L’AUTOPSIA IN MPS, DAVID ROSSI!

mps_monte paschi di siena- tuttacronaca- david rossi

Sarà fatta l’autopsia nel pomeriggio di oggi sul corpo di David Rossi, il capo area di comunicazione di Monte dei Paschi, suicidatosi ieri sera. Lo ha confermato il pm Nicola Marini che, poche ora fa aveva invece detto che ci sarebbe stata solo “un’ispezione esterna”. Marini ha affidato l’incarico per l’autopsia al professore Mario Gabbrielli.

La finestra era aperta e Giancarlo, il segretario di David Rossi, il capo dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi, ha subito capito cosa era successo. Rossi si era gettato poco prima da quella finestra e il suo corpo, ormai senza vita, giaceva nel vicolo senza sfondo che è dietro Rocca Salimbeni. Subito è scattato l’allarme ma per Rossi, 51 anni, sposato senza figli, non c’era più niente da fare. Nel suo ufficio gli inquirenti hanno trovato un biglietto, indirizzato alla moglie: “ho fatto una cavolata”, ha lasciato scritto.

La tragica morte di Rossi arriva nel mezzo dell’inchiesta che scuote il Monte dal 9 maggio dello scorso anno, quando una sessantina di finanzieri entrarono nell’istituto mentre altri perquisivano la sede della Fondazione Mps, il Comune e la Provincia, e altri uffici a Siena ma anche a Milano e a Roma. Lo stesso Rossi era stato perquisito il 19 febbraio scorso, quando gli uomini del nucleo valutario della gdf tornarono anche nelle abitazioni dell’ex presidente Giuseppe Mussari e dell’ex dg Antonio Vigni al centro dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta e dei diversi filoni che negli ultimi 10 mesi sono stati aperti dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. Ma al contrario di Mussari e di Vigni, Rossi non era indagato. Gli accertamenti sulla morte del capo della Comunicazione sono affidati al sostituto procuratore Nicola Marini, l’unico dei quattro pm della procura di Siena che non si occupa dell’inchiesta sulla banca. Era lui, mercoledì sera, di turno per le urgenze. Con Marini sul posto, tuttavia, sono arrivati anche Nastasi e Natalini. Rossi, da sempre, era considerato uomo vicino all’ex presidente Mussari, anche se era rimasto al suo posto pure dopo l’arrivo del nuovo presidente Alessandro Profumo e dell’ad Fabrizio Viola. Il sodalizio con Mussari era cominciato nel 2001, quando questi era arrivato alla presidenza della Fondazione. David diventò il responsabile della comunicazione dell’Ente e nel 2006 lo seguì a Rocca Salimbeni, quando Mussari assunse la presidenza della banca. Non andò con lui, invece, quando l’ex presidente del Monte passò all’Abi. Era rimasto molto colpito dalla perquisizione, anche se a qualche amico aveva confidato che pensava che presto i magistrati potessero chiamarlo. Niente lasciava immaginare il drammatico epilogo: ai colleghi che lo avevano contattato nei giorni scorsi per le ultime notizie sull’istituto di credito aveva risposto con la stessa professionalità di sempre. Al suo impegno di dirigente della banca, univa anche quello di vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te e di membro del consiglio di amministrazione di Vernice per i progetti culturali, mettendo a frutto anche i suoi studi classici. E’ possibile che quando i magistrati hanno ordinato la perquisizione nella sua abitazione e nel suo ufficio cercassero di verificare se ci fossero ancora rapporti con Mussari. L’inchiesta sulla banca partì dall’acquisizione di Antonveneta. Il Monte la comprò da Banco Santander per 9,3 miliardi: l’istituto spagnolo tre mesi prima l’aveva acquistata per 6,6 mld. Un’inchiesta che poi ha puntato gli occhi sui derivati presenti nelle casse dell’istituto, in particolare quelli dell’operazione Alexandria sottoscritta da Mussari con la banca giapponese Nomura, e su una presunta “banda del 5 per cento”: tale sarebbe stata la quota di spettanza ad alcuni dirigenti della banca in alcune operazioni. Al centro di questa parte dell’inchiesta ci sarebbe Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area Finanza, l’unico indagato finito in carcere: secondo i pm stava cercando di fuggire all’estero quando venne arrestato lo scorso 14 febbraio. Le perdite accertate fino ad ora sono state stimate in 730 milioni per i soli derivati. Truffa, turbativa, ostacolo agli organi di vigilanza, false comunicazioni e manipolazione del mercato i reati ipotizzati, a vario titolo, agli indagati, che in tutto dovrebbero essere una quindicina.

