La svolta green di Roma inizia da Torpignattara

asfalto-pneumatici-tuttacronacaA Torpignattara, nella periferia romana, è iniziato l’intervento di riciclo che permette di trasformare vecchi pneumatici in asfalto. Il catrame fonoassorbente così ottenuto può ridurre il rumore del 50%. Se i fondi lo permetteranno, l’esperimento potrebbe allargarsi anche ad altri quartieri di Roma.

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La svolta verde di Milano: piazza Castello diventa zona pedonale

piazza-castello-milano-tuttacronacaSvolta green a Milano dove, a partire dal 1° maggio prossimo, piazza Castello verrà chiusa al traffico diventerà pedonale. A darne l’annuncio il sindaco Giuliano Pisapia lasciando l’Acquario civico dopo la riunione di giunta e maggioranza. Il primo cittadino del capoluogo lombardo ha anche spiegato che le priorità per la città “sono la mobilità e la vivibilità. L’elemento maggiore di novità, e speriamo di poterlo avviare il 1° maggio a un anno da Expo, sarà la pedonalizzazione di piazza Castello. E’ un progetto molto bello che renderà una parte della città ancora più attrattiva per i milanesi e i turisti”. Durante la riunione, convocata per progettare il 2014 condividendo le traiettorie sulle quali muovere l’azione dell’amministrazione comunale, si è parlato anche del bilancio del Comune, della destinazione dei proventi che deriveranno dalla vendita di un pacchetto azionaria di A2A detenuto da Palazzo Marino pari al 2,5 per cento e di una serie di progetti legati in gran parte all’Esposizione universale del 2015. Per quel che riguarda Piazza Castello, la chiusura alle auto riguarderà il tratto tra le vie Quintino Sella e Minghetti. Rimarrà aperto al traffico il controviale, invece, per non provocare disagi ai residenti. “Il modello sono le pedonalizzazioni low cost del sindaco Bloomberg a New York – ha spiegato l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran – Abbiamo 110 giorni di tempo per realizzarla”. L’assessore ha poi lanciato un appello al mondo del design e della creatività, che “chiede di poter sperimentare nuovi arredi urbani e nuove modalità di socialità”. “Oggi la sfida è trasformare la riduzione del traffico seguita ad Area C in qualità della vita – ha detto Maran – e le isole pedonali vanno in questa direzione”.

Parco Solare Sud: il progetto per convertire un viadotto in città galleggiante

appartamenti-viadotto-tuttacronacaIn cerca di idee originali e luoghi da riconvertire in appartamenti, lo studio di architettura Samuel Nageotte, in collaborazione con OFF Architecture e PR Architetti, ha posto l’attenzione su un viadotto abbandonato in provincia di Reggio Calabria. Da qui ha preso l’avvio il progetto Parco Solare Sud, presentato a un concorso di progettazione dello scorso anno, come riporta il sito web Architizer . Non solo il viadotto storico verrebbe preservato, ma anche riadattato ad appartamenti, per ricreare una sorta di città galleggiante: villaggi impilati verticalmente e spazi pubblici che si allungherebbero orizzontalmente. Il progetto prevede un sistema di ponti e gallerie con le aree pubbliche che ospiterebbero spazi come centri culturali e negozi, mentre i tunnel nasconderebbero serbatoi di acqua e parcheggi. L’idea è quella di creare un eco-villaggio, con l’acqua piovana raccolta dai ponti e filtrata in botti per il consumo, la pulizia, e la cucina, mentre il vicino Etna potrebbe geotermicamente riscaldare tutto il posto. Come se non bastasse… la vista è mozzafiato!

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Amatrice in festa: onore agli spaghetti all’amatriciana

amatrice-spaghetti-amatriciana-tuttacronacaSi trova in provincia di Rieti il paese di Amatrice, dove ha avuto i natali la ricetta dell’amatriciata, nonostante in molti la colleghino a Roma. Nella sua versione iniziale, la ricetta non prevedeva bucatini ma spaghetti ed era in bianco. Sono ormai 47 anni, però, che Amatrice festeggia la versione con il pomodoro ma senza “tradire” il formato originale della pasta. L’appuntamento è per questo week-end, con la “Sagra degli Spaghetti all’Amatriciana” che si terrà nel centro storico, addobbato per l’occasione e dove si potranno trovare stand enogastronomici per assaggiare numerosi prodotti della tradizione laziale e sabina in particolare. Amatrice è un centro ricco anche di storia, soprattutto per la sua particolare collocazione geografica, in una zona strategica di passaggio tra il versante Adriatico e quello Tirrenico, al confine fra ben 4 regioni: Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.

