Sabrina resta in carcere

SABRINA-MISSERI-tuttacronacaE’ stata rigettata dalla Corte di Assise di Taranto l’istanza di scarcerazione avanzata dai difensori di Sabrina Misseri, la ragazza condannata all’ergastolo per l’omicidio della cugina Sarah Scazzi, 15 anni, ad Avetrana. I legali lamentavano il mancato deposito delle motivazioni della sentenza e le precarie condizioni di salute di Sabrina, detenuta a Taranto. Per la procura ionica, che aveva espresso parere sfavorevole alla scarcerazione, alla luce della sentenza di condanna all’ergastolo il quadro cautelare della Misseri si è aggravato, ritenendo ancora concreto il pericolo di fuga e quello di inquinamento probatorio. Per i pm Sabrina ha già ampiamente dimostrato che in stato di libertà è capace di avvicinare testimoni e depistare il corso della giustizia. Nei prossimi giorni è atteso il deposito delle motivazioni della sentenza firmate dal presidente della corte d’assise Rina Trunfio.

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Il parere della Procura: “Sabrina Misseri deve restare in carcere”

sabrina-misseri-tuttacronacaLa Procura di Taranto, a seguito dell’istanza di scarcerazione presentata alla Corte di Assise dagli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, difensori di Sabrina Misseri, ha espresso il parere che la giovane debba rimanere in carcere. Sabrina è stata condannata il 20 aprile 2013 all’ergastolo, così come la madre Cosima Serrano, per l’omicidio della cugina quindicenne Sarah Scazzi. Tale parere, che è obbligatorio ma non vincolante, è indirizzato alla cancelleria della Corte d’Assise la cui decisione è attesa nel giro di qualche giorno. Coppi e Marseglia sostengono che sono trascorsi circa nove mesi dalla sentenza senza che siano state depositate le motivazioni e che questo sarebbe contrario ad ogni principio giuridico. La Corte di Assise, nel dispositivo letto in aula il 20 aprile dello scorso anno, si era data 90 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni, termine che però è solo ordinatorio ma non perentorio.

La memoria sfregiata: la foto della piccola Sarah in un sito d’incontri

sarah-scazzi-tuttacronacaLo sfregio alla memoria della piccola Sarah Scazzi arriva dal sito di amicizie on line: Badoo. Qui compare la foto della ragazzina di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010 e sulla cui morte ancora non tutto è stato chiarito. Ad appropriarsi dell’immagine, la 42enne Maria Rosa, residente a Erchie, un paesino in provincia di Brindisi sul cui confine con Avetrana si trova la tristemente famosa contrada Mosca dove la notte del 6 ottobre di tre anni fa venne trovato il corpo della quindicenne. La donna ha scelto il viso di Sarah per contattare e fare amicizia online. E se già non fosse grave scegliere l’immagine di una minorenne, è orribile che venga utilizzato il volto di una ragazzina innocente a cui è stata spezzata ogni possibilità di futuro. Nella nuvoletta accanto alla foto, si legge che “Maria Rosa vuole fare amicizia”. Badoo, piattaforma virtuale che ha permesso una simile appropriazione d’immagine e d’identità, conta più di 196 milioni di iscritti in 180 paesi ed è tra i siti più frequentati. La famiglia era all’oscuro di questo uso della foto della piccola per farsi notare in rete, quello stesso web dove le immagini di Sarah sono tra le più cliccate su Google e facilmente reperibili.

