Frana in Valtellina: resta isolato un paese

frana-valtellina-tuttacronacaIl paese di Albaredo per San Marco, in provincia di Sondrio, è rimasto isolato a seguito di un cedimento franoso che ha coinvolto un lungo tratto della strada provinciale N8, probabilmente determinato dalle forti piogge degli ultimi giorni. Il sindaco del Comune valtellinese situato sulle Alpi Orobie, Antonella Furlini, ha annunciato un intervento urgente che permetterà, entro giovedì, la realizzazione di una pista provvisoria.

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Frana nel Grossetano: un 25enne estratto vivo dalle macerie dopo 2 ore

frana-grossetano-tuttacronacaAttorno alle 5 di questa mattina una frana, probabilmente causata dalle piogge dei giorni scorsi, ha investito una palazzina a due piani e abitata da due nuclei familiari a Santa Fiora, sul Monte Amiata, nel Grossetano. Tre persone sono riuscite a mettersi in salvo mentre un quarto occupante, un 25enne, è rimasto intrappolato all’interno della camera da letto al piano terra. Sono stati i vigili del fuoco, accorsi sul luogo, in località Le Bagnore, a estrarre il giovane, dopo aver rimosso le macerie, lavoro che ha richiesto quasi due ore. I pompieri si erano subito messi in comunicazione con la persona travolta, e gli hanno parlato fino a quando non è stato liberato. Le sue condizioni di salute sono definite buone. Ora il 25enne è stato trasferito all’ospedale di Siena.

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Paura a Genova: frana una parete su un parcheggio

frana-genova-tuttacronacaPaura a Genova dove, nel quartiere di San Teodoro, si è verificata una grossa frana che è crollata dalle mura sottostanti via Digione. La causa dello smottamento è da ricercarsi nelle piogge di questi giorni. Diversi massi si sono staccati dalla parete rocciosa e sono finiti nel parcheggio di via Mura degli Angeli danneggiando alcune auto. Non ci sono feriti, ma per precauzione è stato chiuso il parcheggio. Il 21 marzo del 1968, 19 persone morirono nello stesso punto per una frana.

Frana in provincia di Grosseto: a rischio il castello di Monte Antico

frana-grosseto-tuttacronacaNuovi disagi dovuti al maltempo e questa volta è la Toscana a farne le spese. Circa sei ettari di terreno sono franati nella zona di Monte Antico, nella frazione di Paganico, in provincia di Grosseto, e le autorità hanno provveduto a far evacuare una famiglia in via precauzionale. Lo smottamento avrebbe messo a rischio il castello di Monte Antico e soprattutto la cantina di un podere in località Campo Rosso.

Crollo nella notte a Napoli: frana ad Agnano

frana-napoli-tuttacronacaPaura a Napoli dove nelle prime ore del mattino è avvenuta una frana nel quartiere di Agnano, in via Antiniana. Il crollo che ha interessato parte del costone ha avuto luogo in un viale che conduce a una nota concessionaria in zona. Le cause della frana, a quanto sembra, sarebbero da attribuire alle forti piogge che,ndelle ultime settimane, hanno reso instabile il terreno.In attesa che la zona venga messa in sicurezza e si proceda con la rimozione dei materiali, i vigili del fuoco hanno provveduto a inibire la strada che conduce agli uffici.

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Frana in un campeggio: nove morti tra cui alcuni bimbi

frana-el-rodeo-tuttacronacaDue bimbi, di 4 e 6 anni, un adolescente e una anziana sono tra le nove vittime di un terribile temporale in Argentina, nella cittadina di El Rodeo, nella provincia di Catamaraca. Alcune delle vittime si trovavano in campeggio, volevano assistere ad un concerto, annullato per il maltempo, mentre altri corpi sono stati trovati in zone circostanti. La forte pioggia ha provocato lo straripamento del fiume Ambatquel che a sua volta ha provocato una frana con pietre anche grandi come auto. In questi giorni, nella località argentina, si sta svolgendo il Festival de la Flor, durante il quale doveva esibirsi Abel Pintos: l’artista è stato impossibilitato a lasciare la zona a causa dei danni provocati dal temporale. Le forze dell’ordine stanno ancora cercando otto dispersi nella cittadina argentina mentre il giornale El Clarin parla di oltre 200 persone evacuate.

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Erano in campeggio, volevano assistere ad un concerto, annullato per il maltempo, quel temporale violentissimo che ha travolto le loro tende e provocato la morte di nove persone tra cui alcuni bambini. A farlo sapere sono state le forze dell’ordine che stanno ancora cercando i dispersi nella cittadina argentina di El Rodeo, nella provincia di Catamaraca. Il giornale El Clarin parla di almeno 200 dispersi. La tragedia è avvenuta ieri, ma i soccorritori sono ancora al lavoro.  – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/aregntina-frana-campeggio-morti-bambini-29cefd17-e973-4963-af31-f1a4e13aa6f5.html#sthash.KqsVma1D.dpuf
Erano in campeggio, volevano assistere ad un concerto, annullato per il maltempo, quel temporale violentissimo che ha travolto le loro tende e provocato la morte di nove persone tra cui alcuni bambini. A farlo sapere sono state le forze dell’ordine che stanno ancora cercando i dispersi nella cittadina argentina di El Rodeo, nella provincia di Catamaraca. Il giornale El Clarin parla di almeno 200 dispersi. La tragedia è avvenuta ieri, ma i soccorritori sono ancora al lavoro.  – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/aregntina-frana-campeggio-morti-bambini-29cefd17-e973-4963-af31-f1a4e13aa6f5.html#sthash.KqsVma1D.dpuf
Erano in campeggio, volevano assistere ad un concerto, annullato per il maltempo, quel temporale violentissimo che ha travolto le loro tende e provocato la morte di nove persone tra cui alcuni bambini. A farlo sapere sono state le forze dell’ordine che stanno ancora cercando i dispersi nella cittadina argentina di El Rodeo, nella provincia di Catamaraca. Il giornale El Clarin parla di almeno 200 dispersi. La tragedia è avvenuta ieri, ma i soccorritori sono ancora al lavoro.  – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/aregntina-frana-campeggio-morti-bambini-29cefd17-e973-4963-af31-f1a4e13aa6f5.html#sthash.KqsVma1D.dpuf

