Le figurine perdono l’ultimo patron: addio a Umberto Panini

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Aveva 83 anni Umberto Panini ed è morto a Modena nella notte tra venerdì 29 novembre e sabato 30 novembre. Lui era uno dei quattro fondatori dell’impero delle Figurine Panini. Insieme agli altri tre fratelli, Giuseppe, Franco e Benito, già deceduti aveva affrontato l’avventura editoriale. Umberto era anche proprietario di una nota collezione di  automobili e moto e aveva sviluppato a tempo pieno l’azienda agroalimentare Hombre a Modena.

 

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I clienti delle baby prostitute negano… ma gli sms restano

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Chi sono i clienti delle baby prostitute? Si è già scritto a lungo su questi uomini spesso sposati, disposti anche a far andare le ragazze presso le loro abitazioni, ma nessuno ancora aveva provato a contattarli. C’è chi compone quei numeri, la maggior parte degli indagati naturalmente risulta irraggiungibile, ma c’è invece anche chi risponde e nega. Franco, nome di fantasia, professionista, sposato che quando il cronista si presenta  e gli fa notare che i suoi sms provano i suoi contatti con le minorenni, si dimostra seccato  e archivia la questione con un «Io non vado con le minorenni». Poi esprime il suo fastidio: «E se avesse risposto mia moglie?». Dalle intercettazioni emerge che Franco si era accordato con Marco Ienni: «Chiamalo, 400 euro, voi due insieme», scrive Ienni in un messaggio a una delle due adolescenti. La cronista allora insiste, rigettando le rimostranze del cliente: «Normalmente chi ha una moglie, non dovrebbe andare a prostitute, pur se maggiorenni. E se lo fa se ne assume il rischio…». «E chi l’ha detto ? – rintuzza Franco -. Io ho due ragazze fisse… Ma sono maggiorenni. Queste due non le conosco, non le ho mai viste. Può darsi che abbia telefonato perché c’era il numero sul sito, ma di certo non ci sono andato a letto». Un altro cliente, come si legge su Leggo, in un articolo a firma di Angela Camuso:

Un altro cliente, lo chiameremo Sandro, dice di essere un impiegato, casca dalle nuvole: «Mai incontrate quelle ragazzine». Eppure ci sono i messaggi in cui lei chiede l’appuntamento, quindi scrive il prezzo, 300 euro, per un incontro da lì a 15 minuti… Sandro: «E chi li ha 300 euro? Non lo so, forse ci siamo accordati ma poi non se ne è fatto nulla, perché la ragazza voleva venire a casa mia. Ma io a casa mia non faccio venire sconosciuti…».
Dagli atti emerge che le ragazzine spesso si prestavano a servizi “a domicilio”. Un altro cliente, che chiameremo Mario, è interessato a vedere le due minorenni insieme ma precisa: «Io ho una Smart … Tutte e due, rischiamo di non far niente…». «Veniamo noi da te…» , dice allora una baby squillo. E lui dà l’indirizzo di un quartiere della estrema periferia Sud. Il prezzo pattuito: 400 euro per le due ragazze insieme.

Intanto però arriva anche un’altra sconvolgente verità che è quella delle due protagoniste, in particolare della maggiore delle due che nei verbali ha ammesso che tutto sarebbe iniziato come «un gioco», da una ricerca su Google su come come guadagnare denaro. Ogni giorno, dai 100 ai 400 0 500 euro. Ma «non era un bel gioco andare con gli adulti».

Così sarebbero finite nel giro di prostituzione minorile ai Parioli le due ragazzine romane dei Parioli,secondo quanto si legge nelle 155 pagine di verbali dell’interrogatorio della più grande delle due giovani, 15enne all’epoca dei fatti e indagata con l’accusa di aver indotto l’amica quattordicenne a seguirla. La stessa che sembra voler difendere il suo sfruttatore, cercando di rivendicare come la scelta fosse stata autonoma: «Mimmi (Mirko Ieni, uno degli sfruttatori arrestati. ndr) non lo sapeva che noi eravamo minorenni. Noi gli dicevamo che avevamo 19 anni. Ma non è sfruttamento. Se lo abbiamo fatto non è lui che ci ha costretto, è stata una nostra idea. Lo ripeto e lo ripeterò altre 350 volte se necessario. Non mi ha costretto», ha spiegato la ragazzina. Molti conoscevano l’età delle due ragazzine, tra i clienti, ha chiarito.

