“Se facessi parte del M5S mi avrebbero già espulso”: Civati al grillino

civati-battibecco-grillino-tuttacronacaPippo Civati si prende del “Poliziotto buono” del Partito democratico e viene punzecchiato da un pentastellato che chiede un cambio radicale della vita politica “capovolgendo la piramide”. Durante la presentazione milanese del libro del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, “Il primo cittadino” una attivista del M5s ha detto: “Critichi sempre il Pd ma fai comunque parte del partito. Giochi a fare il poliziotto buono”. Civati ha replicato tranquillamente: “Se avessi fatto parte del vostro movimento, mi avrebbero già espulso. Per fortuna nel mio partito si può ancora dissentire”.

 

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“Espulsioni illecite”: l’ex attivista M5S scrive a Grasso

espulsioni-m5s-tuttacronacaGiovanni Panunzio ha scritto al presidente del Senato della Repubblica chiedendo che venga valutata l’illegittimità del provvedimento di espulsione dei quattro Senatori pentastellati Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino. Panunzio, fondatore dell’Osservatorio Antiplagio, è un ex attivista cagliaritano del M5S che dopo le espulsioni dei quattro senatori ha lasciato il Movimento. Questo il testo:

“A seguito delle espulsioni di alcuni senatori dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle mi permetto di farle notare che lo statuto del M5S depositato in Senato dice che ‘Gli eletti eserciteranno le loro funzioni senza vincolo di mandato’, come previsto tra l’altro dall’art. 67 della Costituzione. E’ evidente pertanto che nel momento in cui viene espulso un parlamentare del M5S, solo perché ha espresso una legittima opinione, lo statuto in questione diventa carta straccia, sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista morale. Pertanto Le chiedo di fare quanto è nelle sue possibilità per mettere in discussione lo statuto del M5S e sollecitare opportune modifiche al testo. In alternativa chiedo di valutare l’illegittimità del provvedimento di espulsione in quanto in contrasto con l’art. 67 della Costituzione e con lo statuto a cui il M5S fa riferimento, sconfessato dal suo stesso fondatore”.

“Zitti, quattro e a casa”: la Taverna si esprime tramite Totti sui dissidenti espulsi

4-e-a-casa-tuttacronacaLa grillina Paola Taverna ha scelto il celebre gesto del capitano giallorosso Francesco Totti per festeggiare su Facebook l’espulsione di quattro membri del Movimento 5 Stelle: Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, che si sono macchiati di quello che per i pentastellati sembra il tradimento supremo, la maggior colpa possibile: pensare con la propria testa e criticare Grillo. La scelta del gesto di Totti non è casuale, con il suo chiaro riferimento al “Zitti, quattro e a casa” del capitano in occasione di un match contro la Juve vinto dai giallorossi per quattro reti a zero. Intervistata da Repubblica Paola Taverna non ha infatti nascosto la felicità: “Abbiamo fatto finalmente chiarezza. Sono felice come una iena”. E ancora: ”Stanotte pensavo: dov’è l’inghippo. Poi mi sono iluminata: il Pd vuole entrare nel Pse. E Renzi, per entrarci, ha bisogno di cambiare maggioranza”, spiega la senatrice grillina aggiungendo a proposito degli espulsi: ” Faranno insieme un gruppo aggiuntivo per Renzi”. A proposito della voce che parla di altri sette abbandoni al gruppo, la Taverna dice: “Siete fuori strada. Molti di meno, se mai qualcuno dovesse ancora andarsene”.

Civati alle grandi manovre? “Può nascere una nuova maggioranza”

civati-m5s-tuttacronacaE’ Antonello Caporale, de Il Fatto Quotidiano, a intervistare il dem Pippo Civati, unico del Pd ad opporsi a Renzi, pur votando la fiducia. Sembra che nelle ultime ore il suo telefono sia rovente, complice il fatto che diversi grillini siano usciti dal loro Movimento perchè in disaccordo con le imposizioni di Grillo. Ora in molti vociferano infatti sulla formazione di un nuovo gruppo di centrosinistra. Di cui potrebbero fare parte i fuoriusciti a cinque stelle, i civatiani e Sel. Civati stesso cerca di spiegare la situazione:

Pippo Civati è un rompib***e professionista. A volte eccede con la sua vitalità. “Pensi quale nebbia avvolgerebbe il Pd se anche io tacessi sulle consorterie, le piccole ambizioni personali, le fregature e gli errori che il mio partito fa”.

