Quella fiducia nell’inverno caldo… con i Forconi alle porte di Roma!

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“Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio”, con queste parole, ben scandite, inizia il discorso di fiducia al Parlamento di Enrico Letta, a Roma. A Torino invece, qualche ora prima, grazie a un blitz della polizia, i trasportatori avevano consegnato la merce, i Forconi erano stati aggirati. Come in uno split screen da una parte scorrono le parole del Premier e dall’altra ci sono gli scontri in piazza. C’è chi s’interroga e si chiede come possa un governo “tecnico”, fortemente voluto da Napolitano e un Parlamento votato con una legge riconosciuta incostituzionale dalla Consulta chiedere la fiducia… Come fanno gli atti emanati da un organo eletto con una modalità incostituzionale essere legittimi?  I giuristi l’hanno spiegato… Distruggere gli effetti prodotti da una  norma, di qualunque rango essa sia, dichiarata illegittima o incostituzionale,  sarebbe pericoloso per l’intero ordine sociale e  potrebbe ledere diritti acquisiti  mentre era in vigore… Eppure basta andare in giro o aprire un social per vedere in quanti pensano che la fiducia si debba chiedere se c’è un “nuovo inizio”. Ma se è un inizio, sarebbe anche insito nel termine che è nuovo… ma in Italia occorre far chiarezza!

“E’ vero l’Italia è oggi una società fragile, stordita dalla crisi. E’ però nello stesso tempo una società pronta, dopo tanti sacrifici, a ripartire. E’ un dovere anche generazionale aiutarla a ripartire”, parole di speranza da parte del Premier che parla di ripartenza… ma le industrie chiudono, il cuneo fiscale è quasi inesistente ed è pronta la stangata nel prossimo anno della Iuc (altro modo di chiamare l’Imu). Ma non bisogna essere pessimisti e pensare a un nuovo inizio!

Questo il video per spiegare il nuovo inizio?

D’altra parte come dice Letta “le istituzioni esigono sempre rispetto e a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avallano la violenza, mette all’indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa”. Un attacco quindi duro e diretto a Grillo e al suo Movimento, che tuttavia basa le sue rivendicazioni su una sentenza della Consulta.

Altra questione spinosa dopo quella della legge elettorale, è sicuramente quella della decadenza su cui il Presidente del Consiglio non ha dubbi “nella questione giudiziaria di Berlusconi non sono entrato e non entro oggi” e poi nasce un nuovo Patto con gli Italiani… ” impegno 2014″, una nuova agenda, forse dettata e copiata a tratti da quella di Renzi, un block notes di appuntamenti e tappe che dovrebbero portare alle riforme, “Per le riforme dobbiamo muoverci nella procedura della revisione dell’articolo 138, e dobbiamo porci quattro obiettivi: riduzione del numero dei parlamentari; abolizione delle Province dalla Costituzione; fine del bicameralismo perfetto, con un’unica Camera che dia la fiducia e faccia le leggi, e l’altra che esprima le autonomie; una riforma del titolo V della Costituzione, chiarendo al massimo le responsabilità di governo”… anche se per il momento l’unica legge a cui si tende è quella dell’amnistia e dell’indulto: “siamo la patria di cesare Beccaria e Dobbiamo dimostrarlo”. Poi un esempio davanti agli occhi ora Letta lo ha L’anno prossimo studieremo “la Partecipazione dei lavoratori all’azionariato con una rappresentanza negli organi societari, ne parleremo insieme” con azienda e sindacati, ed “è il tentativo” di “sperimentare” quanto fatto in Germania. Ma mentre sperimentiamo, tanto il tempo ce lo abbiamo, Letta fa anche il “buon padre di famiglia” e ridurrà le bollette dell’energia elettrica “venerdì nel piano destinazione Italia che avrà il via libera del Consiglio dei ministri “interverremo sul costo dell’energia” con “una riduzione di 600 milioni sulle bollette”, una riduzione “che si somma a quella già prevista dal decreto Fare”.

