Ex amministratore di Finmeccanica svela politici corrotti e fondi neri

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Ex amministratore della Selex  Service Management, società controllata da Finmeccanica, arrestato la scorsa primavera per l’inchiesta di monitoraggio sui rifiuti avrebbe portato a svelare fondi neri e politici corrotti, almeno secondo quanto scritto sul Corriere della Sera. Il quotidiano rivela che grazie alla collaborazione tra le Procure di Roma e Napoli si sarebbe arrivati a rivelare quali ditte:

abbiano accettato la sovrafatturazione per creare le provviste illecite e, tra gli altri, indicano «le società che fanno capo a Nicola Lobriglio». Indicano i nomi dei politici destinatari delle tangenti e forniscono elementi e dettagli per consentire agli inquirenti di far scattare gli accertamenti sull’effettivo passaggio di denaro. E svelano come «per l’affare Sistri c’era l’interesse della “Gsp Holding” gestita da Giovanni Sabetti che in realtà è un uomo legato al senatore Sergio De Gregorio».

Nel sistema di assegnazione degli appalti, riporta il Corsera, la Italgo di Anselmo Galbusera sarebbe una delle aziende più tenute in considerazione:

“«La videosorveglianza delle discariche – si legge in uno dei nuovi verbali – è stata subappaltata ad una società di Elsag Datamat gestita da Francesco Subbioni che a sua volta l’ha affidata ad Anselmo Galbusera con la Italgo. Italgo mi venne imposta da Lorenzo Borgogni e Luigi Bisignani. La società è gestita da Galbusera che fa capo a Bisignani»”.

Uno schema già utilizzato nel 2012, secondo l’accusa, per assegnare un appalto a Palazzo chigi:

“la Italgo associata alla Selex service Management, grazie alla mediazione di Bisignani, se lo sarebbe aggiudicato illecitamente in cambio di favori al capo dipartimento della Presidenza del Consiglio, il generale Antonio Ragusa. In particolare «l’assunzione del figlio in Finmeccanica e la concessione di alcuni subappalti a ditte che a lui facevano capo»”.

Anche la Micheli Associati spa, scrive la giornalista del Corsera, sarebbe comparsa nell’ambito delle indagini:

“Tra le società che compaiono nell’indagine c’è anche la Micheli Associati spa che fa capo al finanziere Francesco Micheli, attuale vicepresidente dell’Abi. L’azienda figura infatti tra i soci della Italgo e secondo l’ex presidente del Poligrafico Roberto Mazzei, che di Bisignani è stato socio e amico, «Micheli è molto legato a Bisignani ed è socio di maggioranza di Italgo»”.

Nel mirino degli inquirenti anche la gestione degli appalti al Ministero dell’Ambiente:

“Secondo Stornelli alcune ditte da far lavorare «mi furono imposte dal direttore generale Luigi Pelaggi», già comparso anche nell’inchiesta sull’Ilva per i suoi rapporti con la famiglia. Anche su questo il manager ha fornito nomi e circostanze che vengono adesso esaminate, soprattutto tenendo conto che il dicastero doveva essere il supervisore del progetto Sistri, assicurandone il funzionamento. Nel 2009 si decise che il sistema dovesse essere protetto apponendo il segreto di Stato”.

Gli Stornelli, scrive il quotidiano, sarebbero poi stati accusati di aver avuto numerose case di Propaganda Fide a “prezzi stracciati”:

“Affitti che in alcuni casi non raggiungevano gli 80 euro mensili per dimore da sogno nei quartieri più esclusivi di Roma che erano stati assegnati a loro oppure a alle loro amanti. Ma su questo non hanno voluto fornire alcun elemento avvalendosi della facoltà di non rispondere”.

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Saldi d’Italia: da Telecom a Finmeccanica

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La vendita di Telecom agli spagnoli di  Telefonica ha alzato un polverone e la richiesta al Governo di vigilare, anche se, come ha sottolineato Letta, l’azienda è privata e la “svendita” non si può vietare.  Ma mentre si consuma la tragedia del grande colosso italiano di telefonia che viene ceduto a una compagnia spagnola, a Genova si trema. L’allarme è scattato per una possibile cessione a investitori stranieri delle aziende civili del gruppo Finmeccanica. La trattativa, come hanno confermato ieri i vertici del Gruppo, sarebbe ben avviata. In particolare Ansaldo Energia verrebbe venduta ai coreani e, secondo  i sindacati, nel mirino delle cessioni ci sarebbe anche Ansaldo Sts, altro fiore all’occhiello dell’industria italiana.

