La prima uscita ufficiale di Renzi: la giornata a Treviso del neo premier

renzi-tuttacronaca-uscitaufficialeMatteo Renzi, come aveva anticipato nei giorni scorsi, oggi è partito alla volta di Treviso per la sua prima uscita ufficiale da neo premier. Prima tappa: la scuola media Coletti a S.Liberale dove, ad attenderlo, ha trovato dei militanti di Forza Nuova con uno striscione: “Dopo Monti e Letta, ecco Renzi, la terza marionetta”. “Faremo il possibile”: Matteo Renzi ha risposto così a una rappresentante del comitato dei genitori delle scuole di Treviso, Maria Riso, che ha avuto modo di incontrarlo alla media Coletti e di sollecitargli “meno tagli alle scuole, anche se sappiamo che i problemi sono tantissimi”.

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“Se c’è qualcosa che non va poi me lo segnalate alla casella matteo@governo.it. Ogni settimana andrò nelle scuole ad ascoltare le richieste e poi torno a Roma con i compiti a casa”. Il premier Matteo Renzi si rivolge così ad insegnanti ed alunni della scuola Coletti di Treviso, annunciando nei prossimi giorni l’apertura di una casella di posta per ascoltare richieste e problemi. Renzi ha sottolineato più volte l’importanza dell’educazione scolastica come “punto di ripartenza del Paese”. Renzi ha incontrato per quasi un’ora ragazzi e insegnanti della scuola multietnica alla periferia di Treviso in un auditorium molto pieno insieme ai ministri dell’Istruzione Stefania Giannini e a quello del Lavoro Giuliano Poletti. “L’Italia – ha sostenuto Renzi – diventa grande ed importante solo se riesce ad investire nella scuola. Per questo noi abbiamo deciso di partire da qui dopo che negli ultimi anni gli insegnanti sono stati considerati un po’ poco”. Il presidente del Consiglio ha interagito con domande e risposte con gli studenti improvvisando una lezione di educazione civica su temi come l’arte e l’inquinamento sottolineando come “il presidente del Consiglio e il sindaco possono fare qualcosa ma non bastano per risolvere i problemi”. “Al governo – ha spiegato Renzi – dobbiamo guardare allo spread e ai mercati, ma poi i Paesi si salvano solo se le scuole funzionano”.

Schermata 2014-02-26 alle 17In seguito, il neo premier ha incontrato i sindaci a Santa Caterina, mentre alle 11:30 si è recato a Palazzo Rinaldi con gli imprenditori. Qui lo hanno “accolto” i Forconi con cartelli e striscioni durissimi, e anche con qualche arancia volata per aria. “Meglio un morto in casa che Renzi sulla porta”, “Quante croci ancora nel nostro territorio?”, “Via il governo delle banche, al voto subito”. Il neo premier, in una conferenza stampa lampo, commenta così le contestazioni: “È normale, e noi non facciamo passerelle o tagli di nastri, parliamo con il paese reale”. E ancora: “Siamo consapevoli del grandissimo lavoro che dobbiamo fare”. Si è trattato, ha detto, di incontri “molto belli”, in cui sono state raccolte “difficoltà, dolore, grande attenzione” perché “un tempo questo era un luogo di piena occupazione”, oggi non più. Oggi stiamo andando nelle scuole perché – ha spiegato – “sono il luogo di ripartenza del paese”.

La nota stonata arriva però dal mancato incontro con i delegati sindacali della Electrolux e il premier Matteo Renzi, che i lavoratori aspettavano oggi a Treviso. Fonti di Palazzo Chigi, hanno spiegato che il confronto non c’è stato perché c’è un tavolo aperto sulla vertenza al Ministero dello sviluppo economico. Precedentemente, i sindacati avevano sottolineato che intendevano chiedere a Renzi un intervento per la riduzione del cuneo fiscale “per non dare più alibi ad Electrolux riguardo alla sua permanenza in Italia”. Dopo la conferenza stampa, Renzi si è recato in visita ad H-Farm a Roncade, incubatore di start-up nato con l’obiettivo di aiutare giovani imprenditori nel lancio delle loro iniziative basate su modelli di business innovativi nel settore internet.

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Electrolux, Zanonato rassicura: “La produzione resterà in Italia”

electrolux-tuttacronacaSi terrà nel pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico il vertice per fare il punto sulla vicenda Electrolux, l’azienda svedese che ha presentato un drastico piano di risanamento che prevede pesanti tagli alle buste paga e i cui dipendenti continuano con le loro manifestazioni di protesta. Intanto, alcune delegazioni sindacali sono partite per Roma per partecipare all’incontro al ministero dello Sviluppo che si terrà alle 15. I sindacati si oppongono al taglio drastico degli stipendi e hanno annunciato una dura lotta.  “Mi impegno personalmente a fare in modo che tutta la produzione Electrolux resti in Italia e lo faremo senza aiuti di Stato”. È quanto ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai 3. Sulla trattativa per mantenere tutta la produzione Electrolux in Italia “sono state date notizie false che hanno creato allarme. Non ci sarà un taglio degli stipendi del 40%”, ha poi detto il ministro dello Sviluppo economico che ha anche ricordato la vertenza Indesit finita positivamente. “Abbiamo risolto il caso Indesit. E fino al 2018 non ci saranno problemi”. E ancora:Oggi il quadro è più chiaro. Stiamo cercando di comprendere come mantenere la produzione in Italia. Ci possono essere accordi di solidarietà come si è fatto in altri casi. Ma un taglio del 40% non lo vedo”. Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, questa mattina dai microfoni di Radio Città Futura, ha sottolineato: “Il piano Electrolux è inaccettabile per come è formulato, per modalità e per il merito, ma o noi abbiamo tutti insieme Governo, sindacati, enti locali, delle controproposte oppure anche l’azione democratica diventa inutile”. A chi sottolinea l’intervento tardivo da parte del Governo, ha quindi risposto “non credo che siano stati due mesi in cui il Governo è stato fermo, so che ci sono stati contatti anche informali – e ha spiegato – in casi come questi, accanto all’iniziativa sindacale e industriale, c’è un intervento diplomatico che ha delle caratteristiche anche internazionali”. Beretta auspica che passi più decisi sia possibile farli nei prossimi giorni, direttamente nei confronti della casa madre perché “è evidente che queste decisioni arrivano direttamente da Stoccolma – e ha concluso – contemporaneamente dico che per fare questa operazione bisogna avere delle controproposte”.

Da 1400 a 800 euro, ecco la ripresa?

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Un taglio agli stipendi che passerebbero dagli attuali 1400 euro a circa 700 o 800 euro al mese, questo è il futuro che si prospetta per i dipendenti Electrolux. La proposta presentata dall’azienda nei quatto stabilimenti italiani, secondo fonti sindacali, prevede un taglio dell’80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità. Per far sopravvivere gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, secondo quanto si apprende dai sindacati impegnati nella riunione a Mestre, il gruppo svedese ha lavorato ad una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l’ora. Stando sempre a fonti sindacali, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Per discutere la proposta sono state già convocate per domani assemblee dei lavoratori, ma contestualmente si profilerebbe anche uno sciopero delle maestranze. Questa è la ripresa tanto auspicata dal governo Letta?

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