Si ricomincia tutto da capo e ora le autorità di Nuova Delhi vogliono interrogare altri quattro militari della pattuglia in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie. Per la Corte suprema indiana Massimo Andronico, Alessandro Conte, Antonio Fontana e Renato Voglino devono rispondere alla sbarra davanti ai giudici. E L’Italia non potrà che rispettare i patti. Ma quali sono stati questi patti? Quelli presi ufficialmente? Quelli ufficiosi se mai ci sono stati? I rappresentanti del governo Monti, secondo le informazioni in possesso di Wikilao e confermate da fonti militari e indiane, ha sottoscritto un impegno per far tornare in India i quattro, laddove ritenuto necessario.
Fu sulla base di quella garanzia davanti alla Corte Suprema che il 2 maggio del 2012 venne autorizzato il rilascio dei marinai, della nave e del suo equipaggio.
Insomma un vero salto nel passato e fra poco scatteranno i 500 giorni di prigionia. Ma perché se l’Enrica Lexie si trovava esattamente a 20,5 miglia nautiche dalla costa del Kerala nella cosiddetta zona contigua, deve essere l’India a giudicare i Marò? E questa forse è solo na delle mille contraddizioni del caso.
Eataly, la catena del gusto di Oscar Farinetti, ha deciso di comprare due pagine di Repubblica e Messaggero per festeggiare a modo suo il 2 giugno. Due pagine in cui gli 11 Presidenti della Repubblica italiana vengono “messi a tavola”, ovvero associati a una pietanza tipica. L’idea è senza dubbio originale e “gustosa” e segna un modo diverso di festeggiare la Festa della Repubblica… peccato per la gaffe: Oscar Luigi Scalfaro diviene Eugenio Scalfaro, lapsus che rimanda al nome del fondatore del quotidiano “La Repubblica”, Eugenio Scalfari.
Hanno la stessa età come lo stesso Camilleri sottolinea nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano “Sì, siamo del ‘25 tutti e due.” Ma le similitudini si fermano qui, perché poi lo scrittore siciliano, come è nel suo stile, non si lascia sfuggire l’occasione di esprimere il suo punto di vista con toni anche molto accesi: “Aveva fatto bene quando aveva detto “Me ne vado e buona sera”. Il secondo mandato è stato un errore, sia per chi l’ha proposto sia per chi ha accettato”. Camilleri aggiunge anche “Da quel momento tutto il fatto costituzionale è andato a vacca. C’è stato un allentamento delle briglie costituzionali, tanto valeva – a lume di logica e di naso e di buon senso – fare un governo del Presidente. È stato più grave l’intervento sui partiti del capo dello Stato. Una sorta d’invasione di campo, un fatto non da Repubblica parlamentare. Bisogna rispettare la Costituzione: non devo essere io a dirlo, dovrebbe essere il presidente Napolitano. Il secondo mandato non è proibito, ma non è un caso che non sia mai successo. Di solito, poi, uno non arriva a fare il capo dello Stato a 40 anni: due mandati fanno 14 anni e te ne vai a 54. Qui te ne vai a 95”.
E su Rodotà neppure ha dubbi: “Appena sentii che i Cinque Stelle proponevano Rodotà, feci un balzo di gioia…’Che meraviglia, ora agguantano al volo questa liana sospesa, come Tarzan. Ed è fatta’. Quando mai… e sono riusciti a far fare quella figura a Prodi, Dio mio. L’alternativa c’era, era Rodotà. Cosa ostava a Rodotà?”
Un 2 giugno amaro quello di Andrea Camilleri e forse anche per molti italiani che davvero avevano creduto in un cambiamento.
Nella festa della repubblica il sindaco Matteo Renzi, in piazza della Signoria a Firenze, ha consegnato la cittadinanza italiana ai tre senegalesi rimasti feriti negli agguati a sfondo razzista a Firenze del 13 dicembre 2011, per mano del killer Gianluca Casseri, 50 anni, poi suicidatosi.
Moustapha Dieng, Cheiqh Mbengue e Mor Sougou, da oggi sono quindi cittadini italiani secondo la concessione che è stata fatta dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano, al quale il presidente della regione Toscana Enrico Rossi si era rivolto subito dopo il raid che costò la vita a due loro connazionali, Mor Diop e Samb Modou.
Accanto ai 3 nuovi cittadini italiani c’era anche la vedova di Modou. Mentre uno di loro, Dieng, era accompagnato dai sanitari dell’ospedale fiorentino di Careggi. Il giovane a tutt’oggi è ancora costretto a vivere in ospedale per avere le cure dopo che una delle pallottole sparate da Casseri gli ha leso il midollo spinale.
«A nome della città di Firenze chiediamo al Parlamento e alle autorità centrali, con rispetto, che sia approvata una nuova legge sulla cittadinanza basata sullo ius soli, in base al principio che chi nasce in Italia è italiano» ha detto Renzi.
