Cipro è solo l’ultima goccia. Il vaso europeo trabocca di risentimento contro Angela Merkel e la politica tedesca: “L’Europa fa bene a dubitare della leadership euro tedesca”. E se scriverlo è un editorialista tedesco, Jakob Augstein dello Spiegel, significa senz’altro che la Germania ha un dibattito interno altamente democratico, ma significa anche che il Paese non riesce ad esercitare come dovrebbe la sua leadership, sottraendosi al dovere di comprendere, di non fare sempre gli stessi errori, di non far pagare ai cittadini le colpe dei governi o dei banchieri.
Chiusi in una torre di “ostinazione ed egoismo”, Merkel e non solo lei (la tentazione di compiacersi della superiorità economica non è suo appannaggio esclusivo) non hanno compreso che anche il dramma cipriota, come ogni fase di questa infinita crisi finanziaria, è inserito nella lunga battaglia in Europa che ha per oggetto l’egemonia tedesca. Merkel e il suo ministro delle Finanze Schäuble lavorano per la stabilizzazione dell’economia europea o stanno semplicemente legando mani e piedi delle altre nazioni ai ceppi del debito e di vincoli di bilancio?