta professionalità e per il costante impegno nel settore – ha spiegato Alfano – conferma l’attenzione del Governo verso queste gravi problematiche”.

Quanto costa una consulenza al popolo italiano? Non è possibile rivolgere la massima attenzione a queste politiche con le risorse interne al ministero?  In un governo di servizio ai cittadini perché non prendere i disoccupati per svolgere una consulenza contro la violenza di genere, magari coloro che pur avendo una laurea in psicologia o criminologia non hanno comunque un impiego?

Marino per gli instant poll è al 60,5%

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Sembra che a Roma, secondo l’instant poll de “La7”, il Campidoglio vada a Marino, candidato del centro sinistra. Quindi nessuna sorpresa al momento, anche se i dati sono ancora tutti da verificare. C’è grande attesa anche per gli altri comuni che erano chiamati a votare il loro primo cittadino tra questi anche città “strategicamente” importanti come: Siena, Brescia, Lodi, Imperia, Ancona, Avellino, Treviso.

Affluenza in calo e i candidati romani accompagnati dalle mamme

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Sono 67 i comuni che rinnovano il primo cittadino di cui 11 sono anche capoluoghi di provincia. Naturalmente nel computo c’è anche la capitale. Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Lodi, Roma, Siena, Treviso e Viterbo in tutte il grande vincitore è l’astensionismo. forse è colpa delle istituzioni sempre più distanti dal cittadino, forse è colpa della scelta dei candidati… la flessione in media è di oltre 8 punti. Dati pesanti, che minano anche la credibilità di chi si troverà sulla sedia di primo cittadino. Certo pesa a Roma la scelta di entrambi i candidati,  Gianni Alemanno e Ignazio Marino, di presentarsi al voto accompagnati dalle rispettive madri. Forse le porteranno anche al Campidoglio il primo giorno di insediamento? E’ un po’ come il primo giorno di scuola? Anche questa è politica!

Verdone disilluso? Roma “zozza e derubata”

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Verdone l’aveva raccontato in “Gallo Cedrone”. Aveva raccontato quella “sciatteria politica” capace di entusiasmare le folle, l’aveva raccontato con quell’iperbole entrata nella storia della commedia italiana di ricoprire il Tevere e fare un’autostrada a tre corsie come a Los Angeles! La frase shock, quella frase a effetto che diventa lo slogan della campagna elettorale. Una propaganda spesso vuota e sterile, fatta di non sense e di imprecisioni, di dati buttati in pasto a un popolo che non ha mai tempo di documentarsi, incapace di farsi un’idea politica e spesso talmente assorbito dal degrado e dalla sfiducia nella politica di votare per abitudine. Di votare in base al sensazionalismo che diventa il faro guida nelle mille frasi incomprensibili gettate da improvvisati politici. Così l’attore e regista si racconta al Fatto Quotidiano:

Chi è Feroci, il protagonista de “Il Gallo Cedrone” che si candida a sindaco della Capitale?

Verdone risponde così: “Un mezzo bullo, sicuramente mitomane e una netta inclinazione all’esibizionismo. I politici, mi sono accorto poi col tempo, hanno un piacere assoluto nella mitomania, che è una pura devianza dell’intelligenza, una cosa da psicanalisi, una questione evidente di regressione fantastica, estrema necessità di stupire ed esibirsi”. 

E chi sono gli italiani?

L’attore non ha dubbi: È un Paese così disunito, strano, distinto. A una parte di italiani il mitomane affascina, l’eccentrico fa proseliti, il miliardario conquista simpatie chiama all’emulazione, produce milizie che ingaggiano una lotta col destino per divenire ridens e pieni di banconote. Hanno un bisogno patologico di una suggestione forte, eccessiva.

Ma gli italiani che votano Berlusconi?

Verdone non ha dubbi: I politici dovrebbero sottoporsi a visita medica, ma anche gli italiani andrebbero indagati bene. Serve indagine sanitaria approfondita e collettiva. Lui è strano, bizzarro, esibizionista (‘sta storia di Ruby, delle escort porta solo là). Ma anche noi non scherziamo.

Come è Roma vista oggi con gli occhi di Carlo Verdone?

Zozza, trascurata, insicura. Le mura sbrecciate e imbrattate, le strade polverose e piene di voragini… Io ci sono finito dentro con tutta la moto. Un tizio, per passare con la sua Mercedes, aveva allegramente tolto le fiaccole che segnalavano il pericolo. Io sapevo dei lavori in corso, avevo visto al mattino gli operai scavare. A notte fonda rientro e non c’è più segnalato nulla. Anvedi che bravi, mi dico, hanno già finito il lavoro. Mi ritrovo dentro il fosso, con la moto su di me e la colonna vertebrale fratturata. L’episodio è sintomatico del puro anarchismo in cui viviamo.

Nel “cerchio magico” di Alemanno anche il prete pedofilo.

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La condanna a Don Ruggero Conti è arrivata 3 giorni fa e dai 14 anni e 2 mesi si è passati a una pena ridotta a 1 anno e due mesi per abusi sui minori. Tre casi infatti sono andati prescritti. E già questa sarebbe una vergogna, ma in realtà è solo la punta dell’iceberg. Chi è Don Conti? Nel 2008 è stato consulente per la famiglia e la periferia del sindaco Gianni Alemanno. Quando Don Conti viene arrestato, l’opinione pubblica chiede al sindaco di costituirsi parte civile, ma Alemanno non lo fa. Quando la cittadinanza insorge, Alemanno punta il dito su una dirigente che, secondo lui, non avrebbe presentato in tribunale la carta per costituirsi parte civile. Qui inizia la lenta e dolorosa agonia di Rita Camilli, il cui processo è ancora in corso. Della sua sospensione, la dirigente lo apprende dai giornali. Il suo avvocato  Rossella Lonetti racconta:

“Non solo, ricordo un comunicato dell’Ufficio Stampa del Campidoglio che in quei giorni ha titolato: “Pedofilia: rimosso dirigente”. Sembrava che la dirigente fosse stata rimossa perché colpevole di pedofilia. Nel testo ovviamente la vicenda è spiegata, ma il titolo, in neretto, era davvero inopportuno e brutale”.

