Pensionati in Italia equivale a “privilegiato”. La pensione in Italia ormai non è un diritto acquisito e maturato, è solo un “danno” al bilancio dell’Inps. Ma il male viene da lontano, da quegli investimenti sbagliati da parte dell’ente di previdenza, da una dirigenza che non è stata capace di prevedere il rosso che si sarebbe creato a causa di scelte pensionistiche troppo allegre. C’erano anni in cui ci si vantava di essere la più giovane pensionata d’Italia a poco più di 30 anni e c’era chi – grazie a scivoli e facilitazioni – veniva mandato in pensione appena superati i quaranta anni. Ma ora andare a imputare “le scelte sbagliate” e rivedere caso su caso è troppo oneroso e quindi la mannaia arriva su tutti. Così dopo mesi di speranze, svanite in un – quasi – nulla di fatto per una contro riforma Fornero mai realizzata, i primi a vedersi ridotto l’assegno con l’avvento del nuovo anno sono alcuni dipendenti pubblici ex Inpdap. Come afferma LeggiOggi quotidiano giuridico, politico ed economico:
Si tratta dell’ultimo aggiornamento fornito proprio dall’Inps, il quale, con il messaggio 574 dello scorso 13 gennaio, tramite la propria direzione centrale bilanci e servizi fiscali, ha comunicato l’ammontare dei cosiddetti “preconguagli” a carico degli ex lavoratori pubblici, migrati sotto la tutela dell’Istituto di previdenza sociale a seguito della fine per l’era autonoma dell’Inpdap.
Si tratta, specifica il nuovo SuperInps, dei prelievi relativi alle somme versate dalla gestione pubblica nell’arco dei mesi tra gennaio e agosto 2013: il debito accumulato, secondo il piano dell’ente, verrà diviso in due rate distinte e spalmato sugli assegni di gennaio e febbraio.
Insomma, secondo gli analisti, ci troviamo di fronte alla situazione simile a quella di dodici mesi fa, quando ben 6mila persone ricevettero assegni farsa di 2 o 3 euro a causa delle maxi trattenute del fisco, poi tardivamente rimodulate nel corso dell’intero anno.
Nello specifico, questi dovrebbero essere gli scaglioni per i pensionati ex Inpdap: chi riceve mediamente una pensione di 626,73 euro si vedrà corrispondere una somma di 501,38 euro, pari, cioè, al minimo Inps per il 2014 così come specificato nelle nuove norme che regolano le pensioni dal primo gennaio. Per chi, invece, percepisce una pensione inferiore alla quota di 626,73 euro, la linea seguita dalla previdenza sarà quella di mettere in atto trattenute pari a un quinto dell’importo.
Queste cifre, nelle speranze dell’Inps, dovrebbero essere mitigate dall’acconto, arrivato a dicembre, di 154,94 euro in più, relativo all’intero anno 2013, riconosciuto dalla previdenza negli assegni dello scorso dicembre a coloro che ne avessero effettuato domanda per chi presentasse i requisiti richiesti di assegno sotto al minimo e redditi non oltre le soglie predefinite..
Sarà compito delle sedi territoriali, spiega l’Inps nel suo messaggio, fornire ai diretti interessati tutte le informazioni del caso, per rendere questo inizio 2014 meno amaro per gli ex lavoratori del pubblico.