Era stato assolto sia in primo grado che in appello Alberto Stasi, che si trova ora nuovamente sul banco degli imputati con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi dopo che la Cassazione ha deciso di riaprire il caso. Intervistato dal Corriere della Sera, il ragazzo si professa innocente e a sua volta accusa: “Mio padre è morto per il processo contro di me”.
”Sarò presente in aula come sempre. Solo che stavolta non avrò mio padre accanto. Se n’è andato il giorno di Natale a 57 anni, ma ha cominciato a morire il giorno in cui la Cassazione ha deciso di riaprire il processo. Sono convinto che la malattia che l’ha portato via è dovuta alla sofferenza e allo stress”.
Stasi si dice ”pronto” ad affrontare il processo e spiega: “Gli argomenti contro di me sono sempre gli stessi. Non li ho mai temuti e non c’è ragione di temerli adesso. Sono stato scarcerato da un giudice e sono stato assolto in primo e in secondo grado. Adesso, come le altre volte, torno davanti alla Corte con la coscienza pulita di chi non ha fatto niente”. E ancora: “Temo solo un errore giudiziario. Ho vissuto per anni l’infamia dell’accusa di pedofilia, ora si è visto che il fatto non sussiste”. Su Chiara, ”ci penso sempre e ogni volta cerco di ricordarla nei nostri momenti felici, non come l’ho vista quella mattina sulle scale. Quell’immagine resta un marchio perenne nella mia memoria, un trauma che mi segnerà per sempre”. Aggiunge quindi: “Vado ogni settimana a trovarla al cimitero. La cappella di famiglia è aperta, qualche volta entro, le parlo, vado a trovarla come si fa con una persona alla quale si vuole molto bene ma che non è più qui”.