Frana tra Terni e Spoleto, chiusa la Flaminia

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Frana fra Terni e Spoleto, sul valico della Somma e chiusa la Flaminia. Questo il comunicato dell’Anas che ha reso nota la frana verificatasi tra mercoledì e giovedì notte e che fortunatamente non ha provocato danni. Sul posto è intervenuto il personale Anas che ha provveduto all’istituzione del senso unico alternato della circolazione. La chiusura si è resa ora necessaria per consentire gli interventi di rimozione del materiale franato e la pulizia del piano viabile, al fine di riaprire la strada appena possibile, compatibilmente con le condizioni meteo.

 

Danni da maltempo: un pezzo di montagna che frana in una cucina

maltempo-lucca-ansa-tuttacronacaNel Comune di Serravezza, in provincia di Lucca, una famiglia stava festeggiando il compleanno di una bambina quando sono stati interrotti nel peggiore dei modi… dalla montagna! I detriti che si sono staccati da una parte della parete rocciosa, infatti, hanno invaso la cucina di un’abitazione. Fortunatamente gli abitanti si trovavano in un’altra stanza e quindi i danni sono solo materiali. L’abitazione è stata evacuata per ordine del sindaco Ettore Neri, insieme a quelle di altre famiglie a Seravezza.

Bomba d’acqua a Massa Carrara e due paesi restano isolati per una frana!

maltempo- carrara- tuttacronaca

Due paesi in provincia di Massa Carrara sono rimasti isolati a causa di una frana, che si è verificata questa mattina intorno alle 7, a seguito di una vera e propria bomba d’acqua. Numerosi blocchi di roccia si sono staccati da una porzione di montagna che ormai trent’anni fa era stata messa in sicurezza con delle semplici reti di contenimento. Impossibile al momento raggiungere Casette e Caglieglia, in cui abitano circa mille persone. La frana ha costretto anche a fermarsi un autobus di linea che è stato raggiunto dopo un’ora dai soccorsi, che sono passati da una strada alternativa. C’è il timore, a detta della protezione civile, che la frana possa estendersi.

I danni del maltempo: frana in Calabria, due feriti

frana-calabria-tuttacronacaE’ stato chiuso un tratto della statale 18 in Calbria dopo che si è verificata una frana nei pressi di Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, che ha colpito un’auto sulla quale viaggiavano due persone, rimaste ferite. L’Anas ha chiuso il tratto interessato tra lo svincolo per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e Ceramida, in entrambe le direzioni. La frana è stata provocata dalle incessanti piogge di questi giorni.

Frana a Genova… Terrore a Santo Stefano!

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19 famiglie per un totale di 50 persone  sfollate e una frana di grandi dimensioni che si è riversata su due palazzi a Genova Pontedecimo. Situazione di grave emergenza nelle città Liguri dopo l’ondata di piogge incessanti che si è riversata negli ultimi giorni sulla regione. A disposizione degli sfollati si sono messe a disposizione alcune strutture soprattutto nei comuni di Genova e Serra Riccò. Al momento non si hanno notizie di persone rimaste ferite.  La vendetta della natura per chi ha costruito in territori sottoposti a eventi franosi? A rimetterci le famiglie e un’Italia in grave crisi economica che dovrà far fronte ad errori  e speculazioni del passato!

Frana sulla strada nelle Marche: coinvolta un’auto

frana-strada-tuttacronacaIl maltempo ha calato la sua mano anche nelle Marche dove, a causa delle piogge dei giorni scorsi, si è verificata una frana: da un costone roccioso si sono staccati alcuni massi e terriccio caduti sulle auto in transito lungo la strada provinciale Venarottese, in località Villa Curti di Venarotta (Ascoli Piceno). La frana è stata di dimensioni abbastanza rilevanti ma ha coinvolto solo una Fiat 500. Alla guida una giovane che è riuscita ad uscire dalla vettura, quasi illesa ma sotto shock, e ad allertare il 118. L’ambulanza giunta sul luogo l’ha poi trasportata in ospedale per accertamenti mentre i carabinieri di Ascoli Piceno sono intervenuti per effettuare i rilievi. Il tratto di strada, nel frattempo, è stato chiuso al traffico: verrà riaperto appena terminata la messa in sicurezza del costone.

Crollo sulle dolomiti! Frana sul Monte Civetta

monte-civetta-tuttacronacaFrana di grandi dimensioni sulle Dolimiti oggi, attorno alle 15.20, quando la roccia si è staccata dal versante nord ovest del Civetta. A lanciare l’allarme un testimone dell’evento, che ha provvveduto ad allertare il 118. Sul luogo è immediatamente giunto l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Lo scopo era effettuare una ricognizione e verificare l’eventuale presenza di persone coinvolte: durante il sopralluogo sono state individuate delle tracce di sci di passaggio, ma è stato escluso il coinvolgimento di sciatori.  Il distacco è avvenuto 400 metri circa sopra lo zoccolo basale, sulla parete a destra della Cima Su Alto.