La mancata costituzione del Comune deriverebbe da un provvedimento redatto dalla signora Camilli, che a sua volta richiama un parere formale dell’Avvocatura del Comune. L’avvocato Lonetti prosegue: “Camilli non è stata incauta, ha chiesto: come mi devo comportare? Lei non ha competenza in costituzione in giudizio penale, perciò ha seguito le indicazioni degli organi competenti. È anche prudente, e ha conservato la minuta redatta con un avvocato del Comune durante i lavori per redigere la risposta con il “preferiremmo di no””.

Quel provvedimento è stato portato al Sindaco dall’Avvocatura. È il Sindaco che decide se costituirsi parte civile oppure no, non certo la dirigente e in questo caso nemmeno l’Avvocatura. Perché, appunto, la vicenda è grossa, coinvolge un ex parroco e reati gravissimi. Il sindaco ha firmato. Firma e poi rimuove la dirigente? Firma sperando nel silenzio della cittadinanza? Firma e non legge ciò che sta firmando? Sembrerebbe di sì!

Subito dopo la sospensione, l’avvocato Lonetti ha proposto un giudizio d’urgenza per chiedere che Camilli fosse reintegrata. Nel corso di quel giudizio il Comune si è difeso dicendo che il Sindaco non può leggere tutti gli atti che firma.

Il sindaco non legge un atto che arriva dall’Avvocatura del Comune?

Dopo un paio di mesi dalla sospensione, Camilli torna a lavoro. E’ reintegrata ma, in seguito, le viene soppresso l’ufficio per una riorganizzazione generale del Comune. Magari solo una coincidenza…  Per mesi Camilli è rimasta immobile, tanto di optare per il pensionamento, stufa di guardare i muri. La dirigente non ci ha rimesso economicamente, ma il Comune e quindi i cittadini di Roma sicuramente sì. E ora che c’è in corso la causa di risarcimento per danni psicofisici e di immagine, le somme che il comune dovrà sborsare potrebbero essere molto più onerose.

La morale della vicenda raccontata dall’avvocato Lonetti è “mettere alla berlina una persona per avere fatto il proprio dovere, non cercare di rimediare. Nemmeno le scuse, nemmeno un mazzo di fiori. Solo le spine. Se la sono dimenticata”

E intanto sono andati in prescrizione gli abusi sessuali su tre minori… non avranno giustizia perché scaduti i termini! Scadono i termini di una violenza sessuale? Di un dolore così lacerante? Sembra che per la legge scadano.

Quanti indagati ci sono a fine mandato di Alemanno nel suo “cerchio magico”? 41 persone!

Verso il ballottaggio: riscossa PD?

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Sono già cinque le vittorie nette del PD, che nel corso di queste amministrative si è aggiudicato Pisa, Sondrio, Vicenza, Massa e Isernia, negli altri seggi, con l’attenzione nazionale puntata su quelli romani, si va al ballottaggio, sempre in scontro diretto Pd-PdL con il MoVimento 5 Stelle in netto calo di consensi. Tra due settimane in quasi tutte le città capoluogo il centrosinistra partirà in vantaggioincluse storiche roccaforti del centrodestra come Brescia e Treviso, a riprova che se, a livello nazionale, il PdL guadagna consensi, le cose stanno in maniera diversa in assenza del Cav. Il centrodestra ha quindi di che preoccuparsi, con un elettorato che si sta erodendo soprattutto al Nord ed è indietro nel mini-test nazionale della Capitale. Ballottaggio Pd-Pdl anche a Siena, con i democratici in testa, nella città tornata alle urne dopo lo scandalo Mps. Un risultato che è stato letto come un riconsolidamento del partito dem ma anche come un buon segnale a livello nazionale, come ha fatto notare il presidente del Consiglio Enrico Letta a Repubblica: “Si diceva che il cosiddetto inciucio dovesse portare Grillo all’80 per cento. Invece ai ballottaggi vanno solo candidati del centrosinistra e del centrodestra. Perché non c’è un inciucio, ma un governo di servizio”. Vendola, all’opposto, ha rivendicato la vittoria di un centrosinistra di popolo: “Oggi il centrosinistra risorse, ha ritrovato ossigeno, respira a pieni polmoni e sembra essere tornato capace di vincere la partita”. Soddisfatto Marino, che non si fida però del risultato del primo turno e apre la porta al M5S: “Hanno parlato di trasparenza, di riduzione dei costi della politica, di democrazia partecipata. Sono temi che che ci appartengono e porteremo avanti da domani”. In tutto questo, Alemanno, continua a nutrire fiducia nel futuro e nel ballottaggio: “Ci sono ancora due settimane di tempo, riusciremo a recuperare”. Sua anche un’analisi sul mancato voto: “C’è sicuramente un elemento di insoddisfazione rispetto a quello che abbiamo prodotto, ma più di questo è emersa la distanza dei cittadini dalla politica. Se avessero voluto votare contro di me, i romani avevano a disposizione tre scelte: Marino, Marchini e De Vito. Il problema è più generale e riguarda tutti”.

