Enrico Bondi, commissario straordinario per la Montedison e amministratore straordinario della Parmalat, è indagato nell’inchiesta dei presunti dossier illeciti nati all’ombra di Telecom.
Come riporta La Stampa:
L’accusa mossa al manager fa riferimento alle dichiarazioni rese in relazione ad una presunta “cimice” trovata nell’auto di Bondi all’epoca in cui rivestiva l’incarico di amministratore delegato di Telecom. La vicenda al centro del procedimento riguarda la finta “cimice” trovata il 20 agosto del 2001 nell’auto noleggiata un paio di settimane prima a Fiumicino da Bondi, che era stato da poco nominato ad di Telecom. Bondi, convocato dagli inquirenti il 12 novembre 2010, aveva escluso che l’episodio della falsa microspia avesse determinato l’allontanamento dell’allora segretario generale del gruppo Vittorio Nola il quale poi, tramite l’avvocato Irma Conti, aveva presentato denuncia. In quella testimonianza, secondo i magistrati milanesi, Bondi non avrebbe detto la verità. Stando all’imputazione Bondi avrebbe omesso «di comunicare quanto a sua conoscenza in merito alle ragioni dell’avvenuto allontanamento dalla Telecom di Nola, escludendo che tale ultimo accadimento fosse da collegare con l’evento della cimice “famosa”».
Il procedimento inizierà l’11 novembre davanti alla quarta sezione del Tribunale di Milano. Lo ha deciso in mattinata il gup di Milano Andrea Salemme.