“Il giudice Giovanni Falcone si reco’ dal senatore Andreotti in compagnia dell’europarlamentare Salvo Lima. Come puo’, quindi, Lima essere accusato di ‘mafiosita’?” Si apre così la difesa di Andreotti da parte di Pomicino, contro il tribunale capeggiato, in studio, dal direttore de il Fatto Padellaro. “Incontrai Falcone a Roma proprio davanti all’ufficio di Andreotti – dice Pomicino – mentre era in compagnia di Lima. Vi si era recato – era il 1989 – per spiegare ad Andreotti le ragioni per le quali aveva denunciato un democristiano per via dell’omicidio Mattarella”.
Una versione tutta nuova rispetto a quella che lo stesso Pomicino dichiarò nel 2002 e ripresa spesso dall’avvocato di Andreotti Franco Coppi, secondo cui la strana visita serviva a “chiedere aiuto per lasciare Palermo”
Cirino Pomicino che cambia versione, poi arrivano le lacrime. Un pianto per il suo amico di una vita. Quel Giulio a cui chiedere consiglio (e non solo) e quel “santo” a cui appellarsi sempre. Ma fino a quando dovremo assistere al protagonismo di vecchie leve politiche, spesso con passati imbarazzanti che continuano a cercare il protagonismo in tv, radio e ogni occasione pubblica per sentirsi ancora addosso quell’ “odore di potere” ormai perso da troppo tempo?
Forse arriverà un giorno che ci rimpiangeremo Andreotti?