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MPS e David Rossi: il fantasma di Tangentopoli si affaccia, insanguinato

death angel

L’Italia si è appena recata alle urne. Il Pd ha pagato lo scotto degli errori commessi in campagna elettorale e, soprattutto, lo scandalo MPS portato alla luce. Tra giaguari e tacchini, tra rivoluzioni e “fuori tutti”, quella porta è rimasta socchiusa, ma qualcosa continuava a ribollire. Nel migliore stile italiano, ci deve “scappare il morto” perché l’attenzione mediatica torni a puntare l’attenzione. Bersani ha rinnovato oggi i suoi otto punti, e tra questi spiccano: conflitti d’interessi e legalità, temi cari a tutti gli italiani che ogni giorno escono di casa per recarsi ad un lavoro che permetta loro di arrivare degnamente a fine mese (gli “eletti” che ne hanno la possibilità, almeno, perché al giorno d’oggi un contratto è un lusso). Ed ecco che una manciata di ore dopo una vita viene stroncata, schiantata sull’asfalto, schiacciata da una storia di cui molto resta ancora da scoprire. David Rossi era una figura di spicco del Monte Paschi, braccio destro di Mussari per anni, capo della comunicazione, colui che è riuscito a creare l’aura glamour per il quale la banca era conosciuta. Ora si è girato lo specchio: dopo innumerevoli piccoli imprenditori che si sono tolti la vita a causa della gestione delle banche, per la prima volta è qualcuno dell’”altra parte” a compiere il gesto estremo. Non un indagato, nonostante da giorni si rincorrano le voci di un suo possibile inserimento nel registro della procura, ma una persona che ha subito le perquisizioni della Guardia di Finanza. Rossi ha lasciato solo poche parole di spiegazione: “Ho fatto una cavolata”, ma ancora non è dato sapere di cosa si tratti e le supposizioni sono inutili. Il suo sangue brilla ora in questo buco nero che ha inghiottito la legalità delle alte sfere italiane mentre il fronte giudiziario continua ad allargarsi. Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale della Toscana, è stato ascoltato ieri come persona informata dei fatti e si scava sul presunto patto di spartizione siglato dal coordinatore del Pdl Denis Verdini e dall’ex sindaco di Siena del Pd, Franco Ceccuzzi. Come se non bastasse, si sentono le prime voci di intercettazioni telefoniche scottanti anche se dalla procura di Siena non ci sono state fughe di notizie. I politici ora si dividono fra chi freme e chi teme, tra uno “che viene dalla benzina” e un altro che gira mascherato e ha costruito parte della sua campagna elettorale sul prestito da 4 miliardi di euro sottoscritto dallo Stato per salvare Rocca Salimbeni, in questo sì, in accordo con un Pdl che da parte sua scende in piazza contro la magistratura. L’unica cosa certa, ora, è che dopo “lacrime e sangue” richiesti ai cittadini, ora c’è stato il primo sangue versato da chi sta dall’altro lato della barricata, qualcuno che forse ha solo riposto fiducia nelle persone sbagliate. Tangentopoli potrebbe essere di nuovo in mezzo a noi, e non abbiamo più nessuno in cui riporre fiducia, perché ce l’hanno succhiata tutta in questi anni.

L’ultimo messaggio di David Rossi!

tuttacronaca- david_rossi

Gli investigatori avrebbero trovato nel cestino dell’ufficio un foglietto accartocciato. Sopra, secondo quanto si apprende, sarebbe stato vergato: ‘Ho fatto una cavolata‘. L’ufficio, ora sotto sequestro, è stato trovato aperto, il computer acceso e la giacca sulla sedia. Tutte le carte che erano sul tavolo sono state sequestrate. Cosa intendeva il dirigente? Di cosa aveva paura? Quale era quella cavolata? Ora si sta indagando su cosa ha spinto David Rossi a lanciarsi dalla finestra del suo ufficio.

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