Storia agghiacciante di un documentario. Storia avvilente di una televisione di Stato che lo rifiuta perché lo ritiene “troppo triste”. Succede a Vauro Senesi, noto vignettista, che si è voluto cimentare questa volta in un reportage su un tema drammatico, realizzato lo scorso giugno insieme alla Ong Sole Terre,… i bambini di Chernobyl. Forse è meglio mandare in onda il piagnisteo edulcorato delle trasmissioni pomeridiane piuttosto che una verità scomoda. Il dramma deve essere incanalato in una sorta di “fiction” per essere trasmesso?
Dal Fatto Quotidiano ricostruiamo la vicenda e la scelta di inviarlo a Italia1 che si è mostrata disponibile a mandarlo in onda:
“…Quanto vedremo da lui realizzato stasera nell’ ambito del programma Confessione Reporter (su Italia 1, seconda serata), va a toccare una ferita ancora aperta, per non dire infetta: quella dei “figli di Chernobyl”. Il reportage da un quarto d’ora che il vignettista toscano ha dato gratuitamente alla trasmissione in onda sul canale Mediaset – dopo che Rai 3 gliel’ha rifiutato perché “è un argomento troppo triste” – è stato realizzato lo scorso giugno insieme alla Ong Sole Terre, che si (pre)occupa di tumori dei bambini nel mondo.
‘È un’associazione serissima e di cui andare orgogliosi come lo siamo di Emergency, perché è rispettosa delle persone e dei luoghi in cui interviene’, spiega Senesi, rimasto una decina di giorni presso la zona rossa e nel quartiere di Chernobyl dove Sole Terre ha edificato la sua ‘casa-famiglia’ per tutti coloro che, “poverissimi, non possono permettersi un tetto sopra un letto quando devono portare i figli a fare le chemioterapie e la cui unica alternativa sarebbe dormire nelle stazioni ferroviarie”.
Possiamo ancora parlare della Rai come tv di servizio al cittadino? La Rai è morta? No, peggio è diventata peggio di una tv commerciale!