Addio Rombo: l’ultimo saluto al pilota morto al Sic Day

romboni-funerali-tuttacronacaSabato scorso, durante il Sic Day, in un tragico incidente in pista ha perso la vita il pilota Doriano Romboni, di cui oggi si sono tenuti i funerali in provincia di La Spezia, a Ceparana. Oltre 2mila persone si sono riunite per un ultimo saluto e tra questi i vecchi rivali, gli amici e chi non gli ha mai fatto mancare il supporto dagli spalti. C’è stato anche chi, all’arrivo del carro funebre davanti alla chiesa, ha fatto rombare la moto in suo onore. Tra chi l’ha voluto accompagnare in quest’ultimo viaggio, Max Biaggi, che su Twitter ha scritto: “Oggi ti abbiamo onorato caro Doriano. Ti ho toccato un’ultima volta”. Presente anche Loris Capirossi, che non è riuscito a trattenre le lacrime e che era arrivato questa mattina a Follo per la camera ardente. “Doriano è stato un rivale, ma soprattutto un amico sincero – ha affermato commosso -. Quante sportellate che ci siamo dati, lui si arrabbiava, ma alla fine ci si capiva”.  E ancora per dire addio a Rombo sono arrivati Marco Lucchinelli, Ezio Gianola e Alessandro Gramigni, che a stento sono riusciti a trattenere le lacrime quando hanno visto la storica Honda del team Hb, quella degli anni d’oro della 250, posizionata assieme alla tuta e al casco di Rombo nell’androne del Comune dov’era allestita la camera ardente. C’erano anche Loris Reggiani e Andrea Dovizioso. “Una delle persone più vere che abbia conosciuto nell’ambiente delle corse, e che lascia un vuoto grande”, afferma il primo. “Persona emotiva e sanguigna, ma tanto buona. Ero a Latina sabato, ci tenevo a essere qua” afferma invece il pilota Ducati.  Fuori dalla chiesa, nel piazzale addobbato con striscioni, c’è anche Paolo Simoncelli, padre di Marco, scomparso nel 2011. “Le parole sono superflue. È il destino, non c’è nulla da fare. Ognuno ha il suo percorso e quando arriva, arriva”. Anche Paolo Sesti, presidente della Federazione, è arrivato in Liguria: “Non mancheremo di aiutare la famiglia di Doriano – spiega – che era un grande uomo che stava dando tanto a questo mondo”.

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Doriano Romboni e quel retroscena che gli cambiò la vita

doriano-romboni-tuttacronacaSepang in Malesia, Sagittario a Latina. Due piste così distanti unite da un unico destino fatale. Romboni come il Sic, dalla pista non torna a casa. Doriano è morto ieri, durante una corsa che era di beneficienza, per raccogliere soldi per la Fondazione Simoncelli. Ma non era nuovo agli incidenti, in passato uno gli aveva cambiato la vita. Erano i primi anni Novanta e lui, con Loris Capirossi e Max Biaggi, faceva parte del terzetto dei piloti più forti del mondo nella 250. Tutti e tre guidavano una Honda, sempre in competizione per aggiudicarsi quella ufficiale. Il retroscena di Assen, quello che gli cambiò la vita e la carriera, accadde nel 1993. Così lo racconta Giorgio Belleggia sul Gazzettino: “Era il 1993 e ad Assen con Capirossi e Biaggi era il solito assalto al podio. Doriano cadeva spesso e così il suo team decise di far costruire carenature più robuste per resistere meglio alle abrasioni, e più economiche. Quelle ufficiali della Honda sostituite con una copia fai da te. Pronti via ad Assen, Capirossi anticipa la frenata, diciamo per sbilanciare chi insegue. Biaggi riesce a frenare, ma Rombo tampona Biaggi. Lo spillo della marmitta della Honda di Biaggi si piega e Biaggi deve ritirarsi. Romboni continua, ma alla Esse del curvone il manubrio si incastra nella carena: Doriano cade e si rompe di brutto la gamba destra. Per lui il campionato finì lì e con questo anche la sensibilità alla gamba, che non riacquisterà più completamente. La carena della Honda gialla 250 avrebbe dovuto bucarsi nell’urto con la marmitta di Biaggi, ma irrobustita dal team resse. Si piegarono invece i supporti che la reggevano e che erano rimasti gli stessi della versione più leggera. I supporti si piegarono e il manubrio di Doriano, in quella Esse velocissima, si incastrò. Non doveva andare così. Doriano Romboni aveva provato mille volte a rimettersi in piedi. Aprì un pub a Imola con Marco Lucchinelli, tornò alle corse con l’Aprilia 400 e poi nella Superbike. Non riuscì mai più a ottenere risultati in linea con il suo talento. Una moglie e due figlie bellissime erano il presente e futuro, accogliente e sicuro. Su facebook giorni fa aveva messo una foto della legna appena accatastata: «ora siamo pronti per l’inverno», scriveva. Si sentiva bene nella sua casa rifugio. Il destino, la fortuna, erano stati in debito con lui. Ora lo saranno per sempre.”

