Sembra proprio che l’energia pulita sia sempre più terreno per le organizzazioni criminali. Il futuro è verso nuove fonti di energia e così ‘ndrangheta si organizza e si lancia a conquistare nuove fette di mercato. A Roma sembra che il business delle cosche calabresi stia cercando di infiltrarsi nel fotovoltaico. Secondo fonti investigative, “l’uomo giusto” per portare a termine l’operazione era l’ex assessore regionale ai lavori pubblici della giunta Marrazzo Vincenzo Maruccio, ex capogruppo Idv, anche se al momento l’uomo non è indagato.
Secondo il Corriere della Sera, in un articolo a firma di Fulvio Fiano, questa sarebbe la ricostruzione di quanto stava accadendo nella capitale nel mercato del fotovoltaico:
Ad aprire il nuovo fronte alcune intercettazioni su uno dei nomi chiave dell’«operazione Lybra», l’imprenditore Guido Della Giacoma, titolare della Medialink. Fin qui era entrato nell’inchiesta come vittima delle estorsioni del clan Tripodi, che attraverso la sua ditta fatturavano lavori mai eseguiti e cercavano coperture per entrare in appalti importanti. Tra questi, l’impianto di videosorveglianza in fibre ottiche per Roma. L’affare sfumò, ha raccontato a verbale Della Giacoma (non indagato), quando lui stesso si tirò indietro fiutando l’illecito. Ma ora almeno tre telefonate raccontano il titolare della Medialink tutt’altro che sottomesso ai boss. Ecco quindi che gli inquirenti stanno esaminando tutti i lavori forniti in subappalto da Della Giacoma a piccole imprese con fin qui insospettabili tratti malavitosi. Una di queste è la ditta di costruzioni di Cristian Sicari, 28 enne di Vibo Valentia, già impiegata dalla Medialink in Veneto. E il fotovoltaico sarebbe il settore dove più forti sono stati (in attesa di riscontri) i tentativi di infiltrazione della ’ndrangheta. Un reticolo di imprese e di subappalti non autorizzati che gli inquirenti puntano a ricostruire con la documentazione fornita da Della Giacoma e quella che è stata invece autonomamente acquisita agli atti.