Naturalmente arriva il bastone e la carota anche sull’Europa perché Letta sottolinea “vorrei tracciassimo una linea, di qua chi ama l’Europa e sa che senza l’Ue ripiombiamo nel medioevo. Di là chi vuole bloccare l’Europa e si scaglia contro i suoi limiti” e poi aggiunge “L’italia deve avere conti in ordine, come oggi accade. E lo ricordiamo a tutti anche ad alcuni tecnocrati di Bruxelles”.

Intanto i Forconi preparano la loro azione eclatante, mentre la politica parla d’Europa e la nuova agenda, spinta dal segretario Renzi, si ridisegna per cercare di creare una nuova, l’ennesima, larga intesa che sostenga un governo “tecnico-politico-presidenziale”

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Berlusconi ha pronto “un colpo segreto”

Silvio_Berlusconi-tuttacronacaSilvio Berlusconi ha rilasciato un’intervista esclusiva ad Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino e, a pochi giorni dal verdetto sulla decadenza in Senato, afferma: “Non mi dimetto prima, non ci penso nemmeno. Aspetterò che votino. Che si assumano la responsabilità di una cosa di cui si dovranno vergognare per sempre”Alla domanda se sia intenzionato a Sfidare Matteo Renzi: “Questo dipenderà dalla decadenza. O forse dalla revisione”, sottolinea. Ma l’ex premier spiega anche di aver pronto “un colpo segreto”, che non sarà la figlia Marina. “Non voglio assolutamente che mia figlia entri in politica. Non voglio che, in un Paese in cui la magistratura è diventata un contropotere dello Stato, lei subisca ciò che ho subito io”. E riguardo il voto anticipato: “Perchè mai si dovrebbe tornare al voto? Il governo non ha forse raggiunto una maggioranza in grado di reggere, anche se noi passeremo all’opposizione?”, e aggiunge: “A meno che non prevalgano nel Pd volontà di fa cadere il governo…”. “L’ ho detto e lo confermo. Il voto di decadenza è il punto di non ritorno oltre il quale ci regoleremo soltanto in base all’esame dei contenuti della finanziaria”. Vuol dire che non la voterete? “Vuol dire che non la conosco. E come me neanche gli italiani. Spero che almeno nelle prossime ore i nostri senatori possano studiarla”.  La scissione Pdl-Fi. Sulla scissione Pdl.Fi, afferma quindi: “Nessuna frattura è insuperabile. Se dovessero capire di aver commesso un errore, noi saremmo tutti lieti di un ritorno all’unità”, dice inoltre a proposito di Angelino Alfano e del Nuovo centro destra. Stando ai sondaggi, spiega, l’elettorato non ha compreso la scissione. “Gli ultimi sono di due giorni fa, e dimostrano che anche il nostro elettorato fa fatica a comprenderne le ragioni, se è vero e non ho motivo di dubitare di Euromedia che Forza Italia è al 20,1 per cento e la nuova formazione al 3,6”.  Riguardo l’agibilità politica. “Sfido chiunque a dire che in questi mesi di coabitazione non abbiamo dimostrato un atteggiamento di sincera apertura e prudenza. Che cosa ce n’è venuto? La decadenza”, dice il Cavaliere che spiega: nell’esperienza delle larghe intese “abbiamo dato molto e non abbiamo ricevuto in cambio nulla”. Quello che si sarebbe aspettato, invece, era “Un riconoscimento del mio ruolo e un’agibilità politica che ogni cittadino di buon senso e di buona fede concederebbe a un alleato”.