La Polita contro i piloti dopo la morte di Romboni: “vi prenderei a schiaffi”

doriano-romboni-tuttacronacaIeri la morte, a causa di un incidente in pista, del pilota Doriano Romboni, impegnato nel SIC Supermoto Day. Dopo un primo momento in cui si era detto che la manifestazione sarebbe stata annullata, in serata è stato dato l’annuncio opposto: viste le finalità benefiche dell’evento, e ricevuto il via libera dalla famiglia del 44enne di Lerici e dei genitori di Simoncelli, si sarebbe corso ugualmente. Max Biaggi, in Twitter, aveva ribadito: “D’accordo con Paolo Simoncelli si è deciso di fare la manifestazione domani (domenica, ndr) a Latina per sostenere la famiglia di Romboni che ha tre figli”. E mentre il Corsaro difendeva la scelta, spiegando che la priorità è quella di aiutare i familiari, sulla sua pagina Facebook arrivava il forte attacco di Alesia Polita, la campionessa italiana rimasta vittima di un incidente in pista il 15 giugno scorso a Misano e che ora sta lottando per ritrovare l’uso delle gambe:

“Io mi chiedo… Con quale spirito, con quale cervello si può continuare una manifestazione dopo quanto accaduto. Oggi più che mai capisco, che noi siamo e saremo sempre burattini che cadono, che muoiono, che si feriscono…Ma non importa a nessuno. L’importante è che il burattinaio fa cassa.” E in seguito: “Non c’è più rispetto di niente e nessuno”. “E noi piloti siamo i primi co….ni. A schiaffi vi prenderei uno per uno”. “Non c’è nessuna motivazione valida per continuare. Si tratta di rispetto per una persona morta”. Questa volta sono davvero schifata”.

In serata, altro cambio di decisione della FMI e ora la manifestazione è stata annullata. Nel frattempo, tanti i commenti sulla pagina del social blu della Polita: tra chi appoggia la decisione di continuare con il SIC Supermoto Day e chi avrebbe preferito venisse annullato subito.

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Fmi taglia ancora la crescita mondiale, Ma l’Italia con il Pil a -1,8%

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Avremmo voluto finalmente gridare all’uscita dal tunnel e invece il Fmi rivede al ribasso le già non rosee previsioni di crescita mondiale. Il Pil quest’anno infatti crescerà a livello mondiale del 2,9% cioè  – 0,3% in meno rispetto alle stime di luglio, ma si attende il 2014 per avere l’accelerazione al 3,6% (-0,2% rispetto a quanto previsto in precedenza).