Michele Misseri e il suo desiderio d’incontrare la mamma di Sarah

sarah_scazzi-tuttacronacaIlaria Cavo, inviata di Videonews, ha intervistato Michele Misseri, lo zio della giovane Sarah Scazzi. Nel filmato, trasmesso questo sera nel corso della trasmissione Quarto Grado, l’uomo ha confidato: “Incontrerei Concetta, ma senza telecamere, privatamente. La vedo passare qualche volta vicino casa e mi dispiace. Faccio finta di non guardarla, perché ci rimango male. Non è giusto quello che è stato fatto. Quello che ho fatto. Le ridirei che sono colpevole, che non copro nessuno”. Continua a dichiararsi l’autore dell’omicidio zio Michele, condannato a otto anni di carcere per occultamento di cadavere, mentre volta le spalle alla telecamera: “Non voglio più essere ripreso dalla televisione, mi hanno sempre bastonato perché vado in tv, dicendomi che sono un pupazzo, un burattino. Per far emergere la verità, ho subìto tutte queste cose che fanno male”. E riguardo a un eventuale incontro con la cognata: “Per prima cosa chiederei perdono a Concetta. Mi scuserei per quello che è successo: non l’ho fatto apposta. Questa è la verità. Se lei mi guardasse negli occhi, si convincerebbe che sto dicendo veramente la verità. Non volevo uccidere Sarah. Non so nemmeno perché l’ho fatto. Non mi hanno mai creduto, perché non mi ricordo come ho fatto con la corda”. Misseri continua a raccontarsi e confessa: “Piango sempre quando ci penso. Dovevo stare benone adesso e, invece, ho distrutto la mia famiglia e quella degli altri. Ero un uomo conosciuto da tutti e ora sono tra i più miserabili che esistano. Anche che se Concetta mi perdonasse, quel che ho fatto mi rimarrà sempre sulla coscienza”. Ma ci tiene anche a difendersi dalle accuse della madre di Sarah: “Non sono un furbacchione. Non è detto che Concetta mi debba credere per forza, ma io dico la mia verità”. Michele, noto per aver cambiato infinite volte la sua versione dei fatti, ora continua a difendere la figlia: “Cosa deve perdonare Concetta a Sabrina, se mia figlia non ha commesso niente? Ha fatto tre anni da innocente”. All’invito della Cavo di recarsi a casa della cognata, dichiara: “Se Concetta me lo chiede, io ci vado, ma non spontaneamente perché mi vergogno”.

Caso Scazzi: Sabrina e i suoi due uomini

sabrina-misseri

Alla trasmissione Quarto Grado si mostrano alcuni frammenti del processo Scazzi, tutti incentrati sulla figura di Sabrina. Ed emerge un nuovo aspetto di Michele Misseri. La ragazza, che ammette di non conoscere bene il padre in quanto fino al 2001 aveva vissuto, per lavoro, in Germania. Ma se inizialmente ha negato che potesse aver avuto degli approcci particolari con la cugina Sarah, poi il sospetto le è venuto. Tutto deriva da una confessione che le era stata fatta da una zia che ricorda un fatto avvenuto ancora all’epoca del fidanzamento di Michele con Cosima. L’uomo avrebbe tentato un approccio con quella che sarebbe diventata la cognata, che però è riuscita a svincolare e fuggire. Nel frattempo a Misseri è stato confermato l’obbligo di dimora: non potrà quindi allontanarsi dall’abitazione neanche per recarsi ai terreni di famiglia, quegli stessi appezzamenti dove si trova il pozzo in cui era stata gettata Sarah.

Ivano Russo, in aula, parla invece di comportamenti ambigui nei suoi confronti da parte della ragazza che arrivava a chiamarlo “dio Ivano”. L’avvocato in aula legge anche dei messaggi che i due si erano scambiati e il ragazzo spiega, raccontato che, dopo essersi denudati, hanno avuto un contatto fisico ma si sono fermati subito. All’insistenza dell’avvocato, al limite del voyeurismo come lo definisce Meluzzi in studio, Ivano spiega che c’è stata penetrazione ma il rapporto non è proseguito, non è quindi giunto a compimento. Anche lui parla di Sarah come di una “sorellina minore”.