Berlusconi e la frattura con il braccio destro… all’estero si racconta la scissione

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Berlusconi e la frattura con il suo braccio destro Alfano si racconta così:

«Un Berlusconi indebolito rilancia Forza Italia», titola il FINANCIAL TIMES evidenziando come ora «al centrodestra manchino i numeri per far cadere il governo Letta». E il foglio della City riporta anche alcune ipotesi emerse durante la convention di Fi sul futuro dell’esecutivo: «Alcuni sono convinti che l’Italia andrà al voto in primavera, altri credono che Letta potrebbe lottare fino al 2015. Altri ancora ammettono che, al momento, il governo Letta ne sia uscito più forte». Più netti i commenti della stampa tedesca.

«La defezione dell’alleato di lungo corso spacca il centrodestra in Italia» titola il NEW YORK TIMES osservando come «la rottura del Pdl di Berlusconi segni un nuovo, sebbene incerto, capitolo nella politica italiana» nel quale «secondo alcuni analisti crescerà il livello del populismo antigovernativo».

«Berlusconi resuscita il vecchio partito», è il titolo della britannica BBC che sottolinea tuttavia come, con la scissione del Pdl, il Cavaliere resti «in stallo».

«Il partito di Berlusconi si disintegra», titola DER SPIEGEL, mentre BILD in un occhiello scritto in italiano si chiede «Ciao Cavaliere?», per poi titolare «Si sbriciola il partito di Berlusconi».

Per DIE WELT, «nella sua lotta per la sopravvivenza politica, Berlusconi ha spaccato il suo partito» e con Fi «ha allineato un partito su se stesso».

Il SUDDEUTSCHE ZEITUNG sottolinea come il centrodestra di Berlusconi sia «a pezzi» e «il potere dell’ex premier ne ha sofferto».

In Francia LE MONDE fa una riflessione più generale e in un articolo intitolato «In ordine sparso la destra italiana prepara il dopo-Berlusconi» ripercorre le fratture intercorse dal 2009 a oggi all’interno del centrodestra.

Lo spagnolo EL PAIS invece scrive come «il giorno scelto da Berlusconi per rifondare Forza Italia sia stato anche quello del gran tradimento del suo delfino, Angelino Alfano». E la scissione del Pdl con il contestuale rilancio di Fi irrompe anche sulla stampa americana.

La frattura c’è stata e nel complesso si parla di indebolimento del centrodestra e del dopo Berlusconi… ma forse per le analisi è ancora presto o forse troppo tardi!

Tra accuse d’inutilità di Grillo e Ledner… spunta quella dei cittadini non ascoltati

gadlerner-beppegrillo-tuttacronacaGad Lerner attacca Grillo dal suo sito parlando di “plateale inutilità politica”. Scrive il giornalista:

Nell’attesa che esca di scena Silvio Berlusconi, ospite ingombrante ma non più determinante del governo di larghe intese, la giornata parlamentare di ieri ha evidenziato una plateale inutilità politica di Beppe Grillo. Può gridare sul blog, invadere un’oretta la sede della Rai, o anche rimettersi in giro a fare spettacoli (gratuiti o a pagamento). Ma è manifestamente fallito il progetto di costruzione di un movimento partecipato dal basso, davvero democratico: Grillo & Casaleggio lo hanno stoppato quando si sono resi conto di non essere in grado di controllarlo. Nè una massiccia presenza di deputati e senatori M5S ha finora prodotto alcun risultato significativo per la vita dei cittadini. Liberissimo Grillo di tenersi fuori da ogni scelta politica che implichi alleanze e/o compromessi. Liberissimo di lanciare sul blog una consultazione sulla legge elettorale ideale, con parecchi mesi di ritardo sulla tabella di marcia e dopo aver cambiato svariate posizioni in merito. Ma ho l’impressione che lui stesso, nel mentre confida di annoiarsi, stia venendo a noia.

I commenti non sono tardati ad arrivare, tra chi condivide il pensiero e chi a sua volta accusa il giornalista d’inutilità. E mentre gli italiani si schierano pro o contro uno o l’altro partito, tra i commenti ne appare uno che fa il punto della nostra situazione. Scrive un utente:

Di imbarazzante nella vita politica italiana c’è solo l’inutilità di ogni cittadino. Nessuno di noi ha avuto voce in capitolo nella scelta degli ultimi due governi, nessuno di noi incide nelle scelte che vanno a influenzare le nostre vite. Volgarmente, nessuno di noi conta un ca… Questo sì che è davvero imbarazzante, non Grillo che è solo una delle espressioni della nostra pateticità.

