E il direttore di Repubblica pone una domanda che si fanno in tanti…

 

renzi-letta-ezio-mauro-tuttacronacaIn attesa della direzione Pd, con Enrico Letta pronto a puntare il dito contro Matteo Renzi nel caso fosse proprio la testa del premier a cadere e il sindaco fiorentino pronto a dar battaglia e a chiedere supporto al suo partito, Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, se la prende con entrambi e sul suo profilo Twitter scrive: “Ma quei due, oltre che di se stessi hanno un’idea del Paese, del partito cui appartengono e della sinistra?”

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“Come un elefante in una cristalleria”: verso la direzione Pd

elefante-cristalleria-tuttacronacaCi si può attendere di tutto dalla direzione Pd dove si affronteranno apertamente Renzi e Letta, con il premier che potrebbe spiegare di essere pronto a un confronto sul nuovo programma e a un nuovo governo che abbia la fiducia del Parlamento per durare fino al 2018. E non si può escludere che ricorderà al suo partito che non si può accusare il governo di essere andato a rilento sul rilancio perché è stato il Pd a chiedere di aspettare. Lo stesso Letta aveva sottolineato: “Bisogna stare attenti e sapere che siamo in una cristalleria. E può finire male”. Ma non è detto che Renzi non farà proprio “l’elefante”. Anche perchè ancora il premier aveva ripetuto ai suoi: “Io gioco a carte scoperte. Se Matteo vuole il mio posto lo deve dire apertamente. Questa vicenda si chiarirà senza sotterfugi. Tutto deve essere alla luce del sole”. Per la prima volta Letta, del resto, presenta un’alternativa al Renzi 1. Come ricorda l’HuffPost,

la proposta è: nuovo programma e nuovo governo. E non un caso che Letta, con la malizia del politico navigato, nel suo Impegno Italia (il nuovo programma) ha messo nero su bianco molti degli spunti che avrebbe inserito Renzi nel suo file excel. E non è un caso che un “bis” è proprio la proposta originaria della sinistra del Pd che considerava insufficiente un rimpasto: “Cuperlo – dice più di un lettiano – chiedeva un nuovo governo aggiungendo che doveva guidarlo Letta. Ora che fa?” Nel ragionamento di Letta opporsi a questo schema significa non solo mandare a casa il governo ma, di fatto, rompere il Pd. Farlo entrare in una crisi profonda.

Insomma, la mossa di Letta è che qualcuno deve mettere la firma sulle sue dimissioni, se tali devono essere, e quindi lo stesso Renzi deve apparirne la causa.

Deve chiedere al suo partito di “uccidere” il governo a cui ha votato infinite fiducie. Già, le impronte digitali: “Deve essere una cosa netta. Una sfiducia del Pd” spiegano a palazzo Chigi. È solo di fronte a un documento votato in cui la direzione del Pd chiede al premier di fare un passo indietro che Letta salirà al Colle in serata. Non di fronte a quelle “sfumature di grigio” nelle critiche evocate in conferenza stampa. Quel voto, spiegano i lettiani, rappresenterebbe la rottura del cristallo democratico: “Se invece non c’è un voto chiaro – spiega una fonte di palazzo Chigi – allora si parlamentarizza la crisi”.

 

Letta bis o Renzi 1? Il segretario dem dà due settimane di tempo

RenziLetta-direzionepd-tuttacronacaDa 1 a 10, secondo un fedelissimo di Renzi, il segretario dem sarebbe convinto “6-7” di prendere la guida del governo. E questa sicurezza nelle proprie forze il sindaco fiorentino l’ha dimostrata nel corso della direzione del Pd al Nazareno, dove si è parlato del percorso delle riforme (Italicum e abolizione del Senato) e c’è stato un chiarimento sull’esecutivo. Scrive l’Huffington Posto: Tempo due settimane: tante ne ha Enrico Letta per scegliere come rilanciare l’azione del suo governo. Il 20 febbraio la direzione del Pd si riunirà di nuovo per decidere ‘che fare’. E a quel punto, visto che l’assise Dem fa piazza pulita della parola ‘rimpasto’ fissando il paletto “ripartenza”, tutte le chance sono aperte. La prima: Letta bis, ipotesi che però entusiasma poco il segretario Pd e non solo lui ormai nel partito. La seconda: governo Renzi, ad oggi più possibile, da vedere se ce ne saranno le condizioni, ovvero se la legge elettorale sarà stata licenziata senza scossoni da Montecitorio entro il 20 febbraio. La terza: il voto anticipato, ipotesi alquanto peregrina, tutti nel Pd tendono a escluderla, il sindaco-segretario la agita in caso l’Italicum facesse una brutta fine, stritolato da veti incrociati e franchi tiratori.