 Dalle pagine dell’interrogatorio, secondo quanto riportato dalla Stampa, c’è un mix di false sicurezze, debolezze: «Non sono una vittima», ripete la ragazza, che rivendica al tempo stesso di non essere responsabile di quanto fatto anche dall’amica: «Di sicuro non è colpa mia», ha chiarito. Ma la giovane, si legge sul quotidiano piemontese, è anche capace di non crollare: «Non voglio dire chi mi ha fatto usare la cocaina la prima volta. Dai dettagli dei verbali, emerge però com’è nato tutto: «Volevo essere indipendente e così ho digitato “guadagnare soldi”. Ho mandato una mail. Non ho capito all’inizio di cosa si trattava», ha chiarito la ragazza di fronte al procuratore aggiunto Maria Monteleone. Con pazienza quest’ultima è riuscita a farsi spiegare quanto avveniva nella casa affittata da Ieni. Ma non solo, dato che, come hanno ricostruito gli inquirenti, altri clienti preferivano incontrare le due ragazzine a casa, in macchina o in posti dove speravano di non essere riconosciuti.  Si legge sulla Stampa:

«La ragazzina ammette quello che succedeva in via Parioli 190, in un hotel e a casa di un cliente in piazza Fiume. All’inizio è reticente. «Con la mia amica usciamo insieme, facciamo tutto». Andate in qualche posto particolare? «Corso Trieste, piazza Caprera, Piazza Euclide, viale Parioli. Nei bar». Ma alla domanda specifica su viale Parioli Vanessa risponde: «A casa di un amico, Mimmi». Nega di conoscere il suo vero nome – che poi invece dimostrerà di conoscere – e spiega che gli danno «10 euro quando ci dà la casa» che definisce «scialla, normale». E alla domanda se in quella casa vengono uomini, risponde: «Un paio di volte». Non vuole dire cosa faceva con quegli uomini «le sappiamo queste cose e mo non le devo dire esplicitamente».

L’uomo che fornì alla giovane il primo contatto fu il caporale Nunzio Pizzacalla, un altro degli arrestati. Lo stesso che rispose alla mail inviata dalla più grande delle due giovani. Sul Messaggero si chiariscono i dialoghi tra la ragazzina, il procuratore e la psicologa. Quest’ultima spiega: «Quello che non avevi capito, però è che anche lui ci voleva guadagnare dei soldi». «Sì, ma io non glieli ho mai dati», risponde. Il racconto risulta però spesso lacunoso, più volte – si spiega – tenta di mentire. Anche perché non sa che il pm Cristiana Macchiusi ha interrogato anche l’amica, definita come «quella che aveva più bisogno di soldi». Ha spiegato come l’allora 14enne fosse venuta con lei per vedere «come si faceva»: «A volte le cedevo anche degli uomini. A me i soldi non servivano, lei ne aveva più necessità».  Dal verbale si chiarisce come secondo la ragazza a tradirla sarebbe stato anche Michael De Quattro, l’uomo che si trova ai domiciliari per il tentativo di estorsione, oltre che per essere stato un loro cliente. Le aveva chiesto 1500 euro per non rivelare video compromettenti girati nella casa dei Parioli, quella affittata da Mirko Ieni. Quando le viene chiesto perché lei era in quella casa dice «Per il lavoro di incontrare le persone, per soldi». «Facevate sesso in cambio di soldi?», insiste a chiedere il procuratore. «Sì… Dai 100 ai 400 euro al giorno. Dipende dai giorni, da come andava…», ha ammesso la ragazza.

Come riporta la Stampa, ci sono alcuni passaggi in cui la ragazza si mostra inflessibile: la cocaina e il nome dell’uomo che voleva portare lei e l’amica in barca a Ponza. «No, non voglio rispondere alla domanda su chi per primo mi ha dato la cocaina», ha spiegato, mentre le viene chiesto dello spaccio. Come avevano ricostruito gli inquirenti erano lo stesso Ieni e Marco Galuzzo (l’ultimo ad essere finito nel carcere di Regina Coeli, ndr) a procurare la droga alle ragazze. Tra i luoghi, invece, chiarisce come la vicenda non fosse legata soltanto alla casa dei Parioli: «Individua anche il quartiere periferico di San Basilio e piazza Fiume dove, all’inizio, ha raccontato, andavano a casa dei clienti che ci prendevano con la macchina o con il taxi». E la stessa indagine si allarga sul possibile coinvolgimento di altre cinque ragazzine, sempre a San Basilio.

