Per un San Valentino spaziale, ecco i cuori dal cielo!

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Almeno a San Valentino è vietato essere banali, quindi puntate gli occhi al cielo e trovate tra le galassie il vostro cuore. E’ l’Agnezia spaziale europea a pubblicare una serie di cartoline ‘spaziali’ per chi, per la festa degli innamorati, vuole stupire il proprio partner e portarlo nello spazio. Naturalmente frasi e citazioni fanno da corredo alle immagini davvero straordinarie e si può scegliere galassie che si ‘baciano’, scorci del cielo stellato con nebulose a forma di cuore, il “Sole della mia vita” o la Luna, verso la quale volare e “giocare tra le stelle”. Naturalmente non potevano mancare le foto satellitari di isole a forma di cuore, ma c’è sicuramente chi oggi vorrà festeggiare con una nebulosa a forma di anello!

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“Ciao mondo!” La sonda Rosetta si è svegliata e manda il suo saluto

rosetta-tuttacronacaSono trascorsi 31 mesi dall’inizio della sua ibernazione ma ora la sonda Rosetta si è svegliata e ha voluto salutare il mondo dal suo account Twitter: ”Hallo World!” La sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) è finalmente pronta alla corsa finale verso la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. Rosetta era stata lanciata il 2 marzo 2004. Si tratta della prima missione spaziale nella quale un veicolo costruito dall’uomo si poserà su un fossile del Sistema Solare per scoprire i segreti della nascita dei pianeti e dell’origine della vita. Come spiega il responsabile delle sue operazioni, Andra Accomazzo: ”Abbiamo davanti a noi mesi impegnativi per preparare la sonda e i suoi strumenti alla prima osservazione ravvicinata di una cometa, un corpo celeste del quale sappiamo ancora molto poco”. La sveglia è arrivata alle 11 del 20 gennaio e, a partire da quel momento, gli strumenti della sonda hanno cominciato a riscaldarsi. Rosetta ha acceso i sensori stellari che le permettono di orientarsi e ha rivolto l’antenna verso Terra per trasmettere il segnale. Ora è tutto pronto per affrontare la corsa finale verso la cometa. Il coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Flamini, osserva: ”E’ una missione difficilissima”. E rileva: ”Finora Rosetta ha affrontato una missione complessa, ma tutto sommato normale. Da questo momento in poi entriamo in territori sconosciuti. E’ un traguardo importante anche per l’Italia”. Uno degli strumenti principali di Rosetta, lo spettrometro Virtis (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer), si deve alla planetologa Angioletta Coradini, morta nel 2011. Come ricorda l’Ansa, alla missione partecipa anche l’industria italiana, con la Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) come primo contraente per assemblaggio, integrazione e prove del satellite e per la campagna di lancio. L’azienda ha inoltre costruito l’antenna che permette il collegamento con la Terra. Ora saranno necessari due mesi per completare il controllo degli strumenti. In maggio la sonda comincerà ad avvicinarsi alla cometa, che dovrebbe raggiungere in agosto: sarà il primo veicolo ad osservare il nucleo di una cometa dalla distanza di appena 200 chilometri. In novembre il lander Philae, chiamato così da una ragazza italiana, si separerà dalla sonda per scendere sulla superficie della cometa e perforane il suolo con un ‘trapano’ italiano. Poi Rosetta accompagnerà la cometa verso il Sole, al quale si avvicineranno nell’agosto 2015. Quindi proseguiranno insieme la corsa, che Rosetta potrà ‘raccontare’ alla Terra fino al dicembre 2015.

Letta, Hollande e i modellini dei missili spaziali

letta-missile-tuttacronacaFesta per il sueccesso dei due lanci consecuti del lanciatore spaziale Vega, oggi, al termine del vertice a Villa Madama a Roma tra il presidente del Consiglio Letta e il presidente della Repubblica francese Hollande. Per l’occasione, i due premier hanno ne mostrato un modellino, congratulandosi per l’accordo firmato tra Arianespace, Avio e l’Esa, per lo sviluppo del nuovo lanciatore Ariane 6.

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Una fiammata al tramonto: gli ultimi istanti del GOCE

goce-fine-tuttacronacaHa tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso il satellite GOCE, che nel suo viaggio di ritorno alla Terra minacciava di cadere su un centro abitato.  Anche l’Italia, si era detto, rischiava di essere colpita da un frammento. Invece il satellite dell’Esa ha scelto l’estremo sud del pianeta e l’ha trovato chi era pronto a immortalare i suoi ultimi istanti. Bill Chater, che abita nelle isole Falkland,ha scattato l’immagine che sta facendo il giro del mondo e che è stata dichiarata dall’Agenzia spaziale europea compatibile, per posizione e orario, con il rientro di Goce. Eccolo quindi, il satellite, che somiglia a una meteora mentre brucia entrando nell’atmosfera terrestre. Il suo viaggio è finito così: con una fiammata e una scia di luce.

