Bocciato il metodo Stamina, il comitato nega consistenza scientifica

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Il metodo Stamina messo a punto dal presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni, non convince gli esperti nominati del ministero della Salute che lo hanno bocciato. Il comitato scientifico ha infatti consegnato parere negativo sul procedimento medico che utilizza cellule staminali. Il metodo per gli esperti non avrebbe consistenza scientifica. Il parere del comitato non è comunque vincolante, ma è uno strumento di approfondimento scientifico che viene messo a disposizione del ministro della Salute. Ora il rapporto sarà vagliato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La Stamina foundation, che si attendeva un esito simile, ha già annunciato un ricorso al Tar contro il parere del Comitato che ha da sempre giudicato “di parte” perché composto anche di esperti “che già si erano espressi chiaramente contro il metodo Stamina”. “Il ricorso – annuncia Vannoni – era già pronto prima di conoscere la decisione del comitato, perché eravamo già convinti che i membri fossero fortemente prevenuti. Ora aspettiamo di conoscere le motivazioni di questa loro scelta, fermo restando che il Parlamento ha stabilito che la sperimentazione si deve fare, e ha già stanziato 3 milioni di euro. Non credo che il comitato possa bloccarla”.

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Le reazioni “violente” dei sostenitori di Vannoni

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Comprensibile l’amarezza di quanti in famiglia devono combattere malattie terribili, ma a volte proprio perché si conosce la sofferenza sarebbe meglio combattere la guerra senza passare dalla parte del torto. il Movimento Vite Sospese, un gruppo nato a sostegno del Metodo Stamina e del suo promotore Davide Vannoni, si difende insultando la rivista Nature che aveva accusato di plagio e falso lo stesso Vannoni.

Come si legge sul Facebook del Movimento Vite Sospese, loro si propongono di:

“svolgere opera di sensibilizzazione presso la popolazione per la capillare diffusione della conoscenza dei problemi inerenti la cura di malattie rare e di stati comatosi e post comatosi mediante l’infusione di cellule mesenchimali adulte secondo il metodo elaborato dal prof. Davide Vannoni.”

Ma nelle ultime ore invece di rispondere in modo sereno alle accuse esibendo una documentazione scientifica, si è scelta la strada della provocazione e  della volgarità, sicuramente dettata dalla rabbia e dal dolore, ma che comunque resta un gesto “impotente” di fronte alle accuse di Nature che invece  sembrano muoversi su basi scientifiche.

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C’è anche un video nel quale Merlino annuncia una doppia manifestazione per il 10 luglio e invita  parlamentari e “professoroni” ad affrontare la sua verità, che “… quando la verità avanza, la menzogna trema. E voi, tremate?”. Chiede in uno sforzo retorico a chi probabilmente lascerà lui e i credenti ancora fiduciosi, alla solitudine di un inutile presidio, inutile inno a una speranza che sembra  già tradita.

IL VIDEO CONTIENE FRASI CHE POTREBBERO OFFENDERE LA SENSIBILITA’ DI ALCUNE PERSONE 

Noi in alcuni articoli avevamo anche sostenuto il movimento Stamina:

Metodo Stamina: governo dà l’ok alla sperimentazione

Sla e i primi test positivi con le staminali

Ma i continui rinvii del protocollo (che ora dovrebbe arrivare entro il 1 agosto) e i toni dei sostenitori uniti alla mancanza di una difesa su base scientifica e non su violenza verbale ci portano a riconsiderare le nostre prime prese di posizione e a formulare i nostri dubbi. Quindi restiamo in attesa di chiarimenti che possano spazzar via ogni ombra da un metodo che, se valido, non ha bisogno di essere sostenuto da volgarità, ma bensì deve potersi sostenere su dati scientifici inattaccabili. Se i primi risultati sono stati positivi, ci possiamo solo rallegrare di una vittoria della medicina sulla malattia,  fermo rimanendo che un progresso deve comunque essere monitorato per un periodo di tempo abbastanza lungo per fugare dubbi di effetti collaterali o di ricadute.

Nature accusa Vannoni, mentre la consegna del protocollo slitta

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Duro attacco della rivista Nature a Stamina.

L’indagine della nota rivista stronca Vannoni. Con un articolo dal titolo che non lascia dubbi «il trial italiano sulle cellule staminali basato su dati fallaci» Nature fa un’indagine approfondita sul metodo che il governo italiano ha finanziato  a maggio scorso impiegando 3 milioni di euro per la sperimentazione clinica della terapia, dopo aver ceduto alle pressioni dei pazienti.

