Il bar Lime di via Zamboni, la strada universitaria all’ombra della torre degli Asinelli a Bologna, si trova il bar Lime. Proprio qui nella giornata di martedì 4 marzo è entrata una studentessa spagnola di 24 anni. La giovane, visto il quadro di una donna nuda, esposto per beneficenza, si è sentita offesa e, assieme a un amico, l’ha preso e l’ha portato via con sè, senza nemmeno pagare la consumazione. La ragazza è stata vista dal titolare del locale, che l’ha denunciata. Non è passato molto prima che la studentessa venisse rintracciata nelle vicinanze ancora in possesso dell’opera. La giovane si è giustificata dicendo che quella foto offendeva la dignità delle donne e, quindi, non doveva essere esposta in un locale pubblico. Non è chiaro se si sia trattato di una scusa, ma per per lei è scattata una denuncia per furto aggravato. Il quadro, recuperato e restituito al barista, era in vendita insieme ad altri nell’ambito di una iniziativa di beneficenza a favore di un’associazione che organizza raccolte fondi per la lotta al cancro femminile.
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Si sente offesa dal quadro di un nudo di donna: studentessa ruba l’opera
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/03/04/si-sente-offesa-dal-quadro-di-un-nudo-di-donna-studentessa-ruba-lopera/
Duplice omicidio a Milano: uccisi una madre e il figlio di 4 anni
Sono stati rinvenuti in un’abitazione in via Segneri 4, alla periferia sud-ovest di Milano, i cadaveri di una donna 29enne di origine dominicana e del figlio, un bambino di soli quattro anni. I corpi, trovati in zona Lorenteggio, presentano entrambi evidenti ferite di arma da taglio. Al momento non sono noti altri particolari ma la polizia sta indagando. L’allarme è stato lanciato dai vicini che hanno provveduto ad allertare il 118.
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/03/04/duplice-omicidio-a-milano-uccisi-una-madre-e-il-figlio-di-4-anni/
Nicola Tincani: trovato il cadavere del 17enne scomparso nel Padovano
Era scomparso sabato sera, dopo una festa con gli amici in un locale, il 17enne Nicola Tincani. Il giovane, di Monselice, in provincia di Padova, aveva trascorso la serata al Crash Pub di via Cà Oddo, dove si era trattenuto. Dopo di che, nessuno ha più saputo nulla di lui. Ieri i carabinieri avevano trovato la sua bicicletta, senza ammaccature, abbandonata alla fine di via Tiziano, nel quartiere di San Giacomo, proprio sotto l’argine del Bisatto, il corso d’acqua che attraversa il paese. Oggi, il tragico ritrovamento: il corpo del giovane era nelle acque di quello stesso canale, poco distante dal luogo dov’era stata rinvenuta la bici. Ora i carabinieri hanno avviato le indagini per capire se si sia trattato di un incidente o di un suicidio. Gli amici raccontano: “Sabato sera Nicola stava bene ed era tranquillo. Ci stavamo divertendo. È stato l’ultimo ad andare via dal locale, così non sappiamo a che ora sia uscito”. E ancora spiegano: “Escludiamo nel modo più assoluto l’ipotesi del suicidio. Non ha particolari problemi. E quindi anche l’allontanamento volontario ci sembra poco plausibile. Però non avrebbe dovuto fare quella strada per tornare a casa. Non ha senso”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/24/nicola-tincani-trovato-il-cadavere-del-17enne-scomparso-nel-padovano/
Giallo sulle sponde del Lago di Como: trovato in acqua il cadavere di una donna
Macabro ritrovamento oggi in località Malpensata di Lecco dove, dalle acque del lago di Como i vigili del fuoco hanno recuperato il cadavere di una donna. Sul luogo sono giunti anche investigatori della polizia con l’anatomopatologo per una prima ispezione esterna della salma. Al momento l’unico dettaglio noto è che si tratta di una donna di 63 anni ma non sono stati diffusi ulteriori dettagli.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/17/giallo-sulle-sponde-del-lago-di-como-trovato-in-acqua-il-cadavere-di-una-donna/
La scientifica lavora sul giallo del manoscritto a cuore censurato nel XVI secolo
C’è un giallo da svelare e sarà la scientifica di Ancona a scoprire il mistero che si cela nel manoscritto a cuore di Guglielmo Ebreo da Pesaro censurato nel XVI secolo. Una pergamena con copertina in legno e rilegatura di pelle che custodisce dal medioevo una raccolta di sonetti d’amore e musiche per liuto, conservato nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, che presenta un’anomalia ovvero nella parte bassa del testo mutilo (che iniza a pagina 25) nella parte bassa di cela un enigma. Quelle che apparentemente dovevano essere note a piè di pagina sono state nascoste da spennellature di inchiostro molto elaborate con cancellature successive.
Forse al di là di questo getto di nero potrebbero celarsi misteri di corte che sono stati censurati: si pensa ai signorotti dell’epoca come i Malatesta, gli Sforza o magari i Montefeltro . A dichiararlo è il Direttore dell’Olivierana di Pesaro, Marcello Di Bella affiancato dal presidente degli ‘Amici della Biblioteca’, Salvatore Siena, che ha collaborato, da ex dirigente di polizia a trasferire l’antico testo alla scientifica di Ancona che si occuperà delle analisi.
“I primi risultati – ha detto orgoglioso il Dirigente della Scientifica, Massimiliano Olivieri – sono già incoraggianti“. Iniziano ad intravedersi le prime pigmentazioni dietro l’inchiostro. Ma una volta decifrate saranno poi i paleografi del dipartimento di studi medioevali di Urbino a rivelarne il contenuto.
“Il testo nascosto – ha riferito il Direttore di Bella – mi è stato segnalato dal Maestro pesarese Mencoboni“. Mencoboni, infatti, di recente ha eseguito alcuni brani musicali dell’opera ed è così che ora dal mistero si passerà, a breve, alla rivelazione e tutto grazie anche ai passi da gigante delle attuali tecnologie. L’esame spettrofotometrico, ovvero quello che permetterà di osservare il testo calibrando la luminosità anche con l’ultravioletto captando, così pigmenti, starebbe facendo miracoli anche verso la cultura.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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Ecco il comunicato della Lazio, difeso Minala
La Lazio non ci sta e reagisce alle accuse fatte al suo giocato Joseph Minala, che nei giorni scorsi era stato accusato di essersi cambiato l’età per poter continuare a giocare. Oggi è lo stesso Claudio Lotito con delle dichairazioni al ‘Corriere dello Sport’, a prendere le difese del giocatore: “E’ un ragazzo che è stato già provato dalla vita: arrivato in Italia, gli è stato assegnato un tutore. Al di là di tutti gli altri aspetti, Minala va rispettato come uomo innanzitutto. L’ho rincuorato, è inesistente tutto quello che è stato detto su di lui. Ci si dimentica degli sforzi di chi come lui, partendo da una situazione disagiata, ha fatto di tutto per alzare la testa. Dicono che sembra uno di quarant’anni? Ma come si fa?! Quante persone, al contrario, hanno un volto da bambino e invece hanno anni in più. Mi dite come potrebbe mai un quarantenne reggere i ritmi di una partita Primavera? Il sistema è intossicato da chi cerca di strumentalizzare notizie diffuse ad arte”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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Quanti anni ha Minala?
Qaunti anni ha Minala? Giallo sul calciatore della Lazio che dopo le presunte rivelazioni di Senego.com, che avevano suscitato scalpore e sorpresa, ha invece risposto con un comunicato stampasmentendo la notizia del quale si ritiene vittima e che lo potrebbe aver danneggiato a livello professionale.