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Crolla il costone a Procida e sparisce la spiaggia

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E’ franato un costone di roccia tufacea dalla parete sopra la spiaggia della  Baia dei Porci, a Procida, che in pochi instanti ha sommerso la spiaggia riversandosi poi nello specchio d’acqua.  La voragine si è aperta lungo la facciata del promontorio di fronte all’isolotto di San Martino. Il cedimento è avvenuto nel tratto compreso  Torregaveta e il porto. In particolare la frana ha interessato il costone di Acquamorta. Nel cedimento non sono state coinvolte persone, ma l’allerta è alta anche per le proprietà private sovrastanti. L’area resta interdetta in attesa di un summit che si terrà in mattinata in municipio.

 

La natura si sgretola: nuovo crollo nel gruppo del Sorapis

Sorapis-crollo-tuttacronacaTra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre si erano verificati dei distacchi nel gruppo del Sorapis, in territorio del Comune di Cortina d’Ampezzo, al confine con Auronzo di Cadore. Ora si è verificato un nuovo crollo che ha interessato, nello stesso gruppo, le Cime del Ciadin del Laudo. Ieri sera un forte boato si è udito a fondovalle, nella zona di Federa Vecchia, sulla strada che da Auronzo sale verso Misurina. Il crollo precedente, che pure non aveva provocato feriti, aveva suscitato apprensione, visto che è zona di ecursionismo: ora si parla di “assestamento”. A farlo sono gli esperti del Soccorso Alpino del Corpo Forestale dello Stato (Cfs). Questa mattina una squadra di tecnici del Cfs è salita a verificare, tra la nebbia di nuvole basse, il nuovo crollo e ha quindi confermato che dal primo grande distacco all’inizio di ottobre, il sito è stato interessato da piccole e medie frane di assestamento preavvisando che quella della scorsa notte potrebbe non essere l’ultima.

Il Premier ricorda la tragedia del Vajont: mai più cittadini di serie A e B

vajont-letta-tuttacronacaIn occasione del 50° anniversario della tragedia del Vajont, il Premier Letta si è recato nel Bellunese, in visita ai luoghi della memoria, come il cimitero monumentale di Fortogna, vicino a Longarone, dove si trovano le lapidi delle 1910 vittime della tragedia. “Dobbiamo cambiare la filosofia dell’emergenza. Non è possibile che nel nostro Paese ci siano emergenze in cui i cittadini siano di serie A e di serie B a seconda del peso politico dei territori. I nostri cittadini sono tutti di serie A.” E visto che abbiamo il dovere di guardare alla Storia per imparare, ha aggiunto: “Nella legge di stabilità ci sarà una norma che stanzierà quei 50 milioni di euro che sono frutto della vendita degli aerei di Stato per la Protezione civile. E’ questo uno degli aspetti sui quali dobbiamo spingere”. Enrico Letta ha anche citato il Presidente Napolitano, che il 9 ottobre aveva ricordato come il Vajont non fu una classica fatalità, ma la conseguenza di drammatiche colpe umane, di cui non vanno taciute le responsabilità, aggiungendo che “è così che le Istituzioni si devono comportare oggi 50 anni dopo il Vajont. Perchè delle contraddizioni devono farsi carico”. E ancora: ”E’ importante celebrare i 50 anni del Vajont soprattutto per le importanti contraddizioni che questa storia ci ha consegnato: Mancanza dello Stato, mancanze pesanti del nostro sistema e, Oggi, una nuova attenzione rispetto al territorio e alla sicurezza dei cittadini”. Ma le parole del Premier ricalcano anche quelle di Franco Gabrielli: “Bisogna lavorare – ha aggiunto – perche’ il tema del dissesto idrogeologico trovi risposte, perchè le trovi la montagna, perchè le trovi il nostro territorio reso meno fragile con regole giuste ed un uso del suolo diverso rispetto al passato”. Rispondendo ai cronisti sulle istanze di autogoverno provenienti dai territori in montagna, il premier ha detto che “il tema dell’autogoverno e della specificità della montagna lo considero essenziale, ed è una delle questioni dell’agenda”.

Disastro del Vajont, nel 50° anniversario della tragedia, il video inedito

vajont-video-inedito-tuttacronacaErano le 22.39 del 9 ottobre 1963 quando un’onda dell’altezza di 300 metri, provocata da una frana del monte Toc precipitata nel bacino idrico della diga del Vajont, spazzò via il paese di Longarone, nel Bellunese. In occasione del 50° anniversario di quella strage Massimo Da Vià ha postato in Facebook un filmato ancora inedito di quei giorni. A far le riprese il padre Zoilo, residente in un paese poco distante. Nel gilmato si possono osservare le prime ore del giorno successivo all’esondazione, il 10 ottobre, quando all’alba giunsero i soccorsi. Quello che appare è una landa desolata, una vallata ricoperta di fango su cui si aggirano le prime squadre di soccorso che scavano in cerca di sopravvissuti. Tra di loro, come fantasmi, scivolano i superstiti, spersi in quella terra che era la loro ma non riescono più a riconoscere, immersi nel dolore della perdita. Da Vià ha scritto il seguente commento al video: “La mattina presto di un 10 ottobre di 50 anni fa mio padre prese una cinepresa super8 dal negozio e, in lambretta con un suo amico, da Domegge, raggiunsero Longarone. Nella notte era successo qualcosa, c’era stato un grande tuono e rumore di sirene ed elicotteri… forse le prime immagini, o tra le prime o chissenefrega… Vorremmo fossero le ultime”.