«Pansa – spiega a Tmnews Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Cgil di Genova – ha detto chiaramente che ha in tasca l’accordo con la coreana Doosan per la vendita della maggioranza del pacchetto azionario di Ansaldo Energia e che quindi o si fa avanti il governo con un’altra proposta oppure si procederà alla cessione». «Sarebbe un danno per Ansaldo ma credo – sottolinea Manganaro – anche per Finmeccanica, che a quel punto si concentrerebbe solo sul militare, settore che non mi sembra abbia grandi prospettive industriali».

Per salvaguardare il patrimonio industriale, economico e occupazionale di Ansaldo Energia e delle altre aziende del ramo civile del Gruppo, Fiom, Fim e Uilm chiedono un coinvolgimento attivo da parte del Governo, che è il principale azionista del Gruppo Finmeccanica.

«Noi -afferma il segretario genovese della Fiom- fino ad oggi abbiamo lottato perché tutte le aziende restino in Finmeccanica ma si parla anche di un’ulteriore mediazione, del fatto che la Cassa Depositi e Prestiti possa acquisire la maggioranza del pacchetto azionario di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts». «Di questo siamo disposti a discutere ma questa mediazione -dichiara Manganaro- va formalizzata e va praticata, dopodiché vedremo quali possono essere le ricadute su rapporti con aziende come Doosan o altre».

Al Governo i sindacati chiedono un incontro urgente. In caso contrario si dicono pronti a scendere in piazza e lanciano un forte appello anche alle istituzioni locali. «Letta ma anche il ministro Zanonato -spiega il segretario genovese della Fiom- si erano impegnati a convocarci a Roma».

«Noi aspettiamo ma se lunedì non dovesse esserci questa convocazione -conclude Manganaro- ci presenteremo davanti alla prefettura di Genova, invitando anche il presidente Burlando e il sindaco Doria, per dire che vogliamo questo incontro per tentare di far cambiare idea a Finmeccanica sulla vendita di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts». I posti di lavoro in ballo, soltanto nel capoluogo ligure, sono più di 6 mila, considerando anche l’indotto.

Incontri ravvicinati: iCub ed Enrico Letta, può nascere una larga intesa?

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Possono nascere le larghe intese con un robot? Forse, dati i tempi, non sarebbe poi così male! iCub è il robottino umanoide diventato il simbolo dell’Istituto Italiano della Tecnologia a Genova. Il presidente del Consiglio Enrico Letta in visita all’Ilt ha esordito:

“Le nomine di Rubbia e Cattaneo a senatori a vita sono un forte messaggio di speranza per il paese, l’Italia è un paese dove il merito sarà premiato. Sappiamo che tanti giovani se ne sono andati, ma qui c’è la dimostrazione che con l’impegno di tutti si può invertire la tendenza”.

In un futuro prossimo venturo l’annuncio di Letta sicuramente sarà realizzato, cosa importa se nel frattempo per i giovani non c’è né merito, né premio e né lavoro? Qualche generazione futura ne usufruirà… sempre che dietro l’angolo non ci sia il baratro! Ma l’importante è puntare sul team e da buon allenatore il Premier ricorda:

“Credo che sia importante un buon gioco di squadra, una forte collaborazione tra pubblico e privato. Qui c’è un forte impegno pubblico che vogliamo mantenere”.

E lui di squadra, allenando le grandi intese se ne intende! Un annuncio che di sicuro di rincuora… Chissà se iCub comodamente seduto  su una poltroncina rossa, si sente rinfrancato dalle parole di Letta? Forse lui, ben oliato e con qualche pezzo di ricambio, riuscirà a vedere i risultati del governo di servizio ai cittadini.

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Il presidente della Regione Claudio Burlando ha voluto invitare all’Iit il presidente del Consiglio per fargli vedere cosa è possibile fare, pur con tutte le ristrettezze e le difficoltà di chi vuole fare ricerca in Italia, anche in un territorio così complicato come quello genovese. E anche per dargli un messaggio. “Iit può crescere – ha detto Burlando – nelle scienze legate alla medicina e nelle macchine intelligenti, insieme a Finmeccanica”.