 

Non sottovalutiamo la crisi della Francia: la Marianna insidiata da Marie

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Ora lo spettro che rischia davvero di riportare in Europa nuovi squilibri è rappresentato dalla Francia e dall’avanzata inesorabile del partito di estrema destra, antieuropeista, guidato da Marie Le Pen. La prossima primavera potrebbe non solo portare solo fiori e rinnovamento, ma una vera e propria rivoluzione, tanto che l’Eurozona trema e spera che i sondaggi francesi riescano nei prossimi mesi a invertire rotta. Ma quali sono i motivi che spingono i francesi a propendere per il partito della Le Pen?

Molto ha inciso la figura di Hollande, giudicata davvero troppo “modesta” e forse, giudicato da alcuni, inadatto a evitare il tracollo dell’economia francese che è ormai arrivata alla resa dei conti. Il debito è ormai al 100% del prodotto lordo e soprattutto, i cugini francesi, hanno un disavanzo fuori controllo.  La Ue le ha concesso tre anni, ma tutti sanno che non saranno sufficienti. Il paradosso è che Parigi sarà corretta a ingoiare la pillola dell’austerità mentre tutti gli altri l’hanno digerita.

L’industria è debole e troppe fragilità sono state messe sotto il tappeto e ora rischiano di arrivare colpendo come un boomerang in pieno viso i francesi.Come il gruppo automobilistico Peugeot-Citroen che dopo il mancato accordo con General Motors ora si vede costretta a vendere probabilmente ai cinesi di Donfeng nuovo colosso dell’economia automobilistica mondiale.

Altro aspetto esplosivo sono le tensioni con gli immigrati, le rivolte nelle banlieu, le guerre sul velo delle ragazze islamiche, i giri di vite periodici che riguardano sia la destra sia la sinistra, fino alle ultime tensioni per l’espulsione di Leonarda, la ragazza rom, mostrano che la Francia non è affatto un’eccezione neppure su questo piano. Poi c’è lo sciopero indetto dai calciatori, i ricchi che temono di essere tartassati dal fisco francese che vorrebbe porre la mannaia proprio su di loro.

Marie insedierà La Marianne? La Francia affonderà? L’Europa che conseguenze avrà?

Polemiche su James Franco, al Lido ma senza salutare i fan

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Erano molti ad attenderlo nella speranza di poterlo vedere da vicino, scattare una foto e tentare di chiedere un autografo, ma James Franco, come riporta il Gazzettino, ha deluso tutti e appena arrivato al Lido a bordo di una Maserati, in abito grigio e camicia bianca, è andato diretto verso la sala della conferenza, non permettendo neppure a fotografi e cameramen di fare il loro lavoro. Naturalmente sono scoppiate le polemiche. Franco è arrivato a Venezia per il suo discusso film in concorso nella Selezione Ufficiale, “Child of God”. La storia, di cui  Franco è regista e sceneggiatore, è  lo  specchio di un uomo profondamente in crisi che regredisce fino a uscire dalla società, diventando un “cavernicolo” moderno, dedito sempre più al crimine.

Il mistero della stazione, requisita dai nazisti, usata per test astrofisici

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E ‘stata la più grande e la più spettacolare stazione ferroviaria al mondo, un elegante gioiello Art Nouveau immerso nelle montagne dei Pirenei. Situato sul lato spagnolo del confine, Canfranc ha aperto con una grande inaugurazione nel 1928 e, fin quando è stata in funzione, è stata il fulcro splendente della linea principale tra la Francia e la Spagna. La stazione ferroviaria di Canfranc ha avuto una storia movimentata, dopo che è stata requisita dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, e poi lasciata cadere in rovina fino a diventare poco più di un guscio sgretolato.

Per anni, i viaggiatori, in partenza e in arrivo, rimanevano stupiti dalla meraviglia di questa struttura e dalla sua splendida architettura. coloro poi che potevano permetterselo, alloggiavano nel lussuoso hotel adiacente.
La stazione e il tunnel che collega la Spagna e la Francia erano stati chiusi durante la guerra civile spagnola, ma in seguito, furono riaperte e la stazione venne occupato ancora una volta. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale,  Canfranc divenne un nodo cruciale per salvare la vita a migliaia di rifugiati ebrei in fuga dall’Europa occupata.