Il pil dell’Italia si contrarrà quest’anno dell’1,8%, dopo il -2,4% del 2012, per poi tornare a crescere nel 2014, quando segnerà un +0,7%. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) confermando le previsioni di luglio. Il tasso di disoccupazione si attesterà nel 2013 al 12,5% e nel 2014 al 12,4%, in linea con la media dell’area euro (12,3% nel 2013 e nel 12,2% nel 2014).

Nell’Eurozona «è necessario più allentamento monetario, inclusi ulteriore taglio dei tassi di interesse e ulteriori misure non convenzionali per ridurre la frammentazione del mercato finanziario e migliorare l’accesso al credito soprattutto per le pmi». Lo dice il Fmi, sottolineando che sono necessarie riforme nel settore finanziario.

I danni all’economia americana causati da un breve shutdown sono limitati, ma uno shutdown lungo può creare enormi difficoltà. «Ancora più importante è il fatto che il tetto del debito deve essere aumentato: non farlo prontamente potrebbe causare seri danni all’economia globale». Lo afferma il Fmi.

L’impietoso rapporto sull’Italia del FMI: disoccupazione record dal dopoguerra

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Non parliamo di dati, non parliamo di concetti astratti ma di numeri, quelli del bilancio  che rispecchiano insieme ad altri indici la situazione economica italiana. L’economia che tocca da vicino le famiglie, quella che ingabbia i giovani nella disoccupazione e mette in trappola le imprese che si devono solo affidare all’esportazione e non possono più fare affidamento sul mercato interno. Secondo il rapporto del FMI il primo dato che balza agli occhi è proprio quel record negativo della disoccupazione “ai massimi del dopoguerra, al 12%, con la disoccupazione giovanile vicina al 40%”.

 Il documento precisa che “l’economia sta mostrando segnali di stabilizzazione, ma la disoccupazione è ancora alta e i trend rimangono bassi”. Il Fondo ha accolto con favore il pacchetto di misure a favore della crescita e del mercato del lavoro, ma ha sottolineato che “servono ulteriori riforme per dare slancio alla produttività e aumentare il tasso di occupazione, soprattutto tra giovani e donne”.

L’altro dato che pesa poi sugli italiani è il deficit di bilancio nominale che, se non si corre ai ripari potrebbe toccare quota 3,2%, oltre quel 3% che rappresenta per l’Europa il raggiungimento dell’obiettivo. Rischiamo quindi anche un infrazione che potrebbe tradursi in altre tasse per gli italiani. Il debito poi “continua a crescere e, secondo le previsioni supererà il 130% del Pil nel 2013”.  Il Fondo monetario internazionale ha comunque accolto con favore i passi compiuti dal governo italiano “per assicurare la sostenibilità fiscale e applicare le riforme strutturali” nonostante un contesto di crescita “difficile”. In questo contesto, è necessario “mantenere il ritmo delle riforme per sostenere una ripresa robusta”, riforme che dovrebbero essere complementari di passi compiuti a livello di Eurozona.

Dove l’Italia invece sembra essere davvero indietro è sulla competitività. La crescita di medio termine (quella che davvero può risollevare le generazioni presenti)  “resterà bassa”, anche a causa di “una produttività stagnante, di un difficile contesto aziendale e di un settore pubblico indebitato”. Secono il Fmi, “l’inefficienza del sistema giudiziario è collegata agli alti costi sostenuti dalle aziende, al ribasso degli investimenti diretti stranieri e alle piccole dimensioni di società e mercati di capitale”. Una produttività debole, fa notare l’istituto di Washington, “ha anche contribuito ad ampliare gradualmente il divario sulla competitività”.

La cattiva notizia arriva anche dalle banche. I nostri istituti di credito, se il panorama non cambia, potrebbero aver bisogno di 6 miliardi nel 2015  per rispettare i requisiti patrimoniali minimi previsti da Basilea 3.

Che significa? Significa che l’Europa ci sta mettendo alle strette tra politica di austerity e requisiti patrimoniali minimi previsti appunto da un accordo internazionale. Il problema quindi non è procedere a piccole correzioni, ma rivoluzionare l’intero sistema Italia per scuoterlo dal torpore in cui ora sta vegetando.