Questa l’indiscrezione di Senego.com
“I colleghi di Senego.com, quotato media senegalese, avrebbero infatti incalzato Joseph Marie fino a strappargli un’autentica confessione: “In realtà non ho 17 anni, ho firmato subito il contratto per iniziare ad inviare soldi alla mia famiglia, rimasta in Camerun. Festeggerò i miei 42 anni nel mese di agosto, mi auguro che la Lazio continui a tenermi”. Ricordiamo che nelle scorse ore sia il diretto interessato, via social network, che il club di Lotito tramite il proprio responsabile della comunicazione Stefano De Martino avevano bollato come illazioni le insinuazioni circa l’anno di nascita dell’atleta, le cui istantanee avevano fatto sorgere più di un ragionevole dubbio.”
Ecco invece il comunicato stampa della S.S.Lazio.
“Ho preso conoscenza delle presunte dichiarazioni che sono state attribuite in un comunicato apparso sul portale senego.net nelle quali avrei confessato la mia reale età rispetto a quella risultante nei miei documenti. Si tratta di dichiarazioni false che mi sono state attribuite da soggetti che non conosco e nei cui confronti riservo ogni azione di danno.
Joseph Minala“
Pubblicato da tdy22 in febbraio 12, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/12/quanti-anni-ha-minala/
“L’ho uccisa io”: confessa la coinquilina dell’iraniana uccisa
Gagandeep Kaur, la 30enne indiana accusata, assieme al fidanzato Rajeshwar Singh, dell’omicidio della stilista iraniana Mahfab Ahadsavoji, la giovane il cui corpo era stato portato, partendo da Milano, prima a Lecco e poi al Lido di Venezia all’interno di un trolley, ha detto agli inquirenti che ad uccidere la donna sarebbe stato il suo compagno, usando una corda poi fatta sparire. In seguito, la ritrattazione: “sono stata io, lui non è stato”. Un “pesantissimo quadro indiziario”, una confessione informale di lei a un agente di polizia e “la contraddittorietà e l’inverosimiglianza delle loro dichiarazioni” non hanno lasciato dubbi. E così oggi il gip Chiara Valori ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Rajeshewar Singh e Gagandeep Kaur, i due fidanzati di 29 e 30 anni.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/04/lho-uccisa-io-confessa-la-coinquilina-delliraniana-uccisa/
Anziani morti in casa, giallo a Milano
Vivevano in modo riservato, con pochi contatti all’esterno e soprattutto nell’ultimo periodo avevano chiesto al portiere di non essere disturbati neppure per la corrispondenza. Queste sono state le ultime volontà della coppia di anziani, Robert Duchmar e Clelia Fioroni rispettivamente di 71 e 68 anni trovati morti all’interno del loro appartamento in via Washington 71 a Milano. A dare l’allarme i vicini che lamentavano un cattivo odore provenire dall’appartamento della coppia senza figli. Un giallo quello di Duchmar e Fioroni perché all’interno dell’appartamento non è stato lasciato nessun biglietto d’addio, i corpi non presentano segni di violenza e i cadaveri sono stati rinvenuti in due stanze diverse: lui era steso in camera da pranzo e lei riversa davanti alla vasca da bagno. La casa era in buone condizioni, le luci erano accese e una stufetta era attiva. Si ipotizza anche che uno dei coniugi possa essere deceduto per cause naturali e l’altro abbia deciso di seguirlo. Nella borsa della moglie c’era un flacone di psicofarmaci, ma solo l’autopsia potrà ora chiarire le cause del decesso. Pare però che lo stato dei corpi fosse diverso e ciò potrebbe essere dovuto al microclima delle stanze in cui si trovavano, o allo scarto temporale della morte.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
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Uccisa e gettata nel Lido: risolto il mistero del cadavere della 29enne
La mattina del 28 gennaio, in un canale del Lido di Venezia, era stato trovato il cadavere dell’iraniana 29enne Mahtab Ahad Savoji. Ora sono stati fermati i due presunti assassini della giovane: si tratterebbe di una coppia di indiani con i quali condivideva una delle tre stanze in un appartamento di Via Pericle a Milano. I due iraniani, lei 30enne e lui 29enne, dopo aver ucciso la giovane strangolandola e averla denudata, ne hanno messo il cadavere in un trolley trasportato in treno da Milano a Venezia, dove hanno gettato il cadavere in un canale prima di far rientro in taxi, spendendo 500 euro. I due sono stati sottoposti a fermo dal pm milanese Grazia Predella con l’accusa di omicidio volontario in concorso e soppressione di cadavere. Rajeshwar Singh, 29, fermato assieme alla fidanzata Gagandeep Kaur, 30, aveva fatto delle avance alla vittima, che lo aveva respinto. Quando il corpo, nudo, venne trovato nel canale al Lido, con solo una collana al collo, la polizia temette che sarebbe finita per diventare un ‘cold case’. L’autopsia stabilì che la donna era stata strangolata e poi gettata in acqua. Uccisa il giorno prima del ritrovamento, intorno alle 14. Le impronte digitali hanno portato poi a identificare la donna, una costumista conosciuta nel suo paese che era ritornata in Italia due mesi fa per fare un corso di specializzazione all’Accademia di Brera. Condivideva una stanza con la coppia indiana, che in Questura a Milano ha detto di aver lasciato Mahfab a letto che stava ancora dormendo. Data la piega che le indagini stava prendendo, i due indagati si sono presentati alla ‘mobile’ con un avvocato riferendo di aver trovato Mahfab morta perchè “aveva bevuto tanto whisky”, non sapendo che era stata già accertata la causa della morte per strangolamento. Messi alle strette dai poliziotti, i due sono crollati e hanno confessato. La ragazza avrebbe rifiutato delle avances da parte della coppia ma non solo, a giorni avrebbe anche lasciato la stanza che condividevano, stanca di quella convivenza a tre, per recarsi a casa di un’amica. Non poteva immaginare che quella casa l’avrebba lasciata solo una volta morta.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 3, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/03/uccisa-e-gettata-nel-lido-risolto-il-mistero-del-cadavere-della-29enne/
“Mio padre è morto per il processo contro di me”: così Alberto Stasi
Era stato assolto sia in primo grado che in appello Alberto Stasi, che si trova ora nuovamente sul banco degli imputati con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi dopo che la Cassazione ha deciso di riaprire il caso. Intervistato dal Corriere della Sera, il ragazzo si professa innocente e a sua volta accusa: “Mio padre è morto per il processo contro di me”.
”Sarò presente in aula come sempre. Solo che stavolta non avrò mio padre accanto. Se n’è andato il giorno di Natale a 57 anni, ma ha cominciato a morire il giorno in cui la Cassazione ha deciso di riaprire il processo. Sono convinto che la malattia che l’ha portato via è dovuta alla sofferenza e allo stress”.