MoVimento 5 Stelle stelle tagliato fuori da tutti i ballottaggi dunque, lo stesso tsunami che doveva spazzare via tutto e tutti, che doveva rispedire tutti a casa, è crollato in queste ammininistrative, anche se c’è chi nega. Paolo Becchi si rifugia sul dato allarmante di chi è rimasto a casa “Tutti sapevano che non avremmo ripetuto il risultato delle politiche, ma non c’è stato nessun crollo”. Per lui a perdere è stato il “sistema dei partiti”, considerata la bassa affluenza. Ma sembra che, per la prima volta qualche ripensamento ci sia anche in casa pentastellata. Arrivano allora i primi dubbi sulla strategia politica adottata, considerati i numeri molto lontani dell’exploit esaltante dello scorso febbraio. Il senatore Zaccagnini lancia, dalle pagine di Repubblica, uno strale all’intero movimento: “Abbiamo sbagliato a dire sempre no, ci ha lasciato chi voleva cambiare”, quindi passa ad attaccare il capogruppo al Senato Vito Crimi: “Non ha senso limitarsi alla protesta. Occorre fare delle proposte e parlare di strategie politiche: il contrario di quel che dice Crimi”. Ma anche la base è delusa e sui social network piovono le critiche, mentre il nodo principale resta quello della democrazia interna: “Avete buttato un potenziale di 9 milioni di elettori”, si critica. Altri spiegano: “Non fate gli struzzi, abbiamo perso”. Internet è il termometro della rivolta dei militanti, tanto che il leader starebbe pensando di andare in tv. Tutto mentre dallo staff del M5S si sta cercando di frenare le dichiarazioni degli eletti, per evitare polemiche.

Le amministrative: cartoline da Roma

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A Roma continuano gli spogli ma da subito una cosa è apparsa chiara: a vincere è stato l’astensionismo. Le percentuali di elettori sono in calo quasi ovunque, ma nella Capitale è stato registrato il maggior numero di astenuti con solo il 52,8% degli aventi diritto a recarsi alle urne, contro il 73,6% del 2008. Un crollo di quasi 21 punti percentuali dunque, che dimostrano come la politica italiana, complice anche il governo di larghe intese che per molti elettori ha rappresentato un tradimento.

Ma se è già deciso il ballottaggio tra Marino e Alemanno, con il primo saldamente in testa e il sindaco uscente che consiglia al Pd di non cantar vittoria, molti sono stati gli interventi “alternativi” per i quali vale la pena ricordare queste elezioni. Una “cartolina dalle elezioni” è quella che ritrae il candidato al I Municipio Augusto Caratelli (Pdl), già presidente del gruppo Pdl nel consiglio uscente e presente nella campagna elettorale con una singolare foto sui suoi manifestini che lo ritrae nelle vesti di centurione romano. Il candidato ha votato… ma nel seggio sbagliato! Si è infatti presentato a un seggio della scuola Manin di via Bixio all’Esquilino. La deroga, permessa dal presidente del seggio, è stata vivacemente contestata dai rappresentanti di lista del Pd e di Sel, che hanno ricordato il fonogramma specifico inviato domenica mattina dall’Ufficio elettorale del Comune secondo il quale “i componenti del seggio, i rappresentanti di lista e le forze dell’ordine possono votare solo se elettori del medesimo municipio”. Ma forse nessuno ha avvisato il centurione, perchè, intervistato al telefono, ha chiuso la chiamata con un secco: “Non ho tempo per rispondere, sono con persone al seggio… E poi io sono rappresentante di lista e mi risulta che posso votare ovunque”.

Chi dovrà nettamente rivedere la propria linea, però, è il Movimento 5 Stelle, ora che anche la loro base si sta spaccando e in molti iniziano ad incolpare gli stessi Grillo e Casaleggio per il netto crollo. Ma De Vito, il candidato sincado per Roma, ha affermato che “Il dato di oggi non è così negativo se confrontato con il 16,64 ottenuto a Roma alle regionali, un calo non drammatico e così vistoso. Non siamo scontenti del risultato ottenuto, si parla del 13-14%. Siamo contenti di entrare in Consiglio, faremo un’ottima opposizione”. La causa del calo, per De Vito, è da trovare nel fatto che “abbiamo avuto pochissimo spazio, i giornali hanno parlato pochissimo di noi. I partiti hanno messo in campo un potere e una forza economica superiore alla nostra che ha permesso meglio di intercettare piu’ voti rispetto agli astenuti”. Una stoccata infine anche ad Alfio Marchini: “Ci si e’ messo anche Marchini che ha messo una forza economica molto forte e ha preso un 9-10%”. Sul Semplice Portavoce? “Il movimento non e’ Beppe Grillo: Grillo e’ una persona importante, e’ venuto e ha fatto il suo comizio, come lo avevo fatto io mezz’ora prima parlando dei temi della campagna romana”. Insomma, sembra parlare da politico navigato, puntando il dito contro gli altri ma senza fare una seria analisi delle difficoltà effettive del Movimento. Ma in fin dei conti meglio non guardarsi attorno, come spiega Zaghis: “non paragoniamo mele con pere”.