Il rapporto osserva che il sistema bancario ha retto bene alla crisi finanziaria globale ma è stato “fortemente colpito” dalla crisi del debito sovrano. Nonostante un’economia debole, “i risultati degli stress test suggeriscono che il sistema bancario italiano nel suo complesso è in grado di resistere alle perdite nell’ambito di uno scenario macroeconomico avverso”.
In particolare il pericolo lo si corre con il piano di ristrutturazione di MPS. Questa mina vagante sarebbe un potenziale pericolo per tutto il sistema bancario del Paese: “L’attuazione dell’ambizioso piano di ristrutturazione è critica per la banca stessa e il sistema nel suo complesso”. I problemi della banca scrivono gli ispettori del fondo derivano dalla governance e dal fallimento del vecchio management.

Il rapporto si conclude con un monito: trovare che coperture per l’abolizione dell’Imu.

Le brutte notizie per l’Italia: mercato debole e disoccupazione alle stelle

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Fmi ci regala una doccia fredda. Dopo le parole di speranza di Letta e la ripresa economica prospettata da Saccomanni ( ma immediatamente stroncata da Squinzi) arriva l’ennesima tegola sulla testa degli italiani: «Le prospettive di crescita restano deboli, la disoccupazione è a livelli alti in modo inaccettabile e la fiducia del mercato è ancora debole». Questo si legge nell’Article IV del Fmi sull’Italia. E poi il report prosegue dicendo che state adottate «azioni decise dalla fine del 2011 per rafforzare i conti pubblici», ma «il lavoro non è ancora completato».
L’Fmi ha tagliato dal -1,5% al -1,8% le stime sul Pil italiano del 2013. Ha alzato quelle per il 2014 dal +0,5% al +0,7%. «La ripresa è attesa a fine 2013, sostenuta dall’export e da una modesto miglioramento degli investimenti», si legge nell’Article IV sull’Italia. Quindi -1,8% e +0,7% (presunto) ci porterebbe ad avere ancora un Pil negativo per il prossimo anno: – 1,1%. Possiamo parlare di ripresa economica o solo di non esser caduti nel baratro?

Inoltre le cattive notizie non finiscono qui:  L’Fmi si schiera contro la cancellazione dell’Imu sulla prima casa. «La tassa sulla proprietà sulla prima casa dovrebbe essere mantenuta per ragioni di equità ed efficienza e la revisione dei valori catastali accelerata per assicurare l’equità»,

«La priorità deve essere data ad aumentare la bassa occupazione dell’Italia, soprattutto di giovani e donne». Dimezzare il gap con il resto dell’Europa, spiega l’Article IV del Fmi, «potrebbe alzare il Pil di circa il 2,5% entro il 2018». È necessario agire «per migliorare la bassa produttività e competitività dell’economia».
«Un ribilanciamento del risanamento fiscale è assolutamente necessario per sostenere la crescita», si legge nell’Article IV del Fmi sull’Italia, «modificare la composizione del risanamento attraverso tagli di spesa e minori tasse». Un efficace pagamento dei debiti P.A «può ridurre le difficoltà del credito delle aziende».

Cipro riaprono le banche… lesi i diritti di tutti i cittadini!