Accordo su De Gennaro a presidente di Finmeccanica… è polemica!

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Trovato l’accordo fatto il presidente! A Finmeccanica andrà Gianni De Gennaro, ex capo della polizia e già sottosegretario con delega ai Servizi. La valenza e il peso di questa decisione è sotto gli occhi di tutti. A guidare la holding della difesa e dello spazio controllata con il 30,2 per cento dal Tesoro ci sarà il prefetto De Gennaro grazie all’accorso trova tra il premier Letta e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Via libera da Pdl che ha espresso il suo consenso grazie al suo “uomo chiave” nonché fratello del presidente del Consiglio, Gianni Letta.

Subito Matteo Orfini (Pd) ha commentato su Twitter: “Poi qualcuno mi spiega che c’entra De Gennaro con Finmeccanica?”.

Su Facebook Beppe Grillo attacca: “Vi ricordate del G8 di Genova? La mattanza della Diaz? E’ appena uscita questa notizia. Inaccettabile!”.
E sul blog appare un articolo firmato dal presidente della commissione difesa Massimo Artini con il titolo “De Gennaro, dalla Diaz a Finmeccanica con furore”. Nel pezzo si legge: “Basta con gli uomini buoni per tutte le stagioni. In un qualsiasi paese civile De Gennaro avrebbe concluso la sua inarrestabile carriera nel luglio 2001 con la mattanza alla Diaz di Genova”.

Anche Nichi Vendola è critico. “Governo Letta si fermi: nomina De Gennaro a Finmeccanica è sbagliata e inadatta. E’ un’offesa nei confronti del buonsenso”, dichiara il leader di Sel su Twitter.

“Evidentemente in Italia massacrare di botte chi manifesta fa bene alla carriera”, rincara la dose dal Prc, il segretario Paolo Ferrero.

Era necessario un nome legato al G8 di Genova in Finmeccanica? Era opportuna come nomina? Davvero la violenza paga?

Ci dobbiamo vergognare per Finmeccanica?

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Belgio e Olanda non vogliono più i treni della compagnia Finmeccanica. I due paesi europei hanno annullato una commessa da quasi mezzo miliardo di euro inerente alla fornitura di 19 convogli ad alta velocità Fyra V250. I treni sarebbero stati destinati al collegamento Amsterdam – Bruxelles. Con questo mancato utile sono a rischio migliaia di posti di lavoro negli stabilimenti di Pistoia e Reggio Calabria.

“I motivi addotti dai nostri clienti di sospendere la commessa sono illegittimi e strumentali”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Ansaldo Breda, Maurizio Manfellotto, annunciando che la vicenda “può essere molto devastante a livello di immagine”. E ha aggiunto: “Non ci sottraiamo alle nostre responsabilità, ma desideriamo dimostrare che quelle principali sono attribuibili ai nostri clienti, che dall’inizio hanno avuto un atteggiamento inadeguato a una situazione complessa, che si è conclusa con l’assunzione di decisioni e posizioni che giudichiamo scorrette e illegittime”. La stessa Ansaldo Breda aveva fatto sapere nei giorni che sta “valutando ogni azione a tutela dei nostri interessi”, compresa un’azione legale contro Olanda e Belgio.

I problemi riscontrati sarebbero soprattutto quando le condizioni metereologiche diventano rigide. Il freddo non sarebbe gradito ai treni italiani.

All’orizzonte si prospetta un’azione legale internazionale, con rapporti tesi tra Belgio e Olanda pronti a minare la stabilità di Finmeccanica. L’azienda olandese ha  incaricato un gruppo di esperti legali di trovare un modo per recuperare i 120 milioni di euro già pagati ad Ansaldo. “I test hanno dimostrato che continuare con i V250 sarebbe irresponsabile per i viaggiatori perché i treni sono completamente inaffidabili“, avvertono da Amsterdam, sottolineando che l’azienda italiana “non è stata in grado di rispettare un limite di tre mesi concordato per trovare una soluzione ai problemi tecnici”.