Quest’anno la sagra va in scena senza dimenticare l’ambiente: si è ridotto al minimo l’impatto ambientale con stoviglie che saranno in materiali biodegradabili mentre verrà organizzata una raccolta differenziata dei rifiuti per smaltire in loco e nella maniera più corretta tutti i residui, biodegradabili o meno. Non solo: tutte le materie prime utilizzate saranno date da produttori locali di Amatrice e paesi limitrofi: si ridurrà così l’impatto sull’ambiente valorizzando al contempo le eccellenze della zona. Ma si strizza l’occhio anche ai celiaci con uno stand dove si offrirà pasta senza glutine. E per accompagnare il tutto, sarà lanciata la Birra Amatrice realizzata dalla ditta Alta Quota di Cittareale, con frumento coltivato nell’omonimo paese.

A Pechino la metro si paga… in bottiglie di plastica!

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Preservare l’ambiente e risparmiare sugli spostamenti? A Pechino è possibile fare entrambe le cose contemporaneamente: basta prendere la metropolitana. Sulla linea 10, secondo quanto riporta il sito China.org.cn, sono state infatti installate quattro macchine di “reverse vending” destinate a raccogliere i recipienti di plastica. Il passeggero riceve, per ogni bottiglia, tra i 0,5 e gli 0,15 dollari. Ossia, con 15 bottilglie ci si può muovere liberamente per una qualsiasi delle 8 linee e 105 stazioni della metropolitana della città. Le bottiglie vengono raccolte in modo automatico, dopodichè sono inviate a un impanto di riciclaggio. Attualmente il servizio è in fase di rodaggio, in un secondo tempo dovrebbe venire esteso a tutte le fermate della metropolita della capitale cinese. Si sta inoltre valutando la possibilità di estende il servizio anche alle fermate degli autobus e ad altri mezzi di trasporto.

La Solvay sarà la nuova Ilva? Dalla Toscana alla Puglia l’inquinamento continua

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E’ stato l’ex M5S, Adriano Zaccagnini, ora appartenente al gruppo misto  a denunciare la nuova “bomba ecologica” che mina l’Italia. Stavolta non è la Puglia, ma la Toscana ad essere minacciata dallo stabilimento della Solvay, sorto dal 1941. La multinazionale belga che lo gestisce estrae salgemma dai giacimenti di Volterra e della Val di Cecina e produce carbonato di sodio, bicarbonato di sodio, cloro, soda caustica, clorometani e acqua ossigenata.

I risultati – secondo i dati forniti dal deputato –  sono stati un valore aggiunto modesto sul territorio e un costo enorme in termini ambientali: un visibile degrado del mare, enormi consumi di acqua e l’estrazione di salgemma nella Val di Cecina fino alle saline di Volterra; la gente accorre a frotte in un’area non balneabile: i cartelli stradali indicano proprio «spiagge bianche», da Rosignano Marittima a Vado, nonostante l’acqua – si legge nell’interrogazione – “nasconda insidie letali. Tuttavia, nel raggio di chilometri non s’intravede un solo divieto. Anzi, con denaro pubblico è sorto un lido balneare e l’Asl organizza addirittura la balneazione per gruppi di persone disabili”.

l’Agenzia ambientale Onu ha classificato questo tratto costiero come uno dei 15 più inquinanti d’Italia: secondo le stime per difetto del Cnr di Pisa, nella sabbia bianca la Solvay ha scaricato 337 tonnellate di mercurio ed altri veleni: arsenico, cadmio, nickel, piombo, zinco, dicloroetano. L’elenco completo è stato pubblicato sul sito dell’Agenzia europea dell’Ambiente. Più precisamente a Rosignano, secondo Legambiente, sono state 500 tonnellate di mercurio, presenti fino a 14 chilometri dalla battigia. E gli albergatori hanno addirittura chiesto di cambiare il nome della cittadina togliendo il “marchio” Solvay proprio per non abbinare la città alla situazione di degrado ambientale.