Ci si chiede cosa potranno fare i due candidati che affronteranno il ballottaggio per riuscire a catturare gli astenuti, considerato che lo spoglio sta dimostrando che gli italiani sono stanchi e che anche l’antipolitica non riesce ad attecchiare, così come non non premia pienamente neanche una novità civica e di territorio come il movimento di Alfio Marchini, imprenditore romanissimo nè un voto di nicchia come quello per la sinistra di Sandro Medici. Alemanno giustamente osserva che “nessuno vuole essere sindaco del 50% dei romani” e prosegue: “Bisogna portare al voto metà dei romani, bisogna capire il perché dell’astensionismo soprattutto dei giovani”. Marino risponde invece in modo pragmatico, con un discorso di politica che si basa sui dati di fatto: “buche, senza casa, senza lavoro”. Il rappresentante del Pd ringrazia chi “ha votato” prima di setenziare: “la città vuole cambiare, la corsa però non è finita”. Un appello poi agli elettori del M5S in vista del prossimo turno, per ricordare che “abbiamo temi in comune”. Di certo Marino molto dovrà contare sulle proprie forze, considerato che alle spalle ha un partito che al momento sembra inesistente.

Può essere invece fiero di sè Marchini, che infatti afferma: “abbiamo ucciso il consociativismo” e giudica il risultato ottenuto “straordinario: un popolo si è messo in marcia”. Non parla di endorsement l’accorto Marchini ma, precisa, “non farò il vice di nessuno ma faremo una grande attenzione ai programmi e ai valori”.

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Nell’attesa del ballottaggio del 9 e 10 giugno, viene da chiedersi a chi potrà dare la colpa in caso di sconfitta Alemanno. Perchè ieri, dopo aver invitato i tifosi di Lazio e Roma a mantenere la calma e non dare uno spettacolo negativo della città, non ha trovato altra motivazione per la scarsa affluenza se non nel derby valido per la Coppa Italia. Affermazione questa che ha fatto sbizzarrire il popolo di Twitter, come una rapida raccolta di cinguettii di elettori insoddisfatti può dimostrare. Si va dal “Dopo #colpaditwitter #colpadelderby ma #colpavostra mai?!” al: “se Roma è uno scandalo dal punto di vista delle barriere architettoniche #romaèvita”. Ma non mancano le riletture all’affermazione del sindaco: “é #colpadelderby se sono il sindaco peggiore della storia di Roma”. Ma anche: “#colpadelderby se i parenti di #alemanno non l’hanno votato”. C’è poi chi nega che sia successo qualcosa ieri allo Stadio Olimpico: “#colpadelderby Quale derby? Ieri non si è giocato nessun derby”. Ma qualcuno si spinge anche oltre: “È decisamente #colpadelderby se nelle strade ci sono buche così grosse che fanno provincia”. Forse qualche spunto da prendere c’è…

Le piazze di Roma… vince il deserto a fine campagna elettorale?

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A Piazza San Giovanni si chiude la campagna elettorale del Pd di Ignazio Marino… in una piazza quasi deserta (ma i suoi avversari non stanno meglio), il candidato a sindaco della Capitale parla di un programma di sostegno al reddito per 10mila giovani. “Con il presidente della Regione Nicola Zingaretti faremo un bando annuale, con fondi europei, per un assegno da 500 euro al mese per 10mila giovani tra i 18 e i 29 anni, che abbiano deciso di investire su sè stessi”. Ma se 500 euro forse possono bastare, e non sempre a un ragazzo di 18 o 19 anni, cosa ci può fare un 27 o un 29enne? Ci si mette su famiglia con 500 euro?

Ma a il Pd con Marino punta anche a “Una serata a impatto zero. Stiamo piantando i trenta alberi che abbiamo regalato a Roma. Dalle 17 tutti a S.Giovanni!”. L’ex senatore del Pd aveva infatti annunciato nei giorni scorsi che avrebbe ‘ricompensato’ la Capitale dal punto di vista ambientale”. Un po’ di sano populismo? Poi negli anni passati se si è fatta vivisezione e sperimentazioni abominevoli come un trapianto di fegato da scimpanzé che non andò mai a buon fine… in fondo è un male veniale? Salvo poi trovarsi d’accordo per la marcia per la vita…  e dichiarare “Non sono alla marcia per la vita perchè non voglio strumentalizzare politicamente un’iniziativa giusta. Io sono per la difesa della vita in ogni suo stadio, ma non si può prendere parte alla marcia solo perchè le elezioni comunali sono vicine. L’impegno per la difesa della vita deve essere quotidiano e lontano dai riflettori mediatici”, una posizione chiara e netta contro l’aborto, ma d’altra parte il candidato del pd, nel 2005, aveva pubblicato un libro dal titolo “Credere e curare”, edito da Enaudi.

Al Colosseo c’è invece Gianni Alemanno supportato da Silvio Berlusconi, il quale ricorda come Alemanno a pochi giorni dalla fine della campagna elettorale abbia decretato per Roma l’eliminazione di Equitalia e poi continua a parlare di lavori in Parlamento per rivedere la Tares… insomma la destra punta sulla riduzione delle tasse peccato che proprio la giunta Alemanno abbia deciso per un’Imu, nella Capitale, fra più alte di tutta Italia.

 A Piazza del Popolo c’è Grillo invece che attende… attende molto, attende ancora, attende fin quando è costrettoa  iniziare, ma la piazza non si riempie… i romani forse sono troppo disillusi dalla politica e neppure il M5S riesce a convincere i cittadini della capitale che il cambiamento si può fare. I romani lo vivono, sono a contatto con quei palazzi del potere e non hanno più illusioni da conservare… tutti uguali, anche chi si presenta in Piazza con l’apriscatole e in parlamento litiga per scontrini e diarie.