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Nel 1940, il dittatore spagnolo Franco veniva immortalato, mentre con orgoglio portava Hitler, lungo una delle piattaforme della stazione di Canfranc.
Il leader nazista ne fu subito colpito e, dopo aver riconosciuto l’importanza logistica e strategica della stazione, decise di requisirlo. Così in breve fu innalzata anche  la bandiera con la svastica sopra le guglie in segno dell’occupazione.
I nazisti la usarono prima per trasportare centinaia di tonnellate di oro rubato saccheggiato tutta Europa. E così alla fine della guerra quella stazione che era stata il simbolo della salvezza per molti ebrei venne invece utilizzata da criminali di guerra nazisti.

La stazione tornò in vita negli anni 1950 e 1960, e fu utilizzata come set nel 1965per il film “Il dottor Zivago”.

Poi, quando una grande locomotiva a vapore si schiantò, la stazione iniziò il suo declino.
Abbandonata e apparentemente dimenticata, è diventata preda di vandali. Visitata solo l’occasionale da qualche turista curioso, alla ricerca di una architettura industriale in disuso. Ormai sulle splendide pareti, ci sono solo graffiti e anche la magnifica biglietteria è ormai semi-distrutta e coperta di polvere e detriti.

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Eppure questa nazione nasconde un segreto straordinario: nelle profondità, sotto la superficie, nelle vecchie gallerie che attraversano il confine tra Spagna e Francia, gli scienziati hanno creato laboratori per far viaggiare le astroparticelle e qui cercano di svelare i misteri della materia.

Infatti nel 1985 un gruppo di fisici spagnoli ha realizzato qui il luogo dei loro esperimenti. Canfranc è il posto ideale per far viaggiare nelle sue gallerie le astroparticelle. C’è sempre qualcosa che scorre in questo luogo e se non sono i treni sono le particelle, anche se negli anni passati molte volte si è pensato di riportare Canfranc al suo splendore, riaprendo la stazione e rendendo ancora vivo questo luogo ricco di storia e di bellezza, ma al momento tutto è caduto di nuovo nel dimenticatoio.

Ancora non c’è una tomba per Franco Califano. Solo burocrazia?

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Forse la tomba non sarà pronta neppure per il 14 settembre, data di nascita dell’artista romano. Sembrano esserci infatti stati innumerevoli problemi burocratici che hanno fatto slittare la data di realizzazione della tomba. Secondo La Repubblica  il contratto tra la Tac (la società incaricata della gestione della sepoltura e del pagamento) e il Comune di Ardea per realizzare la tomba privata, dal valore di 25mila euro, sarebbe stato firmato solo una settimana fa.

«Ci sono stati dei problemi di soldi – sostiene il sindaco Luca Di Fiori – ho dovuto aspettare che la Tac incassasse i proventi di una polizza fideiussoria, stipulata dall’artista, prima di scrivere l’ordinanza di permesso». Il regolamento comunale infatti prevede che chi non è cittadino di Ardea non possa essere seppellito lì.

L’ordinanza di deroga è stata emessa a metà giugno, quando il sindaco ha avuto le necessarie garanzie. Una versione però opposta a quella dell’avvocato del ‘Califfo’, Marco Marcacci. «La Tac aveva i soldi fin dal giorno del funerale – sostiene – Dunque l’ordinanza poteva essere fatta prima».

Non c’è pace per il Califfo nessuno vuole seppellirlo…

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“Non escludo il ritorno” aveva dichiarato Franco Califano, ma forse escludeva questa agonia in cerca di una degna sepoltura. L’artista romano morto lo scorso 30 marzo ed ora ospitato in un loculo pubblico del cimitero di Ardea dopo che nessun altro cimitero si è fatto avanti per accoglierlo. Si muove quindi la Siae e il direttore generale Gaetano Blandini, ha offerto la sua piena disponibilità a occuparsi di questo problema. La Siae ha anche aggiunto: “Sentito il Commissario straordinario Gian Luigi Rondi e il presidente designato Gino Paoli, il direttore generale della Siae è intenzionato ad offrire un contributo economico sia per risolvere il problema della tumulazione sia per ogni necessità del futuro museo dedicato all’autore di La musica è finita, E la chiamano estate e tanti altri importanti successi”.