Oggi la Solvay è finita sotto inchiesta per gli scarichi abusivi nel mare toscano, sono stati  indagati sia la direttrice che i 4 ingegneri.

La società  ha chiesto di patteggiare, ma la Procura ha posto precise condizioni: risanamento e fine delle violazioni. L’ultima scadenza per la Solvay è il 2015: se non sarà tutto ok, potrebbero scattare i sequestri.

Aspettando ulteriori sviluppi, Zaccagnini ha così chiamato in causa il  Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il Ministero della Salute.

Zaccagnini pone richieste precise ai ministri competenti:

1) realizzare un’indagine epidemiologica, a cura di un organismo pubblico autorevole e a carico della stessa Solvay, per stabilire gli eventuali rapporti tra le patologie e i decessi avvenuti sul territorio e le emissioni inquinanti della fabbrica, con la correlazione tra inquinanti conosciuti e patologie;

2) intervento d’urgenza per quantomeno bloccare i danni all’ambiente e alle persone prodotti dalla lavorazione;

3) avvertire la popolazione dello scarico in mare di tali sostanze, prevedendo inoltre che le spiagge bianche vengano interdette alla frequentazione per almeno 1 chilometro a nord e a 2 chilometri a sud dalla foce dello scarico;

4) chiusura dello scarico a mare entro non oltre 4 anni, anche se depurato dagli inquinanti denunciati;

5) obbligo per lo stabilimento di dotarsi di un impianto a circuito chiuso dell’acqua, con la possibilità di utilizzare solo l’acqua in entrata in mare;

6) rimborso dei lavoratori posti in Cassa integrazione (da dicembre 2011 a maggio 2012) nel caso fosse riconosciuta la strumentalità dell’iniziativa Solvay;

7) prevedere, nell’accordo di programma che è in corso di definizione presso la regione Toscana, un dissalatore a carico di Solvay, da cui la multinazionale ricavi acqua e sale lasciando l’acqua dolce alla popolazione;

8) spostamento del serbatoio di etilene ad alto rischio dall’area archeologica di Vada prevedendo per lo stesso una diversa collocazione.

Dalla Cina con… mattone! Arriva il palazzo più grande del Pentagono

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La Cina ormai è il vero futuro del mondo? Che in molti campi abbia superato gli Usa non c’è dubbio, anche se, gran parte del successo cinese, legato all’industrializzazione, ha portato un tasso di inquinamento inquietante e oggi si corre ai ripari.Il palazzo più grande del mondo sorge anche per questo motivo, creare un’oasi che sia autosufficiente e “green”. Nelle intenzioni del progetto infatti c’è proprio la volontà di cambiare pagina con il passato e fare un passo in avanti in un’industrializzazione ecosostenibile. Il New Century Global Center di Chengdu, lungo 500 metri, largo 400 e alto 100. Chendu, fra le più popolose città cinesi, con i suoi 14 milioni di abitanti,punta a diventare una sorta di Silicon Valley dell’Asia. Il palazzo più grande del mondo è già stato scelto da 29 mila società. Il New Century Global Center di Chengdu è anche una realtà in evoluzione ed è previsto per il 2020 anche la realizzazione di una rete della metropolitana da 183 km, per arginare i danni del traffico automobilistico.

In cosa consiste il progetto?

La struttura, costruita in meno di tre anni, ospita grand hotel, ristoranti, negozi, cinema, uffici. Situato a 1000 km dal mare, non ha comunque privato i suoi cittadini dell’acqua. Infatti ospita una spiaggia artificiale di cinquemila mila metri quadrati, lunga cinquecento metri affacciata su un villaggio in stile mediterraneo, con tanto mare di artificiale di acqua salata, onde artificiali e un veliero pirata. Sullo sfondo, uno schermo LCD di 100 metri, il più grande mai realizzato, mostra la linea dell’orizzonte ma serve anche per gli effetti luminosi degli spettacoli musicali e teatrali notturni.