“Per noi è sì”: Letta incassa la fiducia

letta-fiducia-tuttacronacaFiducia confermata al governo Letta da parte del Senato: vincono i sì, 235, mentre si ferma a 70 la conta dei no. Il premier ha ricevuto il via libera dall’Aula dopo aver presentato la sua proposta a Palazzo Madama: “L’Italia è a un bivio”. Nella tarda mattinata era intervenuto anche Berlusconi per comunicare il suo orientamento: sì all’esecutivo da parte del Pdl. Non hanno preso parte al voto sei senatori del Popolo della Libertà, tra cui Sandro Bondi.

Il tramonto del Cav: tra i fischi e gli insulti

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“Vai via, vai via! Buffone, buffone!” e poi fischi, tante le persone fuori Palazzo Madama che hanno atteso l’uscita di Silvio Berlusconi per contestarlo da dietro le transenne.

Poco prima il presidente era stato rincorso da Pierferdinando Casini: “Silviooo, Silviooo, Silviooo…” e poi si stringono la mano e si sorridono. Casini, impietoso: “Bravo, io avevo capito tutto, io da quella scuola ci vengo, ieri avevo capito tutto. E poi l’ho detto: Silvio si è invecchiato, ma non è rincoglionito!”. Berlusconi sorride, stringe la mano all’ex alleato e concede una rapida frase: “Grazie del bel giudizio”, poi tra le risate dei presenti s’infila nell’ascensore e se ne va.

BERLUSCONI: VOTIAMO LA FIDUCIA. L’ultima mossa di Lupin?

berlusconi-fiducia-tuttacronaca“Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni di Letta. Abbiamo ascoltato i suoi impegni. Mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo e di riforme, abbiamo deciso non senza interno travaglio di esprimere un voto di fiducia”.

Berlusconi cambia idea 4 volte e alla fine annuncia la fiducia e spiazza il Pd!!!  Ma molti senatori non sono più con Berlusconi nel momento in cui dà la fiducia, primo fra tutti Nitto Paola e Vincenzo D’Anna.

All’una e mezzo inizia a parlare il presidente del Pdl Berlusconi: “L’interesse del Paese era quello di un governo che mettesse insieme le due forze del centrodestra e del centrosinistra. Su 23 componenti del governo, nonostante il fatto che al voto eravamo arrivati quasi alla pari col Pd, accettammo di aver soltanto 5 ministri nostri. Abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità”.

“Avevamo la speranza che cambiasse il clima del Paese, che si andasse verso la fine della “guerra civile fredda”, verso la pacificazione di cui il Paese aveva bisogno. Non l’abbiamo riposta, quella speranza. Abbiamo ascoltato con attenzione il discorso del presidente del Consiglio, lo abbiamo sentito impegnarsi a intervenire sulla riforma della giustizia, sulla riduzione della pressione fiscale e imposte sul lavoro, nonché a dare seguito al terzo richiamo Ue sulla responsabilità civile dei giudici. Abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia a questo governo“.

Il Cavaliere dimezzato, porta alla fiducia. Si apre il toto ministri!

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La destra si spezza e regala la fiducia al governo Letta. “Abbiamo verificato che il nome Pdl è e resta nelle disponibilità del segretario e quindi di Angelino Alfano. Il Pdl a questo punto siamo noi”. Lo dice Roberto Formigoni precisando: “Questo è un fatto importante perché dice che siamo e restiamo nel centrodestra. Non siamo una costola di Scelta Civica o di altro”. La fiducia a questo punto sembra scontata, ma si apre il toto ministri.