Lapidale la risposta di Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato «Renzi è un demagogo. Non si potrà mai dare la cittadinanza automaticamente a chi nasce in Italia».
Non si può archiviare una questione così delicata che rischia di innescare tensioni sociali facendola ricadere sotto la parola “demagogia”. Bisogna interrogarsi e capire il fenomeno ponendosi dalla parte degli stranieri, senza dimenticare mai i costi che una tale decisione inevitabilmente comporta.
Quante donne decideranno di venire a partorire in Italia per dare la cittadinanza al proprio figlio? Quale è il costo di questa operazione? Abbiamo lavoro, case e un futuro da offrire agli stranieri che nasceranno in Italia o dovranno essere disperati come gli italiani in cerca di un lavoro, strozzati dalle tasse e dai mutui? Solo quando l’Italia sarà in grado di provvedere a questi cittadini stranieri si potrà parlare di ius soli, solo quando potremo offrire un “sogno italiano” e potremo accogliere dignitosamente queste persone sarà etico dare la cittadinanza per nascita… prima sarebbe l’ennesimo tentativo di sfruttare a fini elettorali e “ideologici” gli stranieri e come sempre saranno i più deboli a pagarne il prezzo.
Le celebrazioni per la Festa della Repubblica sono in corso in tutta Italia. Una festa che dovrebbe ricordarci come lo Stato protegge i suoi cittadini. E mentre le forze armate sfilano per Roma sotto gli occhi di politici soddisfatti, cade nel silenzio il fatto che, di quelle stesse Forze Armate, di questa stessa nazione, fanno parte anche i due marò Latorre e Girone, che si trovano in India, dimenticati dalla Repubblica che volevano difendere e che sembra averli abbandonati. Ma c’è chi a loro pensa, sono gli italiani all’estero che hanno invato una petizione al segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki moon. Quello che si chiede all’Onu è che venga monitorato il loro processo, ormai imminente e di promuovere” un arbitrato internazionale. I due fucilieri di Marina, si legge, “non sono terroristi, ma militari che combattevano la pirateria”. L’ideatore dell’iniziativa è Giorgio Caruso, fondatore del gruppo “Italiani nel mondo – salviamo i nostri marò”, che l’ha lanciata, da New York, dopo averla raccolta dalle pagine Facebook delle famiglie Latorre e Girone. Margaret, la madre americana di Caruso, che negli anni Cinquanta è stata giornalista del New York Times, lo ha aiutato a scrivere il testo. In Amelica si mobilitano, si cerca di far arrivare quanto più lontano possibile quest’iniziativa, in Italia il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha invitato sul palco della parata ai Fori imperiali i familiari dei due fucilieri. Qualche ora prima li aveva chiamati a Delhi. Un magro contentino per due uomini che chiedono solo di riavere indietro la propria libertà e di essere tutelati dal loro governo. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha chiesto “compostezza” e di “urlare” di meno. “Non so se dovrei bombardare l’India, rompere i rapporti commerciali, ritirare l’ambasciatore” ha aggiunto con una facile battuta. Forse dovrebbe solo alzare la testa e mostrare all’India la dignità nazionale Italiana. E mostrare agli italiani che al governo importa il loro benessere. Quel giorno, sarà un bel giorno per festeggiare la Repubblica.
Ecco cosa accadeva poco più di un anno fa a Roma: gli italiani rivogliono i loro marò in patria!
Ai Fori Imperiali a Roma sfileranno 3300 tra militari e civili. Abbiamo risparmiato, come l’anno scorso, sulle frecce tricolore, ma non abbiamo rinunciato a sfoggiare le forze armate, come se per festeggiare la Repubblica fosse necessario mostrare la forza bellica. Uno Stato sono le sue forze armate? Non sono i suoi beni culturali, le sue tradizioni, le sue eccellenze? Siamo in Europa, abbiamo aderito al trattato di Schengen, e festeggiamo come se fossimo ancora una volta una nazione che si deve difendere? E se difesa ci deve essere non è certo quella militare, semmai è quella economica!
2 Giugno 2013 nonostante la spending review il programma di oggi prevede:
La deposizione di una corona di alloro sulla Tomba del Milite Ignoto alla quale partecipano le più alte cariche dello Stato, che poi presenzieranno subito dopo alla rassegna delle truppe schierate per la Parata. Tra i presenti, non potva mancare, alla sua prima uscita ufficiale, il nuovo capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa.
Poi la parata sarà aperta come consuetudine dalla banda dei Carabinieri e sarà articolata in 7 settori!