Dopo il processo: le impressioni di Concetta, madre di Sarah Scazzi

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Durante la trasmissione Quarto Grado, Concetta Serrano, la madre di Sarah, è invitata a ripercorrere il processo che ha portato alla condanna di Sabrina Misseri e di Cosima Serrano. La donna le ritiene entrambe colpevoli stando al materiale presentato dal pm, nel quale ha riposto la sua fiducia. Nonostante la condanna, l’amarezza rimane, acuita anche dal fatto che la nipote Valentina Misseri, convinta dell’innocenza della sorella e della madre, non ha intenzione di parlarle. Secondo la ragazza, infatti, Concetta così come tutti gli altri non vuole conoscere la verità ma quell’idea di verità che si sono creati: ossia Michele innocente e le donne colpevoli. Per quel che riguarda Cosima, secondo Concetta è una donna molta più propensa a difendere la figlia che non la giustizia. La madre della vittima, che crede all’innocenza di Michele, afferma di farlo solo perché l’uomo ha sempre dimostrato di non essere in grado di superare certi suoi limiti, può arrivare ad occultare un cadavere, ma non ad uccidere, e questo l’ha dimostrato nel corso di questi anni. Concetta si è fatta un’opinione della nipote, una ragazza di 24 anni: odiava la cugina, oppure non sarebbe arrivata a compiere un delitto.

Michele Misseri, a sua volta condannato a 8 anni, non è ancora in carcere perchè al momento non ci sono misure cautelari che prevedano l’ingresso in prigione finchè non ci sia una sentenza di terzo grado. Continua allora a parlare alle televisione e ripetere che “io non le posso abbandonare”, ammette però che, qualora la figlia fosse colpevole, lui non l’avrebbe protetta, quindi è sbagliato pensare che si assuma una colpa che non ha.

Michele torna al pozzo maledetto… pellegrinaggio alla “tomba” di Sarah

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Michele Misseri è un uomo dilaniato dal rimorso di non aver retto di fronte alle domande puntuali e precise che esigevano una risposta… Lui ha dato tante risposte, spesso contrastanti. Versioni su versioni in cui i frammenti di verità poi sono emersi poco a poco e hanno segnato la via dell’ergastolo, in primo grado, per Cosima Serrano e sua figlia Sabrina. Ma Michele ha fatto condannare anche il fratello Carmine e al nipote Cosimo. Famiglie distrutte per un crimine orrendo. Ora Michele cerca “il perdono della famiglia” con una “condanna esemplare”, ma per il momento non è arrivata. Michele Misseri ora si sente doppiamente colpevole e fa quello che da sempre lo fa stare meglio, che gli allevia temporaneamente il dolore: diventare un protagonista-vittima-colpevole davanti ai mezzi di informazione. Un protagonismo patologico, dettato da quel suo sentirsi inadatto, emarginato dalla sua stessa famiglia, innocente e ancor più colpevole.

Così percorre di nuovo la strada verso il pozzo del ritrovamento, un gesto da vero colpevole, come in un film. Purtroppo Misseri dovrà rassegnarsi a fare i conti con la realtà diversa… con quella realtà che ancora una volta gli leva anche il “protagonismo dell’assassino” perhè da uomo fragile quale è, non l’ha uccisa lui Sarah.        

 

Valentina Misseri: mia madre e mia sorella sono innocenti

valentina misseri-tuttacronaca

Valentina Misseri, la sorella di Sabrina, a quarto Grado parla dando le spalle alla telecamera: vorrebbe che la gente dimenticasse la sua faccia. Lei si vergogna, di essere figlia di quel Michele che ha ucciso una ragazzina di 15 anni, la sua stessa nipote. Quello di cui assolutamente non si vergogna sono la madre e la sorella, della cui innocenza è certa. Quello che l’ha fatta più soffrire è stato l’applauso in aula alla parola “ergastolo”, lo stesso che aveva accompagnato l’arresto delle due donne. Quello che non accetta è che tutte le persone che dichiarano di volere la verità e la giustizia per Sarah, altro non desiderano che conoscere la “loro” verità, non quella effettiva. E’ assolutamente certe dell’innocenza delle due donne e crede ad ogni parola pronunciata dal padre quando ha affermato la sua colpevolezza. E si chiede dove siano le prove contro Cosima, sicura che la sorella non abbia fatto nulla per sviare le indagini. Da sorella, da figlia, non riesce a trovare nessuna prova, nessuna affermazione che le riesca ad instillare il dubbio circa la loro innocenza. Non dubita però della colpevolezza del padre. Lo stesso Michele si autoaccusa ormai da anni, inascoltato: troppe versioni ha offerto dell’accaduto, inizialmente accusando la figlia per poi ripiegare sulla sua stessa persona.