Cessato allarme: il GOCE si è disintegrato con l’atmosfera

goce-tuttacronacaPer due giorni ci ha tenuti con il fiato sospeso ma ora è certo lo “scampato pericolo”: il satellite europeo GOCE si è disintegrato nell’impatto con l’atmosfera, senza provocare danni. Era stata l’impossibilità di prevedere esattamente data e luogo dell’impatto che aveva generato il timore che i frammenti prodotti potessero cadere su zone popolate nonostante, agli occhi degli esperti, questa potesse essere un’eventualità molto remota. Il satellite da una tonnellata è rientrato nell’atmosfera intorno alle 1,00 del mattino, orario attorno al quale aveva smesso di dare segnali. Nonostante le condizioni estreme, gli  strumenti del satellite hanno continuato a funzionare fino all’ultima orbita, registrata dalla stazione di Terra che si trova in Antartide quando Goce si trovava ad una quota inferiore a 120 chilometri. Si trovava quindi molto vicino alla zona critica chiamata Linea di Karman, situata a quota di 100 chilometri, considerata il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno.

Il GOCE solcherà i nostri cieli, ma niente frammenti sull’Italia

goce-tuttacronacaNuovo aggiornamento dell’Agenzia Spaziale Italiana sul rientro incontrollato del GOCE nel quale si esclude un eventuale impatto dei frammenti del satellite sul territorio italiano. Stando a quanto riportato, il satellite si trova ad un’altitudine di circa 147 km e scende a una velocità di più di 1 km all’ora. Sono in costante aumento le temperature della parte anteriore del veicolo spaziale mentre per quel che riguarda l’orientamento è come dovrebbe essere, con il sistema di controllo dell’assetto che continua a funzionare regolarmente. Heiner Klinkard, responsabile dell’ufficio dell’Esa che si occupa di detriti spaziali, è inutile lasciarsi prendere dal panico ”è 250.000 volte più probabile vincere nella Lotteria tedesca” che essere colpiti da un eventuale detrito del satellite GOCE. La finestra in cui il satellite solcherà i nostri cieli, restano dalle 19.44 alle 20.24 di domenica sui territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna; dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre.

Arriva il satellite che ci aiuterà a trovare il petrolio?

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Gli estrattori di gas e petroli avranno un nuovo alleato: il satellite. L’Esa (European space agency, l’Agenzia spaziale europea) ha spiegato come l’International association of oil and gas producers (Ogp), associazione internazionale del gas&oil, consideri importante l’uso dei satelliti per l’osservazione della Terra affrontando le “nuove frontiere” dell’esplorazione, e l’agenzia spaziale indica quindi come “la serie di satelliti ‘Sentinel’ di prossimo arrivo faciliteranno questi nuovi sforzi”. L’Esa sta infatti sviluppando 5 nuove missioni denominate ‘Sentinel’ e sviluppate specificamente per le necessità dell’osservazione del pianeta e nell’ambito di queste missioni i satelliti potranno essere usati dai settori oil&gas per la mappatura geologica, il monitoraggio della subsidenza e le situazioni di emergenza, come gli sversamenti di idrocarburi. “Mano a mano che l’industria estrattiva affronta nuove sfide- spiega l’Esa- come operare ad alte latitudini e rispondere a requisiti legali sempre più esigenti per quel che riguarda la sostenibilità ambientale, l’osservazione della Terra sta diventando sempre più importante per il settore”.

“Sebbene molte compagnie abbiano già integrato” le tecnologie satellitari “nelle loro attività- spiega l’Esa- c’è il bisogno di stabilire linee guida a livello di settore”. L’International association of oil and gas producers (Ogp) e l’Agenzia spaziale europea hanno iniziato a collaborare 3 anni fa con un seminario congiunto per esplorare le possibilità di un incremento dell’uso dei satelliti. Viste le opportunità, il comitato Ogp Geomatics ha stabilito un organismo dedicato, cioè l’‘Earth observation subcommittee’. Questo organismo “si occuperà esclusivamente di promuovere e strutturare l’uso dei satelliti e del telerilevamento aereo nel settore oil&gas”.

