E’ 1985 e, a Libona, si incontrano due chitarristi Pedro Magalhães (già bassista del gruppo pop degli Herois do Mar) e Rodrigo Leão e un violoncellista, Francisco Ribeiro. I chitarristi iniziano a sperimentare nuove sonorità fondendo i suoni delle due chitarre e rinnovando così il fado portoghese. Alla musica tradizionale, il gruppo, aggiunge anche alcune sonorità etniche: il risultato è una musica suggestiva, elegante e complessa. La vera rivoluzione avviene un anno dopo, nel 1986, quando il gruppo incontra Teresa Salgueiro, cantante diciottenne che si esibisce nei bar di Lisbona. In breve diventerà lei l’unica voce caratteristica del gruppo.
Il primo album esce nel 1987 e s’intitola “Os dias da Madredeus” e il gruppo inizia a farsi conoscere attraverso una serie di esibizioni che immediatamente riscuotono gran successo. Si arriva così alla pubblicazione di un doppio album “Lisboa”, a cui collabora anche un’orchestra delle Isole Azzorre composta da ottanta elementi.
Arrivano, poi, sulla scena internazionale incidendo la colonna sonora per il film “Lisbon Story”, del regista tedesco Wim Wenders.
In Italia, collaborano nel 2000, con Branduardi per la realizzazione del suo album “L’infinitamente piccolo” dedicato a San Francesco d’Assisi.
Sono del 2001 “Movimento”, “Electronico”, “Euforia”, “Um amor infinito”, “Faluas do tejo”.
Nel 2007 Teresa abbandona il gruppo per controversie con gli altri musicisti e al suo posto arriva la cantante Mariana Abrunheiro.
I Madredues continuano la loro attività pubblicando l’album “Metafonia” nel 2008, mentre nel 2009 esce “A Nova Aurora”.
Nel 2010 arriva la morte del co-fondatore del gruppo Francisco Ribeiro.
Da ascoltre per il ritmo trascinante ed eccletico che ha rivoluzionato il fado portoghese.