Stasi si dice ”pronto” ad affrontare il processo e spiega: “Gli argomenti contro di me sono sempre gli stessi. Non li ho mai temuti e non c’è ragione di temerli adesso. Sono stato scarcerato da un giudice e sono stato assolto in primo e in secondo grado. Adesso, come le altre volte, torno davanti alla Corte con la coscienza pulita di chi non ha fatto niente”. E ancora: “Temo solo un errore giudiziario. Ho vissuto per anni l’infamia dell’accusa di pedofilia, ora si è visto che il fatto non sussiste”. Su Chiara, ”ci penso sempre e ogni volta cerco di ricordarla nei nostri momenti felici, non come l’ho vista quella mattina sulle scale. Quell’immagine resta un marchio perenne nella mia memoria, un trauma che mi segnerà per sempre”. Aggiunge quindi: “Vado ogni settimana a trovarla al cimitero. La cappella di famiglia è aperta, qualche volta entro, le parlo, vado a trovarla come si fa con una persona alla quale si vuole molto bene ma che non è più qui”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/02/mio-padre-e-morto-per-il-processo-contro-di-me-cosi-alberto-stasi/
Papa Francesco prega per Cocò, il bimbo carbonizzato in auto
Durante l’Angelus, Papa Francesco ha voluto ricordare il bimbo di tre anni ucciso e dato alle fiamme all’interno di un’auto a Cassano allo Jonio, nel Casertano, con il nonno e la sua compagna. “Voglio rivolgere un pensiero a Cocò Campolongo, che a tre anni è stato bruciato in macchina a Cassano allo Jonio”, ha detto. “Questo accanimento su un bambino così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità”, ha aggiunto. “Preghiamo con Cocò, che di sicuro ora è in cielo con Gesù per le persone che hanno fatto questo reato, perché si pentano e si convertano al Signore”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 26, 2014
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Luigi Tenco: la sua morte ancora avvolta nel mistero
Era il 27 gennaio 1967 e Luigi Tenco, appena escluso dal Festival di Sanremo, veniva trovato morto, ucciso da un colpo di arma da fuoco alla testa. Pasquale Ragone, giornalista forenze che dal 2007 indaga sulla vicenda, ritiene che ci sia ancora molto da chiarire su quanto accaduto e quindi, nonostante nel 2009 la Procura della Repubblica di Sanremo abbia emesso una sentenza di archiviazione dopo che era stata riesumata la salma del cantante ed erano stati fatti accertamenti balistici, autoptici e grafologici, ha depositato oggi alla Procura della Repubblica di Roma una richiesta di verifica dell’accertamento balistico. Il giornalista, nell’istanza,ha denunciato una serie di “incongruenze” rilevate nel fascicolo giudiziario. Non solo. A supporto delle sue ragioni ha presentato le consulenze di tre esperti: lo psichiatra forense Francesco Bruno, il professore di balistica Martino Farneti e il grafologo Vincenzo Tarantino. Ragone scrive: “Dalle conclusioni delle tre consulenze emerge che (1) la pistola di Luigi Tenco (con la quale quest’ultimo avrebbe compiuto il suicidio) non sparò alcun colpo nè fu mai ritrovata sulla scena dell’evento, (2) sulle mani di Luigi Tenco non sono state trovate particelle trimelliche in seguito allo Stub effettuato, decretando che quindi non fu Tenco a premere il grilletto, (3) il biglietto a firma di Luigi Tenco agli atti dell’inchiesta non fu ritrovato sulla scena dell’evento e presenta elementi importanti che non lo collocano nella casistica degli scritti tipici dei suicidi”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/24/luigi-tenco-la-sua-morte-ancora-avvolta-nel-mistero/
Sollecito e il “matrimonio” con “l’americana”, lo rivela RadarOnline
Tra pochi giorni la Corte d’Appello di Firenze dovrà emettere la nuova sentenza sul processo Kercher e le posizioni di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith potrebbero essere riviste alla luce dei nuovi elementi emersi. “Radar Online” pubblica l’intervista a Kelsey Kay, una ragazza di Coeur D’Alene, Idaho, che sarebbe stata fidanzata con Sollecito. A corredo di questa intervista, c’è anche un lungo pdf di conversazioni testuali con un ragazzo che si chiama Raffaele Sollecito, ma di cui non si vede la foto. “Radar Online” ha poi pubblicato anche diverse foto dei due ragazzi insieme. “Voleva sposarmi per ottenere la cittadinanza americana”, ha raccontato la ragazza.
Kelsey, inoltre, che sul suo profilo Facebook si definisce “scrittrice”, ha rilasciato un’intervista a Radar Online in cui ha raccontato tutta la sua storia, iniziata con la ricerca di un contatto con Raffaele dopo aver letto il suo libro Honor Bound: “L’ho cercato su internet dopo aver letto il suo libro – ha raccontato – ed ero interessata al suo caso (…) Dopo avergli inviato una richiesta di amicizia, lui ha subito accetato e mi ha scritto un messaggio privato”.
“Raffaele mi ha proposto subito di vederci, il primo giorno che ci siamo parlati. Ha fatto subito una battuta sul matrimonio tra noi, dicendo che lo avrebbe reso cittadino americano e che gli avrebbe dato la possibilità di rimanere nel mio Paese”. Nonostante Kay si sia un po’ spaventata dalla sua proposta, ha accettao di incontrarlo. Raffaele, secondo il racconto di Kay, ha preso un aereo per Newark, dove ha visitato alcuni parenti, e poi è arrivato a Coeur D’Alene per conoscere Kay.
Durante il suo breve viaggio a Coeur D’Alene, Sollecito avrebbe parlato di nuovo di matrimonio, senza però mai fare una vera proposta: “In realtà Raffaele non si è mai inginocchiato per chiedermi di sposarlo – ha raccontato la ragazza – me lo ha detto al telefono e su Skype e una volta arrivato, è stato come se fossimo già fidanzati. Mi ha presentato come la sua fidanzata ed era una cosa naturale per lui”.
Il secondo giorno, ha raccontato Kay a “Radar Online”, Raffaele le avrebbe presentato un contratto pre matrimoniale che avrebbe legato i due e la cosa ha cominciato a innervosirla: “La prima cosa che ho letto sul documento era che dovevo rimanere sposata con Raffaele per tre anni. Era molto specifico. Poi ho contattato io un avvocato e ho scoperto che 3 anni era il tempo necessario per diventare cittadino americano”.
“C’erano anche clausole su persone con cui avrei potuto parlare e cosa avrei potuto dire alla mia famiglia e ai miei amici. C’erano condizioni sul fatto che avrei dovuto indossare occhiali da sole in caso di paparazzi fuori di casa. E poi c’era una clausola che diceva che avrei dovuto pagare 20mila dollari in caso di divorzio”.
Kelsey ha poi raccontato del suo rifiuto e del viaggio di Raffaele in Repubblica Dominicana, alla ricerca di una nuova ragazza. Nelle conversazioni pubblicate la ragazza lo accusa di averla tradita: “Volevi sposarmi e ora stai frequentando qualcun altro?” gli ha scritto. “So cosa ho scritto, parlavamo di una possibilità di vita insieme – ha risposto lui – la tua assenza mi ha spaventato”. “Ti ho spaventato offrendoti la mia mano per salvarti? (…) Nel fornirti supporto?”, ha risposto la ragazza, sentendosi ferita.