TUTTO IL PDL pronto a VOTARE LA FIDUCIA: il parricidio di Alfano?

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Succede di tutto, dalla sfiducia alla fiducia in pochi minuti. Silvio Berlusconi secondo quanto annunciato da Sky Tg24 che ha citato fonti interne al partito sarebbe entrato in aula per votare la fiducia a Letta. Durante il discorso il Cavaliere avrebbe detto: “Ascoltiamo e poi decidiamo”.

 La notizia di una clamorosa vittoria del fronte di Alfano e Quagliariello che, in extremis, avrebbe convinto tutto il partito a votare per la sopravvivenza del governo. Al momento le firme per Letta sono 27. Ma la situazione è ovviamente in via di definizione. Il parricidio è avvenuto?

Aggiornamento 2 ottobre 2013 ore 11:58. Il Partito della libertà ha annunciato che non voterà la fiducia al governo Letta, valutando l’ipotesi di uscire dall’aula.

Aggiornamento 2 ottobre 2013 ore 12:02. Il Pdl voterà in aula la sfiducia.

L’attimo fuggente! Letta al Senato, i video della giornata!

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LE DICHIARAZIONI DI ALCUNI PROTAGONISTI PRIMA DELL’AULA:

E’ Luca Cordero di Montezemolo, intervistato da La Repubblica a lanciare l’appello e l’allarme per la crisi di governo:

“Voglio fare un appello alle persone serie che militano nel centrodestra: questo appuntamento con la responsabilità e con la dignità non potete mancarlo”, il presidente Ferrari e di Italia Futura, ha poi sottolineato “il rischio di un commissariamento dell’Italia è più concreto, assumerne la responsabilità vuol dire tradire le famiglie, le imprese e i lavoratori”.” Comprendo la lealtà politica, ma nessuno potrebbe giustificare la slealtà verso una nazione che rischia una caduta che non merita”.

E’ poi la volta di Giovanardi che porta i numeri dei parlamentari che voteranno la fiducia a Letta: circa 40.

Intanto Silvio Berlusconi, intervistato da Panorama ha dichiarato: “Non muoio neanche se mi ammazzano” e parla dell’accusa che gli è stata mossa, quella di una sua presunta ossessione per la giustizia “Più che altro” dichiara a Panorama “è la giustizia ad essere ossessionata da me e mi fa uno stalking infinito. Io penso che la giustizia sia l’architrave principale su cui poggia la civile convivenza. Se come da noi è corrosa e politicamente corrotta, uccide la pace di tutti. E’ la politica che deve riparare la trave”.

Dopo una notte passata con i falchi, un tentativo estremo di Alfano, al Senato c’è il discorso di Letta e l’attimo fuggente da cogliere!

Si parte con il lungo applauso dei senatori del centrosinistra tributato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, citato all’inizio del suo intervento in Aula dal premier Enrico Letta.

Nel suo discorso in Senato il presidente del Consiglio Enrico Letta, intervenendo al Senato per la fiducia ha detto:

“L’Italia corre un rischio irrimediabile e fatale sventarlo dipende da noi e dalle scelte che assumeremo in aula, dipende da un si o da un no”.

“L’italia cambia se siamo solidi al punto da non temere che l’incontro con l’avversario sporchi o annacqui la nostra reputazione”.

“Io stesso sono in grado di testimoniare la passione che alberga in tutti i settori della politica italiana. Settori che non sono il mio, ma che hanno dato testimonianza di vitalità. Solo chi non ha le spalle larghe finisce per essere ostaggio della paura del dialogo”.

In uno Stato democratico “le sentenze si rispettano e si applicano, femro restando il diritto intangibile ad una difesa efficace”, ma no a trattamenti “ad personam o contra personam”.

“Il governo è nato in parlamento e se deve morire deve farlo qui. In parlamento”.

“Questo governo può continuare a vivere in un vero e proprio patto con la prospettiva focalizzata sui problemi veri delle persone”.