Nel corso della direzione è stato Cuperlo, che ieri ha avuto un colloquio con Renzi al Nazareno, a mettere i piedi nel piatto del ‘non detto’ più grosso, a evocare il fantasma che occupa tg e giornali e che evidentemente aleggia anche nell’assemblea al Nazareno. Cioè la possibilità di un governo Renzi al posto di Letta. Cuperlo non lo dice esplicitamente, ma il senso è quello. E soprattutto, dopo aver maledetto lo streaming (“che limita il dibattito”), è Cuperlo a chiedere che il partito ne discuta. “Chiedo a questa direzione reggiamo così? Escluso il rimpasto, serve una vera ripartenza del governo per saldare un accordo programmatico – dice l’ex presidente del Pd – Enrico letta lo vuole fare questo sforzo? E’ in grado di farlo? Questo è il tema del galleggiamento. In alternativa c’è il voto ma non c’è solo quello, ce ne sono anche altre e se ne parla sui giornali…”. Al momento, obiettivo primario del sindaco fiorentino è la legge elettorale. Imperativo: metterla al sicuro con l’ok della Camera entro il 20 febbraio, prima di qualunque altra scelta. Che sia: appoggiare un Letta bis, se il premier “si inventa qualcosa in queste due settimane”, dicono dal Nazareno. O che sia: assumere il comando della squadra a Palazzo Chigi. Prima la legge elettorale. E se la minoranza chiede una discussione sul governo, bene: fissata il 20 febbraio, nuova direzione con ordine del giorno cambiato, governo invece che Jobs Act. Mentre giovedì 13 febbraio la direzione resta convocata sul tema dell’adesione del Pd alla famiglia socialista europea, prima del viaggio del segretario a Bruxelles a metà mese e – guarda caso – mentre alla Camera l’Italicum attraverserà i suoi giorni più delicati.

Ma non è solo Cuperlo a chiedere chiarimenti, della prospettiva renziana a Palazzo Chigi è anche il bersaniano Alfredo D’Attorre che

apprezza il cammino di riforme indicato da Renzi, nota che “per farle, anche solo l’abolizione del Senato, servono 24 mesi…altro che voto l’anno prossimo”. E poi, pur con garbo, a Letta chiede: “Impegno 2014, siamo a febbraio, dov’è quest’agenda di governo?”. Insomma, “il Pd deve occuparsi di come assicurare un governo forte e stabile per i prossimi due anni…”. Un intervento, quello di D’Attorre, che non passa inosservato nella cerchia dei più stretti collaboratori del sindaco, per niente stizziti, anzi compiaciuti dell’andamento del dibattito. Ma il bello deve arrivare. C’è il bersaniano Davide Zoggia che chiede “un nuovo governo”. E poi Matteo Orfini, che di governo Renzi parlò anche prima che nascesse il governo Letta. E oggi non ha cambiato idea, anzi. In direzione la dice così: “Serve un nuovo governo, non un rimpastino, un governo che con lo sforzo di tutti noi che si prenda la responsabilità di portar fuori il Paese dalla crisi”.

Ora la palla passa a Letta ma intanto il tempo scorre.