Poi arriva la smentita di Sollecito:
“Non ho mai proposto niente del genere – ha replicato Sollecito a Radar – L’unica persona cui ero interessato era Kelsey e non per la cittadinanza. Non c’è stato nulla di concreto con Kelsey, anche se il mio interesse per lei era forte e ho cercato di frequentarla e conoscerla. Nego di aver mai proposto qualcosa del genere ad Amanda e non son mai andato in Repubblica Dominicana per cercare quello che avete descritto”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 23, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/23/sollecito-e-il-matrimonio-con-lamericana-lo-rivela-radaronline/
La nuova fidanzata di Sollecito
Sollecito, in attesa della sentenza d’appello bis sull’omicidio di Meredith Kercher, sarebbe di nuovo fidanzato. Ora sarebbe ufficiale, almeno a quanto sostiene il settimanale “Giallo” la sua relazione con Greta Menegaldo, 23 anni, studentessa a Verona, dove lo stesso Raffaele starebbe proseguendo gli studi. La ragazza avrebbe anche parenti in Sudamerica e a Natale i due avrebbero passato insieme alcuni giorni insieme alla famiglia di lei.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 23, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/23/la-nuova-fidanzata-di-sollecito/
La madre di Cocò: “Lo hanno ucciso perchè conosceva i suoi assassini”
E’ stato ucciso la scorsa domenica nel Cosentino il piccolo Nicola Campolongo, Cocò, bimbo di appena tre anni che si trovava assieme al nonno Giuseppe Ianniccelli e alla compagna marocchina dell’uomo. I loro corpi sono stati trovati, carbonizzati, all’interno di un’auto a Cassano allo Jonio. La madre Antonia, attualmente in carcere, è certa: “Lo hanno ucciso perché conosceva i suoi assassini”. In un’intervista a La Stampa racconta: “Li ha visti in faccia e così lo hanno ucciso, vigliacchi. Quando uscirò dalla prigione andrò via dalla Calabria”. Al momento le indagini continuano senza sosta e gli inquirenti non escludono che i tre stessero rientrando a casa e, giunti proprio nei pressi del casolare dove sono stati trovati i corpi carbonizzati, siano rimasti vittime di un agguato. I killer avrebbero poi rinchiuso il corpo di Iannicelli nel bagagliaio dell’automobile e portato il mezzo vicino al casolare per incendiarlo. Sul cofano dell’automobile è stata rinvenuta una moneta da 50 centesimi che, nel linguaggio della criminalità organizzata, significa che la vittima aveva uno scarso valore. Iannicelli potrebbe essere stato ucciso al termine di una discussione degenerata. Tra le ipotesi quella che Ianniccelli doveva incontrare qualcuno e spiegare di non avere soldi e forse pensava che con il nipotino sarebbe stato al riparo dalla violenza. Invece anche il piccolo Cocò è andato incontro a un’orribile e prematura morte. Al momento non è possibile capire come siano morti perché i corpi sono stati consumati dalle fiamme. Giuseppe Iannicelli sarebbe stato colpito quando era fuori dall’abitacolo. Poi è toccato alla donna marocchina e a Cocò.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 22, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/22/la-madre-di-coco-lo-hanno-ucciso-perche-conosceva-i-suoi-assassini/
Cocò: la storia del bimbo nato dietro le sbarre e morto bruciato in un’auto
Il suo corpicino carbonizzato è stato trovato a Cassano allo Jonio, nel Cosentino, in un’auto data alla fiamme. Con lui il nonno 52enne, Giuseppe Iannicelli e la sua compagna marocchina, Ibtissam Touss, di 27 anni. Lui era Nicola Campolongo e aveva solo tre anni. Figlio di Antonia Maria Ianniccelli, è nato dietro le sbarre, con i genitori tutt’ora in carcere. Martedì scorso la Corte di Cassazione avrebbe dovuto decidere sulla scarcerazione della donna per permetterle di accudire il piccolo ma tutto è saltato e lui è restato con il nonno paterno. Le prime rilevazioni indicherebbero che i tre sarebbero stati uccisi e poi bruciati all’interno della loro auto. All’interno del veicolo dato alle fiamme i carabinieri hanno trovato solo gli scheletri: uno dentro il cofano, gli altri due a bordo dell’abitacolo. E’ proprio la scena del crimine a far ritenere che le tre vittime siano state uccise altrove e portate nel luogo del ritrovamento in seguito. La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha aperto un fascicolo per provare a dare un nome e un volto a chi ha ucciso un bimbo di soli tre anni.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/20/coco-la-storia-del-bimbo-nato-dietro-le-sbarre-e-morto-bruciato-in-unauto/
Giallo in Calabria: tre corpi carbonizzati trovati in un’auto
E’ giallo nel Cosentino dove i corpi carbonizzati di tre persone, ormai ridotti a scheletro, sono stati trovati all’interno di un’auto completamente distrutta dalle fiamme a Corigliano Calabro. La vettura bruciata si trovava in una zona impervia e difficile da raggiungere. Sul posto a coordinare le indagini i carabinieri, che propendono per l’ipotesi dell’omicidio plurimo. Le vittime sarebbero il 52enne sorvegliato speciale Salvatore Iannicelli, di Cassano allo Jonio (Cosenza), una giovane donna marocchina della quale non si conoscono al momento le generalità, e del nipote dell’uomo, un bimbo di tre anni. Dei tre si erano perse le tracce da giovedì scorso.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/19/giallo-in-calabria-tre-corpi-carbonizzati-trovati-in-unauto/
La richiesta: “Confermare condanna Stasi per materiale pedopornografico”
L’unico indagato per la morte di Chiara Poggi continua ad essere il suo allora fidanzato, Alberto Stasi, per il quale ora è stata chiesta la conferma per la condanna per detenzione di materiale pedopornografico. A chiederlo Sante Spinaci, sostituto procuratore generale della Cassazione, che ha sollecitato ai giudici della Terza sezione penale il rigetto del ricorso di Stasi. Nel marzo scorso, i giudici di secondo grado avevano condannato Stasi a trenta giorni di reclusione, convertiti in una multa di 2.540 euro, in relazione alla detenzione di 17 frammenti di un film pedopornografico. Il giovane era stato invece assolto dall’accusa di divulgazione. Contro la sentenza d’appello, la difesa di Stasi ha fatto ricorso in Cassazione, chiedendo l’assoluzione di Stasi dall’accusa. Angelo Giarda, avvocato dell’ex fidanzato di Chiara Poggi, in Cassazione ha detto: “Alberto Stasi non aveva il programma per scaricare i video dei frammenti di materiale pedopornografico trovati sul suo pc e per i quali è stato condannato per detenzione di materiale pedopornografico. Il fatto non è un reato perchè non è stato provato lo scaricamento dei file e dunque manca la visibilità del materiale che è l’elemento tipico di questo reato”. Il legale ha inoltre definito la condanna di Stasi una “macroscopica violazione di legge”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 16, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/16/la-richiesta-confermare-condanna-stasi-per-materiale-pedopornografico/
Giallo a Roma, recuperato cadavere di donna nel Tevere!