LE ACCUSE:  Le immagini utilizzate nella domanda di brevetto presentata nel 2010 negli Stati Uniti da Davide Vannoni, e rigettata, sono anzitutto duplicati di altri paper. Un’immagine in particolare, quella piu’ importante nella richiesta di brevetto, che raffigura apparentemente due neuroni ottenuti da cellule staminali prelevate dal midollo osseo non e’ originale, ma frutto di un plagio. La figura sarebbe identica a quella di un paper pubblicato nel 2003 da un gruppo di ricercatori russo, coordinato da Elena Schegelskaya, biologa molecolare presso il Kharkov National Medical Universit, che non ha poi avuto seguito. Per Stamina quella immagine dimostrerebbe l’efficacia nel trasformare in neuroni, in sole due ore, le cellule mesenchimiali con acido retinoico sciolto in etanolo ad una concentrazione 20 micromolare. Per gli scienziati russi invece occorrerebbe una concentrazione dieci volte piu’ diluita e almeno tre giorni per trasformare le cellule in neuroni. “In realta’, si parla di neuroni che non sono neuroni”, ha detto Elena Cattaneo, esperta di staminali all’Università di Milano. Nature avrebbe dimostrato, oltre l’invalidità del metodo rigettato dall’ufficio brevetti americano, anche il presunto plagio delle immagini.

Cosa fa Stamina?

In sostanza il metodo, semplificando le varie fasi, non fa altro che estrarre cellule dal midollo osseo del paziente, manipolarle in vitro e iniettarle di nuovo nel paziente.

Chi ha sferrato l’attacco a Stamina?

L’accusa viene da alcuni ricercatori italiani, ed è stata confermata indipendentemente da un’indagine della rivista.

Lo scorso anno, ricorda sempre Nature, l’ufficio brevetti statunitense ha emesso una ‘prebocciatura’ della richiesta, che poteva essere ripresentata con nuovi dati, ma a quanto risulta Vannoni non lo ha mai fatto. “Non sono meravigliato – commenta alla rivista Luca Pani, direttore generale dell’Aifa – sapevo che non esisteva un metodo scientifico codificato”. Una sperimentazione con criteri scientifici del ‘metodo Vannoni’, finanziata con tre milioni di euro di fondi pubblici, doveva partire a luglio, ma ci sono stati dei ritardi dovuti al rifiuto di Vannoni di fornire le proprie metodologie. “Questa sperimentazione – spiega al sito Paolo Bianco dell’università Sapienza di Roma – e’ una perdita di soldi, e dà false speranze a famiglie disperate”.

Il dibattito resta aperto e la tensione sale… intanto slitta la consegna del protocollo e  in mezzo resta la vita delle persone!

Metodo Stamina: governo dà l’ok alla sperimentazione

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Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, l’ha confermato: “Ho firmato il decreto per l’avvio della sperimentazione del metodo ‘Stamina’ che utilizza cellule staminali con il protocollo messo a punto dal medico Davide Vannoni”, spiegando: “Entro il primo luglio via alle cure”. Ha quindi concluso: “Speriamo in risultati positivi”. Dubbioso al riguardo, però, è proprio il dr Vannoni, presidente di Stamina Foundation: “Mi sembra molto strano. Ancora non ci è stato chiesto di consegnare il nostro Protocollo, nè è stata fissata la date del primo incontro” con le istituzioni competenti per la definizione della sperimentazione. “Ci fa piacere – ha affermato Vannoni – che il ministro della Salute abbia firmato il decreto, perché questo è indice della volontà di andare avanti con la sperimentazione, ma mi pare molto strano il fatto che Stamina non sia stata ancora convocata per un incontro”. Come data, del resto, quella del primo luglio “è molto vicina e da parte nostra c’è la piena disponibilità ad incontrarci per capire le caratteristiche che la sperimentazione avrà”. Al momento però, ha aggiunto Vannoni, “non sappiamo nulla: nè quanti pazienti saranno coinvolti, nè quale cell-factory produrrà le cellule staminali, nè su quali patologie verrà avviata la sperimentazione con il nostro metodo”. Ha poi concluso con una precisazione: “Ribadisco comunque che saremo disponibili a fornire il nostro Protocollo di cura solo a determinate condizioni, a partire dal fatto che la produzione delle cellule staminali possa essere fatta dai biologi di Stamina”.
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