Giorgio Napolitano: il disastro del Vajont “conseguenza di precise colpe umane”

Longarone_vajont-tuttacronaca50 anni fa un’enorme frana sul monte Toc, sopra Longarone, nel Bellunese, precipitata nell’invaso artificiale della diga del Vajont fece fuoriuscire un’ondata d’acqua che, riversandosi a valle, spazzò via case e spezzò la vita a 1910 persone. Alcuni giorni fa Francesca Chiarelli, figlia di un noto notaio del paese distrutto quella tragica notte, ricordava la battaglia del padre per far conoscere la verità che lui conosceva: sarebbe stata la stessa SADE, all’epoca proprietaria della diga, a provocare la frana, non avendo previsto quello che sarebbe accaduto. Oggi, nel giorno dell’anniversario della tragedia che già all’epoca era stata prevista dai geologi perchè la zona era ritenuta inadatta alla costruzione, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha diffuso un messaggio per ricordare come il disastro non fu una fatalità, ma un errore umano. Tra chi parlava di questo rischio, anche la giornalista Tina Merlin.

“La memoria – scrive Napolitano – del disastro che il 9 ottobre 1963 sconvolse l’area del Vajont suscita sempre una profonda emozione per l’immane tragedia che segnò le popolazioni con inconsolabili lutti e dure sofferenze. Il ricordo delle quasi duemila vittime e della devastazione di un territorio stravolto nel suo assetto naturale e sociale induce, a cinquant’anni di distanza, a ribadire che quell’evento non fu una tragica, inevitabile fatalità, ma drammatica conseguenza di precise colpe umane, che vanno denunciate e di cui non possono sottacersi le responsabilità”. E riprende: “È con questo spirito che il Parlamento italiano ha scelto la data del 9 ottobre quale ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo, riaffermando così che è dovere fondamentale delle istituzioni pubbliche operare, con l’attivo coinvolgimento della comunità scientifica e degli operatori privati, per la tutela, la cura e la valorizzazione del territorio, cui va affiancata una costante e puntuale azione di vigilanza e di controllo”. E ancora: “Nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario del disastro, desidero rendere omaggio alla memoria di quanti hanno perso la vita, alla tenacia di coloro che ne hanno mantenuto fermo il ricordo e che si sono impegnati nella ricostruzione delle comunità così terribilmente ferite e rinnovare, a nome dell’intera nazione, sentimenti di partecipe vicinanza a chi ancora soffre”, scrive ancora il capo dello Stato. “Desidero, inoltre, esprimere – conclude – profonda riconoscenza a quanti, in condizioni di grave rischio personale, si sono prodigati, con abnegazione, nell’assicurare tempestivi soccorsi ed assistenza, valido esempio per coloro che, nelle circostanze più dolorose, rappresentano tuttora un’insostituibile risorsa di solidarietà per il paese”.

Tragedia del Vajont: oggi le celebrazioni per il 50° anniversario

vajont-anniversario-tuttacronacaEra il 9 ottobre del 1963 quando, alle 22.39, la vita degli abitanti della zona in cui sorgeva la diga del Vajont cambiò per sempre. Almeno per chi sopravvisse. L’onda, che raggiunse i 300 metri d’altezza, travolse 1910 vite umane, distruggendo quello che incontrava lungo il suo percorso e devastando il paese di Longarone. Tutto per una frana staccatasi dal monte Toc, di fronte ad Erto e Casso, e precipitata nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, che provocò l’onda che scavalcò la diga e travolse il paese sottostante. Oggi, proprio nel paese Bellunese più colpito, si terranno le celebrazioni per il 50° anniversario. All’evento parteciperà anche Pietro Grasso, che, come ha spiegato ieri, porterà le scuse dello Stato. “Il Vajont fu una strage che si poteva e si doveva evitare. Non è stata evitata perché sulla moralità, sul valore della vita, sulla legalità, è prevalsa la logica senza cuore degli ‘affari sono affari”’. Grasso deporrà una corona nel cimitero monumentale di Fortogna. Alle 9.45 il presidente del Senato parteciperà alla commemorazione civile al Palazzetto dello Sport di Longarone. ”Siamo soddisfatti che il presidente del Senato – ha detto il sindaco di Longarone Roberto Padrin, lanciando il monito che ‘altri Vajont si potrebbero verificare in Italia a causa delle speculazioni’ – abbia voluto essere presente in un momento così importante dedicato al ricordo, alla memoria e al silenzio”.

Aggiornamento ore 11:22

Grasso ha deposto una corona d’alloro in memoria, accanto a lui il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Il presidente del Senato ha detto: “Ricordare quanto accaduto significa essere consapevoli che nessun interesse, nessuna convenienza, nessuna scorciatoia può concedersi di incidere ‘sulla pelle viva’ di una popolazione”.  E continua: “Dove 50 anni fa tutto era fango e ghiaia, oggi c’è la più grande zona industriale della provincia di Belluno e il quarto polo fieristico del Veneto. È enorme la mia ammirazione verso le popolazioni di questa valle per la forza e la determinazione che hanno dimostrato, per la pazienza e la perseveranza con le quali hanno saputo rinascere dal fango”. E ha concluso: “Il Vajont è anche la storia di uno straordinario esempio di solidarietà e virtù civiche, da molti considerato alla base della nascita del sistema della protezione civile. E’ la storia di tutti quelli che accorsero con tempestività: Alpini, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, volontari da tutta l’Italia. Persone che, con abnegazione, generosità e impegno hanno offerto la propria opera nel momento del dolore e dell’orrore. Persone che, in qualche modo ancora oggi portano il segno di quell’esperienza”.