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Dopo quasi due settimane di chiusura, domani le banche di Cipro riaprono i battenti al pubblico nel tentativo di tornare lentamente alla normalità dopo un blocco cominciato lo scorso 16 marzo. Gli sportelli degli istituti di credito – secondo quanto annunciato in serata dalla Banca Centrale – torneranno ad essere operativi da mezzogiorno fino alle 18. I risparmiatori dovranno però fare i conti con rigide misure restrittive per il movimento dei propri soldi, prese apposta per evitare una fuga di capitali all’estero dopo il pesante prelievo forzoso (si parla del 40%) che verrà applicato su tutti i depositi oltre i 100.000 euro custoditi nella Bank of Cyprus, nella Laiki Bank e nella Hellenic Bank, rispettivamente il primo, il secondo e il terzo istituto di credito dell’isola. Il prelievo è stato imposto a Cipro dall’Eurogruppo nell’ambito dell’accordo raggiunto a Bruxelles nella notte tra sabato e domenica per il piano di salvataggio del sistema bancario cipriota. Le misure di controllo sui capitali nelle banche dureranno una settimana e includeranno anche limiti per l’uso delle carte di credito all’estero (5.000 euro al mese) e il trasferimento all’estero di contanti (3.000 euro), inoltre si potrà prelevare in contanti un massimo di 300 euro al giorno sia con carta di credito che con assegni. Chi deve recarsi all’estero non potrà portare con sè più di 1.000 euro in contanti e, in caso si abbiano titoli di Stato in scadenza, l’intestatario potrà prelevare solo il 10% dell’importo complessivo.

Perchè i cittadini di Cipro non si appellano alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo? Ledere il patrimonio di un cittadini con queste pesanti sanzioni significa mettere in ginocchio le prossime generazioni, significa umiliarlo e torturarlo psicologicamente, significa ledere i diritti fondamentali di ogni uomo. E’ una vergogna per il genere umano quello che è stato fatto ai ciprioti

Nella notte Anastasiades strappa l’accordo alla troika!

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Dopo le parole dure di ieri sera del Presidente cipriota Anastasiades che aveva senza timore accusato la troika di non voler trovare un accordo e aveva denunciato l’ostruzionismo dichiarando: “Volete costringermi alle dimissioni? Vi propongo una cosa e la rigettate, ve ne propongo un’altra e la rigettate, che volete che faccia? Se volete le mie dimissioni, ditelo”,  durante la notte l’Eurogruppo ha dato l’ok al piano di salvataggio di Cipro. Cosa prevede l’accordo?

La Laiki Bank sarà chiusa attraverso un processo controllato e i suoi asset finiranno in una ‘good bank’ e in una ‘bad bank’. Per i depositi sotto i 100mila euro scatterà la garanzia europea, quindi saranno salvi. Inoltre, non ci sarà alcuna tassa o prelievo sui depositi, ma un’altra forma di ‘bail-in’: si congelano cioé i depositi sopra i 100mila euro, che verranno poi convertiti probabilmente con obbligazioni dello Stato.

“L’accordo raggiunto mette fine alle incertezze su Cipro e sulla zona euro”, ha detto il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spiegando che “l’intesa evita la tassa e ristruttura profondamente il settore bancario di Cipro”. “Il programma contiene un approccio deciso per affrontare gli squilibri del settore finanziario. Ci sarà un’appropriata riduzione, con il settore bancario che raggiungerà la media europea nel 2018. Inoltre, Cipro s’impegna ad un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazioni”, ha detto Dijsselbloem. Le misure previste dall’accordo si limiteranno solo alle due banche maggiormente problematiche, cioé Laiki e Bank of Cyprus. La Laiki sarà risolta subito, in una bad bank e in una good bank, e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d’emergenza della Bce (Ela), che deve essere restituita. Tutte le altre non saranno toccate. I depositi sotto i 100mila euro della Laiki saranno garantiti, quelli sopra i 100mila subiranno delle perdite che saranno decise durante il processo di liquidazione. Anche la Bank of Cyprus subirà delle perdite, ma non sarà l’Eurogruppo a stabilirlo, bensì lo farà nelle prossime settimane la troika, assieme alle autorità cipriote.

Il direttore del Fmi Christine Lagarde raccomanderà al Fmi di partecipare al piano di salvataggio di Cipro: lo ha detto Lagarde al termine dell’eurogruppo, spiegando come l’intesa raggiunta sia “buona”, perché “protegge i depositi sotto i 100mila euro, limita le misure alle due banche maggiormente problematiche e divide il peso tra Ue e Cipro in modo equo”.