Tra questi si inizierà con quello delle bandiere e degli stendardi delle nazioni amiche e alleate e degli organismi internazionali (una festa della Repubblica non dovrebbe far sfilare tutte le bandiere come simbolo di programmare nuovi accordi e nuovi equilibri anche con le altre nazioni?) Poi ci saranno le forze armate: il settore dell’Esercito, quelli della Marina, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri; il settore dei Corpi militari e ausiliari dello Stato (Gdf, Cri, Smom); quello dei Corpi armati e non dello Stato (Forestale, polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Vigili del fuoco, Volontari del soccorso, Servizio civile nazionale, Polizia municipale).
Nel pomeriggio in concomitanza con l’apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, è previsto un concerto. Finalmente qualcosa che non sia militare? No, ancora le forze militari che suoneranno con i complessi bandistici della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Aeronautica Militare, della Marina Militare e dell’Esercito.
Ma chi avrà il coraggio di uscire da questo protocollo tribale e proporre una Festa della Repubblica che sia pacifista e che possa rappresentare davvero una nazione e non le sole forze armate?
Per chi vuole la festa pacifista oggi può andare a Piazza Mignanelli, vicino a Piazza di Spagna, con un presidio-evento in cui le reti promotrici della “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” (Rete Italiana per il Disarmo, Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Tavolo Interventi Civili di Pace e Campagna Sbilanciamoci) premieranno alcuni cittadini come “Testimoni di Pace”: donne e uomini del Servizio Civile, della Cooperazione allo sviluppo, della sanità e istruzione, del mondo del lavoro, della lotta alla criminalità organizzata, dell’informazione e un rappresentante degli stranieri senza cittadinanza. Uno speciale attestato verrà rilasciato alla memoria di Daniele Ghillani, giovane volontario in Servizio Civile all’estero morto in Brasile. Naturalmente questa manifestazione passerà nel silenzio più assoluto lontano dai riflettori mediatici che saranno tutti posti su via dei Fori Imperiali, dove ci saranno le massime cariche dello stato.
Solo la presidente della Camera Laura Boldrini è attesa oggi in un centro di Servizio Civile a Roma, “Salesiani per il Sociale”, dove incontrerà i promotori della “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” oltre ai giovani che hanno scelto la strada del Servizio civile.
Va meglio in altre città lontane da Roma, come Bologna e Firenze dove le manifestazioni per i festeggiamenti saranno a sfondo più pacifista. Ad esempio nel capoluogo toscano la Festa della Repubblica è stata scelta come occasione per consegnare il riconoscimento della cittadinanza ai tre senegalesi feriti nell’agguato a sfondo razzista del 13 dicembre 2011 nel capoluogo toscano, costato la vita a due loro connazionali.
Ma come mai ogni anno si deve richiamare l’attenzione sulle forze armate? Non bastano le feste finanziate con i soldi pubblici che ogni reparto militare festeggia ogni anno in occasione del giorno della sua nascita? Come mai serve far sfilare il 2 giugno i militari? Probabilmente è indice di quella corsa al riarmo sotterranea di cui poco si parla (ad eccezione degli F35) e che ogni anno leva molte risorse allo stato italiano.
Ma l’Italia, paese che ripudia la guerra, perchè dovrebbe spendere tutti questi soldi per la difesa nazionale in un periodo di pace e in un’Europa in profonda crisi economica? Per le ambizioni di prestigio nazionale che animano i nostri generali? Per gli interessi economici dell’industria bellica?
Ecco il programma di spesa 2013 – 2014 – 2015 (spesa totale) in milioni di euro. (Fonte Dati: Il Fatto Quotidiano)
N.B:
I programmi elencati sono in ordine discendente di spesa per l’anno in corso
I programmi contrassegnati da asterisco sono quelli cofinanziati da altri ministeri
forse con l’aria che tira in Italia non molti hanno voglia di festeggiare la Repubblica, ma Napolitano non manca di lanciare il suo messaggio, un po’ per rincuorare per gli italiani ma, soprattutto, per ricordare ai politici quanto aveva detto nel suo discorso d’insediamento. “Vigilerò perché non si scivoli di nuovo verso opposte forzature e rigidità e verso l’inconcludenza, né per quel che riguarda scelte urgenti e vitali di politica economica e sociale, né per quel che riguarda la legge elettorale e riforme istituzionali più che mai necessarie”. Si rivolge con determinazione ai rappresentanti politici il Presidente della Repubblica e invita tutti a moderare i toni del confronto e a lavorare insieme per uscire dalle difficoltà della crisi, ricordando che “Il primo banco di prova sta nel discutere e confrontarsi tra loro liberamente, ma con realismo e senso del limite, senza mettere a rischio la stabilità politica e istituzionale, in una fase così