Alcune delle linee guida dell’Ogp “si focalizzano sulle operazioni nell’Artico, dove si trova circa il 13% delle riserve di petrolio non ancora sfruttate”, segnala l’Esa. In questa regione “esplorazione e sfruttamento in sicurezza si baseranno molto su informazioni accurate e tempestive circa il ghiaccio marino e gli iceberg- ricorda l’agenzia- è quindi altamente prioritario che l’Ogp stabilisca linee guida su come i dati prodotti dall’osservazione della Terra possano favorirli”, assicurando che gli operatori abbiano “le conoscenze e la capacità di utilizzare le informazioni satellitari”.

La costellazione dei satelliti ‘Sentinel’ giocherà “un ruolo di primo piano in questa nuova frontiera”. Queste nuove missioni “cambieranno le regole del gioco per l’industria in termini di disponibilità dei dati- dice il membro dell’‘Earth observation subcommittee’ Ogp Richard Hall, della norvegese Statoil- ma dobbiamo assicurarci di essere pronti ad entrare in questa nuova era della geo-informazione”.

Per prepararsi ad andare nello spazio… scendono nella grotta!

Esa-Caves-tuttacronacaIl progetto Caves, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), porterà sei astronauti a vivere per sei giorni in una grotta della Sardagne. Questa “esclusione dal mondo” servirà loro come addestramento per andare nello spazio. Tra coloro che scenderanno nel complesso della Sa Grutta si trova anche un italiano, Paolo Nespoli. Gli astronauti coinvolti in questo progetto sono rappresentanti di tutti i partner della Stazione Spaziale Internazionale: Mike Fincke e Drew Feustel per gli Stati Uniti, David Saint-Jacques per il Canada, Nikolai Tikhonov per la Russia, Soichi Noguchi del Giappone e il danese Andreas Mogensen, che rappresenta l’Esa insieme a Nespoli. I sei giorni da trascorrere in una grotta s’inseriscono in un corso intensivo di sopravvivenza che durerà due settimane e che comprende anche un corso di addestramento di base prima dell’isolamento. Scopo dell’esperienza è vedere come un gruppo di persone è in grado di cavarsela in situazioni estreme, con pochi oggetti personali e sporadici contatti con il mondo esterno, ossia le situazioni che si creano quando ci si trova in orbita. E’ Nespoli a raccontare: “Quando mi sono addestrato per la mia prima missione nello spazio la Nasa portò l’intero equipaggio prima in Alaska e poi in Wyoming. Due settimane vissute in isolamento per testare le nostre capacità di collaborazione e per cementare lo spirito di gruppo, condizioni essenziali quando si lavora a stretto contatto in ambienti stressanti come quando si è nello spazio”. C’è da dire che i “cavernauti”, per certi aspetti, si troveranno a lavorare in un ambiente ancora più remoto e ostile rispetto a quello della Stazione Spaziale Internazionale: ci si impiega meno tempo, in caso di emergenza, a tornare sulla Terra che non a risalire in superficie. “Da ragazzo – continua Nespoli – ho fatto parte di alcune spedizioni speleologiche con dei vecchi amici e per me questa nuova avventura è un pò come tornare indietro nel tempo. E poi, visto che la simulazione ci farà sembrare nello spazio, aspetto con vero piacere il momento di iniziare questa spedizione”.

Il fragile Artico!

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Lo sappiamo da tempo che i ghiacci dell’Artico si stanno disciogliendo e fiumi di parole sono stati spesi su questo fenomeno. Ora però i dati del satellite Cryosat 2, spedito dall’Agenzia spaziale europea (Esa) per monitorare il Polo Nord parlano di un Artico “fragile”. Nel 2013 infatti si sono assottigliati i ghiacci perenni, quelli che non si scioglievano in estate e aumentavano in inverno. Quindi un anno che si può definire dell'”assottigliamento” anche se l’estensione misurata – poco sopra i 5 milioni di chilometri quadrati, 1 milione in meno rispetto alla media di riferimento degli ultimi 30 anni – non rappresenta infatti un record negativo. Ma in sostanza che previsioni si fanno su questi dati?

Ci sarebbe la possibilità che  «fra il 2020 e il 2030 in estate l’Artico potrebbe molto probabilmente essere libero dai ghiacci e che in inverno resterebbe solo il ghiaccio annuale», come ha osservato il responsabile della missione dell’Esa, Tommaso Parrinello.

Entro la fine del 2013 dovrebbero esserci le prime elaborazioni sui i dati e allora si potranno fare ipotesi più precise.

La Soyuz è decollata: Parmitano è nello spazio!