Sarah, Sabrina… e un uomo, tra loro

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Sabrina, in alcuni sms, aveva confidato ad un’amica di non piacersi, che avrebbe desiderato “cambiarsi dalla testa ai piedi”,.Giocava a fare la femme fatale con Ivano per conquistarlo, lo provocava con un atteggiamento disinibito, reale o recitato che fosse. Il gioco si fa poi più spinto, con uno scambio di messaggi espliciti tra i due e atteggiamenti equivoci anche davanti agli occhi di Sarah che, invece di essere allontanata, veniva tenuta vicina durante “i giochi” per scattare foto. Ivano si sarebbe poi tirato indietro e questo avrebbe reso Sarah una persona scomoda, di troppo e, soprattutto, a conoscenza di troppi particolari. Tutto questo, la gelosia per un ragazzo, la vergogna del rifiuto, la paura di essere “smascherata” come una poco di buono, se anche non fossero state le cause scatenanti potevano rappresentare, per la pubblica accusa, delle concause in presenza di dissapori, come testimoniato da una lite avvenuta tra le due ragazze la sera prima dell’omicidio che però, secondo l’avvocato difensore, non sarebbe stato che un semplice rimprovero da parte della maggiore.

Da madre a madre: l’amarezza di Concetta

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Concetta, intervistata, racconta come sta vivendo questo periodo, in una casa troppo silenziosa che rende l’assenza di Sarah quasi un urlo e a confronto con una sorella che non le ha mai dichiarato, direttamente il proprio pentimento. Concetta non si è mai recata a trovare né Cosima né la nipote, convinta che sarebbero state loro ad attaccarla, dandole addosso perché non crede alla loro innocenza a causa di tutto il materiale presentato. “Devi credere alla nostra innocenza”, così le avrebbero detto. Per la madre di Sarah, Sabrina è solo una ragazza psicologicamente debole, succube di una Cosima che ha le sue certezze ma con il suo atteggiamento è solo riuscita a nuovere alla figlia che, probabilmente, senza di lei avrebbe avuto una pena più breve. Secondo Concetta, Cosima avrebbe quindi fatto di tutto per proteggere la figlia, senza riuscirci: la donna termina così il suo intervento: “Se invece di proteggere tua figlia la distruggi… ammazza che mamma!”

Caso Scazzi: una sentenza destinata a ribaltarsi?

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L’avvocato Coppi, difensore di Sabrina, continua ad essere sicuro di sé: troppi dubbi in questo dibattimento, lasciano un’ autostrada enorme aperta per il ribaltamento della sentenza. E infatti il processo è stato giostrato con perizia dagli avvocati, che si sono consegnati alla verità degli uomoni e degli atti processuali molto più che non a prove mai rinvenute. Decisione della Corte che è stata appresa in diversi modi: se Michele si è nascosto, per piangere in pace, Anna Pisanò, amica di Sabrina e testimone a suo carico, afferma che non si aspettava altro di diverso ma nega di averla mai accusata: “ho solo riferito i fatti”. Intanto la madre Concetta è ben consapevole che, nonostante l’ergastolo sia la giusta pena per un assassinio tanto efferato, ciò non colmerà il vuoto lasciato da Sarah. Anche gli abitanti di Avetrana, che da tempo ormai avevano deciso la colpevolezza delle due donne, si schierano a favore dei giudici anche se questo non cambierà la situazione: “La Sarah, ormai non c’è più”. E proprio su chi vive in questo piccolo paese ci si interroga: davvero nessuno ha visto nulla, a parte il fioraio che ha ritrattato la prima versione parlando di un sogno? A solo sentire il termine omertà, tutti negano: “Omertà, omertà… ci facciamo solo i fatti nostri.”