Ha detto no a Renzi in direzione, però sì al voto di fiducia e poi è sembrato ricredersi ancora. Siamo a un surplus di riflessione.
Ho parlato contro solo io nel luogo deputato, il partito, e ho fatto il mio dovere. Sono stato mandato in minoranza e non mi era concesso da parlamentare del Pd negare la fiducia. Ho poi spiegato quel che si muove a sinistra del Pd, e che il partito non vuole vedere. Fa il finto tonto pur di stare con Alfano.

È notizia di oggi: la compagine che si allontana da Grillo insieme ai suoi e a Sel potrebbe formare un gruppo parlamentare autonomo.
La questione centrale è un’altra: ci sono i numeri per avanzare la richiesta di un governo di centrosinistra, ma il Pd sceglie di fare un esecutivo di centrodestra. Troveremo il modo opportuno per organizzarci.

Se fa il gruppo autonomo è fuori dal Pd.
Ma no! Dobbiamo solo trovare il modo che questa risorsa politica, questo serbatoio sia linfa vitale per la sinistra e interlocutore prezioso per il Partito democratico. Magari si può pensare a una rete, a una colleganza diversa. Quel che non si deve fare è tacere questa grande opportunità.

Ha votato Renzi piangendo.
Cos’altro dovevo fare? Se però in direzione si fosse opposto anche Cuperlo, invece di spingerlo a Palazzo Chigi, credo che Renzi non avrebbe tolto di mezzo Letta. Noto che Gianni ora parla di una ferita aperta. Se ne accorge solo adesso?

Cosa gli è successo, secondo lei?
Si sono incartati, si sono auto ingabbiati . Chi lo ha fatto per ignavia, chi pensando al seggio, chi per ambizione, ritenendo che mandando Renzi a Palazzo Chigi avrebbe trovato un partito disabitato, chi invece ha pensato a una poltrona da ministro nel nuovo esecutivo. Faccia la somma di questi atteggiamenti e metta poi che dalla trincea nella quale Letta era riparato riceveva consigli da amici poco sinceri che invece di aiutarlo lo avrebbero condotto sulla strada dell’immobilismo, del suicidio. Aggiunga infine che negli ultimi mesi Letta è andato nel pallone e vede che si ritrova coi conti.

Quanti traditori.
L’incredibile è che Renzi si piglia il governo coi voti di Bersani ma coopta le truppe di Franceschini.

Frankenstein, l’ha definito.
L’ho chiamato così per sfotterlo. Ma certo il suo è stato un protagonismo opaco. In politica il ravvedimento è comunque pratica comune e conosciuta. Devo dirle che neanche i dalemiani (non tutti) mi sembrano determinati alla lotta, quindi comprende che gli spazi di manovra per il nuovo premier sono ampi.

Durerà?
Penso fino al prossimo anno. Le elezioni sono nelle cose, il suo programma adesso è piuttosto taciuto. Capisco che non voglia impegnarsi troppo su un singolo tema, sennò finisce come con l’Italicum: a giorni alterni diviene legge dello Stato o tema da approfondire, testo pronto per l’uso o disciplina al di là da venire. Si tiene cauto.

Le ha persino nominato ministro una dirigente della sua area.
Solo allo scopo di sfregiarmi. Ritenendomi residuale, ha voluto procurare un dissidio interno, mettermi in difficoltà. Anche questa è politica.

Vada a confortare i grillini fuoriusciti.
Ci avessero pensato prima!