Il cadavere di una donna anziana è stato ritrovato nel Tevere a Roma all’altezza del Lungotevere Michelangelo. La donna, non ancora identificata, potrebbe essere morta da circa una settimana e potrebbe trattarsi di una persona di cui era stata recentemente denunciata la scomparsa. Sulla vicenda indaga la polizia.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 12, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/12/giallo-a-roma-recuperato-cadavere-di-donna-nel-tevere/
E’ morto Nicola Stasi, il padre di Alberto
Era l’inizio del mese di dicembre quando Nicola Stasi veniva ricoverato nel reparto di Ematologia del Policlinico San Matteo di Pavia, morto ieri sera. Era il padre di Alberto, il trentenne accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Nicola Stasi ha sempre difeso il figlio fin da quando la 26enne Chiara venne trovata morta e aveva protetto il figlio sia dall’assalto mediatico che dalle accuse dei familiari della giovane vittima, che non avevano mai nascosto di ritenerlo il responsabile dell’omicidio. Alberto, a seguito dell’annullamento delle sentenze di primo e secondo grado che lo assolvevano, dovrà tornare alla sbarra. “Non lo auguro a nessuno – aveva detto Nicola Stasi in un’intervista subito dopo la decisione della Corte allora Nicola Stasi – avremo altri anni massacranti”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/26/e-morto-nicola-stasi-il-padre-di-alberto/
Omicidio-suicidio nel Ravennate: muoiono madre e figlio
Il corpo di un 52enne a terra, fuori della Fiat 500 parcheggiata su una piazzola di sosta dell’E 45, all’altezza dell’abitato di Casemurate, alle porte di Ravenna. All’interno, quello della madre 75enne. Stando a una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, il figlio avrebbe parcheggiato l’auto, estratto l’arma dal baule dell’utilitaria e poi avrebbe aperto il fuoco contro la madre prima di suicidarsi. La donna, centrata da distanza ravvicinata dalla rosa di pallini, è morta sul colpo. A quel punto l’uomo ha puntato il fucile verso il suo mento e si è sparato dal basso verso l’alto, anche lui morendo all’istante e cadendo a ridosso della vettura, lato posteriore. Subito dopo è passata un’auto il cui conducente, vedendo la scena ha rallentato di colpo. Accanto a lui, il fucile da caccia utilizzato per dare la morte a entrambi. Sul posto Polstrada e squadra mobile, oltre al Pm di turno Isabella Cavallari. Tutta la corsia sud dell’E45 da Ravenna a Casemurate è stata chiusa al traffico.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
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Biellese sotto shock: caccia al killer di Vigliano
Il 70enne Renato Doria, di Vigliano, nel Biellese, aveva trascorso il pomeriggio di ieri nella piccola azienda tessile di famiglia per poi trascorrere un po’ di tempo al circolo per giocare a carte con gli amici. Poco dopo le 17, rientrato a casa, però, la tragica scoperta: la moglie 63enne, Vanza Vazzoler, giaceva a letto, in posizione prona. Morta. L’omicidio è stato efferato: la donna è stata legata, imbavagliata e massacrata di botte. La polizia, come prima ipotesi, segue quella della rapina conclusa in tragedia. Nell’abitazione di via Dante Alighieri si trovavano una cassaforte e in un cassetto i soldi della pensione, ma nulla è stato toccato, così come non si riscontrano segni di effrazione sulla porta d’ingresso dell’appartamento. Come racconta La Stampa, la vittima era una donna schiva. “Riservata, poco incline a intrattenersi anche con gli altri residenti nel palazzo. Più popolare e conosciuta la sorella minore Cristina, 55 anni, consigliere comunale del Partito democratico a Vigliano e candidata a sindaco alle scorse elezioni. L’hanno avvisata dell’omicidio mentre stava partecipando a una riunione sulle ferrovie, con alcuni pendolari e con due consiglieri regionali. Ha ricevuto tre chiamate dal cognato, ma non ci ha dato peso. Poi le ha telefonato anche il marito, e a quel punto ha capito che era successo qualcosa di grave. Ha abbandonato la riunione e s’è precipitata a casa della sorella. Anche lei non sa spiegarsi l’accaduto, così come l’altro fratello Mirko già ascoltato ieri sera dai magistrati.”
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
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Giallo nel Milanese: cadavere in un sacco
Un sacco con dentro un cadavere. E’ questo il macabro ritrovamento avvenuto in via Trento a Cesano Boscone, in provincia di Milano. Il corpo è stato rinvenuto intorno alle 9 e il 118 ha solo potuto constatare che il corpo si trovava dentro un sacco da cui uscirebbero solo i piedi. Il cadavere, trovato per strada, era abbandonato all’esterno di un cantiere edile. Sul posto si trovano i carabinieri della Compagnia di Corsico, sempre nel Milanese, che stanno svolgendo i primi accertamenti in attesa del medico legale.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 11, 2013
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S’infittisce il giallo di Mestre: ipotesi omicidio
Dennis Bolani è stato trovato morto ieri mattina, poco prima dell’alba, a Mestre, in una pozza piena di sangue. Due sono le certezze: che è morto poco dopo essere arrivato in ospedale e che aveva una botta in testa. Il fatto che sia stato trovato alle 5 del mattino in via Ca’ Marcello fa pensare al peggio e tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella dell’omicidio. La zona è da sempre appannaggio di trans e giovani prostituti e nelle ultime settimane hanno fatto la loro apparizione anche facce nuove, portoghesi e albanesi. Quello che bisogna comprendere è che, se si tratta di una caduta, cosa l’abbia provocata. Si può pensare a un malore improvviso o una spinta, ma al momento l’ipotesi più accreditata è che il 35enne sia stato scaricato da un’auto in corsa. Questo significa che Bolani potrebbe essersi sentito male e la persona che si trovava con lui, presa dal panico, l’abbia lasciato sull’asfalto. Non si sa ancora perchè l’uomo, residente alla Giudecca in Campo Marte, si trovasse alle 5 del mattino in via Ca’ Marcello.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 9, 2013
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Giallo a Mestre: uomo trovato morto davanti alla stazione ferroviaria
Aveva 35 anni Dennis Bolani, veneziano residente alla Giudecca, (Campo di Marte) ed era dipendente della Veritas. L’uomo, separato, è stato rinvenuto senza vita verso le 4 di questa mattina a Mestre, in viale della Stazione davanti alla biglietteria Atvo, vicino al sottopasso della stazione. L’uomo, a una prima analisi, non presenterebbe segni di violenza e potrebbe trattarsi quindi di una morte naturale: il decesso potrebbe essere avvenuto a causa di un’aneurisma. Sarà l’autopsia a dire qualcosa di più sul decesso dell’uomo che non avrebbe sofferto di patologie particolari. La polizia sta indagando.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 8, 2013
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Mistero nel bergamasco: cadavere abbandonato in un campo
E’ L’Eco di Bergamo a parlare del nuovo giallo sul quale s’indaga. Alle prime luci dell’alba è infatti stato trovato il cadavere di un uomo in un campo di Verdellino, in località Zingonia, nella Bassa bergamasca. Le modalità del delitto non sono ancora note, ma si sa che la vittima sarebbe un albanese. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Treviglio e Bergamo, oltre al magistrato di turno. L’area è stata isolata per consentire ai militari di effettuare i rilievi.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 8, 2013
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Smise i farmaci? Il giallo si dipana intorno al suicidio di Simona Riso?
Altre verità su Simona Riso? Sembrerebbe che Simona avesse smesso improvvisamente di prendere gli psicofarmaci che normalmente assumeva e lo fece senza avvertire nessuno. I farmaci le erano stati prescritti in un centro di assistenza psichiatrica, per una depressione che non era mai scomparsa e per i problemi alimentari che Simona aveva da ragazzina, forse in conseguenza a un episodio di violenza. Quei farmaci sospesi di colpo erano una decisione ponderata o un gesto che poteva preludere al suicidio?
Questa è l’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti ora che è stato accertato che la ragazza aveva smesso di prendere quei farmaci.
Gli inquirenti comunque sono al lavoro sulle cartelle cliniche giunte dalle varie strutture che in questi anni hanno avuto in cura la ragazza, anche quelle di Milano dove Simona ha vissuto alcuni mesi insieme alla sorella. Ed è proprio sull’ ambito familiare che gli inquirenti puntano anche la loro attenzione per cercare di definire i contorni degli abusi che Simona avrebbe subito da bambina per mano di una persona a lei molto vicina.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
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Simona Riso e le violenze subite ripetutamente
Quello che erano voci, ora invece è supportato da carte, soprattutto cartelle mediche redatte da psicologi e psichiatri che hanno annotato il dramma subito da Simona Riso, la ragazza che la mattina del 30 ottobre è morta al San Giovanni dopo esser precipitata dal terrazzo di una palazzina in via Urbisaglia, e che, in fin di vita, aveva annuito ai soccorritori del 118 appena le avevano chiesto se fosse stata violentata. La violenza però era accaduta non quella tragica mattina, ma molto tempo prima «quando era più piccola, poco più che una bambina».