 

Ressa al funerale di Califano!

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I funerali di Franco Califano sono previsti alle 11 nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma ma è già ressa per entrare nella chiesa dovè è stato portato il feretro dell’artista scomparso il 30 marzo. Sono state messe delle transenne per gestire le centinaia di persone che tentano di partecipare alle esequie di Califano e le persone entrano molto lentamente, cinque alla volta, mentre l’organizzazione cerca di gestire la forte affluenza di romani e non, complicata anche dalla pioggia di questa mattina a Roma.

L’ultimo messaggio di Califano!

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La camera ardente per Franco Califano sara’ aperta oggi in Campidoglio dalle 10 alle 19, mentre i funerali si terranno domani alle 11 nella Chiesta degli artisti in Piazza del Popolo. Nella villetta ad Acilia, protetta da un piccolo cancello in legno, sono potuti entrare solo gli amici e gli affetti più cari del Califfo. Ma nel quartiere romano lo conoscevano in tanti e la notizia della sua morte ha scosso tutti.

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Poco prima che la morte lo raggiungesse nella sua villetta di Acilia, Franco Califano invio’ un sms ai Negramaro. “Che il Sig vi protegga nel vostro viaggio nella vita“. Lo racconta, in un twitt postato nella tarda serata di ieri, il leader della band tanto cara al cantautore, Giuliano Sangiorgi.

“Ho i brividi – aggiunge in altri -. Mi mancheranno i suoi messaggi notturni sempre carichi di entusiasmo e di vita. Fa male non dirsi l’ultimo ciao”.

Morto Er Califfo! Addio alla musica.

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« Dipinsi l’anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all’ora della cena
E mi rivolsi al libro come a una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo. »

Califano ci ha lasciato a 75 anni!

Crocetta liquida Battiato!

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Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha deciso di revocare l’incarico di assessore al Turismo al cantautore Franco Battiato che ieri a Bruxelles aveva defininto “t…” le parlamentari italiane. Crocetta ha deciso di revocare l’incarico anche al fisico Antonino Zichichi, al quale aveva assegnato la delega ai Beni culturali. Il governatore siciliano ha inviato le scuse del suo governo “per le affermazioni, certamente non istituzionali ed offensive” di Battiato. “Quando si sta nelle istituzioni – ha detto Crocetta – si rispettano e si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse. Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento – prosegue Crocetta – l’espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Quando si offende il Parlamento, si offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni”.

“Mi dispiace veramente molto, sono addolorato. Il Parlamento in questo momento -continua il presidente- è rappresentato da figure come Laura Boldrini e Piero Grasso, impegnati nel profondo per rinnovare il Paese e all’interno del Parlamento ci sono uomini

e donne -conclude

La ballata di Battiato contro M5S!

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In attesa del concerto di Parigi, Franco Battiato punge il leader del Movimento 5 Stelle: «Grillo sta esagerando». Stasera si esibirà in un attesissimo concerto all’Olympia, storico teatro della capitale e tempio della musica francese, per una tappa del tour europeo di ‘Apriti sesamo’ il suo 28/o album uscito lo scorso 23 ottobre per Universal. «In questo momento l’Italia è veramente un paese dilaniato», dice il cantautore siciliano che dal 2012 è anche assessore al Turismo e allo Spettacolo della giunta Crocetta in Sicilia. «In Sicilia ero sicuro che la coabitazione con il Movimento 5 Stelle avrebbe funzionato e infatti sta andando benissimo. Per quanto riguarda la formazione del governo invece non lo so, non credo che si riandrà alle urne, o almeno me lo auguro. È chiaro che Grillo sta un pò esagerando. A volte sembra che stia per cedere un minimo ma poi le frasi sono sempre quelle». «È certo che la destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani». Secondo Battiato, Gianroberto Casaleggio è come il cardinale Richelieu «perchè sta dietro le quinte, è uno che manovra». «Sono entrato in politica per la mia terra – conclude -. Non sono un politico e non mi credo nemmeno assessore, sono uno che mette la sua credibilità al servizio della propria terra». Ma anche Battiato sembra aggiungersi alla lunga lista di coloro che sono bravi a demolire e accentuare le distanze tra le forze politiche, ma totalmente incapaci a dare un’idea per risolvere la situazione… almeno provare ad aprire un dialogo, visto che in Sicilia è stato possibile collaborare insieme.

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