Boato all’alba sulle Dolomiti ampezzane: si stacca enorme parete di roccia

crodamacora-frana-tuttacronacaSono stati svegliati all’alba da un boato gli abitanti di Cortina d’Ampezzo, a causa di una frana nel gruppo del Sorapis dove un’enorme parete rocciosa, larga circa 300 metri per un’altezza di 400 si è staccata da Croda Marcora, da un’altezza di 3.150 metri. Gli uomini del Soccorso alpino e della Forestale di Auronzo di Cadore sono al momento sul posto, impegnati a effettuare i primi rilievi su un elicottero. Secondo le prime ipotesi, la frana dovrebbe essere  stata causata dal “termoclastismo,” un fenomeno dovuto alle frequenti variazioni della temperatura nel periodo autunnale che causano  dilatazioni e restringimenti nella roccia. Il Sorapis, uno dei principali gruppi delle Dolomiti ampezzane, sorge tra Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore. Non è il primo distacco che avviene in questi giorni: già la settimana scorsa si era verificata una frana su Croda Marcora, ma l’evento non era stato segnalato.

Denuncia shock: il disastro del Vajont dovuto a una frana pilotata

Longarone_vajont-verità-tuttacronacaEra il 1963 e nell’ufficio di Longarone (Belluno) dell’allora notaio Isidoro Chiarelli si trovavano, per firmare un atto relativo all’acquisto di un terreno, i dirigenti della SADE, Società Adriatica Di Elettricità, proprietaria della diga del Vajont e l’Enel. Tra quelle quattro mura, le parole che il notaio udì furono più o meno queste: “Facciamolo il 9 ottobre, verso le 9-10 di sera, saranno tutti davanti alla tivù e non ci disturberanno, non se ne accorgeranno nemmeno. Avvisare la popolazione? Per carità. Non creiamo allarmismi. Abbiamo fatto le prove a Nove, le onde saranno alte al massimo 30 metri, non accadrà niente e comunque per quei quattro montanari in giro per i boschi non è il caso di preoccuparsi troppo”. Dopo di che, un avvertimento: “Lei ha un segreto professionale da rispettare, altrimenti se ne pentirà”. Sono passati 50 anni, l’onda raggiunse 300 metri d’altezza e travolse 1910 vite umane, distruggendo quello che incontrava lungo il suo percorso e devastando il paese di Longarone. Una strage che si pensava causata da una frana staccatasi dal monte Toc, di fronte ad Erto e Casso, e precipitata nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, provocando un’onda che scavalcò la diga e travolse il paese sottostante.

Ora, come spiega il Gazzettino, la figlia del notaio scomparso nel 2004, Francesca, racconta una verità che, all’epoca, aggiunge la sorella Silvia, docente universitaria a Padova, “costò alla famiglia l’isolamento dalla Belluno che conta. Ma nostro padre, anche se per quasi due anni non lavorò più, schivato da tutti, non smise mai di farsi testimone di quelle parole. Per questo ebbe molti problemi, pressioni e minacce. Il suo grande cruccio fu quello di non essere mai creduto, nemmeno nella sua veste ‘certificante’ di notaio”. L’onda, in quella tragica notte del 9 ottobre, arrivò alle 22.39, appena 39 minuti più tardi rispetto l’orario indicato dai dirigenti SADE. “La sera del disastro programmato mio padre ci fece stare pronti. Eravamo vestiti di tutto punto, pronti a scappare”. In paese, la maggior parte della popolozione era a casa, guardava la partita in televisione. Secondo la SADE, questa sarebbe stata la loro garanzia di tranquillità per eseguire la manovra di far scendere quella frana che pesava come un macigno sul valore dell’opera, destinata ad essere venduta all’Enel. Stando agli studi effettuati a Nove, l’onda doveva avere un’altezza di una trentina di metri: non avrebbe mai potuto provocare simili danni. Francesce di tutto questo ne parla ora, quasi 50 anni dopo, perchè  “Mio padre ci provò in tutti i modi, ma non ebbe ascolto. Parlarne oggi, in cui l’attenzione mediatica è forte, per l’imminente cinquantesimo, non può che rendere onore al coraggio di nostro padre. E poi basta parlare di disgrazia: nostro padre lo chiamava eccidio”.

Il video della tragedia sfiorata: frana in strada!

frana-strada-taiwan-tuttacronacaTragedia sfiorata a Keelung, in Taiwan. Come si può vedere nel video, una frana sembra “lanciare” dei detriti in strada ma, nonostante questo, le auto continuano a circolare. Almeno fino a quando un enorme masso non si stacca dalla parete e finisce la sua corsa sull’asfalto, vicinissimo a una vettura in transito. Una fortuna immensa che non ci siano state vittime!

Grave sisma in Cina, nella provincia dello Yunnan.

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Al momento è ancora difficile avere un bilancio dei danni e delle vittime del grave terremoto avvenuto questa mattina nella provincia meridionale cinese dello Yunnan. Il sisma ha avuto una magnitudo di 5.8 e l’epicentro è stato localizzato nella cittadina di Benzilan, al momento irraggiungibile dai soccorsi. Le ultime notizie parlano di una vittima e tre feriti gravi oltre a 17 persone che sarebbero rimaste intrappolate su  tre diversi bus turistici a causa di una frana avvenuta dopo il terremoto.