Come racconta Il Messaggero:
I riscontri su quelle violenze subite da Simona sono stati acquisiti, a Roma e a Milano, nei vari centri di assistenza che l’hanno avuto in cura, e sono finiti nel fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e il pm Attilio Pisani che indagano per omicidio volontario ma non escludono neanche la precipitazione volontaria. Per gli inquirenti il recupero delle cartelle cliniche che proverebbero le violenze subite da Simona, già anticipate dal Messaggero, è un passo avanti nelle indagini che potrebbe rivelarsi anche decisivo. I magistrati, però, ora vogliono accertare la veridicità di quei racconti, per escludere, senza ombra di dubbio, che non siano frutto di momenti di smarrimento della ragazza. In caso di conferma delle violenze, l’inchiesta entrerà finalmente nel vivo: l’aggiunto Laviani e il pm Pisani infatti dovranno quindi accertare il peso che quelle violenze possano avere avuto nella morte di Simona Riso. Una morte ancora avvolta nel giallo visto che c’è una sola certezza, ossia che la ragazza è morta volando giù dal terrazzo. Una caduta, allo stato delle indagini, che non si esclude che possa essere stata indotta, volontaria o accidentale.
Saranno gli stessi specialisti che hanno avuto in cura la ragazza a dare chiarimenti sulle relazioni da loro redatte. A spiegare il perché di quelle annotazioni sulle cartelle cliniche. A motivare gli appunti, ovviamente clinici e sintetici, ora finiti a Piazzale Clodio. Nelle prossime ore infatti i magistrati chiederanno agli specialisti di redigere dei documenti in cui dovranno spiegare le loro conclusioni e lo stato d’animo di Simona nei vari periodi di cura. «Sono stata violentata, non una volta ma spesso, quando ero più piccola» aveva detto Simona Riso nel reparto di psichiatria del San Camillo che l’aveva seguita per alcuni mesi. Era stato proprio uno degli psichiatri che l’aveva in cura da quando un giorno era arrivata in clinica Villa Armonia perché si era tagliata i polsi a quando ci riprovò, altre ferite sugli stessi tagli ma più superficiali, a raccontare al Messaggero di quegli sfoghi sofferti della ragazza. «Simona voleva vedere se poteva fidarsi di noi in quella occasione» aveva raccontato lo psichiatra, «Non l’abbiamo rimproverata, le abbiamo solo chiesto: come mai?» I carabinieri all’inizio dell’indagine sono andati ad ascoltare lo psichiatra come pure la sorella di Simona Riso. Forse gli unici che la conoscevano davvero. Volevano solo sapere se l’ipotesi di una sofferenza passata fosse una strada percorribile, come si sta ora accertando. Intanto a Piazzale Clodio si attendono le conclusioni degli esami tossicologici, per capire se Simona avesse assunto farmaci o meno prima di morire.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 4, 2013
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Yara Gambirasio e l’imprenditore che forse conosce l’assassino
Ci potrebbero essere novità sul caso Yara. Ieri, in Procura a Bergamo, gli inquirenti hanno sentito per oltre due ore un giovane bergamasco. L’uomo, secondo Quarto Grado, è un albergatore originario di un paese che dista cinque chilometri da Brembate di Sopra e non era mai stato sentito dagli investigatori nè era mai stato sottoposto al prelievo del Dna. Per la trasmissione, che andrà in onda questa sera su Retequattro, il giovane, che non è formalmente indagato, ma sul quale sono in corso ulteriori accertamenti, ha dichiarato ai microfoni di Quarto Grado di avere alcuni amici il cui Dna è stato confrontato con quello dell’assassino di Yara (‘Ignoto 1’). Il ragazzo, inoltre, avrebbe risposto anche a domande su suoi conoscenti impiegati – ai tempi della scomparsa di Yara – nei lavori di costruzione del centro commerciale di Mapello. La trasmissione svelerà, inoltre, che tra i numerosi capelli, peli e tessuti epiteliali repertati sul corpo di Yara Gambirasio nel campo di Chignolo d’Isola, alcuni non appartengono alla giovane nè sono di origine animale. La notizia è stata data questa mattina, in un incontro di tre ore, alla titolare delle indagini, il pm Letizia Ruggeri, dal dottor Carlo Previderè, ricercatore del Dipartimento Medicina Legale e Scienze Forensi dell’Università di Pavia, nominato consulente della Procura di Bergamo. I reperti saranno ora ulteriormente analizzati per tentare di risalire ai gruppi etnici di appartenenza e, se lo stato di conservazione lo permetterà, all’individuazione di precisi profili genetici.
Pubblicato da tdy22 in novembre 22, 2013
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Ucciso ristoratore italiano in Belgio, è giallo!
Si chiamava Depalmo Rossi, 60 anni, romagnolo e proprietario di un ristorante italiano in Belgio, il ‘Le Noir Bonnet’ a Sirault. Depalmo è stato ucciso due giorni fa con i colpi di di arma da fuoco che lo hanno raggiunto alla testa nella notte tra lunedì e martedì. Rossi è stato ritrovato dalla donna delle pulizie martedì mattina alle 7.15, in un lago di sangue, sulle scale dell’entrata di servizio del ristorante. La sera precedente, non essendoci un grande flusso di clienti, Rossi aveva chiesto al cuoco di chiudere prima e poi si era avviato alla sua abitazione proprio accanto al locale. Aveva usato le scale di servizio, che partono dalla terrazza del locale e danno sul lato della sua abitazione. Il cadavere al momento del rinvenimento aveva ancora indosso gli abiti da lavoro, questo particolare sarebbe stato determinante per gli inquirenti che riterrebbero più plausibile che la sparatoria fosse avvenuta di notte e non la mattina presto. Rossi aveva lasciato l’Italia una trentina d’anni fa e si era trasferito in Belgio, dove si era sposato e aveva avuto due figli. Il suo locale, Le Noir Bonnet, era diventato uno dei più quotati della zona. Rossi tornava ogni estate in Romagna, dove vivono la sorella Sandra, il cognato Augusto Scala, ex calciatore del Cesena e del Bologna, e la nipote Veronica. «Eri un emblema dei sampierani che rappresentano con bravura, serietà e dignità la nostra collettività all’estero», ha scritto su Facebook il sindaco Lorenzo Spignoli.
Pubblicato da tdy22 in novembre 21, 2013
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Giallo a Terracina, uomo crivellato a colpi di arma da fuoco
Un uomo è stato trovato morto in un canaletto in via Macchia di Piano a Terracina. Era alla guida della sua auto e si pensava fosse finito fuori strada colto da malore. All’arrivo, i vigili del fuoco hanno scoperto che il suo colpo presenta i segni di più colpi di arma da fuoco.
Pubblicato da tdy22 in novembre 18, 2013
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Giallo in Toscana, canadese ritrovata in stato confusionale
E’ giallo sulla notte trascorsa da una giovane canadese ritrovata a vagare per le campagne toscane in stato confusionale. Lei, studentessa di 25 anni, ritrovata alle porte di Firenze, ha chiamato in lacrime il 112 alle 2 di notte e ha riferito di essere in aperta campagna, dove era stata abbandonata da alcuni ragazzi con cui aveva trascorso la serata. Poi la linea si è interrotta, senza che la giovane sapesse indicare dove si trovasse e il cellulare è risultato irraggiungibile. I carabinieri si sono messi alla ricerca scandagliando ogni angolo di campagna alle porte di Firenze ed è stata ritrovata alle 4.30. La ragazza era in condizioni disperate , esausta, infreddolita, non in grado di camminare e si è reso indispensabile l’intervento del 118. La giovane è stata trasportata al Pronto Soccorso dell’ospedale Torregalli senza riuscire a fornire indicazioni su quanto le era accaduto.
Pubblicato da tdy22 in novembre 15, 2013
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Il giallo degli stivaletti: a chi appartenevano? Il cadavere misterioso
Era fine maggio quando, nel Canale della Giudecca, a Venezia, affiorò un cadavere senza testa. Ancora non è stato possibile risalire all’identità della vittima morta non per annegamento ma per asfissia meccanica, ossia strangolata. In cerca di risposte, Chi l’ha visto questa sera ha mostrato gli stivaletti indossati dalla donna. Di ottima fattura, rari, costosi, misura 34 e mezzo, forse realizzati su misura. La domanda è: sapete chi li indossava?