“Restiamo ribelli”: Renzi incoronato segretario

MATTEO-RENZI-assemblea-tuttacronacaMatteo Renzi è stato ufficialmente proclamato segretario del Pd e ha raggiunto l’assemblea generale che si tiene a Milano e che si è aperta sulle note dell’inno di Mameli. In prima fila, vicini, il sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Sul maxi-schermo a mo’ di slogan ‘Il meglio deve ancora venire’, frase di Renzi pronunciata nel suo primo discorso dopo la vittoria alle primarie. Renzi è stato poi proclamato nuovo segretario del Pd dal responsabile organizzativo, Davide Zoggia, mentre in sala scattava la standing ovation. All’insegna del motto “Non c’è un minuto da perdere”, il neosegretario presenta la sua road map. Restiamo ribelli e cambiamo l’Italia. Ciascuno di noi ha il suo pantheon di ribelli – ha detto Matteo Renzi – Ma l’essere ribelli è soprattutto una sfida con se stessi. Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l’Italia”. Nel suo intervento il sindaco fiorentino ha rivolto parole anche al suo avversario Cuperlo. “La sfida alle primarie è stata leale e l’offerta della presidenza del Pd a Gianni Cuperlo è tutto tranne il tentativo di ‘do ut des’, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada”. “Il voto degli elettori delle primarie è l’ultimo appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l’Italia. Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma”. Anche il premier Letta ha preso la parola: “Oggi, dopo 8 mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi”.

Ladri in penitenziario: rubano la cassaforte!

ladri-carcere-pavia-tuttacronacaLa Uilpa Penitenziari ha reso noto che “Questa notte il carcere di Pavia è stato oggetto di una ‘visita’ da parte di ladri che hanno fatto irruzione nei locali della Direzione portando via con loro la cassaforte presente nell’ufficio conti correnti”. Eugenio Sarno, Segretario Generale del sindacato, ha spiegato inoltre che “Sono in atto le indagini e non si conosce ancora l’esatto ammontare del furto”. Stando a quanto si è appreso, i ladri si sarebbero introdotti nel carcere dopo la mezzanotto e, raggiunti gli uffici della ragioneria della casa circondariale, hanno letteralmente asportato la cassaforte. Gianluigi Madonia, della direzione nazionale Uilpa Penitenziari, riferisce che dentro vi erano contanti “per un valore non ancora stimato ma che potrebbe essere di alcune migliaia di euro”. E aggiunge: “Quanto accaduto è sintomatico della situazione della decadenza strutturale e organizzativa anche alla luce delle nuove aperture di padiglioni nelle carceri pavesi, prevista prima per settembre e ora slittata a ottobre”.

Il premier Letta in direzione: “Se siamo uniti non ci batte nessuno”

letta-direzione-tuttacronacaHa parlato in direzione del Pd oggi, il premier Letta, dove ha dichiarato che “Serve un segretario che faccia il segretario e che lavori a preparare un partito che quando ci saranno le nuove condizioni sia pronto a vincere”. E ancora “Se siamo uniti non ci batte nessuno”, aggiungendo che “noi siamo un partito, non il gruppo misto”. Il premier ha quindi affermato: “Ci vogliono doveri da parte di tutti. Dobbiamo decidere insieme e poi percorrere quella strada”. Il premier ha detto di condividere “nel profondo” il ragionamento di Cuperlo sulla necessità di un partito che discuta ma sia unito nelle decisioni. E riguardo ai pentastellati: “La battaglia del Movimento 5 stelle è contraria ai cambiamenti della Costituzione perchè i 5 stelle non vogliono la riforma della Costituzione ma la rottura di sistema”. “Su questo fronte si gioca la partita riformista che è nel dna del Pd. Questo è il cuore della battaglia politica: ricostruire il campo da gioco senza demolire il sistema”.

Il PD verso la cassa integrazione!

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Misani, il tesoriere del Pd, ha incontrato i dipendenti alla sede del partito a Sant’Andrea delle Fratte e non ha indorato la pillola: la situazione economica del partito è “molto difficile” e, vista la riforma del finanziamento pubblico, diventa “inevitabile” il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 lavoratori. Come lo stesso tesoriere ha spiegato, L’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti è destinata però a rendere necessaria una profonda riorganizzazione e la prospettiva inevitabile è quella di un ridimensionamento di tutte le strutture di partito”, aggiungendo: “Quanto agli strumenti da utilizzare, nessuna decisione è stata assunta. Ne discuteremo insieme ai lavoratori e ai loro rappresentanti per governare in modo il più possibile condiviso questo processo di riorganizzazione”. Al vertice, è stato anche spiegato come il bilancio del 2012  sia destinato a chiudere in passivo, questo anche perchè, nel luglio scorso, il Pd, così come tutti i partiti, ha rinunciato alla rata annuale del finanziamento in favore dei terremotati dell’Emilia. A queso si è aggiunta l’approvazione della legge sul finanziamento dei partiti che dimezzava i fondi. Per quanto la rata del luglio 2013 arriverà, il progressivo taglio dei fondi pubblici, sostituito dal meccanismo del 2 per mille e dalle contribuzioni volontarie, non può colmare il buco. Motivo per il quale sarà “inevitabile” ricorrere agli ammortizzatori sociali. Al riguardo, il tesoriere ha nominato due volte la cassa integrazione ed una volta il contratto di solidarietà. E se anche, per la cig, si cercherà di allungarne il tempo di durata, sarà comunque necessario pensare a una diminuzione del numero degli attuali 180 dipendenti.