Marchini chiude a San Paolo: “Mi diverto perchè i giorni dispari mi alleo con Alemanno, quelli pari con Marino e nei weekend con De Vito. E’ incomprensibile per questo sistema capire che ci possa essere qualcuno che fa qualcosa senza accordi sotto banco, credendo di fare un’operazione giusta e vera per la città. Una città che amo da sempre”. Nessun alleato solo un amico semmai: “Marcello (De Vito, del M5S n.d.r.) è un bravo ragazzo, spesso ci troviamo nei faccia a faccia e ci divertiamo perchè prendiamo in giro Marino che ogni volta sembra che reciti il rosario, con tutte le cose che gli scrivono i suoi addetti stampa”.

I derivati del Comune di Roma

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“Tra il 2002 e il 2008 il Comune di Roma ha stipulato contratti derivati per 6 miliardi di euro, per un totale di 9 operazioni principali. Nel 2008 il commissario straordinario al debito ha preso in mano la situazione: sette sono stati chiusi, con una penale di 150 milioni di euro circa”. Lo rende noto il  il candidato a sindaco di Roma del Movimento 5 Stelle Marcello De Vito nel corso di una conferenza stampa in cui a spiegato come, attraverso il suo avvocato, ha avuto accesso a una parte parziale degli atti.

“Un mese e mezzo fa – hanno ricordato gli M5s – De Vito ha depositato una richiesta di accesso agli atti suiderivati, sia al sindaco che al commissario. Ma mentre il commissario ha ritenuto i richiedenti ‘non legittimati’ ad ottenere il materiale, il sindaco invece ha fornito i dati relativi al periodo 2002-2008” della precedente giunta comunale, quella presieduta da Walter Veltroni .

“Si tratta di una documentazione parziale – ha affermato l’avvocato Canali – sappiamo che il commissario ha fatto alcune transazioni con le banche, il cui contenuto non è dato sapere. Quali istituti? Su questo manteniamo riserbo – ha risposto il legale – è stata una richiesta che mi è arrivata dall’amministrazione comunale, per un fatto di correttezza. Uno è comunque con Ups, come emerge da un comunicato pubblico”.

I derivati, hanno spiegato in conferenza stampa, consentono di vedersi anticipate al momento della stipula alcune cedole positive, denaro che può  essere subito utilizzato. Un vantaggio che però può generare un ciclo continuo con ulteriori rinegoziazioni e contratti il cui tasso di interesse “è del 5,3 per cento”

”Il commissario nel 2008 prende in mano la situazione deiderivati – ha spiegato l’avvocato – Ne trova 9, per un valore di circa 6 miliardi su 9 miliardi di debito consolidato, da guinness. Noi sappiamo che ne chiude 7 con una transazione con le banche che costa 150 milioni di euro di penale, danno diretto e immediato. Non sappiamo naturalmente l’esito delle transazioni. Non sappiamo quali contratti sono in piedi e quanti no, perché alcuni sono da 200 milioni altri da miliardi. E non sappiamo se questi due rimasti in piedi sono quelli vecchi o sono rinegoziazioni”.

Il piede rotto di Alemanno entra in campagna elettorale?

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“Mi sono rotto un piede. Ieri sera ero a Portuense e ho visto una fioriera fuori posto. L’ho sollevata insieme ad altri, ma c’è stato un piccolo incidente e mi è finita sul piede e mi sono fatto male. Mi sono fratturato un dito”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al sito ilmessaggero.it. E scherza: “Posso dire di essermi sacrificato per il decoro di Roma”.

Anche rompersi un piede è nella campagna elettorale di Gianni Alemannno?

Aggredito il leader di Casapound a Roma, è candidato a sindaco!

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Simone Di Stefano, il leader di Casapound e candidato sindaco a Roma è stato aggredito ieri a picconate. Sono stati gli stessi attivisti a denunciare l’accaduto, postando anche alcune foto su Facebook:

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Questo il racconto tratto dal Corriere della Sera:

Prima dell’incontro con alcuni cittadini del quartiere Di Stefano è salito su un’auto guidata da un collaboratore ma all’improvviso la vettura è stata circondata da una quindicina di persone armate di piccone e bastoni — alcune delle quali a volto coperto e con i caschi — che hanno sfondato i finestrini e lanciato oggetti. Di Stefano è rimasto leggermente ferito al volto dalle schegge di vetro mentre l’autista è stato colpito al volto e a un braccio. I due sono stati accompagnati in ospedale e giudicati guaribili con prognosi di qualche giorno. Più tardi, sempre secondo polizia e carabinieri, un gruppo di ragazzi — anche loro armati di spranghe e catene — hanno assaltato il centro civico del Pd di via Amantea, a poche centinaia di metri, e il centro sociale «Uscita 23» ospitato dallo stesso edificio. In entrambi i casi sono stati danneggiati gli arredi interni, rovesciati sedie e tavolini.

Due episodi gravissimi in poche ore… Dove era la polizia a impedire questi gesti? Roma è una città abbandonata a se stessa? Questa è la sicurezza che il sindaco Gianni Alemanno ci aveva promesso?

Lo stadio della Roma a Tor di Valle, Alemanno dice sì!

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In una città che è l’ombra di se stessa, dove la criminalità è dilagante così come i rifiuti che spesso non trovano la giusta collocazione, il sindaco di Roma Alemanno promette un nuovo stadio per la Roma a Tor di Valle.

