Polenta, calzature, vestiti, casalinghi, cravatte verdi. C’era un po’ di tutto nella lista della spesa del gruppo della Lega Nord alla Regione Friuli Venezia Giulia finita sotto la lente di ingrandimento della procura di Trieste. Insieme ai rappresentanti di altri partiti seduti in consiglio anche il vertice del Carroccio deve rispondere dell’accusa di peculato per essersi servita di fondi pubblici per uno scopo ben diverso da quello per il quale era stato elargito il contributo. I legali del capogruppo leghista Daniele Narduzzi hanno presentato una memoria difensiva per spiegare gli strani acquisti e respingere le accuse chiamando spese di rappresentanza orecchini, i portachiavi, le felpe, le t-shirt, collanine e braccialetti che venivano distribuiti in occasione delle feste padane. Ma se le giustificazioni per queste spese lasciano perplessi, le spiegazioni per gli altri prodotti ci portano in un mondo surreale. Gli articoli sportivi definiti «acquisti legati alle premiazioni in cui i consiglieri partecipano per divulgare notizie sulle attività svolte e raccogliere informazioni e proposte su possibili modifiche di normative regionali in materia». Superata anche l’impasse dei casalinghi: «Sono in realtà acquisti in negozi bazar e riguardano oggetti utilizzati per supporto dell’attività politica. «Trattasi – si legge – di vasellame, piatti e bicchieri e anche di stoviglie indispensabili nelle cucine delle feste politiche». E ancora: «L’acquisto indicato come Nelly 33cm non è un elettrodomestico ma un pupazzetto verde arancio usato come mascotte. Idem per il pupazzetto Maxi Nina».
Poi ci sono il cibo per gli animali e un biglietto per la lotteria… anche questa attività di propaganda? I loro elettori sono cani?