“I miei vangeli non sono quattro…

don gallo

… Noi seguiamo da anni e anni il vangelo secondo De Andrè, un cammino cioè in direzione ostinata e contraria. E possiamo confermarlo, constatarlo: dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fiori.”

-Don Andrea Gallo-

Per Enrico Letta si avvicina il sì

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Alla fine Letta ha deciso e la speranza di Giorgio Napolitano si è trasformata in realtà: il politico accetta l’incarico di Presidente del Consiglio ed il giuramento dovrebbe avvenire non più tardi di domani. Lo stesso dicasi  per il nuovo esecutivo  che dovrebbe giurare nella stessa giornata di sabato. Nel frattempo si succedono gli incontri e il neo Premier inizierà presto a stendere il discorso d’insediamento alle Camere, che dovrebbe tenere lunedì.

Letta al Quirinale e strada libera per Renzi?

renzi-tuttacronaca

Enrico Letta è salito oggi al Quirinale, con auto di servizio e scorta, per un colloquio con Giorgio Napolitano. Ieri, al termine delle consultazioni, ai giornalisti che gli chiedeva se avesse intenzione di sciogliere sabato la riserva ha risposto con un “Vedremo” spiegando che la giornata era stata  “intensa e ho avuto indicazioni molto utili sia per i contenuti che per il metodo”.  Oggi quindi sarà “giornata di riflessione, rivedrò gli appunti e porterò a sintesi il lavoro sviluppato nell’incontro con le varie forze politiche”. Se Letta accetterà l’incarico, allora Renzi potrebbe diventare da subito il nuovo reggente del PD, come molti democratici propongono. L’assemblea nazionale del partito, quindi, potrebbe consegnare, il prossimo 4 maggio, la leadership materiale al sindaco fiorentino. Anche i “giovani turchi” sembrano spingere per una salita al potere di Renzi mentre la vecchia guardia continua ad essere più propensa ad una leadership di Fassina. Ma alla corsa partecipa anche Guglielmo Epifani, ex leader della Cgil. In Realtà il “problema” di Renzi potrebbe risiedere nella scelta del politico su cosa fare nel prossimo futuro, considerato che il suo mandato come sindaco di Firenze terminerebbe solo nel 2014. Del resto è probabile che, se gli viene offerta l’occasione di attuare finalmente il tanto atteso rinnovamento nonchè la possibilità d’iniziare una scalata ai posti di comando nazionali, il “rottamatore” accetti l’incarico.

Il terrore corre sul filo per il Pd… e arriva la telefonata Bersani-Renzi

matteo renzi- bersani-pd-divisioni-direzione-generale-tuttacronaca

Fassina attacca, i renziani rispondono: ma Bersani e il sindaco di Firenze chiudono qualunque tipo di polemica con una telefonata in serata. Sembra anche che Renzi e Bersani si siano fatti quattro risate al telefono, anche se le idee continuano a essere distanti. Ma suona come una sottile linea di demarcazione con tanto di allarme che può scattare in qualsiasi istante la frase del sindaco di Firenze che ammette  “Nessun complotto. Io non danneggio il Segretario Pd”. Questo sembra essere solo un assaggio di quello che domani avverrà nella riunione della direzione del partito prevista per le 19.

E venne il giorno che il Pd si convertì alla rete!!!

youdem-tuttacronaca

La direzione di mercoledi’ del Pd sara’ con molta probabilita’, a quanto si apprende, sarà ‘aperta’ attraverso la diretta streaming sul sito del Pd e su Youdem tv. Il Pd apre e si converte… i primi risultati Grillo li ha ottenuti!

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