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E’ iniziata l’avventura nello spazio per l’astronauta italiano Luca Parmitano: partita alle 22.31 dalla base russa di Baikonur, in Kazakhstan, la Soyuz ha completato il suo secondo viaggio “rapido” verso la stazione orbitale, alla quale è arrivata in meno di sei ore anziché in due giorni e si è così agganciata alla Stazione spaziale internazionale (Iss). Il primo a entrare nella stazione è stato il comandante della Soyuz, Fyodor Yurchichin. Quindi è stata la volta dell’astronauta italiano, sorridente e felice di essere a bordo, poi è entrata l’americana Karen Nyberg. I tre sono andati a completare l’equipaggio della Stazione spaziale, unendosi a Pavel Vinogradov, Aleksandr Misurkin e Christopher Cassidy. La Souyz è partita dalla stessa rampe dalla quale decollò, nel 1961, la Vostok con a bordo il primo cosmonauta della storia, Yuri Gagarin. Quello della navicella è stato un viaggio record, un vero e proprio inseguimento rapido che ha permesso agli astronauti per la seconda volta, di agganciarsi alla Stazione spaziale poche ore dopo il decollo.

166 giorni a spasso nello spazio: al via domani la missione di Luca Parmitano

Parmitanoastronauta

Countdown a -1 per Luca Parmitano, l’astronauta 36enne di Paternò, che domani salirà a bordo della navicella Soyuz, dal cosmodromo di Baikonour, in Kazakistan, diretto verso la Stazione spaziale internazionale.  Il siciliano è sposato con Kathy e ha due figlie, di 3 e 6 anni. Diplomato al liceo scientifico Galilei di Catania e laureato in Scienze Politiche a Napoli frequentando al tempo stesso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, nell’Arma azzurra ha raggiunto il grado di maggiore e conta oltre 2.000 ore di volo con abilitazione al pilotaggio di 20 modelli tra aerei ed elicotteri ed è, dal 2009, nel novero degli astronauti dell’Agenzia spaziale europea. Ma soprattutto, sarà il primo italiano a poter vantare una passeggiata nello Spazio. In missione, però, Parmitano troverà un po’ d’Italia, considerato che ormai più della metà dei moduli abitativi pressurizzati del laboratorio è “made in Italy” dalla progettazione alla costruzione. E’ lui stesso a raccontarlo: “Mi ritroverò in orbita circondato da tecnologia italiana, segno che il nostro settore della ricerca e dell’industria e il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana hanno sempre più crediti nel ristretto club dei paesi che si occupano di spazio. Il ruolo dell’Italia, evidente anche nell’ideazione degli esperimenti, è importante sia nella realizzazione dall’A alla Z di parti della stazione, sia quale paese guida di molti progetti dell’Agenzia spaziale europea, ad esempio la Cupola, il luogo più spettacolare dell’Iss”.

Ma gli astronauti non avranno troppo tempo per godersi la bow window, la più grande finestra mai costruita nello spazio. Dovranno infattti “seguire oltre 150 esperimenti sceintifici, curare e sviluppare la parte tecnologica della stazione e infine ci sono compiti legati ai futuri scenari esplorativi che già adesso creano i presupposti per raggiungere nei prossimi anni altri pianeti”. Gli investimenti sono ingenti, per questa missione che prende il nome di “Volare”, ma sono tutti giustificati. “Con queste missioni contribuiamo a costruire un futuro migliore e non solo perché con il lavoro di oggi qualcuno domani potrà andare su Marte. Grazie agli esperimenti sulla Stazione spaziale si stanno raccogliendo importanti risultati ad esempio per la medicina, vedi le cure per l’osteoporosi, dato che in assenza di peso le ossa si indeboliscono. E poi si lavora per migliorare la lotta all’inquinamento, per scoprire nuovi carburanti ecologici con test che possono essere eseguiti solo in assenza di gravità. Per i frutti di tanti di questi esperimenti sarà necessario attendere anni, forse decenni, ma è questo il modo di procedere della ricerca che non si può fermare”. Iss, la Stazione spaziale internazionale, è in orbita, con il suo nucleo primario, dal 1998. Dal 2000 è abitata senza soste (fino a 8 astronauti) e l’anno prossimo dovrebbe essere completata per restare in esercizio fino al 2028. Visibile a occhio nudo dalla Terra, viaggia a una velocità media di quasi 28mila chilometri orari ad un’altezza che varia tra i 278 e il 460 chilometri. Compie 16 volte al giorno un’orbita completa. Alla realizzazione e al funzionamento del grande laboratorio di ricerca scientifica contribuiscono Nasa (Usa), Rka (Russia), Esa (Europa, ovvero Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera), Jaxa (Giappone) e Csa (Canada). I costi stimati dell’Iss sono di circa 100 miliardi di euro nei 30 anni di attività.

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