Altra tegola Ue sull’Italia. Secondo l’Unione infatti il nostro Paese avrebbe violato le norme sui diritti dei passeggeri disabili nonché i risarcimenti per chi compra un pacchetto viaggio di agenzie turistiche che poi falliscono. Lo contesta la Commissione Ue, che ha avviato tre procedure d’infrazione con l’invio di lettere di messa in mora. Ora l’Italia ha 2 mesi per rispondere. Bruxelles rimprovera all’Italia di non rispettare in particolare i diritti dei passeggeri disabili che si spostano in bus, in quanto rischiano di non potersi spostare nell’assenza di fermate predefinite in cui possono ricevere assistenza. Chi viaggia via nave corre ugualmente il rischio di non vedere tutelati i propri diritti, in quanto non è ancora operativa l’autorità garante per la verifica del loro rispetto e a cui i cittadini possono rivolgersi in caso di contenziosi. Problemi anche sul diritto al rimborso per chi compra pacchetti-vacanze in caso di fallimento dell’operatore turistico: il fondo nazionale preposto ai rimborsi non ha sufficienti risorse finanziarie per farvi fronte, con un allungamento notevole dei tempi per i ricorsi dei consumatori. L’Italia, se non fornirà risposte adeguate alla Commissione Ue, rischia di veder proseguire le procedure d’infrazione sino a ritrovarsi davanti la Corte di giustizia Ue.

La 31enne roma Debora De Angelis ha deciso di “metterci la faccia” e rompere il tabù sul ruolo dell’assistente sessuale parlando ad Adnkronos Salute e raccontando la sua storia di “terapista del sesso” che si è presa cura di tre ragazzi disabili. La sesso-terapia è un tema delicato, ma sembra inizi ad esserci dell’interesse al riguardo da parte degli italiani, come confermerebbe il successo della petizione online per l’istituzione dell’assistente sessuale che, dopo esser stata lanciata dal web designer con una grave disabilità Max Ulivieri, ha raggiunto in pochi mesi ben 5 mila adesioni. Il rischi che questa terapia comporta, però, è che il paziente possa venir coinvolto emotivamente. Spiega Debora: “Il mio percorso da autodidatta mi ha portato a definire delle ‘regole’ da rispettare: il disabile dev’essere preparato a livello psicologico, fisico, emotivo e sentimentale su cosa si potrà aspettare e cosa non deve aspettarsi dal terapista. Una persona che non si è mai espressa a livello emotivo può infatti sviluppare un interesse morboso verso chi gli dà attenzione. È necessario quindi conoscere prima la persona, capire se è emotivamente stabile e valutare caso per caso se può sostenere la terapia”. Debora ha interrotto la sua esperienza in questo campo “per motivi personali” ma resta convinta che l’istituzione della figura dell’assistente sessuale sia una sfida da vincere. “Oggi i disabili – spiega – sono assistiti solo da prostitute che però fanno sesso per lavoro”, quindi senza avere una formazione adeguata a relazionarsi con il disabile. E sottolinea: “La prostituta agisce solo a livello sessuale, la terapista invece offre gli strumenti giusti per garantire al ragazzo una vita sessuale autonoma. La prostituta inoltre – conclude Debora – gestisce il suo corpo a seconda delle richieste del cliente, la terapista invece non può fare tutto, dalla terapia è infatti esclusa la penetrazione o il sesso orale”.