L’accordo per il salvataggio di Cipro mette di buonumore le Borse europee e in rialzo appaiono anche i futures americani. In evidenza Vodafone (+2,3%) dopo le indiscrezioni su contatti per la cessione della sua quota nella joint venture con Verizon Communications per 135 miliardi di dollari. Bene Londra (+0,64%), Parigi (+1,4%), Francoforte (+1,07%) e Madrid (+1%). Milano (+0,6%) decelera ma si mantiene in linea con gli altri listini.

Ultimo tentativo per salvare Cipro… ma basterà?

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Il presidente cipriota Nikos Anastasiades si gioca l’ultima carta in una serie di incontri per salvare l’isola. A Bruxelles colloqui con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, con il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso – che hanno annullato la loro presenza al vertice Ue-Giappone di domani a Tokyo nella speranza di arrivare ad un’intesa – con il direttore dell’Fmi Christine Lagarde e con il governatore della Bce Mario Draghi, in pratica i massimi esponenti della troika, Ue, Bce e Fmi.

Si lavora su un piano di salvataggio che prevede fondamentalmente un prelievo forzoso del 20% sui depositi bancari di oltre 100mila euro custoditi nella Banca di Cipro e del 4% su quelli per lo stesso ammontare in altre banche. Le misure devono essere varate entro lunedì: termine oltre il quale la Bce non garantirà più liquidità al Paese.

La posta si alza e Cipro fa marcia indietro. Cade accordo con la Troika?

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L’annunciato accordo fra il governo di Cipro e la troika (Ue, Bce e Fmi) per il salvataggio dell’isola sarebbe a rischio. Lo ha riferito l’agenzia ufficiale cipriota Cna, come riportano le tv locali. Le difficoltà sarebbero cominciate a causa delle sempre più alte richieste avanzate dalla rappresentante del Fmi.

Ma quanto ci speculano sull’Italia?

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Come abbiamo fatto a diventare così importanti? nonostante le prospettive di crescita siano migliorate a livello globale, l’Fmi afferma che l’incertezza conseguente alle elezioni in Italia mette a rischio l’intera economia dell’Ue che potrebbe ripercuotersi (insieme alla politica di bilancio Usa) a livello mondiale. Il Fondo Monetario Internazionale dice in pratica che il nostro “villaggetto Italia” con la sua problematica di reperire una maggioranza certa e formare un governo potrebbe far collassare l’intero sistema economico mondiale. Siamo un bel po’ forte! Anzi siamo FIGHISSIMI! Noi, visti sempre un po’ come i “furbetti” della parocchietta, mandolini e pizza, corrotti fino al midollo, fino a quella vertebra dell’Mps connessa indissolubilmente ai partiti… noi quel popolo di navigatori, poeti e malandrini, possiamo mettere a rischio non solo l’euro, ma tutto il sistema finanziario del globo. E pretendono pure che noi ci crediamo!

Nella prospettiva dell’economia globale, spiegano gli economisti di Washington, “sono emersi nuovi rischi e i vecchi pericoli rimangono”. In particolare, “nel breve periodo, i rischi chiave – spiega il Fmi – sono correlati agli sviluppi nell’area dell’euro, inclusa l’incertezza legata al risultato delle elezioni in Italia, e alla politica di bilancio americana”.
Il problema forse è assai più complesso. L’America perde terreno sulla China e ha bisogno di nuovi “territori di conquista”, l’Eu fa paura e cerca in tutti i modi di spezzare i legami tra le nazioni. E se c’è la Merkel che spinta anche dal suo entourage vorrebbe vedere morti tutti i ciprioti, impiccati i greci e incornati gli spagnoli e fa una politica spietata come una corrida ai danni di tutti i Paesi del Mediterraneo che furono i primi a intervenire in sostegno della Germania quando ci fu la riunificazione dopo la caduta del muro di Berlino, dall’altra ci sono gli States che cercano il loro spazio. In tutto questo affogano le famiglie, si suicidano gli imprenditori, speculano i cinesi.
Tra lo spread che sale e scende pilotato dall’alta finanza, tra un Monti in ginocchio davanti alla sua eroina Angela (più musa di Beatrice per Dante) e un Bersani attonito che riceve il mandato e con il fardello sulle spalle è pronto a instaurare una oligarchia piuttosto che cedere lo scettro a un Renzi che avanza di giorno in giorno nei consensi popolari… noi diventiamo i veri attori dell’Economia Mondiale!
E FORZA ITALIA non si può neppure dire!