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Maremma e Frusinate in ginocchio per il maltempo

maltempo-maremma-tuttacronacaContinua il maltempo tipico di quest’estate. A farne le spese la Maremma e il Frusinate. Il nord della Ciociaria è stato investito, nel pomeriggio, da un nubifragio che ha che ha creato numerosi disagi e allagamenti. Ad essere maggiormente colpita è stata la zona tra Fiuggi, Ferentino, Alatri e Vico nel Lazio. All’opera i vigili del fuoco del comando provinciale di Frosinone per fronteggiare la situazione. Lungo la strada Sublacense, all’altezza di via dei Monasteri a Subiaco (Roma), una frana ha provocato l’interruzione dei collegamenti tra la cittadina e i paesi dell’alta Valle Aniene. Una massa d’acqua proveniente dalla montagna ha causato uno smottamento con roccia e detriti finiti sull’arteria. La strada, in direzione Subiaco, è diventata rapidamente un fiume di acqua e fango e numerose abitazioni del luogo, situate nella parte bassa rispetto al luogo della frana, a qualche centinaia di metri di distanza, sono state inondate. Sono in corso verifiche per capire le cause del dissesto idrogeologico. In Maremma sono invece cadute bombe d’acqua, anche qui nel pomeriggio, sulle Colline del Fiora mentre le colline ai piedi del Monte Amiata, soprattutto nelle campagne di Cinigiano, hanno dovuto fare i conti con la grandine. Ma scrosci d’acqua, seguiti da un notevole abbassamento delle temperature, si sono abbattuti anche in altre zone della Maremma, mettendo a rischio le colture e la prossima vendemmia.

Paura a Ischia, frana un costone

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Il distacco della roccia è avvenuta nella zona di Cartaromana, sull’isola d’Ischia, e per fortuna non ci sono state vittime o feriti. Il crollo è avvenuto in uno stabilimento balneare. La frana ha provocato una nuvola di polvere e ha generato 5 o 6 massi che sono caduti all’interno di un’imbarcazione che era adagiata a riva. Sono state alcune barche al largo ad avvisare il 112 del crollo del costone. Sul posto sono arrivati i carabinieri e la Guardia Costiera che ora hanno interdetto la zona e segnalato il pericolo di altri crolli.

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La pietra solitaria che rotola su Marte

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E’ solo una pietra che cade giù dalla collina, ma se il fatto accade su Marte questo particolare è davvero affascinante. La pietra è scivolata nella zona che gli scienziati chiamano Nili Fossae, un complesso di vallate che potrebbero contenere i resti fossili di una precedente vita su Marte. Ma soprattutto il sito continua a essere studiato perché designato come uno dei possibili siti di atterraggio per le missioni future.  Naturalmente sulla pietra che rotola, la mente umana si sbizzarrisce e già di parla di un terremoto su Marte, o una frana  o l’erosione dovuta ai forti venti marziani.

I nostri sette giorni: con quello che è accaduto… che futuro ci attende?

7giorni

Settimana imperniata sulla politica con una domanda che continua a frullare nella mente di tutti: che ne sarà di noi? Perchè il popolo italiano ormai sembra una lunga fila di equilibristi. Ci vuole equilibrio e organizzazione per arrivare a fine mese, salti mortali per dribblare le difficoltà quotidiane, risate amare davanti ai comici che prendono di mira i politici, gli stessi che tengono in mano i due capi di quella corda su cui stiamo abbarbicati. Quando ci va bene: ogni tanto qualcuno cade, e questa crisi di vittime ne ha mietute fin troppe, tanto che ormai viene quasi spontaneo chiedersi “chi sarà il prossimo”? Perchè la verità è che quello che manca è la visione di un futuro, almeno che non sia catastrofico. Ed è ancora più vero che quei pochi appigli che avevamo ce li stanno scardinando sistematicamente. Non abbiamo idea di cosa ci sia di pratico sul “risolvere la questione del lavoro”, perchè continuiamo a vivere in un clima da campagna elettorale: tante parole e qualche fatto… che lascia molto a desiderare. Ora quello che ci hanno toccato è il futuro, e non solo per i giovani che vogliono costruirselo, anche per chi si è spezzato la schiena tutta la vita per assicurarselo. Infatti il tema caldo della settimana è stata la riforma pensionistica: volevamo un segnale forte? L’avevamo chiesto? Arriva una decisione in cui tutti perdono, idee per le quali viene da chiedere cosa deve fare una persona perchè gli venga riconosciuta la sua dignità. Stanchezza, rabbia, delusione… non meraviglia che ci siano state contestazioni all’ultima manifestazione organizzata dal PdL contro i magistrati prima che riprendesse, dopo i numerosi impedimenti, il processo Ruby. Come l’ha presa il Cavaliere l’ingerenza nello spot che aveva così accuratamente organizzato? Il nervosismo si è trasformato in malore. Del resto il PD non se la passa meglio: perde consensi, delude l’elettorato rimangiandosi la parola e formando un governo di larghe intese, non si presenta alla manifestazione della Fiom… e Landini l’attacca dal palco montato per l’occasione. Forse sono proprio i palchi ad essere sfavorevoli al Pd, soprattutto vista la rovinosa caduta di Epifani oggi ad Avellino.