delicata della vita nazionale”. E ha proseguito: “È giusto che in questa giornata del 2 giugno l’Italia dia di sé un’immagine di dignità, di consapevolezza, di volontà costruttiva” prima di ricordare le difficoltà, dalle quali è certo l’Italia si rialzerà: “Viviamo con profonda preoccupazione il protrarsi e l’aggravarsi della recessione, la crisi diffusa, in molti casi drammatica, delle imprese e del lavoro. Ma diciamo a noi stessi, come all’Europa e al mondo, che a queste difficoltà non ci pieghiamo, che vi reagiamo convinti di poterle superare. Purché – ha detto ancora Napolitano – scatti uno sforzo straordinario di mobilitazione operosa e di coesione sociale, e insieme un impegno efficace e convergente di governo e Parlamento”. La sua preoccupazione primaria, comunque, resta per il lavoro giovanile: “In queste settimane”, ha detto, ci si sta muovendo “seriamente in direzioni nuove anche in Europa, dove ormai si impone all’ordine del giorno come problema numero uno quello del creare occasioni e prospettive di lavoro per vaste masse di giovani che ne sono privi”. La sua risposta per superare il periodo arriva subito dopo: “Occorre recuperare fiducia nella politica e nelle istituzioni, dando risposte concrete soprattutto ai molti tra voi che vivono momenti duri e penosi e sono in allarme per il presente e per il futuro. Ad essi mi sento e resterò vicino”. Domani dunque il via a una celebrazione sobria, prima di fissare una data ultima per raggiungere un obiettivo: “Di qui al 2 giugno del prossimo anno, L’italia dovrà essersi data una prospettiva nuova, più serena e sicura – ha proseguito nel suo messaggio -. Andiamo avanti con coraggio per potervi riuscire. Ancora un augurio. Viva la repubblica!”, ha concluso il suo video messaggio per l’anniversario della nascita della Repubblica.
Si rivolge ai Prefetti, in occasione della Festa della Repubblica, il Presidente Giorgio Napolitano, e li sollecita affinchè lo Stato presti “la massima attenzione” al disagio sociale per cercare di evitare altri “episodi tragici”. E’ un appello il suo: “Vi chiedo, nell’ambito della generale attività di prevenzione, la massima attenzione alle situazioni di maggior disagio e bisogno, promuovendo iniziative di ascolto, di sostegno e di integrazione per evitare il più possibile episodi tragici come quelli verificatisi di recente”. Il Capo dello Stato si è focalizzato sul tema della fiducia, che deve rinascere, in particolar modo nei giovani: “La fiducia potrà rinascere, ed essere a sua volta volano di migliori risultati, se le risposte saranno coerenti e mirate in uno sforzo continuo, volto a razionalizzare e semplificare gli apparati e l’azione amministrativa ed a riorientare l’utilizzo delle risorse pubbliche perché possa concretamente avviarsi una nuova fase di sviluppo e di coesione sociale”. Ed è proprio alla società nella sua interezza a cui bisogna guardare, cercando soluzioni tempestive: “Come tutti coloro che esercitano pubbliche funzioni sul territorio, Voi siete interpellati quotidianamente dalle ansie e dalle aspettative di persone, famiglie ed imprese in gravi difficoltà. Di questa vera e propria ‘questione sociale’ – che si esprime soprattutto nella dilagante disoccupazione giovanile – bisogna farsi carico ponendola al centro dell’azione pubblica, che deve connotarsi per un impegno sempre più assiduo nella ricerca di soluzioni tempestive ed efficaci alle pressanti istanze dei cittadini”. In chiusura, un ringraziamento per aver recepito il richiamo alla sobrietà in vista delle celebrazioni del prossimo 2 giugno: “Ho vivamente apprezzato – spiega il capo dello Stato – la convinta adesione che avete riservato all’invito a celebrare la solenne ricorrenza della Festa della Repubblica con la sobrietà che il momento richiede, riaffermandone, comunque, il profondo significato nel rinnovato richiamo ai valori sui quali si fonda la nostra Comunità nazionale”.
Festa nazionale della Repubblica sotto l’egida della sobrietà quest’anno. Una nota del Quirinale spiega infatti che: “Per ragioni di sobrietà e di massima attenzione al momento di grave difficoltà che larghe fasce di popolazione attraversano non avrà luogo il tradizionale ricevimento del primo giugno riservato alle autorità istituzionali, a esponenti della società civile e ai capi missione delle rappresentanze diplomatiche in Italia”. Quello che resta confermato è il messaggio augurale del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che come ogni anno raggiungerà gli italiani tramite gli schermi televisivi, e la sua presenza alla parata militare. La nota dichiara inoltre che “Nei capoluoghi di provincia, le Prefetture renderanno omaggio in termini strettamente istituzionali alla ricorrenza della Festa della Repubblica”. Nessun cambio di programma per i giardini del Quirinale, che verranno aperti ai cittadini nel pomeriggio.
*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*