«Posso tranquillizzare tutti i tifosi della Roma: c’è molta determinazione sia da parte degli imprenditori che da parte della società sportiva», ha dichiarato il primo cittadino, aggiungendo:«La costruzione di stadi di calcio è un’iniziativa privata, non vengono messi soldi pubblici, è un’iniziativa che parte dalle società sportive. La Roma ha lanciato un’idea per Tor di Valle che io ritengo compatibile con il nostro piano regolatore… Credo nei prossimi giorni ci sarà qualche presentazione di progetto perchè stanno lavorando intensamente». Mentre lo stadio della Lazio: «Da parte loro non c’è stata ancora una proposta specifica, ci sono varie ipotesi, attendiamo una proposta dalla società sportiva».

Possiamo anche abbattere il Colosseo e fare uno stadio ai Fori Romani?

I deliri di Militia Christi sulla legge per l’aborto!

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La legalizzazione dell’aborto è stata una lotta portata avanti per anni nel nostro Paese e che ormai dovrebbe essere un fatto acquisito su cui non si dovrebbe neppure discutere. E’ dare la piena libertà alla donna di decidere su quella vita che solo lei può dare o negare. E se decide di negarla non va giudicata od offesa, va protetta e sostenuta in una decisione che spesso è frutto di attenta riflessione e di sofferenza. Militia Christi sale in cattedra e si permette anche di analizzare la scelta di interrompere una gravidanza a seguito di uno stupro. Ma con quale diritto viene concessa una manifestazione? Con quale faccia Alemanno sfila per le strade di Roma insieme a coloro che vogliono rivedere la legge sull’aborto? Il primo cittadino sicuramente si è dimenticato di fare il sindaco di tutti e difende gli interessi di pochi. Ancora una volta Alemanno torna sulla questione dei gay “bisogna difendere la libertà di tutti, ma la famiglia, così come sancita dalla Costituzione, è un’altra cosa”.  Quindi i gay sarebbero cittadini di serie B? Ma se da Alemanno siamo abituati a vedere questo ed altro ci sentiamo disorientati e persi sul candidato del Pd  Marini che afferma “Non voglio strumentalizzare politicamente un’iniziativa giusta. Io sono per la difesa della vita in ogni suo stadio, ma non si può prendere parte alla marcia solo perché le elezioni comunali sono vicine. L’impegno per la difesa della vita – aggiunge – deve essere quotidiano e lontano dai riflettori mediatici. Sinceramente sono dispiaciuto dal comportamento di alcuni candidati che hanno annunciato la loro presenza in prima fila alla manifestazione solo per avere un ritorno mediatico. La vita si difende con i fatti e il mio programma elettorale – conclude Marino – parte proprio da questo punto irrinunciabile e da un lavoro serio per trasformare la nostra città in un luogo dove realmente la priorità siano la persona umana e i suoi inalienabili diritti”. Il diritto alla vita significa “uccidere” psicologicamente o fisicamente una donna? Dove è il diritto alla vita se poi non si può mantenere il figlio? in uno stato assente e corrotto? Dove è il diritto della donna di volere quella vita, perché il primo diritto passa per la volontà di una donna… e per fortuna che la natura intelligentemente ha dato questa scelta alle donne e non agli uomini.

I Militia sono contro l’aborto in qualsiasi motivo o forma: “Noi – spiega Armando Mantuano, candidato a sindaco di Roma -difendiamo la vita della madre e del bambino insieme, l’aborto non è una cura. Per una donna stuprata è una doppia ferita. Lo stupratore deve esser punito pesantemente, però il bambino va tenuto fuori da tutto questo, è innocente”.

Ma una donna non ha diritto di decidere sul proprio corpo?

“Si tratta comunque del diritto nell’uccidere un esser umano. La mamma non ha un istinto omicida, scegliere di abortire è un passo lacerante. La donna va aiutata e sostenuta, specialmente in situazioni di solitudine durante la sua gravidanza. Sia lei che la vita nascente. La natura umana non è fatta per uccidere. L’assurdo della legge 194 è che mette contro mamma e bambino”.

Impedendo la 194 o limitandola si va solo verso l’aborto illegale. E’ questo che vogliamo? Con l’uccisione anche del feto dopo il 3° mese di gravidanza? Con nessuna sicurezza igienica e senza nessuna tutela per la donna? A questo punto possiamo anche parlare di medievo prossimo venturo invece che di nuovo millennio! Complimenti al Pd per la scelta del candidato proprio un uomo in grado di prendere in mano la città ed essere il sindaco di tutti… tra diritto alla vita e vivisezione  è una contraddizione in termini proprio come l’attuale Pd… e come Militia Christi… un esercito in nome di Dio? Siamo alle crociate?

Alemanno minaccia querele via twitter. Scoppia il caso a Report.

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«Alla Gabanelli solo una risposta: querela per diffamazione e risarcimento danni per le menzogne contro Roma in onda su Report». Questo il tweet postato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo la puntata di Report andata in onda ieri che aveva come tema, tra l’altro, la questione delle tangenti filobus.

La puntata della trasmissione diretta da Milena Gabanelli intitolata «Romanzo Capitale» – che dovrebbe essere replicata lunedì sera su RaiSat Extra alle 21 – non parlava soltanto dello scandalo tangenti sui filobus, ma analizzava anche il sistema dei subappalti per la metro C. Si parlava delle presunte infiltrazioni mafiose, gli interessi della nuova banda della Magliana «che entra negli affari che contano», il caso dei numerosi consulenti del Comune, i debiti milionari delle municipalizzate di Roma.