Quando Venezia dice no ai motori…

vogalonga venezia tuttacronaca

Bandite le barche a motore, oggi, a Venezia: in Laguna via libera solo a barche a remi, elettriche o ibride. Centinaia di persone hanno approfittato dell’iniziativa, organizzata nell’ambito di una giornata ecologica, godendosi la città dall’acqua senza preoccuparsi, per un volta, nè del moto ondoso nè dell’inquinamento atmosferico ed acustico.

Osservare queste barche scivolare placidamente non può non riportare alla memoria una delle più famose manifestazioni veneziane, la Vogalonga, la cui 39a edizione avrà luogo il 19 maggio prossimo. Come si legge nel sito dell’evento: La Vogalonga è un atto d’amore per Venezia e l’acqua che la circonda, per la sua laguna e le sue isole, per la voga e le sue barche e mantiene nel tempo il fine per cui è nata: diffondere la conoscenza e il consapevole rispetto della natura e della cultura della nostra città.” Festa per il “popolo del remo”, la Vogalonga è anche una testimonianza pacifica contro il moto ondoso, che rappresenta un pericolo reale sia per la città che per la laguna. Senza dimenticare che, nella cornice veneziana, la regata acquista un’aura di magia che nessun’altra città è in grado di ricreare.

E’ finita l’era delle bacchette?

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Ogni anno in Cina vengono prodotte circa 80 mld di coppie di bacchette in legno per mangiare usa e getta. Lo riferisce un membro del parlamento cinese, Bo Guangxin, che si e’ appellato alla popolazione invitandola a cambiare le proprie abitudini al fine di salvare gli alberi e ad usare quindi le posate. La quantita’ di bacchette usa e getta prodotto in Cina, secondo Guangxin equivale a tagliare ogni anno 20 mln di alberi e sarebbe sufficiente a coprire 360 volte piazza Tiananmen a Pechino.

 

Quella costa calabra rifugio per le tartarughe marine…

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Lì, lungo spiagge ancora selvagge, si trova la più importante area di nidificazione della tartaruga marina in Italia.  Qui nascono e scelgono di fare ritorno per riprodursi a distanza di 15-20 anni, affrontando viaggi di centinaia e centinaia di chilometri.

Una scoperta quasi casuale, che ha permesso di riscrivere la storia faunistica di questo lembo di Mediterraneo, grazie ad un progetto dell’Università della Calabria che dal 2000 monitora e tutela questa specie unica e si preoccupa sul campo di proteggerne i nidi, vigilare sulle schiuse delle uova e permettere ai piccoli appena nati di raggiungere il mare in sicurezza, schivando i pericoli che la presenza sempre maggiore dell’uomo dissemina sul loro cammino. Con la speranza che la presenza insperata di questa ‘mascotte’ simbolo della biodiversità minacciata diventi un volano per un territorio con ampie sacche di degrado e si trasformi in una risorsa per attrarre un turismo consapevole, stimolando politiche localiadeguate.

“Non ce l’aspettavamo neppure noi quando abbiamo iniziato a studiare questo tratto di costa, ma è proprio qui che si trova il 70 per cento dei nidi registrati in Italia della tartaruga marina comune – Caretta il suo nome scientifico – una delle specie più rare e minacciate a livello nazionale e l’unico chelone marino che nidifica nel nostro Paese”, racconta il professor Antonio Mingozzi del dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria, promotore e responsabile del progetto “TartaCare” dell’ateneo calabrese, che ha avviato collaborazioni anche con altre università italiane.

Promised Land non è solo ecologico, è anche l’identità degli Usa!

Il film sarà presentato al Festival di Berlino nella selezione in concorso, nelle sale uscirà il 14 febbraio.

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Arrivano le green shoes… scarpe senza sostanze tossiche!

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Arriva la “ricicletta”… più eco di così non si può!

 

Si realizza con materiali riciclati dalle bottiglie di plastica alle lattine per le bevande. E’ stata premiata durante la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. E adesso è diventato lo status symbol di molti vip.
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