Pubblicato da tdy22 in novembre 13, 2013
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Anziana trovata morta in casa… Rapina? Giallo nel Casertano
E’ giallo nel Casertano dove un’anziana signora di oltre 70 anni è stata trovata senza vita nella sua abitazione nel centro storico di Maddaloni in provincia di Caserta. Sul posto, dopo una segnalazione, sono intervenuti i carabinieri che hanno trovato la casa a soqquadro. Il corpo era riverso sul pavimento. Al momento non si esclude alcuna ipotesi sulle cause della morte della donna, neanche il tentativo di rapina finito in tragedia.
Pubblicato da tdy22 in novembre 12, 2013
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La morte di Simona Riso: gli inquirenti propendono per il suicidio
“Mia sorella non si è suicidata. E’ stata aggredita e uccisa”. E’ quanto ritiene Nicola Riso, fratello di Sima, la 28enne morta a Roma dopo esser stata rinvenuta agonizzante nel cortile del palazzo dove viveva. Ma nonostante le perplessità della famiglia, gli inquirenti hanno concentrato le proprie attenzioni sull’ipotesi investigativa secondo la quale la giovane di origini calabresi potrebbe essersi suicidata gettandosi dal terrazzo della propria abitazione. Alla base del gesto si potrebbe celare la disperazione derivante da un trauma, una violenza sessuale, consumata in passato da una persona a lei vicina. Quello che rafforza i dubbi della famiglia sono proprio le dichiarazioni di Simona che, portata in ospedale e poco prima del decesso, avrebbe affermato ai medici del pronto soccorso di essere stata oggetto di violenza sessuale senza spiegare però quando questa sarebbe avvenuta e, comunque, non confermate dalla perizia autoptica. Prossimamente inizieranno delle audizioni per ascoltare le persone più vicine alla giovane e che potrebbero aver raccolto le sue confidenze: serviranno per tracciare un quadro chiaro del profilo psicologico della ragazza. Per questa settimana, inoltre, si attendono i risultati delle perizie disposte dagli inquirenti: quella tossicologica e quella sulle tracce organiche trovate sulla maglietta che la giovane indossava, ancora agonizzante, al momento del ritrovamento. Nell’attesa degli esiti delle perizie e delle audizioni gli inquirenti procederanno per omicidio volontario.
Pubblicato da tdy22 in novembre 12, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/12/la-morte-di-simona-riso-gli-inquirenti-propendono-per-il-suicidio/
Simona Riso fu violentata a 9 anni? Non fu creduta? Suicidio?
Nonostante la famiglia e in particolare il fratello non voglia smettere di credere che Simona Riso sia stata vittima di un omicidio, pian piano stanno però affiorando tragiche supposizioni che se dovessero essere accertate porterebbero a verità diverse da quelle prospettate in una prima analisi. Ritorna alla ribalta, anche se più volte smentita sempre dal fratello Nicola, una presunta violenza che Simona avrebbe subito a 9 anni alla quale però non seguì una denuncia. Probabilmente la bambina non fu creduta o forse non si voleva approfondire la vicenda. Le ipotesi su cui ora, secondo La Repubblica, la procura si sta muovendo sono quindi su più fronti. Se da una parte si continua a parlare di omicidio volontario, dall’altra invece si ritiene che si possa essere trattato di una caduta: accidentale o volontaria questo è ancora tutto un capitolo da scoprire. Al momento sembrerebbe invece accertato che la ragazza su quel terrazzo ci saliva spesso e lì trascorreva da sola molte ore.
Ecco i dettagli su Repubblica:
Malgrado la famiglia respinga con violenza l’ipotesi di un gesto estremo, denunciando l’esistenza di un killer che ha voluto la morte di Simona, qualcosa nel passato della ragazza è stato determinante quella mattina. La violenza sessuale che ha subìto quando aveva nove anni e a cui nessuno ha mai creduto? Chi conosceva le abitudini di questa ragazza dall’aspetto esile e con una fragilità emotiva tanto evidente — come evidente era l’uso di psicofarmaci antidepressivi e contro la schizofrenia di cui faceva uso — ha dichiarato che quel terrazzo all’ultimo piano del condominio era il rifugio dove la ragazza passava ore da sola.
E allora l’esito dell’esame tossicologico sarà prezioso per indicare se la receptionist calabrese avesse smesso di prendere quei farmaci all’improvviso. Perché se così fosse ci sarebbe un collegamento diretto col suo gesto estremo: quel tipo di farmaci va sospeso con gradualità, altrimenti la sintomatologia per cui erano stati prescritti torna con violenza nei pazienti affetti da patologie depressive o schizofreniche. Al momento il fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani, resta aperto per omicidio ma non è escluso che nell’ambito dello stesso procedimento si possano avviare approfondimenti sulla presunta violenza sessuale subita dalla giovane.
Pubblicato da tdy22 in novembre 10, 2013
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Simona Riso, ancora giallo sulla giovane precipitata dal tetto!
Gli inquirenti ora stanno ripercorrendo il passato della donna e in particolare stanno concentrando le loro attenzioni su un trauma che l’aveva particolarmente scossa. Simona, infatti, è stata seguita negli ultimi anni da alcuni specialisti anche alla luce di atti di autolesionismo. Gesti drammatici forse legati ad una violenza subita anni fa. E la frase detta al personale del 118, «sono stata violentata», non riferiva di un abuso recente ma di un trauma passato che la giovane non avrebbe mai elaborato. E tanto più doloroso perché inflitto da chi le era vicino e di cui si fidava. Altro particolare in via di definizione sarebbe quello dell’ora in cui Simona sarebbe precipitata dalla palazzina. Alcuni religiosi che abitano di fronte alla palazzina di via Urbisaglia avrebbero affermato di aver udito un tonfo alle 6.30, ma non ci avrebbero fatto particolarmente caso poiché avevano visto alcuni gatti rincorrersi e avevano pensato che si trattasse di un oggetto fatto cadere dagli animali. Né un lamento, né un grido è stato udito.
Pubblicato da tdy22 in novembre 8, 2013
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Il giallo del data center galleggiante, Google ammette l’esistenza dell’hangar 3!
Il giallo stavolta è nella baia di San Francisco, in una chiatta ormeggiata all’ombra del Bay Bridge al largo di Treasure Island. A fine ottobre il giornale specializzato CNET aveva già parlato di server galleggianti che avrebbero ospitato data center, ovvero contenitori virtuali di informazioni reperite online, ora avviene la definitiva conferma da parte di Google. Perché posizionare i server su una chiatta galleggiante? Per sfruttare il raffreddamento offerto dall’oceano e posizionare i server in acque internazionali cioè fuori dalla giurisdizione Usa dell’Nsa.