Il punto focale riguardava, però, Riccardo Mancini, ex ad dell’Ente Eur. Un imprenditore anonimo intervistato dal giornalista Paolo Mondani ha accusato: «Dal 2008 è Mancini che si mette al tavolo con le imprese e spartisce i subappalti della metro C. Per ognuno di questi, intascava una percentuale del 50%». Una rivelazione che confermerebbe il «peso» dell’allora Ad di Eur Spa già delineato dalle testimonianze nell’inchiesta della Procura di Roma «Mancini faceva il sindaco, sugli appalti decideva lui», dice il manager di un consorzio di cooperative di costruzioni.

Si è scatenato perciò il linciaggio per la conduttrice e il programma televisivo, tanto che è sceso in campo Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale a prenderne le difese affermando «Più che annunciare querele via twitter il Sindaco Alemanno dovrebbe rassegnare le dimissioni e non ripresentarsi alle elezioni di maggio. La puntata di Report ha messo ulteriormente in luce quel che noi denunciamo da anni: la deriva dell’Amministrazione Alemanno in scandali e politiche clientelari, da Parentopoli alla gestione opaca degli appalti. Oltre alle cinque domande che gli abbiamo posto da settimane sulla vicenda filobus, rimaste disattese, Alemanno dovrebbe rispondere ad altre due domande: quale era l’oggetto delle cene con i dirigenti di Finmeccanica?» Queste cene sarebbero provate da una dichiarazione Lorenzo Cola che, in un verbale secretato avrebbe affermato:  «Nella primavera del 2009 ci fu una cena a casa mia con l’amministratore delegato della Breda Roberto Ceraudo, con Mancini e con Alemanno. Si discusse della tangente da 600 mila euro che doveva essere versata per chiudere l’affare».  Circostanza smentita dal sindaco di Roma.

Indagati 2 poliziotti per il raid fascista del figlio di Alemanno

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Due poliziotti coprirono e falsificarono le prove per il figlio del sindaco Gianni Alemanno, Manfredi, quando si trovò coinvolto in una rissa di stampo fascista.

Come riporta La Repubblica dopo che il caso era stato sollevato dal Fatto Quotidiano:

Nel giorno della festa della Repubblica di quattro anni fa, Manfredi Alemanno, allora quattordicenne, partecipò insieme a 4 coetanei e 4 ragazzine, a una festa nella piscina di un condominio della Camilluccia, quartiere della Roma bene. I giovani, una volta nel comprensorio, iniziarono cori che inneggiavano al duce e alzarono le mani per il saluto romano. Un gesto a quanto pare molto caro al rampollo della famiglia Alemanno, visto che, nell’estate 2012, alcune fotografie di un viaggio in Grecia con gli amici lo ritraggono, fiero, nella stessa posa. Il pomeriggio di quel 2 giugno, però, le esternazioni di estrema destra furono bloccate da chi aveva organizzato quella festicciola: uno degli adolescenti presenti zittì i canti fascisti e invitò il gruppetto a lasciare la festa.

A questo punto la situazione degenera e uno degli amici di Manfredi, dopo aver dichiarato di far parte del Blocco Studentesco (l’organizzazione giovanile di CasaPound) chiama al cellulare dei maggiorenni per avere “vendetta”. Sono 4-5 ragazzi a introdursi alla festa dei minorenni e iniziano a picchiare anche con un casco l’adolescente che di era opposto alle manifestazioni fasciste. Alla fine del raid punitivo Manfredi fugge a bordo di un auto guidata dal poliziotto autista, Macellaro e viene riportato a casa. Il poliziotto non farà mai parola con nessun dell’accaduto pur avendo assistito fuori dal cancello al pestaggio. Poi entra in gioco un altro ispettore, Ronca che opera nel commissariato Flaminio che mette a verbale la testimonianza di una ragazzina che era presente alla festa. La giovane viene convinta a dichiarare che non ha nessuna certezza che alla festa fosse veramente stato presente il figlio del sindaco. Più volte le è ripetuta la domanda e alla fine la ragazzina desiste, così che la presenza del figlio del sindaco nel raid viene insabbiata.  

Ora sono stati indagati i due poliziotti e sembra che la vicenda sicuramente si ripercuoterà sull’elezioni per il rinnovo del sindaco di Roma.

Nonostante nella nostra costituzione sanzioni “chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo”, sembra che il figlio del sindaco può permettersi anche il saluto romano come è ritratto in alcune foto scattate qualche anno fa in Grecia insieme a dei suoi amici.

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Quando inizieremo ad applicare la legge a tutti i cittadini sanzionando anche i figli di? Vogliamo cambiare la Costituzione e non riusciamo ancora ad applicare quella vigente?

 

Alemanno non accetta critiche!

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«La dovete smettere di dire balle su Roma. Non me ne vado giusto per il rispetto dei telespettatori. L’aumento dell’Imu è dipesa dal governo, per pagare i debiti delle amministrazioni di centrosinistra – sbraita il sindaco ospite a L’aria che tira su La7 – l’Imu è l’imposta statale unica, perché i proventi vanno allo Stato, oppure a ripristinare i fondi che sono stati tagliati per la spending review. Dovete smetterla di dire balle su Roma».

Ma Alemanno allora si schiera contro il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli che rispondendo alla domanda della Lega se vi fossero iniziative a escludere la prima casa dall’applicazione dell’Imu aveva risposto che spetta ai Comuni e che è possibile l’eliminazione subito? La questione era proprio nelle mani dei Sindaci come lo era la decisione sull’aliquota da applicare.