L’esplosione è interna al M5S: arrivano le prime dimissioni

boom5s-tuttacronacaI primi pentastellati, a seguito dell’espulsione dal Movimento dei quattro dissidenti, hanno formalizzato le proprie dimissioni dal Senato della Repubblica. Si tratta di Maria Mussini, Luis Orellana, Monica Casaletto, Alessandra Bencini, Laura Bignami e Maurizio Romani. A breve, dovrebbero unirsi a loro anche Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Lorenzo Battista. Si tratta di nove senatori grillini che si trovano in dissenso con la gestione del gruppo da parte del semplice portavoce Grillo. Ma non sono gli unici: anche altri lamentano sofferenza per la direzione presa dagli eventi. Tra questi, come ricorda l’Huffington Post, Roberto Cotti, Ivana Simeoni e Michela Montevecchi. Le motivazioni, del disagio generale ancor prima che delle dimissioni dei sei, sono chiaramente indicate nella lettera che Romani ha indirizzato a Pietro Grasso:

“Di mia personale iniziativa mi dimetto dalla carica di Senatore della Repubblica. Lo faccio con dolore ma con convinzione, per rimanere coerente con i miei valori e con l’impegno preso con gli elettori. Definire dissidente ed arrivare ad espellere chi pensa con la propria testa e ha il coraggio delle proprie idee è una mossa suicida; a ciò si aggiunga la rabbia e la violenza che ho visto usare verso i nostri colleghi. Non voglio essere complice di questa specie di linciaggio. In questo modo il Movimento non guadagna coesione, come dice Beppe Grillo, invece perde alcune delle sue forze migliori ed alcuni dei suoi rappresentanti più credibili”.

Analoghe argomentazioni nel testo vergato dalla Bignami:

“In seguito agli ultimi avvenimenti di cui sono stato spettatore attonito e le posizioni assunte dal gruppo parlamentare nel quale sono stata eletta desidero comunicare la mia intenzione di dimettermi dalla carica di Senatore della Repubblica”

La Mussini ha spiegato: “Mi dimetto perchè voglio un Movimento 5 Stelle sano. Ci credo fermamente, per questo ho presentato le mie dimissioni alla presidenza del Senato”. E ha aggiunto: “Stamani ho sentito l’intervendo di Battista in Aula e non posso rassegnarmi al fatto che il Movimento si privi delle sue menti migliori”. Certo, il passaggio non è immediato, visto che le dimissioni devono essere calendarizzate e poi votate dall’Aula. E, per prassi istituzionale, la prima volta verranno respinta. Una situazione in continua evoluzione. Alla Camera li hanno seguiti Alessio Tacconi e Ivan Catalano. Raggiunto dall’Huffingtonpost, quest’ultimo ha ammesso: “Era una situazione che non si poteva più sopportare, non volevo più rimanere in un ambiente come quello. Ora mi prendo qualche giorno per riposare, poi vedrò il da farsi”. La settimana prossima Gianroberto Casaleggio sarà a Roma. Mercoledì, giovedì forse. “Un incontro previsto, solo routine”, spiega lo staff. Ma è difficile che il big bang a cinque stelle non trovi spazio nell’agenda dei suoi appuntamenti

Fuori i dissidenti: i militanti del M5S hanno deciso

dissidenti-m5s-tuttacronacaE’ stato Beppe Grillo a dare l’annuncio: i militanti del Movimento 5 Stelle iscritti al suo blog hanno votato decretando l’espulsione dei quattro senatori dissidenti Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Luis Orellana e Francesco Bocchino. Nel dettaglio “29.883 hanno votato per ratificare la delibera di espulsione. 13.485 hanno votato contro”. Il leader dei pentastellati ha quindi ringraziato “tutti coloro che hanno partecipato” al sondaggio in rete sulla decisione dei gruppi parlamentari. Hanno partecipato alla votazione 43.368 iscritti certificati. Immediate le reazioni di alcuni deputati pentastellati, con Alessio Tacconi che, a La Zanzara su Radio 24 ha affermato: “Esco dal gruppo M5S alla Camera e con me ci sono altri 5 deputati”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Con questo voto  si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Grillo e Casaleggio. Nel movimento comandano solo loro, di fatto sono il braccio e la mente”. Per quel che riguarda il sistema di voto Tacconi ha quindi affermato: “Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo per forza fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente, non lasciando spazio a dubbi”.

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