Se la passano così male allora i nostri politici? Dalla Germania è arrivato un sondaggio che dichiara il Movimento 5 Stelle saldamente in testa nelle preferenze italiane, peccato che non ci siano riscontri che ne sanciscano la validità! Ma se sul fronte lavorativo, abbiamo detto, siamo di fronte ad una disfatta totale, con persone licenziate a causa di una malattia, la batosta ancora non è arrivata: aspettiamo l’aumento dell’Iva per renderci conto che il nostro Paese è tragicamente franato sotto il peso della mala politica. E la Terra fa da eco a tutto questo: una frana ha distrutto il tunnel Salisburgo-Tirolo e un po’ in tutta Italia il suolo trema. Al riguardo, è arrivata anche la nuova mappa dei terremoti: dove troveremo un po’ di solidità? Del resto cosa possiamo aspettarci se anche chi dovrebbe addestrare dei cani li maltratta e, colto sul fatto, si scaglia contro la troupe di Striscia mandando Stoppa in ospedale? Ma davvero non c’è più un briciolo di stabilità? Beh, a quanto pare è proprio difficile trovarla se addirittura  ad Amici di Maria De Filippi c’è un avvicendamento di coach! Dobbiamo iniziare a disperaci? In realtà chi ha trovato un “porto” c’è: Tania Cagnotto è approdata su Playboy!

Vien voglia di ibernarsi e risvegliarsi tra un centinaio d’anni? Facciamo 150 per sicurezza? L’idea non è delle peggiori però, ci conoscete ormai… utopia, incoscienza, speranza… chiamatela come preferite, ma una cosa l’abbiamo imparata nella vita: per quanto sia alto l’ostacolo, un modo per superarlo, se lo si vuole, si trova. Dritti alla meta!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Nuovi dissesti nella frana del parmense.

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La frana di Capriglio, nel parmense, continua a muoversi e ad allargarsi. Nell’ultima notte sono crollati una casa e un capannone. Anche oggi l’escavatore è stato a lavoro per cercare di aiutare il deflusso delle acque che sono nel corpo della frana. Veri e propri, “laghetti”  che si sta cercando di drenare. Per tutta la mattina di oggi i vigili del fuoco e la protezione civile hanno sorvolato le zone interessate. Per domani è fissato il sopralluogo della commissione grandi rischi ed è prevista anche la riunione del Coordinamento provinciale della Protezione Civile per organizzare i volontari sul territorio. Al momento nel territorio parmense sono stati segnalati più di 540 dissesti che hanno provocato l’evacuazione di 11 persone. 5, al momento sono  le abitazioni che risultano distrutte o fortemente danneggiate e 2 le attività produttive che hanno subito gravi danni. Ci sono anche 7 strade provinciali chiuse.

Frana! E il treno deraglia.

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Quindici feriti. Questo è il bilanci del  treno della Ferrovia centrale umbra diretto a Perugia è deragliato questa mattina tra Montecastelli e Trestina, appena uscito fuori da un tunnel. I Vigili del Fuoco, accorsi sul luogo dell’incidente, ipotizzano che il deragliamento sia avvenuto a seguito di una frana del terreno, riconducibile a uno smottamento nei pressi della fermata Pontevetere. Il treno è quotidianamente preso da pendolari e studenti. Ora il traffico ferroviario subirà dei ritardi.

La Rocca si sgretola inesorabilmente! Salviamo la Storia!

rocca di monselice - tuttacronaca

L’Italia si sgretola e la natura la segue. La Rocca di Monselice, in provincia di Padova, ne è un esempio. Gli episodi franosi che da circa due settimane interessano ripetutamente il colle, ultima propaggine dei Colli Euganei, hanno fatto dichiarare l’allarme per la sua stabilità. Mentre è stata modificata l’ordinanza allo sgombero di villa Piacentini (la casa è abitabile ma resta vietato l’accesso al giardino), continuano ad arrivare segnalazioni da via San Martino, dove un residente ha notato delle crepe su un muro di contenimento della propria abitazione. Restano tuttavia fuori dalle proprie abitazioni cinque famiglie, per un totale di diciannove persone. L’amministrazione comunale non può infatti assumersi la responsabilità di un eventuale rientro delle famiglie finchè il colle continua a sgretolarsi, complici anche le precipitazioni abbondanti. Mentre nel pomeriggio si è tenuta una manifestazione dei comitati ambientalisti, i lavori per la messa in sicurezza della Rocca sono a un punto morto. Solo quelli di via San Martino sono stati completati e il sindaco Lunghi ha disposto la revoca dell’ordinanza di sgombero per sei famiglie, rimaste fuori dalle proprie case per un paio di giorni. L’altro intervento eseguito è stato effettuato in corrispondenza della frana avvenuta nel cortile sul retro della scuola Sacro Cuore. Nonostante questo, le due famiglie di via Santo Stefano, le prime ad essere sfollate proprio in seguito al crollo del muro del cortile della scuola, non hanno ancora potuto far ritorno alle proprie abitazioni. Per il centro operativo comunale, tuttavia, l’intervento eseguito non garantisce l’assenza di rischi per le case sottostanti. Tanto che anche vicolo Scaloncino continua a rimanere interdetto al pubblico passaggio. La Regione ha garantito la possibilità di attingere dal fondo regionale previsto per le emergenze gestite dalla protezione civile e i primi 180 mila euro sono già stati stanziati, ma il condigliere delegato alla protezione civile, Rognon afferma che  “a questo punto il nostro obiettivo è l’interessamento del Governo. Per gli interventi definitivi, che si prospettano tutt’altra cosa rispetto ai primi lavori ‘tampone’ effettuati in emergenza per la messa in sicurezza, servirebbero infatti milioni e milioni di euro. È necessario quindi che l’Italia intera si accorga di noi. Non è giusto che le tragedie venete passino sempre in secondo piano e non vengano tenute nella giusta considerazione. Abbiamo bisogno di aiuto, esattamente come tutti quelli che si sono trovati a subire le conseguenze di una simile emergenza. La situazione del resto è talmente critica che non ci sono nemmeno le condizioni necessarie per permettere agli operai di lavorare in sicurezza”.