Una chiatta, decine di container accatastati, recinzioni, guardie ovunque e un accordo di segretezza con il governo degli Stati Uniti. Si infittisce il mistero sull’hangar 3 nella baia di San Francisco: a fine ottobre il giornale specializzato CNET aveva ipotizzato la creazione di server galleggiante che avrebbero ospitato data center, gli enormi contenitori virtuali di informazioni recepite online. Server galleggianti per sfruttare il raffreddamento offerto dall’oceano e posizionati in acque internazionali, sfuggendo così alla giurisdizione Usa dell’Nsa. Ma quali informazioni custodisce? Che utilizzo ha? Quale sarà il futuro? Non c’è risposta a queste domande… intanto però è stata scoperta una seconda struttura del tutto simile a quella di San Francisco e stavolta la costruzione galleggiante è stata avvistata a Portland, nel Maine. Come scrive il Messaggero:
L’unica cosa certa è la segretezza calata sulla misteriosa struttura, un prodotto sperimentale del famigerato Google X, il laboratorio avveniristico guidato direttamente dal co-fondatore di BigG Sergey Brin : secondo Reuter Google ha chiesto a funzionari del governo degli Stati Uniti di firmare accordi di riservatezza. Un dipendente della Guardia Costiera che ha visitato la struttura ha dovuto firmare un accordo di non divulgazione con il gigante di Internet, ha detto Barry Bena, portavoce della Guardia Costiera degli Stati Uniti. Secondo The Verge ci si è appellati al “segreto commerciale”.
Alcuni siti specializzati ipotizzano che all’interno dei misteriosi hangar possono nascere degli showroom per la vendita dei Google Glass. Il sindaco di San Francisco, come riportato dalla stampa online, dice di non sapere cosa sia, mentre la polizia spiega che non rientra nella sua giurisdizione.
Pubblicato da tdy22 in novembre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/07/il-giallo-del-data-center-galleggiante-google-ammette-lesistenza-dellhangar-3/
La morte di Yara: Guerinoni è il padre biologico dell’assassino, lo dice il Dna
L’antropologa forense Cristina Cattaneo ha eseguito degli esami sui resti di Giuseppe Guarinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 a 61 anni, dai quali è emerso che si tratta sicuramente del padre biologico dell’uomo che ha ucciso la 13enne Yara Gambirasio. Le analisi sono state eseguite da del Dna estratto da un femore dell’uomo che è stato poi confrontato con la traccia genetica trovata sugli slip della giovane vittima.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/31/la-morte-di-yara-guerinoni-e-il-padre-biologico-dellassassino-lo-dice-il-dna/
C’è anche un sasso nel caso Yara
Un sasso e nuove speranze per trovare l’assassino di Yara Gambirasio. Quel sasso trovato a 300 metri dal punto dove il 26 febbraio 2011 è stato trovato il corpo senza vita di Yara Gambirasio presenta tre macchie, una più grande e due più piccole. Le macchie sono ritenute “sospette”, anche se non si è certi che quelle macchie siano di sangue. Al momento si preferisce la prudenza e si afferma che quelle macchie “potrebbero essere qualunque cosa”. I prelievi sono già stati e fatti e inviati ai Ris di Parma che dovranno analizzarlo. Intanto si apprende anche dalla trasmissione “Quarto Grado” che gli occhi dell’assassino del killer di Yara Gambirasio sarebbero di colore castano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/28/ce-anche-un-sasso-nel-caso-yara/
Yara: 700 nuovi prelievi di Dna alla ricerca della madre dell’Ignoto 1
Dopo aver escluso la pista francese del pedofilo ossessionato dalla ragazzina di Brembate, la polizia scientifica si concentra concentra su 700 donne bergamasche che hanno soggiornato almeno una volta a Salice Terme. La lista delle donne è stata ricavata prendendo i nomi di coloro che negli anni ’60 si sono sottoposte a cure termali in corrispondenza dei soggiorni di Guerinoni. Le donne saranno convocate per il test e per scoprire se una di loro può essere la madre dell’assassinio di Yara. nuovi controlli, nuove speranze per un’indagine che sembra infinita e che per il momento non ha ancora portato i risultati sperati.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/24/yara-700-nuovi-prelievi-di-dna-alla-ricerca-della-madre-dellignoto1/
Il Dna scagiona il pedofilo 50enne: non è il killer di Yara
Si era aperta una nuova pista per quel che riguarda la morte di Yara Gambirasio e che conduceva a un certo Lorenzo B. un pedofilo 50enne nato a Padova e che attualmente si trova in un carcere francese, a Bourges. Ma gli esami del Dna, come ha anticipato la trasmissione Quarto Grado, hanno dato esito negativo e quindi l’uomo, che era finito tra i sospettati in quanto nutriva una passione per la ginnastica artistica e una vera ossessione per la ragazzina di Brembate, non sarebbe il suo killer.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/17/il-dna-scagiona-il-pedofilo-50enne-non-e-il-killer-di-yara/
Le strane ossessioni di Lorenzo B e il caso Yara
La nuova pista che si apre su Yara Gambirasio viene riportata dal quotidiano Giallo che in un’intervista alla madre di una coetanea di Yara, racconta che la figlia è stata molestata attraverso internet da un pedofilo 50enne, un certo Lorenzo B.
L’uomo attualmente si trova in carcere in Francia, ma ci sono varie coincidenze che vengono riportate anche dal TgCom, oltre che dallo stesso settimanale:
- Prima coincidenza: Lorenzo B. è appassionato di ginnastica ritmica, praticata durante l’adolescenza a Chiasso
- Seconda coincidenza: nell’inverno del 2010, riferisce il settimanale di cronaca nera, il 50enne “cercava a tutti i costi di mettere le mani su qualche bambina di Bergamo”.
- Terza coincidenza: l’ossessione per Yara Gambirasio. Nel 2012 Lorenzo B. ha clonato il profilo Facebook di Laura e ”scriveva frasi d’amore, diceva di conoscere Yara, di sapere chi è il suo assassino”.
- Quarta coincidenza, una poesia scritta da Lorenzo B., “Incubo”: “Anche stanotte sei tornata… Ti ho vista… Ti ho sentita. Quel freddo tutto attorno… E c’eri tu. E poi le grida, il tuo pianto. L’orrore. E poi.. Buio… Solo buio freddo… E silenzio. Ormai ogni notte è così. Ho paura di dormire, ho paura di sognare. Di rivedere, di rivivere, di sentire ancora tutto questo. Cosa posso fare… Cosa devo fare per farti trovare la pace, per cancellare tutta la sofferenza che hai dovuto subire… Per far tacere tutto questo gelido silenzio… Sto male…”
- Quinta coincidenza: dall’esame del Dna “risulta che l’assassino di Yara Gambirasio sia il figlio illegittimo del signor Giuseppe Guerinoni, deceduto nel 1999. Un uomo sulla cinquantina adottato. Così come adottato sarebbe Lorenzo”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 10, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/10/le-strane-ossessioni-di-lorenzo-b-e-il-caso-yara/
Giallo al Prenestino a Roma, precipita una donna dall’ottavo piano
Una donna è morta sul colpo precipitando dall’ottavo piano di uno stabile in via del Trifoglio al Prenestino a Roma. L’appartamento della 57enne è risultato poi chiuso dall’interno, si suppone quindi che si sia trattato di un suicidio le cui cause ancora non sono state rese note. Tuttavia al momento stanno ancora indagando i carabinieri della compagnia Casilino.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/07/giallo-al-prenestino-a-roma-precipita-una-donna-dallottavo-piano/
Giallo a Venezia: cadavere affiora in laguna
Si tinge di giallo la laguna Veneziana nei pressi di Sacca Sessola. Questa mattina, verso le 7, alcuni pescatori hanno infatti notato un corpo a pelo d’acqua e hanno lanciato l’allarme. I militari della stazione navale della guardia di finanza e i sommozzatori sono giunti sul posto per recuperare il cadavere. Impossibile procedere con barche più grandi a causa della bassa marea. Al momento non sono note le cause della morte. Come ricorda il Gazzettino poche settimane fa, nella stessa zona, nei pressi di San Clemente, era venuto a galla il cadavere di un cinese.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/03/giallo-a-venezia-cadavere-affiora-in-laguna/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
Two sides of God (dog)
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NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'
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Serial killers and true crime
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The Adventures of Danda and Yaya