“Tutto il resto, come le minacce, genera solo caos”.

‘Il tempo per le riforme e’ scaduto” e ricorda che tutte le forze di maggioranza si erano impegnate a vararle.

“Oggi in poco tempo possiamo riformare la politica. I provvedimenti varati dal governo sono in Parlamento e se verranno approvati rapidamente ci riavvicineremo ai cittadini”, ma “il tempo è scaduto”

“Nessun golpe, nessun attentato alla Carta costituzionale”. Così il premier Enrico Letta nel corso del suo intervento in aula al Senato, dove chiederà la fiducia.

Silvio Berlusconi entra in Senato  pochi minuti prima delle 10.00, dove Letta sta già tenendo il suo discorso e dichiara “Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”.  

“Questi 5 mesi di governo hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale agli italiani. A chi polemizza, faccio presente che grazie al governo sono state pagate meno tasse per 3 miliardi. Anche questi sono fatti, non rinvii”.

Intanto alla Borsa di Milano lo spread  Btp-Bund è in calo. Il differenziale si attesta a  254 punti nei primi scambi di oggi contro i 260 punti della chiusura di ieri.

La Lega non sembra convinta dal discorso di Enrico Letta al Senato. Roberto Maroni, mentre Letta sta ancora parlando afferma che “Ho ascoltato l’intervento del presidente Letta e non mi pare che abbia detto cose significative che possano farci cambiare idea: confermeremo il voto contrario al governo”.

L’urlo di Bondi in aula:

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Intanto Letta prosegue il suo discorso parlando”Si può morire di austerità, ma anche di timidezza”

Nella parte conclusiva Letta dice “Il paese è stremato da politica delle risse” e “il paese si sta stancando di chiedere risposte”

Letta chiede “coraggio e fiducia” e “chiede la fiducia non contro qualcuno, ma una fiducia per l’Italia” e per dare “speranza ai propri figli”.

Il discorso finisce citando Benedetto Croce: “Abbiamo il dovere di restituire ai nostri figli la speranza. L’11 marzo del 1947 un grande liberale, Benedetto Croce, si rivolse in parlamento ai suoi colleghi dell’assemblea costituente con queste parole: ‘ciascuno di noi ora si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso'”.

Il discorso di Letta il 29 aprile 2013 quando iniziò il suo mandato fu questo:

Sono 27 i sostenitori della risoluzione della maggioranza per sostenere il governo Letta. Le firme – a quanto si apprende – sono quelle di senatori del Pdl e del gruppo Gal. non è escluso – sempre secondo quanto si apprende – che potrebbero aggiungersi altri senatori.

Circa 50 su 91. Tanti sono i Senatori del Pdl che sarebbero, secondo l’agenzia Dire, riuniti in questo momento con Silvio Berlusconi e il suo cerchio di fedelissimi. Al termine del discorso di Enrico Letta, il cavaliere si è diretto verso la sala Koch, dove è ora riuniti con gli uomini a lui più vicini. A questi Berlusconi avrebbe chiesto di prendere una decisione comune per non tradire il popolo. 

Qauglieriello tiene in mano le firme dei parlamentari del Pdl pro Letta:

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“Siamo pronti già nel pomeriggio a dar vita ad un nuovo gruppo, probabilmente chiamato ‘i Popolari'”. Lo ha detto il senatore Roberto Formigoni, fra i favorevoli del Pdl al governo Letta, parlando con i giornalisti a palazzo Madama.

Le dichiarazioni di voto di alcuni parlamentari:

Casini “non mi stupisco se qualcuno sospende la seduta perché un gruppo parlamentare ha indetto un’assemblea” Casini chiede la sospensione, ma alla risposta negativa di Grasso risponde “obbedisco” e poi continua “Il governo letta non è il secondo tempo della campagna elettorale e noi ammazziamo il governo letta e l’Italia” con “l’amnesia collettiva” che rischia di metterci fuori gioco con il popolo italiano.