 Il Sindaco non vuole critiche. A poche settimane dalle elezioni comunali e a un giorno dalle primarie del centrosinistra che ha visto trionfare Ignazio Marino, Gianni Alemanno sembra cedere alla tensione e mostrare il suo lato più insofferente. Anche quando la conduttrice, Myrta Merlino, cerca di ricondurlo alla ragione parlando non di critica ma di cronaca, il sindaco di Roma, sembra continuare nel suo atteggiamento iroso nei confronti di quello che è solo il diritto d’informazione… poi finalmente arriva la pubblicità.

I fatti però sono sotto l’occhio di tutti i romani (e non solo). La criminalità è in aumento, la sporcizia sta sotterrando le opere d’arte e i siti archeologici e il vandalismo è in costante ascesa.  L’ultima statua a essere danneggiata è stata la fontana della Dea Roma che si trova in piazza del Popolo. Da questa mattina manca il timone in mano alla statua del Tevere. Solo tre giorni fa ignoti avevano  rubato la testa della statua “parlante” dell’Abate Luigi in piazza Vidoni.

 

Scritte contro il Papa… è polemica a Roma!

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Tanti fedeli lo amano, ma spuntano anche scritte offensive. Una scritta contro papa Francesco è comparsa stamani su un muro in via Tuscolana, a Roma: ne dà notizia il Comune, che ha subito provveduto a farla cancellare. ‘W Bergoglio boia!!!’, questa la frase, con l’ultima parola parzialmente cancellata, seguita da una falce e martello con sotto la sigla P.Carc, che dovrebbe significare Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Si tratta di un movimento extraparlamentare di estrema sinistra coinvolto in diverse vicende giudiziarie. Un’altra scritta sempre su un muro in via Tuscolana, anch’essa firmata P.Carc, recitava: ‘Fuori la chiesa dai consultori. Anche questa scritta è stata cancellata. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha condannato l’atto.

Dopo la polemica del palco… il Colosseo si spegne per i marò!

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Le luci del Colosseo sono state spente stasera per i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sotto processo in India. Sull’Anfiteatro Flavio proiettata la scritta “Salviamo i nostri marò”.

”Questo e’ il segno chiaro del dolore profondo di Roma Capitale – ha detto il sindaco Gianni Alemanno – col quale vogliamo chiedere di riportare a casa i due maro’ ai quali esprimiamo la nostra solidarieta”’.

Lo spegnimento delle luci e’ stato accompagnato dall’inno di Mameli.

3 aprile spento Colosseo e Foro! il twitter di Alemanno.

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Mercoledì 3 aprile spegneremo le luci del Colosseo, e per la prima volta anche quelle dei Fori imperiali, del Foro romano e dei Mercati Traianei, per rinnovare la nostra vicinanza ai due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Un gesto simbolico e di solidarietà che sono certo vedrà la partecipazione di tanti cittadini, e con il quale vogliamo mantenere alta l’attenzione per riportare a casa quanto prima i nostri due soldati.

2 funerali eccellenti: Antonio Manganelli e Pietro Mennea

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A Santa Maria degli Angeli è il giorno dei funerali di Antonio Manganelli. Il feretro del capo della Polizia, portato in spalla dagli agenti, è stato fatto entrare nella basilica romana sulle note della marcia funebre dopo il saluto del picchetto d’onore. Il rito funebre è presieduto dal Cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma.

Presenti il presidente del Consiglio Mario Monti, il leader del Pd Pierluigi Bersani e il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Tra le altre personalità politiche che continuano ad arrivare alla basilica romana per la messa che sarà presieduta dal cardinale Agostino Vallini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, l’ex premier Giuliano Amato.

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Mentre è stato un «Arrivederci a festeggiare la tua vittoria al traguardo del cielo» per Mennea. Questo cartello e un lungo applauso hanno accolto nella basilica romana di Santa Sabina il feretro del velocista, poco prima della cerimonia funebre, cominciata alle 10 e officiata da padre Antonio Truda.

Nell’antica basilica, per l’ultimo saluto all’olimpionico scomparso giovedì’ a 60 anni, si sono ancora uniti ai famigliari tanti altri campioni dello sport, amici, autorità e molta gente comune.

Alemanno e il suo odio per la creatività : prima Piano ora Fuksas!

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”Se entro il 15/3 il Consiglio Comunale non approvera’ la delibera attesa dal 2011, i lavori alla Nuvola dell’Eur si fermeranno”. A lanciare l’allarme e’ Massimiliano Fuksas, progettista del Nuovo Centro Congressi di Roma. ”Siamo all’interno dei 260 milioni previsti. Non c’e’ stato alcun aumento dei costi. E il Centro sarebbe gia’ finito, se non ci fosse stato questo stop”. La colpa ”non e’ del sindaco Alemanno. In Italia non c’e’ lo Stato ma solo un’enorme burocrazia”.

Scontro Alemanno – Vendola su omofobia!!!

Vendola: “Questo clima mi impone di limitare gli spazi della mia vita privata. Sono costretto a gestire ogni mossa con molta prudenza. Se a Roma di sera mi viene voglia di fare due passi da solo, rinuncio”.

Alemanno: “Offende la città. Roma ha sempre accolto tutti”

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Ovazione dal Pdl per Monti… ora si aspetta solo la notizia ufficiale!

Alfano, Alemanno e Berlusconi in un’unica voce all’unisono che grida MONTI BIS!

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Riattivata la linea A della metro di Roma, l’ad di Atac al Campidoglio

L’ad di Atac Diacetti andra’ in Campidoglio dal sindaco Gianni Alemanno per spiegare cosa e’ successo.

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