Una domenica a Bruxelles… Crisi Cipro!

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I ministri finanziari dell’Eurogruppo si riuniranno domenica 24 marzo a Bruxelles per discutere il caso Cipro. Lo fanno sapere fonti europee. Al vertice, secondo quanto si apprende, prenderà parte anche il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde.

Mosca rifiuta il prestito a Cipro e la Germania esulta!

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Michalis Sarris, ministro delle finanze cipriota, ha lasciato oggi Mosca, dove ha negoziato per due giorni un aiuto russo senza che finora sia stato annunciato alcun accordo. Sarris ha chiesto una estensione di 5 anni di un prestito russo di 2,5 miliardi di euro, con una riduzione del tasso di interesse, e proposto investimenti nel settore bancario ed energetico in cambio di un sostegno finanziario per risolvere la crisi dell’isola.

Mosca non è interessata alle proposte di Cipro, ha detto il ministro delle finanze russo Anton Siluanov annunciando che il negoziato è finito. Una decisione temuta e che ora potrebbe spingere Cipro nel baratro della bancarotta.

La questione di Cipro non può essere risolta solo dai contribuenti dell’Eurozona, i creditori delle banche di Cipro devono condividere il peso del salvataggio. Lo ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, in un’intervista al quotidiano greco Ta Nea. Il ministro delle finanze tedesco ha aggiunto che l’eurozona è pronta ad aiutare Cipro, ma l’isola deve impegnarsi a risolvere il problema alla radice. Aiuti sì, ma con strangolamento dei cittadini. La Germania nella crisi finanziaria sta creando il suo “impero” sulla pelle di coloro che, oltre ad aver avuto politici corrotti e collusi che hanno sperperato il denaro pubblico, ora si trovano a dover fare i conti con l’egemonia dell’Eu sempre più targata dalla politica della Merkel a tutela dei tedeschi anche sui cadaveri dei greci, ciprioti, spagnoli e forse italiani!

La scure di Standard & Poor’s si abbatte su Cipro

rating cipro - tuttacronaca

S&P non poteva non far percepire la sua egemonia anche a Cipro mentre l’Eurogruppo ha annunciato che proseguirà l’analisi della situazione sull’Isola dopo le valutazioni della troika delle istituzioni finanziarie internazionali –Commissione europea, Bce ed Fmi. Il rating intanto è passato da “ccc+” a “ccc”, come riportato dall’agenzia Bloomberg. Da ricordare che oggi è stato annunciato, dal governatore della Banca centrale di Cipro, un processo risolutivo teso ad evitare la bancarotta e che saranno garantiti i depositi fino a 100 mila euro.

Si raffreddano i rapporti tra Fmi e Argentina! Approvata dichiarazione di censura.

 

E’ la prima volta che viene approvata dal Fondo Internazionale Monetario una “dichiarazione di censura” cioè un primo passo verso l’espulsione. Questa misura si è ritenuta necessaria per mettere Buenos Aires con le spalle al muro e correggere le “inesattezze” economiche nei bilanci pubblici.

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Brutte notizie dal FMI: Italia non si riprende per il 2013… solo nel 2014

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Strauss Kahn non perde l’allegria…e il vizio: l’hanno visto in discoteca!

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ABI a FMI: Uniformate i parametri. L’Italia è penalizzata dalle disparità normative.

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