Intanto sono stati trasmessi i dati che riguardano Ivano Russo, Alessio Pisello, Giuseppe Serrano e tre testimoni legati al fioraio ed a ciò che ha visto/sognato che saranno probabilmente processati per falsa testimonianza.

Cosima a Sabrina: “Perché piangi? Lo sapevamo che finiva così!”

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A Quarto grado si parla del caso Scazzi, ora che si è appena concluso il primo grado di giudizio con una condanna all’ergastolo per Sabrina e Cosima. Arriva quel fotogramma catturato per sbaglio, con una Sabrina, che ha vietato alle telecamere di riprenderla da quando è entrata in carcere, che cammina a testa bassa e si passa la mano sul volto per coprire le lacrime. Un’emozione catturata della ragazza, mentre sua madre, la sfinge di Avetrana, non ha estraniato nulla: impassibile Cosima, così come l’abbiamo sempre vista in questi anni. La corazza si spezza per un attimo solo quando è in auto con la figlia: ora che è tutto terminato l’abbraccia, la prima manifestazione di affetto in tutto questo tempo. Ed implacabile arriva la sua domanda: “Perché piangi? Lo sapevamo che finiva così!”.

 

Le impressioni a caldo dopo la sentenza Scazzi… Concetta e Giacomo.

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E’ stata ospite a Domenica Live Concetta Scazzi insieme al marito Giacomo. Ieri vi è stata la sentenza che ha condannato all’ergastolo Sabrina e Cosima Misseri e

«Al momento della sentenza, Sabrina è scoppiata a piangere, mentre mia sorella come al solito ha una sola espressione. Il capofamiglia in casa Misseri era Cosima. Michele si è sottomesso alla volontà della moglie. E il giudice ha capito perfettamente come sono andate le cose e la psicologia di queste persone», così Concetta approva la sentenza della Corte d’Assise e poi prosegue affermando: «Michele era un buon zio. Non era in grado di fare tutto da solo. Doveva esserci qualcuno con lui ad occultare il corpo. Per Michele provo compassione anche se ha fatto qualcosa di gravissimo».

Anche nel ricordo di quella maledetta giornata c’è forse già il presentimento di una tragedia che si era già consumata, ma che ancora era celata ai genitori:  «Eravamo insieme ad Avetrana quando Sarah è scomparsa. L’abbiamo cercata ovunque. Quando Sabrina è arrivata la seconda volta, dicendo che di Sarah non c’era traccia, abbiamo avuto come un presentimento. Abbiamo detto: “Andiamo in caserma”».

E il fratello di Sarah come ha reagito alla sentenza? «Claudio come ragazzo è molto pessimista: Non arrendiamoci perché tutto potrebbe succedere, c’è il secondo grado».

Poi, a Domenica Live va in onda la video-intervista a Michele Misseri: «Ho un rimorso dentro che prima o poi esploderà: perché non c’è nessuna prova che confermi che sono stata io. Devo liberarmi dalla mia coscienza, quell’angelo biondo deve sapere perché è morto. Quando ho sentito la parola ergastolo mi sono sentito morire. Con questa sentenza, Sarah ancora piange. Solo dio può dimostrare che io dica la verità». Poi, qualche timore: «Già mi hanno dato un calcio. Io non posso uscire di casa: non ho nessuno, sono solo».
E Concetta commenta: «Michele è un povero comico drammatico». E quando la D’Urso chiede: «Perché minaccia di togliersi la vita?», la mamma di Sarah risponde: «Chiedetelo a lui. E poi, uno che vuole uccidersi non lo dice».

Caso Sarah Scazzi: Michele non è capace di uccidere

Giacomo Scazzi, padre di Sarah, la 15enne uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana, ai microfoni di Barbara D’Urso afferma: “Michele l’ha buttata ma non l’ha ammazzata”. Secondo Scazzi, che crede nella colpevolezza di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, attualmente in carcere, Misseri non ne sarebbe stato capace. Nel processo in Corte d’Assise in corso a Taranto lo zio di Sarah deve rispondere di concorso in soppressione di cadavere.

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