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Da parte sua il sindaco Francesco Lunghi, che non vuole vedere la sua cittadina «ridotta come Pompei, dove ogni mese si perde un pezzo di storia, e lo si perde per sempre», ha lanciato un appello cercando degli sponsor che si aiutino a preservare questo patrimonio. Gli smottamenti infatti, tra Pasqua e Lunedì dell’Angelo, sono arrivati a ridosso della cinta muraria, ora a serio rischio di crollo. Perchè La Rocca non è un semplice colle, è la “casa” del forte che dal 1239, da quando l’imperatore Federico II ha incaricato il suo rappresentante Ezzelino da Romano di costruirlo, governa Monselice e i terreni nel cuore della Bassa Padovana. Per renderlo inespugnabile l’Hohenstaufen aveva progettato quattro cinta di solide mura arrivate fino ai giorni nostri e che ora rischiano di sparire per sempre. Riguardo alla ricerca di Sponsor, come del resto si è fatto per il ponte di Rialto a Venezia, il sindaco ci tiene a puntualizzare: “Non sto pensando alla situazione di adesso, la Regione Veneto ha sbloccato i fondi per l’emergenza, voglio far sì che un pezzo di storia d’Italia non vada perso. Non sta franando un semplice colle. Sta franando un luogo le cui pendici raccontano secoli e secoli di storia. Qui è sorto il primo borgo medievale della zona: è ancora abitato e non c’è manutenzione”.

Cosa resterebbe della storia di Monselice se venisse a mancare il suo simbolo più famoso? Forse solo i fantasmi che abitano questa zona e sono parte integrante della sua storia e che si troverebbero, una volta per tutte, privati della loro ragione di esistere.

Frana Foligno, molti sfollati!

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Una grande frana ha invaso la sede stradale della Flaminia nei pressi di Foligno, in località San Giovanni Profiamma. La strada è chiusa al traffico in entrambe le direzioni. La frana si è staccata dalla montagna che sovrasta il centro abitato, alcune abitazioni per precauzione sono state evacuate. Almeno 20 persone dovranno passare la notte fuori casa. Sul posto vigili del fuoco, polizia stradale e commissariato.

Frane in Spagna…

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Circa 200 persone sono isolate da due giorni in un hotel di Panticosa, una stazione sciistica nella regione di Huesca, a causa di quattro valanghe che hanno chiuso la strada di accesso alla località turistica. Le operazioni per liberare la strada sono rese difficili dal rischio di altri smottamenti che metterebbero a rischio l’incolumità dei soccorritori che continuano a lavorare nostante nonostante prosegua l’ondata di maltempo che da diversi giorni interessa la regione.

La frana con le proporzioni di una tragedia!

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La frana, avvenuta nella contea di Maizhokunggar di Lhasa, ha sepolto 83 lavoratori in Tibet è lunga 3 km, con circa 2 milioni di metri cubi di fango, massi e detriti. Lo ha riferito il dipartimento dell’informazione del governo regionale, secondo l’agenzia Nuova Cina. Oltre 1000 soccorritori, tra polizia, pompieri e personale medico stanno lavorando sul posto, a 4.600 metri di altitudine. Utilizzati anche 200 veicoli, 15 cani da ricerca e 15 dispositivi per la localizzazione di superstiti.

Frana l’isola negli States!

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Stanno facendo il giro del mondo le immagini di una frana avvenuta in un’isola nello Stato di Washington, vicino Seattle. Una parte della costa della Whidbey Island ha letteralmente ceduto questa mattina sprofondando in mare. Molte case sono state evacuate e l’intera zona è isolata. Le vie d’accesso alle abitazioni sono state interrotte. L’incidente non ha causato vittime, feriti o dispersi. I residenti raccontano che hanno sentito un rumore simile a quello di un tuono.

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Frana una collina a Pesaro… Terrore fra la popolazione.

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Paura a Pesaro, dove una grossa frana si è staccata da una collina, trascinando alberi e terriccio fino alla strada sottostante, la Statale Adriatica, chiusa al traffico per alcuni chilometri. Fortunatamente non ci sono stati feriti né danni alle auto. A causare lo smottamento la pioggia che, a intermittenza, continua da settimane.

Crolla una casa, salvato un anziano tra le macerie

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Una casa è crollata all’alba a Naro, un paese della provincia di Agrigento, e un uomo di 63 anni, rimasto intrappolato tra le macerie, è stato estratto vivo dai vigili del fuoco. L’edificio crollato si trova in via Vanelle, stessa strada interessata il 4 febbraio del 2005 da una frana. L’anziano rimasto coinvolto nel crollo è stato estratto dalle macerie con numerose ferite agli arti ma cosciente; è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Canicattì. Sul posto, al lavoro anche i carabinieri.

La frana travolge il 118!

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Un’auto medica del 118, con a bordo un medico e un infermiere, è stata travolta e distrutta da una frana staccatasi all’altezza del porticciolo turistico di Cravieu, a Celle Ligure (Savona). Lo smottamento ha colpito in pieno l’auto, ma i due passeggeri, che stavano rientrando da un servizio a Varazze, si sono salvati miracolosamente senza riportare conseguenze. Bloccata la statale Aurelia: il traffico è stato deviato in autostrada.

Frana a Napoli sommerge le auto

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