Mario Michele Giarrusso del M5S ricorda il dimezzamento della tribunali, la responsabilità nel caso Shalabayeva e della figlia e la No Tav. Il M5S non voterà la fiducia al Governo Letta.

IL DRAMMA DEL PDL NELLE PAROLE DI BONDI: “Avete spaccato il Pdl ma fallirete. Potete avere tutto, formare il governo, estromettere Berlusconi e riuscire a spaccare il nostro partito ma io, noi, non assisterò a questa umiliazione dell’Italia”.

Silvio Berlusconi starebbe valutando la possibilità di intervenire in aula per le dichiarazioni di voto sulla fiducia al senato. È quanto si apprende da fonti Pdl. Nessuna decisione è però stata finora ufficializzata.

Intanto si annuncia che il Partito della libertà non voterà la fiducia al governo Letta, valutando l’ipotesi, però, di uscire dall’aula. Pochi minuti dopo arriva la smentita e si comunica che il Pdl in aula voterà compattamente per la sfiducia.

La replica di Letta verso la nuova maggioranza: 

“Stanotte non ho dormito, perché avevo la percezione che oggi sarebbe stata una giornata dai risolti storici, per certi versi drammatici”.

E’ “una giornata dai risvolti storici, importante per la nostra democrazia. Siamo davanti a un passaggio che cambia la natura di quanto stiamo facendo, perché cambiano i numeri”.

“Meglio cadere in piedi che andare incontro a soluzioni di basso profilo”

“Ringrazio anche tutti quelli che hanno votato questa maggioranza e oggi non la voteranno”

“L’Italia deve guidare da protagonista il percorso dell’Europa”

Le rassicurazioni di Alfano: 

L’assemblea del Pdl si è conclusa con 32 voti per la sfiducia, 25 per la fiducia e 24 escono dall’aula.

Letta punta il dito: “Berlusconi rovesciafrittata”

letta-attacco-berlusconi-tuttacronacaMentre il Pdl annuncia le dimissioni dei suoi ministri, il premier Enrico Letta scrive in Twitter per avvisare gli italiani e ricordare loro che il mancato stop all’aumento dell’Iva è “colpa dimissione parlamentari che ha provocato crisi e reso impossibile continuare. Berlusconi rovesciafrittata, italiani non abbocchino”.

letta-tweetNel frattempo, i siti d’informazione internazionali fanno rimbalzare la notizia delle dimissioni: “Berlusconi ministers ‘resign posts'” (i ministri di Berlusconi lasciano gli incarichi) si legge sulla versione online della Bbc mentre su Le Monde scrivono: “Italie : Les ministres du parti de Berlusconi dèmissionnent”. Similmente, su Le Figaro, “Italie : les ministres du parti de Berlusconi dèmissionnent”. La notizia è in primo piano anche sul tedesco Die Welt, “Via i ministri di Berlusconi, governo rischia la caduta” mentre lo spagnolo El Pais sostiene che “i ministri di Berlusconi assestano un duro colpo al governo Letta”. Sguardo puntato sull’Italia anche da Oltreoceano, con il sito del New York Times che informa i propri lettori delle “dimissioni dal governo dei ministri di Berlusconi”.

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Il contro canto di Cicchitto che punta il dito verso Forza Italia

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Un contro canto quello di Fabrizio Cicchitto che sembra lontano da quell’orchestra di Forza Italia che sta suonando un Requiem per lo Stivale. Cicchitto critica il suo partito e le modalità con cui si è arrivati alle dimissioni di massa. In particolare per il parlamentare Forza Italia sarebbe mancata “una discussione approfondita negli organismi dirigenti e nei gruppi parlamentari del Pdl”.