Dobbiamo davvero vergognarci dei nostri treni o è l’ennesima trappola per mettere alle strette l’Italia in ambito europeo?

Alemanno minaccia querele via twitter. Scoppia il caso a Report.

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«Alla Gabanelli solo una risposta: querela per diffamazione e risarcimento danni per le menzogne contro Roma in onda su Report». Questo il tweet postato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo la puntata di Report andata in onda ieri che aveva come tema, tra l’altro, la questione delle tangenti filobus.

La puntata della trasmissione diretta da Milena Gabanelli intitolata «Romanzo Capitale» – che dovrebbe essere replicata lunedì sera su RaiSat Extra alle 21 – non parlava soltanto dello scandalo tangenti sui filobus, ma analizzava anche il sistema dei subappalti per la metro C. Si parlava delle presunte infiltrazioni mafiose, gli interessi della nuova banda della Magliana «che entra negli affari che contano», il caso dei numerosi consulenti del Comune, i debiti milionari delle municipalizzate di Roma.

Il punto focale riguardava, però, Riccardo Mancini, ex ad dell’Ente Eur. Un imprenditore anonimo intervistato dal giornalista Paolo Mondani ha accusato: «Dal 2008 è Mancini che si mette al tavolo con le imprese e spartisce i subappalti della metro C. Per ognuno di questi, intascava una percentuale del 50%». Una rivelazione che confermerebbe il «peso» dell’allora Ad di Eur Spa già delineato dalle testimonianze nell’inchiesta della Procura di Roma «Mancini faceva il sindaco, sugli appalti decideva lui», dice il manager di un consorzio di cooperative di costruzioni.

Si è scatenato perciò il linciaggio per la conduttrice e il programma televisivo, tanto che è sceso in campo Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale a prenderne le difese affermando «Più che annunciare querele via twitter il Sindaco Alemanno dovrebbe rassegnare le dimissioni e non ripresentarsi alle elezioni di maggio. La puntata di Report ha messo ulteriormente in luce quel che noi denunciamo da anni: la deriva dell’Amministrazione Alemanno in scandali e politiche clientelari, da Parentopoli alla gestione opaca degli appalti. Oltre alle cinque domande che gli abbiamo posto da settimane sulla vicenda filobus, rimaste disattese, Alemanno dovrebbe rispondere ad altre due domande: quale era l’oggetto delle cene con i dirigenti di Finmeccanica?» Queste cene sarebbero provate da una dichiarazione Lorenzo Cola che, in un verbale secretato avrebbe affermato:  «Nella primavera del 2009 ci fu una cena a casa mia con l’amministratore delegato della Breda Roberto Ceraudo, con Mancini e con Alemanno. Si discusse della tangente da 600 mila euro che doveva essere versata per chiudere l’affare».  Circostanza smentita dal sindaco di Roma.

Termina MasterChef e… lo scandalo è servito!

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Tiziana Stefanelli, proclamata ieri sera vincitrice della seconda edizione di Masterchef Italia, non è estranea allo scandalo Finmeccanica. Il marito Paolo Girasole è stato infatti il numero uno del colosso italiano in India dal 2009 al marzo 2012. Guido Haschke, l’intermediario svizzero che, con il socio Carlo Gerosa, avrebbe versato materialmente le tangenti alla controparte indiana ha affermato di fronte ai magistrati: “A Girasole ho corrisposto la somma complessiva di 200 o 220mila euro… Non ha avuto alcun ruolo nella vicenda… ma era al corrente di quel che accadeva…”. E Tiziana? In India non ha appreso solo come insaporire i suoi piatti con le spezie: il 28 gennaio 2009, sulla rivista italiana Top Legal è apparso questo lancio: “Stefanelli & Partners [… ] lo studio guidato da Tiziana Stefanelli ha stretto un accordo di collaborazione in esclusiva con O.P.Khaitan &Co e aperto un desk italiano. O.P. Khaitan è una delle più affermate law firm indiane”. Fra i titolari di questo studio figura l’avvocato Gautam Khaitan che, almeno fino ad ottobre 2012, è stato il socio indiano di Haschke e Gerosa. Che di lui dicono: “È la nostra linea del Piave… Gli ordini di riciclaggio li davamo noi, ma il riciclaggio lo faceva lui. È veramente un’associazione a delinquere”.

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