“Apprezzo la decisione dei ministri sul terreno di una cristallina condotta scevra da ogni preoccupazione di potere – che ribadisce una netta distinzione dalla sinistra che anche in questa occasione si è assunta gravissime responsabilità – così come ho apprezzato la loro azione di governo”, ha assicurato Cicchitto. “Ma ritengo che una decisione di così rilevante spessore politico avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del Pdl e dai gruppi parlamentari, il cui ruolo in questa così difficile situazione politica andrebbe esaltato, sia sul piano delle scelte politiche da prendere sia su quello dell’iniziativa politica”, ha concluso.

 

Il Sabato delle Dimissioni ovvero perché Berlusconi ha giocato d’anticipo?

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Letta invoca il Parlamento, ma Berlusconi non permette la verifica e gioca d’anticipo. Questo potrebbe essere stato dettato dalla paura del leader di Forza Italia di non avere un fronte compatto… stavolta i franchi tiratori potrebbero annidarsi nel partito di centro destra. Il Premier o meglio da qualche minuto ex tenta ancora che la crisi venga compiuta “alla luce del sole e di fronte ai cittadini”, in modo da cercare i voti dei dissidenti di Forza Italia che sicuramente avrebbero permesso di continuare fragilmente e in costante bilico l’avventura del governo Letta. Il Presidente Napolitano sta in queste ore in diretto contatto con Letta e stanno vagliando diverse ipotesi, anche se la più remota sembra essere quella di tornare alle urne.

Il Pd non è pronto, non ha fatto il Congresso e l’unico che forse avrebbe potuto battere l’indebolito Pdl è Matteo Renzi che in questo momento si trova in attesa di primarie che lo possano investire del ruolo di segretario candidato alla Premiership. L’alternativa M5S è tutta da vagliare, se mai qualcuno vorrà sondare il terreno che in questo momento però potrebbe nascondere molte insidie. Quanti potrebbero votare un governo M5S? Forse se con uno scenario da fantapolitica, il Presidente Napolitano chiedesse al Pd un atto di responsabilità, forse la strada sarebbe percorribile.

L’ipotesi di un governo con i fuoriusciti del centro-destra

Si sta facendo spazio l’ipotesi di un governo più stabile anche se sembra che i segnali di ottimismo lanciati dal civico Olivero al momento debbano essere poi valutati e sostenuti in Aula se mai si arriverà a dichiarare una nuova coalizione di governo:

“Ed è chiaro – dice Olivero – che il punto non è il tradimento di Berlusconi ma la creazione di un progetto più forte, per dar vita ad un soggetto moderato che superi l’attuale bipolarismo. Un progetto che ha una prospettiva e non si limiterà ad accogliere transfughi”.

In definitiva Scelta Civica cerca di distogliere l’attenzione dalla crisi italiana e rilanciare su un nuovo progetto. Ma cosa succederà alla riapertura dei mercati di lunedì? La Borsa di Milano che ripercussioni avrà? La crisi italiana come sarà presa dai Paesi dell’Eurozona? Si accetterà un rimpasto di governo o, soprattutto per il buon nome dell’Italia, sarebbe auspicabile tornare alle urne anche se la legge elettorale non è stata cambiata?

Gli interrogativi restano mentre si sonda il terreno. Casini da New York ha appena dato la sua disponibilità. Sulla stessa rotta sembrano essere i dissidenti di Forza Italia Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi. Tra questi si potrebbe aggregare anche Maurizio Sacconi, nonostante le dimissioni firmate a Berlusconi. Altra pedina che potrebbe staccarsi dal centro-destra è  Guido Viceconte, senatore della Basilicata. Al momento se ne conterebbero, ma poi bisogna vedere come si comporterebbero in aula, più o meno una decina. Altri dieci, ma anche qui tutti da verificare, sarebbero i fuoriusciti o in “procinto di distacco” del M5S.

Il Letta bis sarà un governo appoggiato dai “dissidenti M5S” e dai “pentiti Forza Italia”? Sarà il governo dei delusi dei partiti a dare stabilità nei prossimi mesi a un progetto politico capace di traghettare l’Italia fuori dal tunnel, lontano dallo spettro della Troika?

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